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Autore: hotaru    15/11/2009    2 recensioni
“- Beh, forse sono un po’ fuori luogo, però… - esitò un attimo, ma decise di continuare – Mi sembra di essere dentro un vecchio video musicale! -.
- Eh? – un trio di volti sconcertati accolse quell’uscita.
- Ma sì, non guardatemi così! – fece Hachi – Era una canzone anni ’90, in inglese… Jun, te la ricordi? -.
L’amica scosse la testa, interdetta.
- Era proprio così – insistette lei – C’erano quattro amiche in macchina, in una giornata d’inverno, che andavano chissà dove e cantavano come pazze. Sembravano divertirsi un mondo, però. Le ho sempre invidiate -.”
And isn't it ironic, don't you think? [Ed è ironico, non credi?]
One-shot al femminile basata sulla canzone “Ironic” di Alanis Morissette. Accenni Shin/Reira
Terza classificata all' "Alternative Universe Special 5° edizione" indetto da DarkRose86 e vincitrice del Premio per la Trattazione del Tema
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Junko Saotome, Nana Komatsui, Nana Osaki, Reira Serizawa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ironic
Ad un certo punto di questa storia sarebbe perfetto ascoltare "Ironic" di Alanis Morissette


Ironic


Ironic



- Ma porca… -.

- Nana, niente parolacce! Non voglio che la bambina le senta! -.
- Ma se non è nemmeno nata! – ribatté lei.
- Appunto, per la psiche del neonato è importante anche ciò che sente durante la gestazione – fece Hachi, con l’aria di chi la sa lunga.
- Mi sa che qui qualcuno ha letto troppi “manuali per genitori”… -.
- Ma come, Jun, ti ci metti anche tu? -.
- Oh, insomma! Siamo qui bloccate nel freddo, e voi vi mettete a chiacchierare di manuali per genitori? Che accidenti ha la macchina? – strillò una voce lamentosa.
- La principessa cantante ha freddo, a quanto pare… - borbottò Nana, aprendo il cofano dell’auto e dando un’occhiata critica al motore.
- Allora? Scoperto qualcosa? – domandò Hachi, piuttosto apprensiva.
- Non sono un’esperta, ma a occhio e croce qui si è gelato qualcosa -.
- Ma come? Non fa poi così freddo – commentò la Nana più giovane.
- Già, ma quest’auto non è nemmeno nuovissima, quindi è possibile che col freddo si sia effettivamente inceppato qualcosa – rifletté Jun – L’unica soluzione è chiamare il carro attrezzi, e magari qualcuno che ci venga a prendere -.
- No, scusate, ma come è possibile che si sia rotta? – si intromise Reira – Non l’avete presa all’autonoleggio? -.
- Sì, ma forse non conoscono la differenza tra “economico” e “catorcio”… - ironizzò Nana – Prima di partire sarebbe stato meglio farla controllare da Ren, ma ormai… -.
- Perché Ren? – domandò Hachi.
- Ha lavorato un po’ come meccanico, anni fa -.
- Davvero? -.
- Mi spiace interrompere la vostra conversazione – disse Jun, premendo alcuni tasti del telefonino – Ma ho una brutta notizia da darvi: qui i cellulari non prendono -.
- Cosa? -.
Tre mani agguantarono nello stesso momento il cellulare dalla tasca del cappotto, pigiarono alcuni tasti e si resero conto dell’impensabile.
Niente campo.
Nemmeno una tacchetta.
- E adesso come facciamo? – si allarmò Hachi – Siamo qui da dieci minuti e non è passato nessuno. Rischiamo di restare bloccate! -.
Effettivamente la giovane Komatsu non aveva tutti i torti. Si trovavano su una strada di collegamento persa tra campi pieni di neve, ai margini dei quali crescevano sterpaglie e alberi spogli.
Non si vedeva nemmeno una casa, e al paese più vicino mancavano almeno dieci chilometri. L’unica traccia di civiltà era una pensilina dell’autobus sul ciglio della carreggiata, proprio dove la loro auto aveva perso ogni segno di vita.
- Peccato solo che oggi sia un giorno festivo e che non abbiamo idea degli orari degli autobus – ponderò Junko – Tra l’altro, in campagna sono molto meno frequenti che in città. Può darsi che quello di oggi sia già passato -.
- Che cosa? Allora… siamo veramente bloccate! – esclamò Hachi, rendendosi conto della situazione.
- È un bel guaio – ammise Nana.
- Oh, accidenti! Ma di chi è stata l’idea di andare in giro in una giornata simile, si può sapere? – strillò Reira, incredula di trovarsi in simili condizioni.
- Tua, se non ricordo male – le ricordò Nana, simulando indifferenza.
- Sì, è vero – confermò Hachi, mentre Reira cominciava a rendersi conto della gaffe – Hai insistito tanto per questa “uscita tra donne”… ed effettivamente ci siamo divertite parecchio. Almeno fino ad ora -.
- Già, ma in un momento come questo lamentarsi è del tutto inutile. L’unica cosa da fare è aspettare che passi qualcuno, controllando ogni tanto i cellulari – fece Junko, pratica – Nana, tu torna in macchina, non devi prendere troppo freddo. Forse il riscaldamento funziona ancora -.
- Controllo io – disse Nana, mentre Hachi risaliva obbediente in auto.
Tuttavia la giovane Osaki ne uscì subito, e dopo un calcio ben assestato al paraurti imprecò:
- Niente da fare! Questo ferrovecchio è completamente da buttare! Ah, ma mi sentiranno, quegli idioti… -.
- Di bene in meglio… - commentò Junko, massaggiandosi piano le tempie. Poi, voltandosi verso le altre: - Reira, stai bene? Hai i brividi -.
- Beh… effettivamente ho un po’ freddo… - disse debolmente lei.
- Aspetta, dovrei avere un paio di scaldamani – frugò un po’ nella borsa – Ah, eccoli -.
Ne porse uno a Reira. – Sai come funzionano, non è vero? Basta che premi al centro e aspetti che si riscaldino -.
Bussò al finestrino, e ne diede uno anche a Hachi.
Poi si rivolse a Nana: - Tieni -.
Visto il silenzio che era calato, Junko guardò ad una ad una le sue compagne di viaggio: - Ehi, cosa c’è? Qualcosa non va? -.
Fu Reira a spezzare la quiete.
- Sono allibita – disse, tenendo fra le mani quell’oggetto morbido che iniziava ad emanare calore.
Junko le lanciò un’occhiata interrogativa.
- Come? E perché? -.
- Perché sei incredibile, Jun! – saltò fuori Hachi, abbassando il finestrino – Pensi sempre a tutto! -.
- Davvero, sono senza parole anch’io – concordò Nana.
- Jun saprebbe sopravvivere persino su un’isola deserta, ne sono sicura! – ribadì la giovane Komatsu, convinta.
- Invece di parlare a vanvera, faresti meglio ad alzare quel finestrino – le ricordò Junko – Altrimenti a che serve che tu stia in macchina? -.
- Oh sì, hai ragione! – fece Hachi, obbedendo in fretta.


Era trascorsa almeno mezz’ora, e non era passata anima viva. In quel luogo non c’era nulla, tranne la strada, la pensilina, gli alberi spogli e la neve. Tanta neve.
Fortunatamente non c’era vento, ma il cielo grigio andava facendosi più cupo, segno che la poca luce che c’era sarebbe presto calata.
Le ragazze si erano scambiate solo poche parole, aguzzando la vista più che potevano e cercando nervosamente di scaldarsi. Gli scaldamani erano ormai gelati, e quindi inutili.
Ad un certo punto la portiera dell’auto si aprì per far uscire le gambe di Hachi, che le appoggiò sull’asfalto.
- Ormai dentro fa freddo quanto qui fuori – spiegò – Quindi tanto vale che apra lo sportello, almeno chiacchieriamo -.
- E di che vuoi chiacchierare? – ribatté Nana – Non siamo certo in una situazione adatta a fare salotto! -.
Hachi non rispose, guardandosi invece attorno, con un’espressione bizzarra dipinta sul viso.
- Nana, che c’è? – domandò Junko – Che stai guardando? -.
- Beh, forse sono un po’ fuori luogo, però… - esitò un attimo, ma poi continuò – Mi sembra di essere dentro a un vecchio video musicale! -.
- Eh? – un trio di volti sconcertati accolse quell’uscita.
- Ma sì, non guardatemi così! – fece Hachi – Era una canzone anni ’90, in inglese… Jun, te la ricordi? -.
L’amica scosse la testa, interdetta.
- Era proprio così – insistette lei – C’erano quattro amiche in macchina, in una giornata d’inverno, che andavano chissà dove e cantavano come pazze. Sembravano divertirsi un mondo, però. Le ho sempre invidiate -.
Pensando che solo Nana potesse invidiare i personaggi di un video musicale, Junko rispose:
- No, mi spiace. Proprio non me lo ricordo -.
- E tu, Nana? – chiese la ragazza, voltandosi verso di lei.
- No, nemmeno io… -.
- An old man turned ninety-eight, he won the lottery and died the next day (*) – intonò una voce limpida nel freddo di quel luogo desolato.
Hachi si voltò subito, mentre Nana lanciò un’occhiataccia alla fonte del canto.
- It's a black fly in your Chardonnay, it's a death row pardon two minutes too late. Isn't it ironic, don't you think? -.
Mentre Reira cantava, il silenzio si era fatto ancora più immobile. Non esisteva nulla di più quieto di una strada in mezzo alla neve, ma in quell’istante sembrava che il tempo si fosse dilatato.
- It's like rain on your wedding day! It's a free ride when you've already paid! -.
A Hachi venne la pelle d’oca quando la canzone prese potenza dalla splendida voce di Reira, delineandosi in una densa nuvola di vapore. Per un istante trattenne addirittura il fiato.
- It's the good advice that you just didn't take, and who would've thought, it figures… -.
Il cielo d’ovatta sembrava aver assorbito fino all’ultimo suono.  
Fino a quel punto Reira era stata completamente immersa nella canzone, ma quando vide le facce delle tre amiche decise di continuare.
- Mr. Play It Safe was afraid to fly, he packed his suitcase and kissed his kids good-bye… - cantò piano, quasi sottovoce, anche se le parole risultavano comunque chiarissime.
- He waited his whole damned life to take that flight and as the plane crashed down he thought… -.
- "Well isn't this nice" and isn't it ironic...don't you think? – a questi versi Hachi sobbalzò, perché si accorse che al canto di Reira si era unita anche Nana.
- It's like rain on your wedding day! It's a free ride when you've already paid! -.
Hachi non aveva mai sentito le loro voci cantare assieme. Ed era una cosa magnifica, surreale. La voce roca di Nana si contrapponeva splendidamente alla vocalità argentina dell’amica dai lunghi capelli mossi, in un gioco di contrasti che ad Hachi faceva correre i brividi lungo la schiena.
Udire un simile concerto in quel luogo nel mezzo del nulla, dove le voci risultavano amplificate dal silenzio ovattato della neve, poteva far pensare di trovarsi sul confine tra due realtà.
- It's the good advice that you just didn't take and who would've thought, it figures… -.
 Anche Junko sembrava esterrefatta. Non spostava gli occhi dalle due amiche, quasi avessero potuto scomparire non appena si fosse voltata.
- Well, life has a funny way of sneaking up on you. When you think everything's okay and everything's going right – Reira continuò con la strofa ma Nana, anche se non conosceva le parole, non si fermò. Andò avanti con un controcanto fatto di vocalizzi e parole semi-inventate, come se la sua voce stesse giocando con quella di Reira.
- And life has a funny way of helping you out, when you think everything's gone wrong and everything blows up in your face -.
In quel duetto improvvisato, Hachi pensò che se le due avessero deciso di cantare insieme sarebbero potute arrivare in alto. In alto davvero.
Ma guardò Reira, completamente presa dalla canzone, e Nana, che nonostante tutto le lanciava qualche occhiata senza farsene accorgere. C’era sempre stata una rivalità feroce da parte sua, e una collaborazione artistica per lei sarebbe stata improponibile.
- A traffic jam when you're already late, a no-smoking sign on your cigarette break… -.


Forse perché a Reira interessava solo poter cantare, perché diceva che nella vita non sapeva fare altro. Forse perché Nana, invece, aveva per la testa tante altre cose.
- It's like ten thousand spoons when all you need is a knife... It's meeting the man of my dreams and then meeting his beautiful wife -.
Sarebbe stato come mettere assieme un cigno e un falco, e pretendere che collaborassero. No, meglio di no.
- And isn't it ironic, don't you think? A little too ironic, and yeah I really do think… -.
Hachi chiuse gli occhi, e si preparò all’impatto col ritornello.
- It's like rain on your wedding day! It's a free ride when you've already paid! -.
Si accarezzò piano la pancia. Se davvero la bambina poteva sentirle, chissà se lo avrebbe ricordato, anche solo a livello inconscio. Se una volta nata, all’udire le voci di Nana e Reira avrebbe sussultato.
- It's the good advice that you just didn't take and who would've thought, it figures… -.
Il freddo era pungente, ma quel canto fantastico era riuscito a scaldarle un po’. Specialmente le due cantanti, le cui guance arrossate sembravano due pomodori.
- Life has a funny way of sneaking up on you – la voce di Reira si fece nuovamente un sussurro, quasi un crepitio sommesso di foglie, mentre Nana mugolava piano un sottofondo.
- Life has a funny, funny way of helping you out... -.
Era finita. Quasi. Hachi aspettava le ultime parole con la trepidazione di chi attende di vedere l’ultimo fuoco d’artificio.
- Helping you out… -.
Quando le due voci si spensero, praticamente all’unisono, il silenzio sembrò ancor più profondo di qualche minuto prima.
Fu Nana a romperlo.
- Adesso è venuto in mente anche a me, quel video – disse, frugando nella tasca e tirando fuori sigaretta e accendino – Effettivamente sembra di trovarcisi dentro… anche se noi siamo in cinque, non in quattro -.
- In cinque…? – domandò Hachi.
Nana fece un cenno eloquente alla sua pancia prominente, e l’altra capì.
- Anche se, in realtà, non erano quattro ragazze – intervenne Junko – Se ricordo bene, alla fine si vede la cantante in macchina da sola -.
- Già – confermò Reira, la voce ancora impostata dopo il canto – E le altre ragazze erano interpretate sempre da lei, anche se talmente bene che io me ne accorgevo solo dopo un po’ -.
- E quindi cos’erano? – domandò Nana, sbuffando fuori una nuvola di fumo – Dei fantasmi? -.
- O delle amiche immaginarie! – propose Hachi.
- Quelle puoi averle soltanto tu – commentò l’altra, lanciandole un’occhiata eloquente.
- Eh? Cosa vorresti dire? -.
- Ehi, guardate là! – esclamò Junko, interrompendole e indicando la strada.
Le altre guardarono, e un’espressione di immenso sollievo si dipinse sui loro volti.
L’auto che si stava avvicinando aveva iniziato a rallentare, finché non si fermò davanti alla pensilina.
- Ehi, ragazze, che succede? – chiese il conducente, abbassando il finestrino – Problemi con la macchina? -.
- Diciamo piuttosto che è lei ad avere dei problemi con noi – rispose Nana – Ci ha definitivamente abbandonate -.
Il ragazzo biondo che guidava era sceso dall’auto e, dopo aver alzato il cofano, aveva dato un’occhiata critica al motore della macchina in panne.
- Già, sembra anche a me -.
- E io che ti ho detto, scusa? – domandò Nana, alzando alterata un sopracciglio.
- Avete provato a chiamare i soccorsi? – domandò ancora il giovane.
- Sì, ma il cellulare qui non prende – rispose Junko.
- Sentito, Nobu? – fece il ragazzo che si trovava ancora in auto, seduto accanto al posto di guida - È da mezz’ora che te lo dico -.
- Sì, sì, va bene… -.
- Piuttosto… - riprese il ragazzo in auto, rivolgendosi a loro - … eravate voi a cantare? -.
Hachi sorrise, posando le mani sulle spalle di Nana e Reira.
- Sì, loro due! Fantastiche, non è vero? -.
- Altrochè! – rispose lui – Sembrava il canto di due sirene, anche se fra la neve invece che in mezzo al mare. Nobu aveva quasi paura a venire a vedere. Credeva si trattasse di esseri sovrannaturali! -.
- Addirittura? – domandò Hachi.
- Ehi, Shin! Vuoi piantarla? – fece il preso in causa, leggermente seccato.
- Visto? Non si prende nemmeno la briga di negare – disse il cosiddetto Shin alle ragazze, con aria complice.
Reira rise piano, senza accorgersi che quel ragazzino in auto non le toglieva gli occhi di dosso.
- Ehi, ma… - intervenne Nobu, guardando Hachi – Non vorrei sembrare scortese… ma tu sei incinta? -.
- Sì – rispose lei.
- Cosa? E allora che ci fai in piedi e al freddo? Sali in macchina, forza! -.
- Ehi, calma! Non è morta fino ad ora, che differenza vuoi che faccia un secondo in più? – fece Nana, squadrandolo da capo a piedi – E comunque ci siamo anche noi, vuoi lasciarci qui? -.
- Certo che no – replicò Nobu – Però in auto ci stanno solo cinque persone… -.
- Non è un problema – disse Shin, scendendo dalla macchina – La signorina incinta può stare davanti, mentre io… -.
- La signorina incinta si chiama Nana – disse Hachi, tendendogli cordialmente la mano.
- Io sono Shinichi, piacere. E lui è Nobu -.
- Loro invece sono Junko, Nana e Reira – continuò la giovane Komatsu, indicando le altre con un gesto della mano.
- Uh? Un’altra Nana? – chiese Nobu, guardando la ragazza che stava gettando via il mozzicone di sigaretta e pensando che non avesse niente in comune con la socievole donna incinta.
- Sì, ma lei la chiamiamo Hachi – spiegò l’“altra Nana”, con un ultimo sbuffo di fumo.
- Va bene, allora – riprese Shin – Hachi si siede davanti e io vado dietro, mentre Reira- ti chiami così, giusto?- può sedersi in braccio a me, visto che è la più piccola e minuta -.
- E pensare che sono la più vecchia! – rise lei – Comunque va bene -.
Mentre tutti salivano in auto, Shin domandò:
- La più vecchia? E quanti anni hai, se mi è concesso chiederlo? -.
- Uhm… di solito non rivelo la mia età, ma se proprio ci tieni, per te farò un’eccezione. Ho compiuto ventitrè anni il primo novembre scorso – rispose Reira, sistemandosi sulle sue gambe.
- Il primo novembre? Anch’io faccio gli anni il primo novembre! – esclamò lui.
- Cosa? Dici davvero? E quanti ne hai compiuti? -.
- Uhm… qualcuno in meno… - rispose laconico Shin.
Avevano messo in moto ed erano partiti, mentre il riscaldamento acceso dell’auto faceva finalmente crogiolare le ragazze in un bagno di tepore.
Hachi, guardando fuori dal finestrino, ammirava i campi coperti dalla coltre di neve.
- Però… a pensarci bene, questa giornata è stata proprio in linea con la canzone! – esclamò dopo un po’.
- Già – confermò Junko – Anche se non ci terrei a viverne un’altra uguale -.
- Comunque dobbiamo ringraziarvi – disse Reira, rivolgendosi ai due ragazzi – Non fosse stato per voi, saremmo ancora là a morire di freddo -.
- È nostro dovere salvare donzelle in difficoltà – rispose Shin.
- Anche se spero di non incontrare un vigile, visto che non siamo esattamente in regola – osservò Nobu, un po’ preoccupato.
- Ma come? – fece Hachi – Basta che spieghiate la situazione, no? Sono sicura che capiranno -.
- Io non credo. La cosa importante per loro è far rispettare le regole e distribuire sanzioni a chi sgarra. Se ci beccano, una bella multa non ce la leva nessuno -.
- Beh, vista la giornata, mi stupirei di non incontrarli – disse Nana con un sorriso sornione, guardando Nobu attraverso lo specchietto retrovisore – Voi ci salvate e poi vi multano per questo. Sarebbe ironico, non vi pare? -.


Isn't it ironic, don't you think?
 


Ironic 2



(*) La traduzione della canzone:
 
Un vecchio compì 98 anni
Vinse alla lotteria e morì il giorno dopo
È una mosca nera nel tuo Chardonnay
È un’assoluzione della pena di morte due minuti troppo tardi
È ironico, non credi?
 
È come la pioggia il giorno del tuo matrimonio
È un giro gratis quando hai già pagato
È il buon consiglio che non hai seguito
E chi ci avrebbe pensato, funziona

Mr. Gioco Sicuro aveva paura di volare
Fece la valigia diede il bacio d’addio ai suoi figli
Aspettò tutta la vita per prendere quel volo
E mentre l’aereo si stava per schiantare lui pensò
"Bene, non è perfetto"
Ed è ironico, non credi?

È come la pioggia il giorno del tuo matrimonio
È un giro gratis quando hai già pagato
È il buon consiglio che non hai seguito
E chi ci avrebbe pensato, funziona
 
La vita ha un bel modo di infierire su di te
Quando pensi che tutto è okay e tutto sta andando bene
E la vita ha un bel modo di aiutarti
Credi che tutto sia andato male e tutto ti scoppi sulla faccia

Un ingorgo quando sei già in ritardo
Un cartello “no smoking” durante la tua pausa sigaretta
È come diecimila cucchiai quando tutto ciò di cui hai bisogno è un coltello
È conoscere l’uomo dei miei sogni
E dopo incontrare la sua bellissima moglie
Ed è ironico, non credi?

Un po’ troppo ironico, lo credo davvero
È come la pioggia il giorno del tuo matrimonio
È un giro gratis quando hai già pagato
È il buon consiglio che non hai seguito
E chi ci avrebbe pensato, funziona

La vita ha un bel modo di infierire su di te
E la vita ha un bel modo di aiutarti.




Mio secondo esperimento su Nana, e prima volta che provo effettivamente a muovere dei personaggi (l’altra era un’introspezione).
Mi sono divertita un mondo, e devo ammettere che mi sono anche emozionata: ma ve le immaginate Nana e Reira cantare questa splendida canzone? Avevo i brividi solo a pensarci.
In quanto AU, i rapporti tra i personaggi erano un po’ diversi, anche se ho mantenuto alcune cose: Hachi è incinta, ma le quattro sono un semplice gruppo di amiche in una giornata sfortunata.
Inoltre non conoscono Nobu e Shin, anche se c’è comunque un accenno Shin/Reira, per me doveroso.  ù_ù 

Sono molto contenta del fatto che sia arrivata terza all' “Alternative Universe Contest” indetto da DarkRose86, oltre a vincere il Premio per la Trattazione del Tema.
Grazie infinite alla giudice, impeccabile come sempre, e complimenti a tutte!

… che ne pensate di questa AU?

   
 
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