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Autore: lucyette    15/11/2009    2 recensioni
Cinzia, è una ragazza, che odia tutto il sesso maschile, però una sera, un ragazzo entra nella sua camera, da allora la sua vita cambiarà radicalmente!!! ci riprovo, dopo che il primo, che non tratta di anime non è andato bene, spero che questo sia diverso
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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scusate l'enorme ritardo che ho fatto per postare questo cap.
di certo mi vorrete uccidere, devo anticiparvi che forse nn è esattamente uno dei migliori in fatto di grammatica e lessico, pultroppo era da così tanto che nn scrivevo questa storia che ci ho perso la mano. davvero scusate!


Per ore restammo sul letto a parlare. Io ero comodissima sul suo petto e lui ne approfittava per accarezzarmi la schiena, non avrei mai ceduto quel momento a nessuno, era mio…anzi era nostro. Però come al solito non riuscii a non dare una sbirciatina alla sveglia, che adesso segnava le otto.

-è tardissimo!- esclamai allarmata.
-da domani toglierò tutti gli orologi di questa camera- commentò sbuffando Andrea
-stupido!- lo colpii al petto, alzandomi
-dove vai adesso?- mi chiese
-a fare una doccia, ho bisogno di fare colazione io- risposi avvolgendomi al lenzuolo e lasciandolo nudo
-non cè bisogno di alzarsi per fare colazione, il servizio in camera arriva appena chiamato- disse infilandosi i suoi boxer e sedendosi
-si, continua a sognare mio caro. Io voglio fare colazione su un tavolo e soprattutto tra la gente, per non parlare del fatto che non ho voglia di starmene ancora in camera, voglio uscire…magari andare per negozi- spiegai cercando di raccattare i miei indumenti intimi
-uscire?- sbuffò deluso
-io avevo intenzione di starmene tutto il giorno qui, a farmi coccolare da te- continuò
-poetico ma no!- rifiutai decisa, dirigendomi verso il bagno.

Lascia cadere il lenzuolo davanti alla porta e mi chiusi dentro.
Aprii l’acqua calda e mi specchiai alla toilette. Ero un disastro.
I miei capelli scuri, sempre perfettamente ordinati, erano scompigliati in maniera tanto surreale che sembrava avessi preso una scossa elettrica. Le mie labbra erano gonfie e i miei occhi erano rossi.
Non mi ero mai vista in quelle condizioni, solo Andrea era riuscita a farmi apparire come un mostro.
Velocemente mi infilai nella doccia, dove il caldo getto dell’acqua mi fece rilassare un po’.
Lì cominciai a riflettere su tutto quello che era successo in quei due giorni, o in quegli ultimi mesi.
Non potevo credere di essermi concessa a d’un ragazzo che conoscevo da appena quattro mesi…la vecchia me mi avrebbe picchiata.
Eppure era così. Quattro mesi prima un ladro si era introdotto in casa mia per scappare alla polizia, e da allora la mia vita era cambiata tanto, da farmi apparire il mondo molto diverso.
Avevo trovato un ragazzo, avevo abbattuto ogni mio pregiudizio verso l’altro sesso e avevo perso la mia verginità. Come al solito arrossii pensando alla notte prima.
Ero così felice…ogni cosa in quel momento mi appariva colorato e in fiore, poi però il mio pensiero si rivolse al mio Andrea.
Non avevo mai immaginato che potesse avere un passato tanto turbolento. In poco tempo aveva perso sia il fratello che la madre, ero così triste per lui…
Però ero felice che si fosse confidato, questo voleva dire che ero davvero importante per lui, che quello che diceva di provare per me era autentico.
Continuai a pensarci fino a che sentii un’altra presenza nel bagno

-per quanto ancora vorresti rimanere lì dentro?- mi chiese la voce del mio ragazzo

Passai la mano nella parete del box doccia per togliere il vapore, e vidi che lui era li. Se ne stava tranquillo, poggiato al lavandino a braccia incrociate, che mi guardava da fuori.

-se volevi che ti raggiungessi bastava dirlo, non c’era bisogno di stare tanto ammollo- continuò
-ma di che parli, sono appena entrata- gli feci notare
-spero tu stia scherzando, perché è da mezz’ora che sei li dentro- ribatté

Chiusi l’acqua e mi avvolsi nell’asciugamano che avevo appeso e uscii guardandolo

-fammi vedere l’orologio- dissi diffidente

Lui sbuffò e mi passò il mio orologio da polso, che avevo poggiato nel lavello.
Aveva ragione, non mi ero resa conto di essere stata sotto la doccia per più di trenta minuti. Lo guardai un’altra volta giungendo le mani

-mi spiace, non mi era accorta di averci messo tanto- dissi cercando di essere supplichevole
-un modo per farti perdona cè- disse lui, cingendomi la vita e cominciando a baciarmi il collo.

Era così difficile resistere alle sue provocazioni, specialmente quando si metteva a giocherellare con la lingua, ma non volevo cedere per nulla al mondo, quindi anche se non completamente persuasa mi allontanai.

-mi dispiace, rimarrò con questo peccato per tutta la vita, adesso esci che mi devo cambiare- dissi aprendogli la porta
-sai gattino, dimentichi che ti ho già visto nuda, e anche se il tuo corpo mi manda un po’ fuori di testa, posso riuscire a guardarti mentre ti cambi-

Ecco una nuova cosa che avevo imparato di lui: era un maniaco! Speravo solo che lo fosse solo con me.
In quel momento sentimmo bussare alla porta

-visto ti cercano, va ad aprire- dissi rivolgendo lo sguardo all’esterno del bagno
-sono sicuro che sia la signora delle pulizie, va tu ad aprire- disse lui con tono sicuro.

Mi girai per dirgli che non era il caso, nonostante fosse la cameriera, che andassi io alla porta, visto che ero mezza nuda, ma il furbo si era già rintanato dentro la doccia e quindi non potei fare altro che andare. Be almeno avrei evitato che una ragazza lo vedesse con i soli boxer addosso.
Controllai che apparte le spalle, non si vedesse nient’altro e aprii la porta, dove ad aspettarmi trovai una donna di mezza età molto distinta.
Dall’aspetto sembrava molto cortese e simpatica, era una donna un po’ in carne, i suoi capelli erano corti e di un biondo tanto chiaro da apparire quasi bianchi. Appena mi vide mi sorrise

-buongiorno signorina, le ho portato i vestiti che avete chiesto- disse

Vestiti? Chi aveva chiesto dei vestiti?
La guardai confusa, notando che tra le mani aveva proprio degli abiti nuovi

-mi scusi, forse ha sbagliato- risposi sorridendole
-no non credo. Il signorino Andrea ha chiamato la boutique dell’hotel solo pochi minuti fa- mi rispose
-è stato Andrea?- chiesi sorpresa
-si signorina, era la prima volta che faceva una richiesta del genere, per questo ho deciso di portarli su io- mi spiegò
-spero non si arrabbi, ieri sera vi ho visti entrare e ho pensato che potessero essere per lei, quindi mi sono presa la libertà di cambiare un po’ le taglie che aveva chiesto e anche qualche capo- continuò
-che cosa vuole dire?- domandai sia curiosa che confusa

Insomma, non riuscivo neanche a capire perché Andrea mi avesse fatto portare dei vestiti, figuriamoci capire cosa voleva dire quella donna.
Il suo viso sembrò arrossarsi un po’ alla mia domanda, ma fece in modo di essere il più gentile possibile

-il fatto è che il signorino aveva ordinato dei capi di taglia 40 e soprattutto un po’ appariscenti- cercò di spiegarmi, sorridendomi ancora

A quel sorriso capii che con capi appariscenti intendeva che di certo aveva chiesto una maglia con una grande scollatura, e forse una gonna un po’ troppo corta

-vuole dire volgari?- chiesi titubante

La donna sorrise, ciò mi fece capire che ci avevo azzeccato.

-spero non le dispiaccia se le ho portato solo un paio di jeanse e un maglietta leggera arancio. Sa, ieri quando vi ho visti entrare non mi è sembrata una ragazza, che avesse quei gusti- continuò porgendomi i vestiti
-la ringrazio, in effetti non avrei mai messo quelle cose- dissi un po’ in imbarazzo
-non deve, conosco Andrea da quando era bambino, e so che a volte esagera, però è sempre un ragazzo gentile ed affettuoso-
-lei lo conosce da molto tempo?-
-si. Lavoravo già da tanto in questo hotel quando lui è nato. Il signorino da piccolo si rivolgeva spesso a me o a mio marito se aveva qualche problema-

Che strana donna era. Continuava a sorridere anche se il suo sguardo sembrava un po’ triste

-capisco. La ringrazio per avermi portato dei vestiti, specialmente dei vestiti che indosso senza imbarazzo- la ringraziai prendendo gli abiti tra le braccia
-di nulla. Le ho aggiunto anche degli indumenti intimi e un paio di stivali in pelle, che si abbinano molto bene ai vestiti- aggiunse porgendomi una scatola di scarpe e allontanandosi.

Richiusi la porta con uno strano senso di riconoscenza verso quella donna e mi avvicinai alla camera da letto per vestirmi finalmente.
Appena poggiati nel letto, notai che tra i jeanse e il maglione c’era un reggiseno bianco, semplice e un paio di slip dello stesso stile del pezzo superiore.
Riuscì appena in tempo ad indossarli che Andrea venne fuori dal bagno già vestito

-ehi chi ti ha portato quella roba! Avevo detto lingerie rosa- esclamò puntando un dito su di me
-l..lingerie? Ma sei scemo?- chiesi arrabbiata.

Come poteva pensare che portassi quelle cose? Ringraziavo davvero il cielo di avermi mandato quella donna così gentile.

-anche quei vestiti sono diversi. Almeno anno azzeccato la taglia?- chiese prendendo la maglietta tra le mani
-certo! Una 42- risposi strappandoglielo dalle mani e indossandola
-spero che il tuo fosse solo uno scherzo, non voglio neanche immaginare cosa avevi chiesto per me- aggiunsi indossando i pantaloni
-sta tranquilla, sapevo che Giorgina non ti avrebbe mai fatta andare in giro come avevo chiesto io- confessò sedendosi sul letto
-Giorgina è quella donna gentile che mi ha portato i vestiti?- domandai calmandomi
-si. Lei è la moglie di Piero il concierge, è quasi come una seconda mamma per me, come una nonna- rispose

Lo guardai. Sembrava tranquillo mentre mi parlava, dovevo ammettere che le persone che gli volevano bene e si prendevano cura di lui erano tante, speravo solo di poter diventare anche io una persona di importante che riuscisse a prendesi cura di lui.
Appena finito di prepararmi scendemmo al ristorante. Non c’era molta gente, forse perché la maggior parte dei clienti erano ricchi imprenditori che andavano a lavoro presto, o forse perché erano già le nove ed era un po’ tardino per fare colazione.
Ci sedemmo ad un tavolo vicino alle porte, dove si vedeva bene l’entrata. Io prenotai un cappuccino e una brioche, mentre Andrea prese un semplice caffè.
Mentre aspettavamo di essere serviti mi parlava di alcune situazioni in cui Giorgina e il marito lo avevano aiutato, quando all’entrata vidi un ragazzo che mi sembrava conoscere. Affilai la vista e quello che vidi mi fece sbiancare

-spostiamoci in un altro tavolo- dissi presa dal panico
-che succede Cinzia? Cè qualche problema?- mi chiese voltandosi verso l’ingresso
-no non importa, dai spostiamoci- insistetti. Se mi avesse visto avrei passato davvero dei guai.

Purtroppo non ebbi molto fortuna e cominciai a sentirmi chiamare

-Cinzia?- chiese da lontano
-Cinzia sei tu?- ripeté avvicinandosi

Non potevo credere che avessi tanta sfortuna, mi aveva visto e io non sapevo come comportarmi

-cosa diavolo ci fai qui?- mi chiese di nuovo, nel suo sguardo c’era tanta confusione ed era altrettanto arrabbiato
-ciao! Cosa ci fai qui?- chiesi con un evidente sorriso falso
-no, domanda sbagliata, cosa ci fai tu qui?- si. Adesso ne ero certa, era arrabbiato
-scusa, ma noi stavamo facendo colazione- si intromise Andrea

Ecco, adesso si che ero nei guai e soprattutto in evidente difficoltà.

-e lui chi diavolo è?-

Mio fratello mi guardava e guardava il mio ragazzo, si aspettava una risposta e io sudavo freddo. Cosa gli dicevo? Si è vero, gli avevo accennato tante volte che avevo un ragazzo, ma una cosa era dire ho trovato finalmente l’amore, l’altra ho fatto l’amore.

-mi chiamo Andrea piacere- si intromise ancora alzandosi e porgendogli la mano
-per me non è altrettanto- lo punzecchiò Tommy. Possibile che quel ragazzo deve sempre andare contro corrente?
-allora? Aspetto delle risposte- continuò puntandomi il suo sguardo furioso.

Vi ho mai detto che odiavo quando si comportava così? Bene, in quel momento cominciavo a scaldarmi

-non sono affari tuoi- risposi
-non ricominciare Cinzia- mi avvertì mio fratello, come se io avessi paura di lui
-non dovevi essere da Sandra? Cosa ci fai in un hotel a quest’ora?-

Ecco ricominciava con le domande, ma io non gli avrei dato l’occasione di avere delle risposte. Il suo sguardo era sempre più furioso, ma non mi interessava, non aveva il diritto di impicciarsi nella mia vita

-ti ho detto che non sono affari tuoi, ora scusaci ma noi dobbiamo fare colazione- dissi sedendomi e strattonando Andrea per sedersi
-non ci capisco niente Cinzia, ma chi è?- mi chiese Andrea.

Mi guardava confuso, non riuscivo a capire a che stava pensando, sembrava anche un po’ arrabbiato, be non gli davo torto, la mattina più bella della nostra vita, rovinata da uno scocciatore arrogante

-nessuno!- risposi con tutta la perfidia che avevo
-questo nessuno può parlare ai suoi genitori sai?- rimbeccò Tommy

Non capisco perché ogni volta che facevo qualcosa, lui mi minacciava con i miei genitori. Non che avessi paura, però ero sicura che mi avrebbero messa in punizione e io mi sarei dovuta scordare di Andrea.

-lui è il mio ragazzo- bofonchiai
-il tuo cosa? Quindi non mi mentivi quando dicevi che avevi un ragazzo?- mi chiese del tutto preso alla sprovvista.

Però dovevo dirlo, era proprio uno stupido. Credeva che facessi colazione in un hotel con chiunque?

-ti ho detto la verità-
-è uno scherzo vero?- continuò. Ma cos’era un terzo grado?
-la vuoi smettere con queste domande! Sto cercando in fretta di liberarmi di te, quindi adesso che hai avuto le tue risposte ti saluto- sbottai
-Cinzia, per favore mi vuoi rispondere tu?- la voce di Andrea era profonda e paziente, caspita! Non capivo come facesse a stare calmo.

Lo guardai e notai che non era affatto calmo come diceva la sua voce, anzi era proprio infastidito

-Andrea, ti presento mio fratello Tommy- dissi.

Mi guardò per un attimo e poi si alzò verso mio fratello. Avevo paura, cosa gli avrebbe detto? Mio fratello continuava a guardarmi male e Andrea sembrava molto infastidito.

-scusa Tommy, potresti allontanarti dal mio hotel? Te lo chiedo come un favore personale, sai, eravamo intenti a parlare tranquillamente e aspettavamo la colazione. Tu sei arrivato e ci hai interrotti e la cosa non mi piace molto- cominciò.

Sembrava così calmo che chi lo vedeva da dietro non capiva che sotto quelle parole c’erano tanto sarcasmo e che presto lo avrebbe buttato fuori a calci.
Una voce femminile da lontano, all’improvviso interruppe i due che si stavano sfidando con lo sguardo

-Tommy dai vieni! Non aspetteremo per tutta la vita!-
-oh è quella chi è? La tua nuova conquista?- chiesi sarcastica senza riuscire a controllarmi
-questi non sono affari tuoi e comunque adesso devo andare, ma noi ci rivedremo a casa- rispose voltandosi e avvicinandosi alla bionda tutto pepe che saltellava alla reception.
-scusa Andrea, non volevo farti innervosire- mi scusai abbassando il capo
-stai tranquilla, avevo solo capito male-

Eh? Aveva capito male? Che voleva dire?

-scusa non capisco, cosa avevi capito?- chiesi adesso curiosa
-credevo fosse un tuo ex, forse uno con cui stavi e che hai lasciato per me- mi spiegò.

Adesso era cambiato completamente, sorrideva come se quel pensiero gli facesse piacere.
Senza controllo scoppiai a ridere, ma si ricordava chi ero? Come poteva credere che avessi avuto altri fidanzati, apparte qualche storia senza nessun sentimento?
Infondo io ero quella che odiava i maschi, non mi sarei mai potuta fidanzare con un ragazzo in quel periodo.

Passammo tutto il giorno insieme. Girammo per negozi e ci divertimmo a giocare ai romantici. Fu bellissimo poter girare con lui. Non era certo la prima volta che uscivamo insieme da soli, ma non lo avevamo mai fatto per la città, mano nella mano, salutando tutti quelli che conoscevamo. Eravamo sempre stati appartati quando stavamo da soli, oppure andavamo dai ragazzi al garage. Si. Fu la giornata più bella che avessi mai trascorso con lui, ma il brutto doveva venire presto.
Mi trovavo davanti alla porta di casa e tremavo di paura. Tommy avrà detto tutto a mamma è papà? Mi chiesi mentre giravo le chiavi nella serratura.
Percorsi l’entrata ed entrai in salotto, dove mia madre mi fulminò con lo sguardo.

-ti sembra questa l’ora di arrivare?- disse
-mi dispiace, avevo da fare-
-potevi almeno farmi una telefonata, un messaggio non è il modo più bello per dire ad un genitore che stai tutto il giorno fuori con la tua amica- continuò alterata.

Mio padre e mio fratello mi guardavano dal divano dove erano seduti. Papà sembrava essere più indulgente dalla mamma, ma Tommy…oh, sono sicura che lui mi avrebbe uccisa se poteva.

-si lo so, scusate, la prossima volta vi avvertirò prima- dissi. Era meglio tenerli calmi almeno un po’
-sicura che non succederà di nuovo? Chissà, forse però la prossima volta non ci sarà Sandra ad avvertire- si intromise mio fratello con un filo di sarcasmo che non nascondeva
-no, vi assicuro che non succederà più- risposi decisa
-va bene, questa volta passi. Adesso vai a cambiarti che è pronto a tavola, Vanda ha cucinato per noi oggi- disse mia madre.

Io non me lo feci ripetere due volte e cominciai a salire, mentre sentivo altri passi che mi seguivano.
Arrivati in camera Tommaso chiuse la porta

-non gli hai detto niente- dissi. Non era una domanda
-è cosa dovevo dirgli. Sai ho visto vostra figlia che faceva colazione con un estraneo?- rispose con sarcasmo
-non è un estraneo, è la persona che amo- ribattei cercando di stare calma

Lui sbuffò e si sedette nel letto

-io non riesco a capirti più Cinzia. Fino a qualche mese fa dicevi che i maschi erano tutti opportunisti, e adesso ti vedo fare colazione con uno di loro. E non voglio pensare che la notte l’hai passata con lui invece che con la tua amica- disse guardandomi come se stessi per andare al patibolo
-è così infatti- mi scappò. Porca miseria, ma non potevo chiudere la bocca?

Lo vidi alzarsi di scatto e guardarmi sconvolto, in un modo che neanche so descrivere

-cosa? Ma da quando lo conosci? Da quando state insieme?-
-quattro mesi- risposi abbassando il capo
-quattro mesi!- ripetè quasi urlando
-per la miseri Cinzia! Ma ti rendi conto che hai perso la verginità con un che conosci appena?. Credevo che tu sapessi quello che vogliamo noi ragazzi giusto? Lo hai sempre ripetuto, credevo che fossi più intelligente, credevo fossi più matura- si infuriò
-parli proprio tu che stavi in hotel con una bionda!- rimbeccai presa dall’ira
-io e quella bionda, eravamo in hotel per studiare per un esame, e per tua informazione eravamo con altre due coppie e il suo ragazzo!- mi spiegò, ancora molto arrabbiato

Non capivo perché stesse prendendo la cosa in quella maniera. Cosa gli importava di quello che facevo o con chi stavo? Non si era mai interessato, cosa cambiava adesso?

-davvero sorella, non riesco più a capire chi sei. Hai ripetuto così tante volte che ripugnavi tutti i ragazzi che non credevo ti saresti data ad uno così presto- commentò, sembrava deluso dal mio comportamento

Quello sguardo mi colpì dritta al cuore e mi fece male…tanto male. Per la prima volta stavo per mettermi a piangere davanti a lui

-scusa se mi sono innamorata!- sputai con le lacrime agli occhi e con una rabbia fuori controllo.

Non sapeva cosa avevo passato per lasciarmi andare, per riuscire ad accogliere qualcun altro oltre alla mia migliore amica nel cuore, non aveva alcun diritto di giudicarmi.
Vedendomi così fragile e alterata si calmò

-mi dispiace Cinzia, ho esagerato non volevo- disse avvicinandosi a me
-il fatto è che non me lo aspettavo. A dire la verità è troppo tempo che non riesco a capire a cosa pensi. So solo che un giorno mi hai allontanato, sei diventata scontrosa e hai cominciato ad odiarmi. Da allora ho cercato in tutti i modi di capirti ma non ci riesco- continuò
-veramente sei tu che ad un certo punto mi hai allontanata lasciandomi da sola! Io mi sono solo comportata di conseguenza!- ribattei, non mi andava di prendermi la colpa anche di quello.

Da bambina mio fratello era l’unica cosa che avevo, ogni volta che mi sentivo sola c’era lui, ogni volta che volevo giocare lo facevo con lui, ogni volta che avevo un problema mi rivolgevo a lui.
Poi un giorno ha cominciato a passare tutti i suoi pomeriggi fuori, lasciandomi alle cure di Vanda, che, nonostante si prendesse cura di me benissimo, non era mio fratello.
Mi guardò come se avessi detto la più volgare delle bestemmie, non capivo perché facesse così, io avevo detto la verità.

-si è vero, ho cominciato ad uscire con i miei amici, ma non ho mai avuto intenzione di lasciarti sola- disse con ancora quello sguardo confuso
-be, l’intenzione forse non c’era ma lo hai fatto! Ho sofferto molto, mi sono sentita tanto sola. Così ho deciso di fare come te, di trovare consolazione nelle amiche-
-è stato così difficile separarti da me?- mi chiese quasi incredulo

Non sapevo che rispondere. Si era stato difficile…difficilissimo. Avrei passato la mia infanzia da sola se non fosse stato per il mio unico fratello, i miei erano troppo occupati con il lavoro per farmi compagnia, e di altri parenti non ne avevamo.
Abbassai il capo, era veramente difficile farmi vedere debole, senza difese.
All’improvviso però sentii due braccia avvolgermi e stringermi

-mi dispiace sorellina, non sapevo che soffrissi per la mia mancanza. Se ne fossi stato a conoscenza non ti avrei lasciata da sola, ti voglio bene sorellina, te ne ho sempre voluto e ho sempre cercato di proteggerti, anche se a quanto pare l’unica a farti male sono stato io- disse poggiando il capo sulla mia spalla.

Quelle parole…da quanto tempo le desideravo.
Un tempo le ricevevo sempre, e ogni volta erano la cosa più bella che avevo. In quel momento mi resi conto che mi erano mancate. È vero, li avevo ricevute tante volte dalla mia amica, ma mi resi conto che mio fratello non lo avrebbe mai potuto rimpiazzare nessuno.
Involontariamente cominciai a singhiozzare, bagnando il suo petto. Le mie mani circondarono la sua vita, stringendolo ancora di più a me.
Mi sentivo così bene adesso. Lo avevo sempre negato ma mi sentivo comunque da sola senza di lui, come fosse un amante lui era la mia metà, mentre Andrea era l’altra.

-mi sei mancato tanto- riuscii a dire tra i singhiozzi.

Sentii le sue braccia stringermi di più

-anche tu- sussurrò al mio orecchio.

La mattina prima avevo pensato che quello era il momento più bello della mia vita, ma mi sbagliavo; il momento più bello di tutta la mia vita fu quello.
Stretta a mio fratello il cuore mi scoppiava di gioia.
Finalmente ero davvero felice. Avevo un ragazzo che amavo e che mi amava, avevo ritrovato mio fratello e non desideravo altro. Avevo finalmente tutto.
Non mi sarei mai aspettata che io e mio fratello ci riconciliassimo, e questo era tutto merito di Andrea.
Toccavo il cielo con un dito, o forse con tutta la mano, non potevo minimamente aspettarmi che in poche ore sarei precipitata all’inferno.
Però forse dovevo aspettarmelo, a nessuno era concesso essere tanto felice. Tutta quella gioia doveva essere compensata con tanta sofferenza, che non avrebbe tardato ad arrivare.

spero che il capitolo vi sia piaciuto, e spero mi farete sapere. come sempre sono apprezzati anche i commenti negativi se ne volete fare (quelli davvero mi fanno crescere ^^)
ringrazio tutti quelli che anno messo la ff tra i preferiti e le seguite, e soprattutto a chi legge ^^

x free09: ciao! be diciamo che la storia di Andrea nn è forse quella che ci si aspettava, e per il fatto che nn ti fidi molto di lui, nn posso dirti niente. potrei rovinarti la sorpresa ^^ fammi sapere cosa ne pensi di questo chappy mi raccomando ^^ kiss
x Fata Desi: grazie per i complimenti che mi hai fatto nello scorso capitolo, li ho molto apprezzati, e sn felice che ti sia piaciuto. spero lo sia stato altrettanto questo e spero me lo farai sapere. un bacio
x MissPinckAle: ciao tesoro! sn felice che lo scorso cap ti sia piaciuto. x rispondere alla tua domanda se la madre è viva, si lo è! è solo stata ricoverata in un centro specializzato di manathan, e nn ti preoccupare se nn hai capito, forse semplicemente nn lo specificato io bene ^^ fammi sapere cosa ne pensi di questo chappy mi raccomando ;) un kiss
x jay jay: grazie davvero tante!!! sn felice che ti piaccia il racconto e il modo in cui scrivo, anche se ancora ho parecchio da migliorare ^^ per il finale nn voglio anticiparti niente, sappi solo che io preferisco di gran lunga i lieto fine, quindi regolati tu. che dire di altro, spero ti sia piaciuto anche questo cap e che mi lasci una recenzioncina. ti lascio con un kiss ^^
x _yuki_: grazie per il complimento, adesso aspetto cn trepidazione di sapere se questo cap sia migliorato o peggiorato dall'ultimo ^_^ spero mi farai sapere un bacio anche a te ^^
x _kiki_: davvero grazie tante!! mi fa piacere che alle lettrici della mia ficcy si sia aggiunta un'altra persona. devo dire che nn sarà stato molto facile leggere 15 cap in una volta sola, e di questo ti ringrazio ^^ spero mi dirai cosa ne pensi anche di questo cap, e che nn ti deluda, vista che dalla tua recinzione sembra ti sia piaciuta molto ^^
  
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