Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: TaccaH    16/11/2009    1 recensioni
corrispondenza ispirata alla canzone over the hills and far away dei nightwish.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

ad finem dierum, ad finem temporum

Questa è la storia di un pescatore che si chiede se il sapore che ha in bocca è salsedine. E se no, chissà com'è.
Questo pescatore in verità non pescava, ma sognava di pescare. Lui vendeva caldarroste vicino alla stazione dei treni, su di una montagna; ma in paese era noto come il pescatore, perchè non conta tanto ciò che si pesca in mare quanto ciò che invece puoi pescare nei tuoi sogni.
Questo pescatore lavorara tutta la settimana, compresa la domenica, per questo i suoi unici giorni di riposo erano i festivi, che trascorreva sempre in compagnia dei figli e dei nipotini.
Ma quest'uomo aveva un segreto: ogni notte prima e ogni notte dopo un qualunque festivo, andava su un altopiano della montagna che conoscevano solo lui e una curiosa famiglia di scoiattoli.
Trascinava con se un'enorme canna da pesca appartenuta al suo defunto padre e vi passava almeno un'oretta in compagnia degli scoiattoli, del lago e della luna, complici l'uno dell'altro.
Non aveva esperienza, non aveva acque abbondanti adatte, ma solo un vasto mare di sogni e l'avanzare dell'età. Così, anno dopo anno, con fatica crescente, passava quelle notti a modo suo, come gli piaceva, come faceva da sempre e come ormai era tradizione.
Ma la notte del suo ottantanovesimo compleanno, appena si fu sistemato sul bordo del lago, vide sull'altra sponda un'altra figura seduta nella sua stesssa posizione.
Scocciato, impaurito, confuso e anche un po' incuriosito, il pescatore si alzò e andrò verso la sua direzione.
« Buona sera » salutò appena giunto.
« Buona sera » ricambiò l'altro.
« Posso chiedervi cosa state facendo qui? » domandò, pur non avevendone il diritto.
« Sto cercando di capire cosa provate voi, vecchio uomo, a rovinare i miei fondali »
Allora il vecchio pescatore, spaventato, fece un balzo.
« Siete un qualche dio? E voi, dio, siete forse adirato con me perchè abitate queste acque dove sono solito pescare ogni tanto? » domandò timoroso.
« Dio non sono, ma solo lo spirito di questo lago e vi assicuro, buon uomo, che nelle mie acque non vi è nulla »
« Lo so. Ma ora ditemi: sono ormai tanti anni che vengo qui a trascorrere le mie nottate in compagnia della mia canna da pesca, eppure mi comparite soltanto adesso »
« Il tuo amo mi ha risvegliato colpendomi sul naso. Dormivo da innumerevoli anni, ormai, e quindi non mi accorgevo di ciò che stavi facendo al mio lago durante il mio lungo sonno »
« Per questo mi scuso » disse il pescatore mortificato « davvero, non credevo di dar fastidio a nessuno aggirando un mio unitile sogno »
« Ma io ti ripeto: va', perchè qui sotto non c'è davvero nulla »
« Nobile spirito, vi prego di credermi: non era davvero quella la mia intenzione. Non vado in cerca di pesci altrui da uccidere, se non non riesco ad averne neache dal mare, che pure è proprietà di chiunque. Mi basta restare in compagnia della mia fedele e vecchia canna da pesca. Ma, se ciò turba la vostra quiete, sono pronto a giurarvi, gentile spirito, che mi più verrò a rovinare gli splendidi fondali di cui voi mi avete parlato »
Allora lo spirito, sorpreso dalla sua umiltà: « Vi prego, non andate ancora. Ditemi prima un vostro grande desiderio, uno qualsiasi, e vedrò di ripagare degnamente la vostra bontà d'animo »
Il pescatore, dopo averci pensato a lungo, rispose: « Nulla sarebbe a me più gradito di una somma di denaro sufficiente a saldare tutti i debiti della mia famiglia »
« Voi mentite »
« No davvero, altro non desidero che vivere sereno con mia moglie e sapere che i miei figli e i miei nipoti lo saranno come noi »
« Vi sono tanti modi di vivere sereni, e il possedimento di ingenti somme di denaro non rientra propriamente tra quelli. Per saldare i tuoi debiti hai sicuramente bisogno di un lavoro più redditizio, per questo dimmi un mestiere che ti piacerebbe fare e altro non ti resterà che metterti all'opera »
« Grande spirito, come ti ho già detto, vorrei tanti pesci da pescare »
« Va' a casa e goditi la tua nuova ricchezza »
Il pescatore ritornò a casa. Mentre scendeva dalla parte scoscesa della montagna, credette quasi di essersi perso: un enorme fiume circondava una vecchia casa, collegata alla terraferma attraverso un ponticello soltanto. Lucci argentati saltavano dalle acque, per poi rituffarvisi con grazia. L'uomo corse verso casa piangendo, attraversò il ponte e si gettò dentro urlando. Figli e nipoti uscirono a vedere il prodigio e tutti si tuffarono nelle acque a giocare con i lucci. L'anziana moglie, seduta al suo fianco, osservava i secchi pieni dei pesci pescati dal marito e pensava a quali nuove ricette avrebbe potuto mettere in atto per il compleanno del nipotino più piccolo.
Questa storia me la raccontavi sempre tu, ricordi? Quando facevo gli incubi e avevo paura dei tuoni, per dimostrarmi che nella vita contano la perseveranza, la costanza e l'onestà. Tutte virtù che a te non mancano di certo e per cui ti ho sempre ammirato.
Ti aspetto, Tom. Aspetto di restare sveglia con te in una notte temporalesca, per dimostrarti che non ho più paura.

Eliza

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: TaccaH