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Autore: Final Alex    17/11/2009    2 recensioni
trama romantica e particolare sulle note di una chitarra acustica. Shikamaru torna da Suna come una persona nuova con ideali diversi dagli altri, sarà Ino l'unica a seguirlo segretamente nella sua lotta...nascerà quindi un amore segreto e dai riscontri imprevedibili sulle note del nostro vecchio e caro Alternative Rock -ShikaIno- con accenni alla ShikaTema
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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ALTERNATIVE LOVE

 

 

 

 

 

“beh…io e te in cucina non siamo un granché…” il Nara stava scrostando la pentola con sopra attaccato il cibo abbrustolito “che dici..” sorrise “andiamo a mangiare fuori?” domandò retorico. Come la volta scorsa, sarebbero dovuti andare a cena in una pizzeria con il rischio di essere visti insieme. Ma che importava? Entrambi non ci vedevano più dalla fame, sia di cibo che del corpo l’uno dell’altra. “allora, posso uscire di casa con te o devo mettermi un sacchetto in testa per non essere riconosciuto?” la domanda risultò divertente, per quanto in realtà non lo fosse “beh, dato che la colpa di tutto questo fumo è anche mia, posso evitarti il sacchetto per ‘sta volta” sorrise, tentando di ignorare la serietà che aveva quella battuta. “bene” aveva ghignato poco convinto “..ma solo per questa volta, intendiamoci” e lo baciò sulla bocca, colpendolo di sorpresa. Era così trasportata dalla scenetta da telefilm americano degli anni ’90 da dimenticarsi realmente di cosa avrebbe comportato ciò che aveva detto. Loro due a cena fuori? Insieme?!?! Doveva essere proprio impazzita!

“o se no…” tentò di riparare all’errore compiuto con un tono spaventosamente seducente “possiamo prendere d’asporto e mangiare a casa…” lo guardò mordendosi volontariamente il labbro inferiore “solo noi due…” sottolineò la biondina con uno sguardo trasparente che lasciava trapelare ogni possibile pensiero piccante.Come se in quei giorni non avessero già mangiato con solo la compagnia l’uno dell’altra.

Però, Shikamaru notò immediatamente, che detto in quella maniera suonava in modo decisamente diverso. “come vuoi…” rispose con il suo solito tono pacato e schietto, come se le provocazioni della Yamanaka gli fossero semplicemente scivolate addosso. Chiaramente Ino ne rimase delusa. “b-bene…” balbettò quella, un po’ in imbarazzo dopo l’evidente, ma non vero, buco nell’acqua “scendo io se vuoi…” esclamo per essere gentile, ed offrirsi di andare a procurare la cena, da brava leonessa “non ti preoccupare, ti accompagno” aveva eluso la proposta il moro, con l’unico intendo di essere beneducato. Era un colloquio strano, notarono entrambi, ai livelli di una convivenza di chi ha appena celebrato le nozze d’argento. Formali, falsamente naturali e con un certo rispetto reciproco, sostenuto solo dalla costrizione di andare d’accordo. Com’era possibile che solo un attimo prima si stavano per agitare le lenzuola con fuoco e fiamme? “insisto, veramente, rimani pure qui a finire di scrivere la tua canzone” disse senza pensarci. Lo sguardo di lui, in piedi vicino alla cucina, cambiò notevolmente, abbassandosi ad osservare il pavimento. A questo proposito la Yamanaka si sentì in dovere di continuare “ehi, aspetta…veramente ci tengo che tu finisca la canzone. È bella, mi piace…” l’espressione di Shikamaru si era lentamente spostata a guardare il viso imbarazzato dell’altra “…e non è finita! Perciò…beh…vorrei leggerla quando l’avrai terminata perché ora come ora non posso capirla…e…” continuò, come un giochino a pieno delle batterie che non vedi l’ora che si scarichi. Mentre la ragazza si ostinava a dire parole su parole, come una cascata di stupidaggini, il Nara si era avvicinato a lei, malinconico “Ino…” ella si ammutolì immediatamente “ a proposito della canzone” cominciò fissandola negli occhi, mestamente sicuro “…dovrei spiegarti…insomma…”tentò di farsi comprendere, ma lei non aveva alcuna intenzione di sentire le sue scuse, sapeva sarebbero state solo frasi prive di senso e soprattutto del tutto false “sssssh” la biondina si era portata lascivamente un dito alla bocca morbida, premendolo leggermente “non voglio che tu me ne parli, se non te la senti…” accennò ad occhiata piena di sentimento e di comprensione, come se parlasse ad un bambino che aveva appena fatto una marachella. Shikamaru fu tentato di continuare, anche per farsi perdonare del tono poco cortese che aveva usato poco prima, ma lasciò perdere, dopotutto lei non aveva evidentemente alcuna intenzione di conoscerlo sul serio. La biondina in realtà era del tutto propensa a scoprire il vero significato di quel testo, ma aveva paura che forzarlo ad un approccio così troppo aperto lo avrebbe spaventato e di conseguenza fatto fuggire via. Così si guardavano negli occhi, sempre più vicini. “cosa ti ordino?” ella domandò tutto d’un tratto, come se ormai fosse stato deciso che sarebbe stata l’unica a lasciare quell’appartamento. La spiegazione era semplice, se era riuscita a convincerlo a non uscire di casa sarebbe stato del tutto insensato andare a prendere la cena insieme ed ogni suo losco piano sarebbe stato vano. E poi… non voleva che nella mente del Nara quell’armonia casalinga si guastasse. “bhe…quello che prendi tu, per me è indifferente” rispose tranquillo, lasciandogliela vinta. Aveva ormai capito che come l’altra sera non aveva il coraggio di mostrarlo in pubblico e quindi altre discussioni non sarebbero servite. Voleva forse lasciarle il suo tempo, lasciare che digerisse l’idea di loro due… “perfetto, vado e torno” si voltò di scatto “aspetta” si girò di nuovo. Un bacio caldo la investì, le labbra erano soffici ed umide e sapevano di sigarette. “ecco, ora puoi andare” ed ella si fiondò sulla porta. Dopotutto, prima sarebbe uscita e prima sarebbe tornata al calduccio tra le sue braccia. Salutò con la mano e sparì dietro il portone di legno scuro, lasciando Shikamaru solo con i suoi pensieri…e le sue note. Guardò la tavola apparecchiata con amore e i fogli spostati su una sedia che non sarebbe servita. Si mosse per sfogliarli e trovare quello che cercava. Eccole lì, le parole che l’avevano fatta piangere. Le lesse e si rese conto che forse erano più terribili di quanto pensasse e che Ino evidentemente aveva visto significati che in realtà non c’erano.

O forse c’erano?

Era così triste? Era così disperato?

Forse si, ma non poteva rendersene conto, sopratutto in quel momento, con ancora il sapore della pelle candida di Ino sulle labbra. Doveva aver scritto quel testo in un momento più drammatico, pensò.

Posti infiniti, infinite facce…andando da nessuna parte, andando da nessuna parte.

Non comprendeva nemmeno lui ciò che quel testo lasciava intendere e pretendeva di dare spiegazioni? Non ne era in grado perché lui stesso non si conosceva abbastanza.

Era una bella canzone però, forse era davvero il caso di finirla. Andò a prendere la chitarra, la sfilò dalla custodia e si sedette sul divano con i fogli in bella vista. La suonò.

Era bella, sì, ma era adatta a lui come aveva detto Ino? Dopotutto l’aveva scritta pensando a se stesso e a quello che più era stato oscurato in quel tempo: le sue sensazioni, i suoi sentimenti al centro della solitudine. Doveva guardare in faccia la realtà e rendersi conto di quanto fosse solo e di quanto fosse insoddisfatto. Diceva che il mondo è matto e che doveva sfuggirne.

Ma dove sarebbe andato? Dove si sarebbe nascosto? Aveva lottato tutta la vita contro un mondo decisamente più forte ed affrontandolo giorno per giorno era finito con l’essere solo.

Le uniche persone che avevano rispecchiato a pieno l’idea che Shikamaru aveva avuto della sua ribellione erano i fratelli della Sabbia. Così felici, così diversi, così loro.

Ma così lontani ora, così irraggiungibili…

Per avere la soddisfazione che cercava avrebbe dovuto fare come loro? Fuggire? Scomparire dal villaggio uscendo da ogni schema, non dovendo più rispondere a nessuno? Sorrise…

Era quello che sognava, che aveva sempre sognato…

Ma non poteva farlo, non ci riusciva…aveva troppe cose da perdere e troppe incognite all’orizzonte.

E cosa più importante avrebbe dovuto dire addio ad Ino…

Si maledisse per quei pensieri perché erano la prova inconfutabile che tra loro esisteva veramente qualcosa, o almeno da parte sua, ed ancora non riusciva ad accettarlo.

I sogni nei quali sto morendo sono i migliori che io abbia mai avuto…

Era scritto a penna, sul foglio, e rispecchiava a pieno ciò che lui provava. I suoi sogni e le sue aspettative lo avrebbero ucciso, come stavano facendo, ma erano di certo il miglior modo per vivere. Infatti non avrebbe potuto resistere al sottostare a delle regole, sociali e non, che non poteva condividere. Lui era diverso… lui non voleva stare al gioco.

Sono fatto per sentire il mondo come ogni bambino dovrebbe sentire…

Era una bella frase e si congratulò con se stesso del significato marcato che aveva.

Andavo a scuola ed ero molto nervoso… non ebbe nulla da ridire, come poteva star tranquillo in un mondo di giochi che non gli apparteneva? Si era infatti sempre sentito escluso dalle discussioni, dagli innamoramenti che quasi sempre finivano con un bacetto innocente e dalle prospettive future che erano continuativamente riconducibili a soldi e successo. Lui non era mai stato così, mai stato come loro

Si era sempre sentito costretto nel mondo il cui viveva, imprigionato da catene invisibili e da sguardi enigmatici. Avrebbe da sempre voluto mollare tutto ed andarsene, scomparire…e sentiva anche che il mondo sarebbe vissuto solo meglio senza di lui.

Questi pensieri lo rattristarono molto, alla consapevolezza che era tutta la vita che non si sentiva accettato dalla gente e che il suo modo bizzarro di essere era considerato una minaccia.

Era stufo, stufo marcio. La cosa giusta sarebbe quindi stata quella di fuggire via e mollare tutto quanto? Ci rifletté ancora sopra e l’idea non sembrò così pessima come poco prima, apparve invece avere dei lineamenti reali...

Nessuno mi conosce, Nessuno mi conosce

Erano parole dure, come quelle che aveva detto ad Ino, le stesse identiche parole che l’avevano fatta piangere. Non sapeva più che fare, come agire… vedeva solo un grosso ed enorme punto interrogativo a fluttuare sulla sua testa. Avrebbe di certo voluto buttarsi nel letto e dormire, per concludere quella giornata troppo piena di riflessioni.

Sopraggiunse poi un rumore freddo, spiacevole, che lo costrinse ad alzarsi e ad andare a rispondere al citofono. “chi è?” ma sapeva già la risposta “sono io” e la voce fu melodiosa come il cantare dei passerotti all’alba. Attese dietro la porta di sentire il suono del campanello e.. DLIN DLON! Aprì ad una radiosa biondina con due sacchetti bianchi tra le mani. “eccomi qua” e corse  a posare il mangime sul tavolo. “che hai fatto di bello?” domandò, quasi senza accorgersene, tanto per ricominciare la conversazione “mah, niente di che…” iniziò, perplesso su cosa dire “…ho guardato la tv” si grattò la nuca, segno evidente di imbarazzo e/o una bugia vera e propria. Ino non ci fece caso dato che in quel momento aveva assolutamente bisogno di mettere qualcosa sotto i denti o sarebbe morta di fame. “a tavola!” esclamò sedendosi svelta. Il Nara prese immediatamente posto di fronte a lei, prendendo un sacchetto e sbirciandoci dentro per nutrirsi. “quanto ti è costato?” domandò subito lui, intento a pagare il conto “non ha importanza, poi ne parliamo…” disse lei con un sorriso, per una volta voleva offrire i dato che aveva ormai occupato casa sua. Dopotutto era il minimo che potesse fare dopo la compagnia che gli era stata gratuitamente offerta “ora si mangia” e fece l’occhiolino. Cenarono in fretta, tra l’odore di olio e fritto del cibo cinese e gli spaghetti di soia. Si scambiavano strane occhiate d’intesa, tra un boccone e l’altro, ma nessuno dei due aveva idea di cosa l’altro pensasse. Ma la verità era che entrambi non vedevano l’ora di riprendere da dove erano interrotto, in camera da letto. Stavano considerando quella cena come la ‘pausa’ prima del grande atto. Scoppiarono a ridere nelle loro immaginazioni, per quanto fossero buffi i loro pensieri. “hai già finito?” domandò perplesso il Nara appena notato che la biondina aveva smesso di mangiare da un bel po’ “si” sorrideva cordiale. Il moro la guardò di storto “ma non hai mangiato niente!” esclamò, preparandosi ad una imminente discussione “ma non è vero! Guarda che io più di così non riesco a mangiare”

cazzata…la verità era che aveva una fame boia ma non aveva intenzione di buttarsi a capofitto tra le lenzuola del Nara con una pancia strabordante e in piena digestione. Sarebbe parso proprio brutto da vedere. Il ragazzo per la prima volta non aveva intenzione di litigare, perciò non indugiò oltre sull’ argomento, ingurgitando gli ultimi bocconi ed alzandosi per sparecchiare. La Yamanaka dal canto suo non voleva perdere tempo e si alzò di scatto per aiutarlo a mettere a posto. Ciò lo perplesse. Perché mai aveva tutta quella fretta? La strana elettricità che avevano testato il primo giorno di convivenza stava tornando, più crudele ed imbarazzante e la coppia non riusciva quasi a guardarsi in faccia. Per quanto gli istinti sessuali di Ino pulsassero non era in grado di essere del tutto tranquilla vicino al corpo dell’altro, che non vedeva l’ora di accarezzare in un momento d’intimità.

Dopotutto ormai erano adulti, ed entrambi sapevano già che cosa sarebbe successo prima o poi tra loro, se la storia avesse avuto un futuro. Dopo il bacio e le coccole… chissà che cosa sarebbe capitato… fare gli innocenti non era da loro, sopratutto non era affatto da Ino.

L’aveva così tanto desiderato in quei giorni, nei suoi sogni più privati, da non riuscire più a resistere alla sua voce ed alle sue labbra, alle sue parole e al suo profumo forte di pelle.

Era così conquistata dal suo carisma che si sarebbe lasciata volentieri travolgere da qualsiasi sua volontà, senza alcuna obiezione. Ma il Nara invece non sembrava avere gli stessi istinti.

Anzi, era calmo e quieto, come se quelle calde lenzuola non fossero assolutamente in alcuno dei suoi pensieri. Non aveva alzato un dito, rifletté la Yamanaka, nemmeno una volta in quelle notti in cui avevano dormito vicino. Le appariva come una cosa inaudita, un peccato impronunciabile.

Non le era mai capitato di non essere bramata e desiderata come una Dea, anzi, di norma chiunque avrebbe voluto essere al posto di Shikamaru, a poter annusare i suoi capelli biondi nel sonno e volare con la fantasia e vederla posseduta da lui stesso. Così assurdo, pensò, che Shikamaru non mostrasse alcun disagio o voglia repressa a sentire il peso candido al suo fianco.

Però l’aveva baciata, ricordò, perciò dell’interesse doveva esserci. “allora che vuoi fare?” domandò lui, completamente ignaro dei pensieri lussuriosi della biondina. Ella cadde dalle nuvole e si trovò a dover rispondere ad una domanda che poteva portarla a mille alternative. La risposta l’aveva calda e pronta con annessa un immagine sudata dei loro corpi dolcemente annessi. “non lo so, tu che vuoi fare?” ed assunse uno sguardo che lasciava intendere tutto. Il Nara si sentì avvampare. Ebbe un attimo di indecisione, pregando che ciò che aveva colto da quel tono lascivo fosse solo un errore. “emh..beh…” balbettò, iniziando a sudare. Doveva assolutamente controllarsi, non c’erano scappatoie. “ho un idea” ella gli venne in soccorso, intenerita dalla sua reazione. Era proprio quella che cercava “facciamo un gioco” continuò con quella voce spaventosamente eccitante che mandava Shikamaru in completa crisi. Calma…calma… prese un bel respiro. “scriviamo su dei bigliettini di carta delle parti del corpo e in altri bigliettini le azioni da fare, ad esempio…” pensò guardando in alto, il Nara era concentrato ed in ascolto “toccare coscia, o baciare orecchio oppure accarezzare piede, che ne dici?” domandò sempre più crudele. che gioco idiota! , fu la prima cosa che Shikamaru pensò, …una cosa da bambini. Però fatto con Ino avrebbe di certo avuto altri risultati che il solito e monotono gioco della bottiglia. Poteva essere divertente “Okay” disse apatico. “preparo i bigliettini” disse lei soddisfatta cercando carta e penna e piegandosi a scrivere sul tavolo sparecchiato “le mettiamo le parti intime?” chiese con aria mestamente innocente. Il moro rimase un attimo disorientato dalla questione. “direi di no…” disse infine come se fosse sottinteso. Ed in effetti lo era…

La ragazza sbuffò tra sé e sé, senza che lui se ne accorgesse. Di certo con quell’implicazione in più tutto sarebbe stato più piccante ma, pensandoci, era troppo

Preparò tutto accuratamente con anche delle buste fatte all’ultimo minuto da cui estrarre le parole.

“cominciamo?” domandò, mentre il Nara già si era distratto guardando fuori dalla finestra. Non andava matto all’idea di dover sottostare ad un gioco così cretino, però non voleva nemmeno dire di no. Si stupì della velocità con la quale le meschine carte erano state preparate e si sedette vicino ad Ino, sul tappeto tra la televisione e l’ampio divano. “in questa busta ci sono le azioni e in questa le parti del corpo” spiegò “inizia tu” e gli porse la prima busta. Egli si chiese a che cosa avrebbe portato tutto ciò, ma soprattutto dove la Yamanaka volesse arrivare.

Infilò una mano nella carta bianca ed estrasse un bigliettino che lesse ad alta voce “accarezzare”ne prese un altro dalla seconda busta “piede” sorrise all’idea e senza troppe cerimonie sfiorò un piede ad Ino che principescamente gli era stato offerto. “fatto” sbuffò lui annoiato. “tocca a me!” la biondina era euforica “leccare” lo fissò felina “naso!” e scoppiò a ridere. Notò di come quel gioco non stava avendo i riscontri positivi che sperava. Si avvicinò cauta al viso di Shikamaru che apparve immobile. Poi, mentre entrambi ridevano, ella gli lecco il naso con una rapidità spaventosa e la mano di lui corse a pulire il fastidioso bagnato.  Dopotutto questo gioco è divertente, si disse lui. “pizzicare” egli estrasse “labbra” questo non gli fu difficile, per quanto la tentazione di rapirle con un bacio premesse nella sua mente. Lo fece lentamente e poté godere della morbidezza che esse avevano “baciare” finalmente Ino ebbe delle speranze “pancia!” ricominciò a ridere. Non poteva credere di avere tutta questa sfiga nei giochi più semplici! Shikamaru senza bisogno che gli fosse ordinato tirò su la maglietta ed appoggiò i gomiti sul tappeto, quasi sdraiandosi per terra. “prego” le sussurrò. La biondina rimase colpita da quanto trovasse eccitante quegli addominali nemmeno troppo scolpiti, ma così abbronzati. Si mise a quattro zampe gattonando verso di lui, scostò i capelli biondi d’un lato non perdendo di vista le iridi scure che la fissavano in attesa.

Rimase a guardarlo ancora un attimo, prima di abbassarsi molto lentamente sul suo ventre, conquistandolo con un bacio sensuale. Il Nara venne investito da brividi su tutta la schiena. Riuscì a mala pena a nascondere l’eccitazione tatuata sul volto. Come se non bastasse Ino l’aveva colto sul fatto ed aveva deciso di non dargli tregua. Continuava imperterrita, con piccoli e teneri baci su tutto l’addome. dopotutto se quel gioco non la voleva aiutare, avrebbe dovuto aiutarsi da sola! Shikamaru schiuse la bocca per liberare un appena udibile gemito di piacere, che chiaramente la biondina non si lasciò sfuggire. Scese fino baciare il bordino dei pantaloni a vita bassa per poi risalire lungo la strisciolina di peli che le piaceva tanto arrivando al petto, tirando ancora più su la maglietta. Stava superando se stessa, mentre lui il suo se stesso lo stava via via perdendo. “basta…” riuscì a sussurrare con poca voce. Ma lei non aveva alcunissima intenzione di fermarsi. Lo baciò sopra la maglietta, sullo sterno, divaricò le gambe e le mise ai lati dei suoi fianchi per permettersi di proseguire quella pericolosa salita. Il moro non sapeva più che fare. È contro le regole…fu la prima cosa che lui pensò. Lo ritenne come un rigore non fischiato. “Ino, per favore” continuò poco convinto. Ino lo baciò sul collo, sotto l’orecchio, ai lati del viso e infine…

Un bacio lento e caldo sulla bocca. “questo non fa parte del gioco”le fece notare lui, sorridendo sotto i suoi baci. “e chi lo dice?” disse la Yamanaka prendendo il viso di lui fra le sue mani e facendolo annegare nei baci più appassionati, ai quali lui naturalmente non si oppose “le regole le decido io” aveva continuato. Stronza! Aveva esclamato nei suoi pensieri, come faccio ora!?

Non aveva scappatoie. Come Ino voleva così doveva essere, non c’era altro modo.

Si sedette su di lui, leggermente sporta in avanti per potergli accarezzare i capelli durante quella passione ferma sui loro teneri baci. Lo divorava, lo estasiava e lo risucchiava nella bramosia che l’intero suo corpo sprigionava senza vergogna. Ti voglio, pensava lei, e non era più un segreto.

“smettila…” aveva riprovato, senza riuscirci. Shikamaru comprese che se davvero voleva liberarsi da quella morsa piena di lussuria avrebbe dovuto imporsi con maggior convinzione “smettila Ino!” e si era scostato, mentre la biondina, sempre su di lui, lo guardava perplessa. “che c’è?” gli chiese subito, come se non potesse esserci una motivazione plausibile La Yamanaka lo guardava in silenzio, terrorizzata di come con apparente facilità si era messo fine a tutto “so dove vuoi arrivare…” si fissarono decisi, troppo vicini. Ella era intimorita da ciò che lui stava dicendo, perché credeva fermamente che di certe cose non fosse lecito parlare. Le iridi castane erano ardenti e folgoranti “…e non è ciò che voglio” la stavano ustionando con sguardo severo. Cercò si scostarla per alzarsi e lei lo aiutò, levandosi di mezzo. “d-dove vai?” ebbe il coraggio di chiedere, fissandolo allontanarsi. Il Nara si fermò annoiato “vado a dormire, questo gioco mi ha stancato” ed aveva aperto la porta della stanza, buttandosi tra le coperte. La ragazza era rimasta pietrificata, seduta in terra sul tappeto arabo. Come aveva potuto rifiutarla? Era una cosa I-n-c-o-n-c-e-p-i-b-i-l-e!

Raccolse lentamente i foglietti sparsi a terra e le buste incriminate per poi posarle sul tavolino. Forse aveva esagerato, pensò, ma che poteva voler dire che quello ‘non è ciò che vuole’?

Decise di andare a letto anche lei, sperando con tutta se stessa di non aver fatto arrabbiare il suo coinquilino per la milionesima volta. Non riusciva a capire come facessero a litigare sempre, eppure quando erano amici non capitava così di frequente. C’erano sempre stati i soliti battibecchi ma mai era capitato come in quei pochi giorni passati insieme. Litigavano su qualsiasi cosa, anche con le migliori intenzioni. Arrivò alla porta e si addentrò nel buio più totale cercando la propria borsa per mettersi il pigiama. Tastò il vuoto andando alla cieca sbattendo gli stinchi contro i lati del letto “guarda che puoi accendere la luce, sono sveglio” udì un sussurro spaventosamente vicino, senza che lei potesse visionarne il proprietario “okay” sorrise, immaginandosi a girare nel buio come una scema. Click! E davanti a se trovò solo un grosso bitorzolo sotto le lenzuola. “eccola!” esclamò, individuata la sua sacca. Si sfilò i jeans velocemente infilandosi quelli azzurri. Si tolse la maglietta, scoprendo la pelle candida. Si piegò per prendere la maglietta del completino quando una familiare voce la interruppe “ma come fai a dormire con quell’affare?” la Yamanaka alzò lo sguardo trovandosi di fronte al ragazzo che era appena sbucato da sotto le coperte. Arrossì palesemente coprendosi il corpo con le mani. “ma tu non eri là sotto!?!” aveva urlato, completamente rossa in volto. Shikamaru fece finta di non sentire e rimase nella sua solita espressione tranquilla. “no sul serio, riesci a dormire con quel coso addosso?” aveva ancora domandato. Ino si era infilata di corsa la maglietta e si era ficcata sotto le coperte. “ma che coso?!” strillò ancora in evidente difficoltà “intendo il reggiseno” fu la risposta pacata. La ragazza notò immediatamente come il Nara non fosse assolutamente spiazzato dall’imbarazzante situazione e notò come invece sembrasse a suo agio con il corpo femminile. La cosa non le fece troppo piacere. “normalmente me lo tolgo…” dispose sperando di porre fine alla conversazione. Intanto il corpo caldo dell’altro lo sentiva vicino sotto le lenzuola “e allora perché qua te lo tieni?” domandò, con la semplicità tipica di un bambino di cinque anni “perché…”non seppe dare una risposta. Dire che si vergognava sarebbe risultato decisamente inappropriato, dato che pochi minuti prima gli sarebbe saltata addosso senza farsi alcun problema a levarsi tutto. “va bene me lo tolgo” si arrese, tirandosi a sedere. Piegò le braccia all’indietro e le passò sotto la maglietta per non doversela togliere. Percepì il movimento dell’altro che si avvicinava “ti aiuto” si era seduto anche lui ed ora allungava le morbide mani verso la sua schiena. Ino non si oppose, e lasciò che Shikamaru le sganciasse con facilità il complicato aggeggio. “ecco” e le coppe caddero in avanti, così che lei potesse sfilarle. Quel contatto le aveva provocato piacevoli brividi. Stava per tirarsi giù la maglia e ributtarsi nel letto quando un inaspettato tocco le sfiorò la schiena. Una bacio fresco, tra le scapole, e delle carezze sulle spalle e fianchi. Si irrigidì per un istante, presa completamente alla sprovvista, poi chiuse i lucenti occhi celesti e si abbandonò alla piacevole sensazione, mentre i baci di lui lentamente arrivavano al collo e dietro le orecchie “spegni la luce” le aveva sussurrato. Ino sorrise, sia per i brividi sia per quello che stava sperando. Corse a chiudere la luce, rituffandosi tra le coperte.

Gli stava dando le spalle, guardando la porta, tanto per far intendere quanto l’atteggiamento di poco prima le fosse apparso scortese. E lui, che pian piano si avvicinò a cingerle la vita, colse al volo. “spero che tu abbia capito…” disse semplicemente. E le salì una leggera rabbia “certo che ho capito” disse gentilmente, Non vuoi fare sesso con me! Si limitò a pensare.

Continuava ad innervosirsi al pensiero di quella fottuta castità che non aveva alcun gusto, alcun motivo. Dopotutto l’aveva sicuramente fatto con Temari un sacco di volte, ed ora cos’era tutta quella premura? Proprio non capiva… “non voglio che sia tanto per…” continuò, abbracciandola teneramente sotto le lenzuola. Si ma io tra pochi giorni dovrò tornare a casa! Pensò bisbetica, stufa di quel falso romanticismo che era svanito da secoli. La Yamanaka comprese che quella non era altro che una stupida scusa, non era ammissibile un uomo che non la desiderasse o soprattutto che volesse aspettare…cosa poi?

Shikamaru dal canto suo non voleva di certo farle un torto, ma piuttosto salvarsi lui stesso.

Non voleva trovarsi ad essere il giocattolo della biondina, proprio non ci teneva. Più che un distacco da lei, il suo era un distacco dal sesso come divertimento, che proprio non poteva accettare.

Lo ripudiava, lo disprezzava. Era una cosa che considerava immatura e frivola a cui mai e poi mai avrebbe voluto abbandonarsi.  Avrebbe volentieri fatto l’amore con Ino, non c’era alcun dubbio, ma se fosse stato amore… e sapeva bene che così non sarebbe stato.

Vivere insieme, anche solo per pochi giorni, era stato fatale ad entrambi e le loro voglie spingevano e si dilaniavano pur di uscire allo scoperto. E per il Nara non era poi una passeggiata trattenersi dal seguire il proprio istinto. E come se non bastasse la Yamanaka non l’aiutava di sicuro!

Con Temari le cose erano diverse, si trovò a riflettere, mentre annusava il buon odore di fiori dai capelli di Ino. Non avrebbe mai temuto di lasciarsi andare con lei, non v’erano costrizioni o copioni da seguire. Fare l’amore con lei era sempre la cosa più bella del mondo. Mentre farlo con Ino…sarebbe stato troppo strano.  Anche se il loro rapporto era così cambiato nel corso del tempo lui ricordava ancora i giorni in cui erano compagni di banco a scuola, di quando le faceva copiare i compiti, di quando veniva sgridato per la sua assidua pigrizia. Era ancora la splendida ragazzina che lo prendeva in giro davanti a tutti, ma che più di ogni altro gli aveva voluto bene, insieme a Choji. Era ancora la bambina che lo veniva a disturbare mentre osservava il cielo mattutino, prima di andare a scuola, e che puntualmente gli faceva notare il suo ritardo. Era la ragazza che lo aveva piacevolmente stupito ogni qualvolta aveva provato a vestirsi in modo elegante, e che ogni volta era sempre più bella. Il pensiero di averla ora al suo fianco, a dormire tra le sua braccia era un immagine troppo poco realistica, che ancora non era in grado si metabolizzare. Il pensiero che quella donna maliziosa e testarda fosse proprio Ino, la sua Ino…era una cosa veramente troppo strana…

Ed istintivamente le baciò il collo, allungandosi leggermente.

Fu in grado di percepire la pelle d’oca che le venne, mentre gli occhi chiari lentamente si voltavano, così come lei, che si rigirò per poterlo finalmente guardare. Erano l’uno di fronte all’altra, sdraiati su un fianco sotto le lenzuola. La Yamanaka lo baciò, morbida e passionale, stringendolo sempre più forte. Stava così bene fra le sua braccia, la piccola Ino, che sperava che quella sera passata insieme sotto le coperte potesse non finire mai, sperava che il sole si dimenticasse di risorgere, così che quel giorno non potesse mai arrivare. Ed Ino lo ammise, finalmente, dicendolo sottovoce, la mattina presto, quando lo vide con gli occhi chiusi dolcemente assopiti e le labbra schiuse dal loro ultimo bacio della notte….Lo sussurrò guardandolo, mentre ancora si cingevano forte, alle prime luce del mattino. Lo disse così piano che anche sveglio probabilmente non lo avrebbe sentito “Ti Amo…” e lo baciò sulla fronte… come risposta un leggero muguglio, segno che quel maledetto nuovo giorno era veramente arrivato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fatto!

Come vi è sembrato?! In verità aveva pensato di procedere in maniera diversa, però l’idea di una Ino vogliosa e super provocatoria non sarebbe risultata realistica…o per lo meno…Shikamaru che le resiste sarebbe stato poco realistico!xD quindi…finalmente la dichiarazione non dichiarata di Ino… finalmente è arrivata xD certo che dirlo con lui che dorme non è il massimo, ma lo sappiamo che quella donna è strana U_U..va be, al prossimo capitolo allora :D fatemi assolutamente sapere se vi è piaciuto questo capitolo e che cosa vi aspettate dal prossimo

Ciao

Ale

   
 
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