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Autore: Goldfish e Luz79    17/11/2009    3 recensioni
Harry Potter è pazzamente innamorato di Pansy Parkinson, che però sta per diventare la signora Malfoy. Riuscirà il nostro eroe, con l'aiuto della sua migliore amica, Hermione Granger, a far fallire il matrimonio?! Lo scoprirete solo leggendo.
(Goldfish e Luz79 che cooperano... mamma mia!)
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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9.

QUESTO MATRIMONIO NON S’HA DA FARE

9.RIVELAZIONI E NEGAZIONI.

 

Devo mantenere il controllo.

Ad una settimana dal suo rientro, Pansy non era ancora riuscita a parlare con Harry di ciò che aveva scoperto a Las Vegas, il che, insieme agli ormoni impazziti, la stava rendendo un tantino irascibile.

Tutte le fantasie romantiche immaginate su una loro riappacificazione, si stavano trasformando in veri e propri incubi: Potter non era intenzionato a comunicare con lei, evitava la sua presenza come si evita una malattia venerea ed ogni qual volta riusciva ad incrociarlo nei corridoi, scappava come se avesse alle costole un basilisco in calore.

Lo sequestrerò con la forza se necessario e lo costringerò a starmi a sentire.

Stava varcando la soglia della toilette dopo l’ennesimo fallimentare tentativo di placcaggio, quando si scontrò con un Neville Paciock alquanto affannato e arruffato.

Ad una più attenta analisi, non poté fare a meno di notare che il nuovo partner di Harry si stava infilando alla bell’è meglio la camicia nei pantaloni con una mano, mentre con l’altra cercava di riordinarsi i capelli.

Chissà che combinava… bleah, speriamo si sia almeno lavato le mani.

"Ohi, Neville…" lo salutò, ma lui le rivolse soltanto un frettoloso e vago cenno del capo e sgusciò via dal suo raggio d’azione.

 Forse potrei chiedere a Paciock di darmi una mano con Harry…

Questa prima e sensata riflessione venne però stroncata sul nascere quando, da uno dei bagni, vide uscire il suo peggior incubo degli ultimi sette giorni: Ginny Weasley.

Quella "ruba_quasi_marito" aveva la sfacciataggine di starsene lì di fronte a lei con stampato in faccia un sorriso così beota e un’aria così appagata, che il sangue le andò immediatamente al cervello facendo scoppiare il finimondo.

Senza neppure mettere mano alla bacchetta, la magia di Pansy esplose con violenza: delle piccole lingue di fuoco saettarono verso i capelli della rossa che, come un cespuglio di sterpaglie, iniziarono a incendiarsi.

Ginny prese a dimenarsi come un’ossessa, prima che un aguamenti e il dispositivo antincendio che iniziò a spruzzare acqua dal soffitto non le facessero riprendere il controllo della situazione.

Le due donne, incuranti della puzza di fumo (di fumo e di capelli rossi bruciacchiati) e della pioggerellina che le innaffiava, continuarono a lanciarsi sguardi così infuocati che avrebbero potuto sciogliere il polo nord.

Era arrivato il momento della verità.

Fu Pansy, bacchetta alla mano, a prendere la parola ed iniziare un bel discorsetto chiarificatore e molto amichevole, che cominciava con "stammi bene a sentire" e finiva con "se continui a stargli attorno e non sparisci dalla nostra vita ti ritroverai con un fascio di luce verde in mezzo agli occhi". Il tutto condito da una serie di attributi altrettanto amichevoli e gentili.

La Weasley, che dal canto suo non aveva di certo un caratterino mite – gli anni in Tibet non avevano portato proprio buoni frutti – aveva prontamente ribattuto con ferocia, consigliandole caldamente di "evaporare al più presto", sottolineando quanto lei fosse "una viziata, capricciosa ed egocentrica" e invitandola a analizzare la sua "morbosa ambizione di scoparsi gli insospettabili per pura sfida con se stessa".

Da lì, la rissa a suon di fatture era partita, richiamando una folla di curiosi nel piccolo bagno della sezione auror.

"Brutta cozza, tu dici a me di non impicciarmi!? Dopo tutto quello che…" borbottò Pansy, mentre l’altra senza ascoltarla cercava di coprirne la voce con altri insulti.

In poco tempo, intorno alla due streghe venne a crearsi una ressa di ficcanaso di tutto rispetto, con conseguente giro di scommesse su chi delle due avrebbe avuto la meglio.

"Devi stargli lontana, hai capito?!" urlò Pansy livida di rabbia.

"No, tu devi stare alla larga dal mio uomo!" replicò la rossa.

Pansy si lasciò andare ad una risatina di scherno.

"Il tuo uomo…" disse con disprezzo. "Se è il tuo uomo, perché il mese scorso stava con me e diceva di amarmi?!" attaccò agguerrita.

La Weasley sembrò presa in contropiede da quell’affermazione, e si ritrovò a fissarla con un misto di odio e stupore.

"Ma se era in missione, bugiarda!"

"Sì, in missione speciale… nel mio letto!" ribatté acida l’ex-serpeverde.

Ginny, a quelle parole, si gettò su di lei e iniziò a tirarle i capelli.

Nel momento in cui la lite prese una piega puramente babbana, tra la folla emersero le figure di Harry Potter e Neville Paciock che, vedendo le due streghe picchiarsi come due camionisti, si avventarono su di loro per dividerle.

Neville bloccò la rossa di casa Weasley, mentre Harry tentò di tenere ferma Pansy.

"Adesso vedremo chi di noi ha ragione!" urlò Ginny. "Questa squilibrata dice che tu sei innamorato di lei e che siete andati a letto insieme!" continuò, guardando alternativamente i due amici.

"…ed è la pura verità, cara!" si ritrovò a controbattere acida Pansy. "E non solo lui mi ama; aspettiamo anche un figlio!" aggiunse infine con un gridolino stridulo.

Dopo quest’ultimo colpo di scena, dalla folla si alzarono dei mormorii stupiti mentre i soldi e le scommesse ricominciarono a girare, facendo salire alle stelle le quotazioni di Pansy.

Insomma, un figlio è sempre un figlio.

I diretti interessati, invece, reagirono in modo alquanto bizzarro a quella notizia bomba.

La piattola Weasley sferrò un pugno a Neville Paciock; contemporaneamente, Harry Potter iniziò a singhiozzare come un bambino a cui levi il peluche preferito. Pansy, vedendoli, si limitò ad assumere un’espressione vagamente disorientata.

"Come hai potuto farmi questo? Lo sai che io ti amo!" gemette Harry verso la mora, momentaneamente ammutolita. "E tu, che dicevi di essere mio amico!" aggiunse poi verso Neville.

"Harry ti giuro che… non l’ho mai…" frignò l’altro premendosi l’occhio che iniziava a diventare violaceo.

"Mi fai vomitare Neville!" rincarò la dose Ginny.

"…non l’ho mai toccata! Io non…"

Lentamente, risvegliandosi dallo stupore in cui era caduta e che l’aveva momentaneamente zittita, Pansy iniziò a capire che qualcosa in tutta quella storia non quadrava.

"Ma siete tutti impazziti?!" li interruppe. "Certo che Paciock non mi ha mai toccato, che Merlino mi scampi! Perché avrebbe mai dovuto?"

"Ma se hai appena detto che stai aspettando un figlio da lui!" affermò Ginny accalorata.

"Cosa?! Io ho detto di aspettare un figlio… da lui!" sbottò spazientita, indicando Harry. "Aspetto un figlio da Potter, il tuo ex che hai deciso di riconquistare! Cosa c’entra Neville in tutto questo?".

"Quindi stavi parlando di Harry fin dall’inizio?!" osservò la rossa, subito prima di iniziare a sghignazzare senza controllo.

"E di chi altro di grazia?!"

Al che, la Weasley scoppiò a ridere del tutto e abbracciò il povero Neville che teneva sempre la mano premuta sull’occhio pesto.

Pansy, invece, si sentiva come se qualcuno le avesse buttato un secchio di ghiaccio in testa.

"Io sono tornata per stare con Neville, lui è il mio ragazzo" ribadì intanto Ginny, guardandolo con aria sognante.

Maledetta Romilda Vane e i suoi stupidi pettegolezzi.

"Pa… Pansy…"

Così imparo a prestare attenzione a tutte le idiozie che…

"Pansy…"

Quella specie di mugolio sommesso le ricordò che Harry le stava ancora accanto, e che adesso era al corrente di tutto. Tutto!

Avendo almeno il buon gusto di arrossire, si voltò verso di lui che la fissava apparentemente immobile, ad esclusione di un ritmico e veloce battito di ciglia.

"Beh, non volevo proprio dirtelo in questo modo brusco, ma ormai la frittata è fatta e… Harry Potter io ti amo e vorrei che tu, il nostro bambino ed io fossimo una famiglia" dichiarò incespicando sulle parole imbarazzata.

Le palpebre di Harry accelerarono la loro corsa, prima che gli occhi si rivoltassero all’insù e lui finisse disteso a terra privo di sensi.

 

No, forse non dovevo dirglielo in modo così brusco!

 

***

Erano ormai trascorsi quattro giorni da quando Draco si era palesemente reso ridicolo davanti ad Hermione con quella scenata di gelosia adolescenziale, e ancora lottava tra la voglia di rivederla, riprendendo la loro "quotidianità", e il suo smisurato orgoglio che gli impediva di chiamarla per chiarire.

Anche Hermione, dal canto suo, aveva smesso di cercarlo dopo che lui si era ripetutamente negato, non rispondendo alle sue chiamate via camino o ai suoi gufi.

Adesso passava il mattino da sua madre, sapendo che così non correva il rischio di incontrarla, mentre il pomeriggio se ne andava in giro come un vagabondo, convincendosi che fosse per affari.

Si sentiva parecchio frustrato, poiché non sapeva davvero con chi parlare dei suoi dubbi e degli strani sentimenti che si erano scatenati dentro di lui. Se non fosse stata proprio lei il problema, sarebbe andato diretto dalla Granger a sfogarsi, ma parlare a lei di lei non era decisamente una buona idea.

Aveva persino provato a cercare Pansy, che però sembrava irrintracciabile.

Sua madre invece gli aveva chiaramente detto che non voleva intromettersi; o meglio, più che non intromettersi non voleva ascoltarlo, visto che la sua posizione era a dir poco cristallina.

"Draco sei proprio un emerito idiota!"

Ormai se lo sentiva ripetere tutti santissimi giorni, appena metteva piede alla clinica senza la Granger al seguito.

In un attimo di pura follia aveva anche pensato di andare ad Azkaban da suo padre per raccontargli i suoi tormenti: sarebbe bastato omettere qualche dettaglio insignificante, come ad esempio l’identità della donna per cui smaniava, lo stato del sangue, la casa di appartenenza a scuola, le amicizie che frequentava, le parentele...

No, parlare con Lucius non è decisamente una buona idea.

Perso in quelle considerazioni Draco arrivò alla clinica per la consueta visita a sua madre.

Stava attraversando il cancello d’ingresso, quando una scena raccapricciante lo gelò sul posto: Narcissa, sua madre, il grembo che l’aveva generato, era nei giardini della clinica che si intratteneva in atteggiamenti intimi (stava limonando di brutto)con Toffer.

Toffer.

Il maggiordomo.

Draco rimase fermo e sconcertato per una buona manciata di minuti, prima di dirigersi verso sua madre e l’infingardo. Avrebbe voluto prorompere in una scenata con i fiocchi, ma era ancora talmente sconvolto che la sua bocca si apriva e si chiudeva muta come quella di un pesce palla.

Quando Narcissa si accorse di lui, ebbe il buon gusto di arrossire per mezzo secondo prima di riprendere il suo solito atteggiamento altero e superiore.

"Draco, tesoro..." iniziò, prima di venire interrotta da Toffer, che le strinse una mano delicatamente.

"Lascia cara, è compito mio" chiarì l’uomo prima di voltarsi verso Draco. "Signorino, sono rammaricato che lei sia venuto a saperlo così, perché avrei voluto parlargliene io direttamente, ma a questo punto non è più possibile tergiversare... io sono innamorato da anni di sua madre e ho intenzioni più che serie nei suoi confronti".

Il biondino che aveva definitivamente perso l’uso della parola rimase ad ascoltare Toffer che confessava il profondo amore per Narcissa, il desiderio di sposarla e di formare con lei una famiglia felice.

Toffer.

A questo punto potrei parlare a Lucius di Hermione senza problemi.

"Che sia chiaro, non ho alcuna mira per il patrimonio e quindi firmerò tutti i contratti prematrimoniali che vorrete" proseguì il maggiordomo. "Ah, e poi ovviamente mi dimetterò dal mio attuale incarico e troverò un altro lavoro."

"Gerard ha già avuto alcune proposte per allenare alcune squadre juniores di quidditch!" intervenne sua madre in tono orgoglioso e fiero. "Sai Draco, lui da ragazzo giocava come professionista…"

Il silenzio di Draco venne interrotto quando dalle sue labbra uscì una semplice e innocente constatazione:

"Mamma, ma come farai con papà?!"

Narcissa abbassò per un attimo lo sguardo, prima di fissare Draco con aria compassionevole.

"Caro, io e tuo padre abbiamo divorziato tre anni fa."

Draco si smaterializzò due secondi dopo aver appreso la notizia.

 

*

 

Quando Hermione, scortata dai fedeli Tiger e Goyle, rientrò dal ministero, trovò Draco Malfoy che bianco come un cadavere stava seduto sul pianerottolo di casa Granger-Potter-Weesley.

Preoccupata, lo accompagnò in casa e dopo avergli dato un bicchiere d’acqua cercò d indagare su cosa fosse accaduto.

"Draco stai bene? È accaduto qualcosa a tua madre?" gli domandò seriamente preoccupata.

Malfoy la guardò stralunato prima di farfugliare quello che aveva visto e sentito da Narcissa e Toffer.

"...capisci, loro avevano divorziato e non mi hanno detto nulla. E poi da chissà quanto va avanti la storia con Toffer. Un maggiordomo ti rendi conto?! Vuole sposare un uomo di basso ceto sociale, lei, una Black, una Malfoy! E se fosse anche mezzosangue?!" terminò Draco, prima di rendersi conto di ciò che aveva detto.

Hermione che purtroppo per lui non aveva perso momentaneamente il dono dell’udito, si voltò a fronteggiarlo:

"E se anche fosse?!"

Merda.

"No, Hermione senti…"

"No, sentimi tu: sono quattro giorni che non ti fai né vedere né sentire, poi ti presenti qui per lagnarti come un bambino perché tua madre, dopo tutto quello che ha passato, ha ritrovato la voglia di essere felice e il coraggio di riprendere in mano la sua vita?! Invece di essere contento per lei, perché ha trovato un brav’uomo che la ama per quello che è e non è interessato ai suoi soldi o al suo nome, ti permetti di straparlare delle tue teorie idiote e razziste sulla purezza del sangue. Proprio con me!"

Draco cercava di intromettersi nel discorso, ma Hermione lo bloccava ogni volta sempre più infuriata.

"Prima mi fai una piazzata perché sei geloso e poi sparisci senza una spiegazione. Ti cerco, ma ti fai negare. Quindi, appari per cercare una spalla su cui piangere perché mammina ha fatto qualcosa che non ti piace... Vedi di crescere!" sbottò, prima di sospirare e abbassare il tono di voce.

"Io credevo davvero che tra noi ci fosse qualcosa che andava al di là del sesso. Ho persino fantasticato sul fatto che magari, col tempo, avresti anche potuto am…" ma si interruppe appena prima di pronunciare la parola per intero.

Draco approfittò del momento di indecisione della ragazza per intervenire, avvicinandosi lentamente a lei.

"Lo sai che non pensavo davvero quello che ho detto, ho straparlato per colpa dello shock" si scusò, provando a sfiorare con la mano un braccio della ragazza. "Insomma io non sapevo nemmeno che i miei genitori… la verità è che…"

Hermione, però, non lo lasciò finire. Spostò la mano con stizza e arretrò di scatto, per allontanarsi.

"La verità è che noi siamo davvero troppo inconciliabili. Tu sei sempre il solito ragazzo infantile, viziato e immaturo che conoscevo e io sono sempre la solita illusa. Cretina. Stupida…"

Rimasero a studiarsi in silenzio qualche istante. In cuor suo Draco, notando come la ragazza stesse scivolando sull’orlo del pianto, avrebbe voluto strisciare ai suoi piedi implorando perdono, ma il suo orgoglio lo fece stare zitto.

Forse uno dei due avrebbe ceduto di lì a poco, ma l’ingresso repentino di Tiger e Goyle, che non sentendo più alcun rumore vollero accertarsi che la loro assistita stesse bene, li fece ritornare in sè.

Si voltarono entrambi di scatto verso i due gorilla.

"Non scomodatevi ragazzi, me ne vado da solo" disse Draco, lo sguardo sempre inchiodato in quello di lei.

Hermione, che sentiva di stare per crollare, fu lapidaria.

"Bravo. E io non voglio vederti mai più!" disse, un attimo prima che lui chiudesse la porta alle sue spalle.

 


Non ci credete, vero?!

Ebbene sì, dopo neppure un mese e mezzo siamo di nuovo qui ad aggiornare la storia.

Che dire… vi è piaciuto questo nuovo capitolo?

La storia è quasi agli sgoccioli e saremmo ipocrite nel dire che non ne siamo un pò sollevate. Questa nostra creatura era arrivata nel nostro massimo periodo di creatività che purtroppo la quotidianità ha decisamente ammazzato (in effetti anche il cadavere è stato occultato), facendoci sparire dalla circolazione.

Comunque siamo felici di aver ripreso in mano la ficcy e di essere sulla buona strada per darle una degna conclusione.

Un ringraziamento speciale va a Yellow_B - Penny Black - giuliabaron che hanno commentato lo scorso capitolo.

Grazie anche ai 65 che hanno messo la storia tra i preferiti e ai 28 che la stanno seguendo.

Un abbraccio e alla prossima.

Le socine Bea e Ri!

 

 

 

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