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Autore: Vegetalover    17/11/2009    4 recensioni
Una fan fiction dove i personaggi del nostro amato anime verranno catapultati nella loro vita adolescenziale. E nel collegio più sconosciuto e ignorato della terra ci saranno amori, convinzioni e lotte tra due club formatisi e in conflitto da ormai molto. Pink girls e i Black boys, chi avrà la meglio?? Tratto dalla stora: Non avrei mai creduto che sarebbe andata a finire così, non avrei mai lontanamente immaginato che quella lotta che durava ormai da così tanto tempo avrebbe potuto ottenere una fine così orrenda e poco gloriosa. Avevo sempre immaginato che alla fine ci sarebbe stato un vincitore che avrebbe esultato ed umiliato il perdente, ma in quella situazione eravamo tutti sconfitti... Buona lettura!!
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma, Vegeta
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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We we ciao a tutti! Mi scuso immensamente per il ritardo ma ho sempre una marea di compiti da fare e solo raramente riesco a continuarla e a postarla. Spero che comunque questo capitolo vi piaccia!! kiss

Basso, basso, assolutamente troppo basso per i miei gusti!! In che modo secondo Bulma avrei dovuto pedinare quel ragazzo talmente basso da non farmelo scorgere quando si mischiava nella folla di studenti che di tanto in tanto si trovava a passare. Avevo già perso l’ora di storia per seguire quella sottospecie di ragazzo poco cresciuto e dal volto ingenuo e non ne ero per nulla contenta. Si potevano saltare le lezioni solo se si stava male e bisognava dare una valida spiegazione per poter convincere il professore a giustificarti senza fare troppe storie e detto tra di noi, le bugie non erano il mio forte.  Mi poggiai con le spalle ad un pilastro fissando con la coda nell’occhio il ragazzino pelato che si apprestava a comprare un  hot dog ad uno dei tanti fast food del college. Sbuffai, perfetto ci mancava solo lo spuntino mattiniero. Lo guardai in modo adirato facendo attenzione che lui non si accorgesse della mia presenza. Dopo aver pagato si allontanò anche da quel locale dirigendosi verso il campetto di calcio della scuola, di sicuro non sarei rimasta a guardarlo mentre giocava a calcio. Aprii velocemente il fascicolo che lo riguardava fissando con attenzione le scritte al suo interno. Sorrisi maligna. Non era un giocatore ma un semplice raccattapalle, lessi che ogni giorno gli davano una misera mancia per quel lavoro che quei quattro citrulli in calzoncini si rifiutavano di fare. Già, perché loro potevano correre dietro ad un pallone ma mai e poi mai piegarsi a raccoglierlo per riutilizzarlo. Alzai lo sguardo notando che il nanetto mi era sfuggito mentre io ero intenta a leggere. Sbuffai per l’ennesima volta. Fortuna che sapevo in che luogo si stava dirigendo.

Era strano come il destino certe volte fosse dalla mia parte. Io e Goku frequentavamo lo stesso corso di educazione fisica, ricordavo di averlo già visto da qualche parte ma non ricordavo esattamente dove. Tuttavia non ho mai avuto la possibilità di stare con lui in un determinato contesto per poter scambiare almeno due parole. I ragazzi difatti, preferiscono adoperare i due canestri presenti nel grande spiazzale sul retro della palestra, mentre le ragazza restano all’interno di questo edificio usufruendo della rete per iniziare una partita di pallavolo. Ma fortunatamente questa mattina faceva caldo e io e le altre ragazze eravamo state d’accordo sulla decisione di fare qualche passaggio libero al di fuori. Ed è proprio in quella occasione che avevo potuto notare la presenza di Goku che giocava a basket con i suoi amici. Devo dire che non se la cavava male, anzi avrei giurato che facesse parte di qualche squadra che ignoravo, ma mi ero dovuta presto ricredere quando non avevo trovato alcuna informazione a riguardo all’interno del suo fascicolo. Al dire il vero il suo modulo personale era un po’ spoglio, nessuna nota, nessun richiamo, nessun evento da segnalare e nessuna annotazione da parte di qualche professore eccetto degli elogi per la sua ottima condotta e i suoi buoni voti. Se non lo avessi visto con i miei occhi avrei sicuramente affermato che non poteva fare parte di quella banda di mascalzoni. Insomma era un bel ragazzo, in regola e sembrava anche molto gentile. La mia mente si andò per poco a fermare sulla possibilità che la sua presenza in quel gruppo gli fosse stata imposta dal fratello, magari era un tipo sgradevole che preferiva comandare il fratello minore per portarlo su una cattiva strada. Avrei chiesto più tardi informazioni alle ragazze. Un pallone piuttosto pesante mi colpì in pieno volto mentre ero intenta a fissarmi le scarpe e a perdermi nei miei pensieri, caddi rovinosamente con il fondoschiena sul duro asfalto di quello spiazzale portandomi in un gesto veloce le mani sul naso.
“Ahi” imprecai
“Scusa ti sei fatta male?” mi domandò una voce maschile piuttosto gentilmente. Scostai le mani giusto il tempo di fissare il suo volto che il mio cuore si fermò all’improvviso. L’oggetto delle mie attenzioni era proprio di fronte ai miei occhi e non avevo idea di cosa dirgli, senza contare che questo batticuore improvviso non sapevo proprio da cosa fosse derivato.
“Ehm no” dissi notando che la sua espressione si faceva piuttosto seria. Probabilmente mi aveva riconosciuta.
“Bene” disse prendendo poi il pallone allontanandosi da me per ritornare a giocare con i suoi amici che lo chiamavano impazienti di continuare.  Fissai le sue spalle che si allontanavano, mi alzi subito dopo ritornando a guardare le mie compagne che giocavano a pallone. Scossi la testa unendomi a loro.

OH cielo!! Ho pensato non appena sono entrata nell’aula e ho visto che la maggior parte di quella classe era composta da ragazzi. Beh ovviamente quando ho letto che radish Son seguiva il corso di elettronica avrei dovuto immaginare che era per la maggior parte formato da ragazzi, infatti gli essere umani di sesso femminile si potevano contare sulle dita di una mano. Mi avvicinai ad un banco sedendomi in silenzio e aggiustandomi la sciarpa arancione brillante che avevo attorno al collo. Elettricità, non avevo la minima idea da dove cominciare e sicuramente, se interpellata, avrei fatto una pessima figura. Ma il lavoro è lavoro e richiede sacrifici. Sentivo gli occhi dei ragazzi puntati addosso, non che non me lo aspettassi data la mia ineguagliabile bellezza, ma potevano avere un po’ di contegno, ad alcuni per poco non serviva un vassoio per raccogliere la bava.
“tks” dissi in tono abbastanza smorfioso girando lo sguardo verso la cattedra ancora vuota. Picchiettai le mie unghie, accuratamente smaltate, più volte sul banco in attesa dell’arrivo del professore.
“Mi pedini?” Una voce seguita da un respiro, che riuscì quasi a penetrare la mia sciarpa giungendomi al collo, era appena giunta alle mie orecchie. Scostai lo sguardo sul moro che aveva portato la sua sedia a fianco alla mia e mi fissava con sguardo di sfida.
“Può darsi” dissi semplicemente accennando un sorriso. “E anche se fosse?” aggiunsi mentre lo fissavo attentamente.
“Staseresti commettendo il più grande sbaglio della tua vita”
“Ah e perché? Correrai a dirlo ad uno dei tuoi amichetti?” dissi imitando un ironica faccia dispiaciuta.
“Non ho bisogno di nessuno” fece lui arrogante
“Si sicuramente e quando il tuo capo di vieni, ci vai di corsa o preferisci il passo veloce?” continua ironica
“E quando chiama il tuo di capo?” disse lui di rimando
“Il mio capo non chiama” sorrisi “siamo in democrazia” aggiunsi
“Cosa ti fa pensare che non lo siamo anche noi”
“I maschi non conoscono la democrazia” aggiunsi con ovvietà. Lo vidi aggrottare le sopracciglia per poi alzarsi e dirigersi verso il suo posto. Uno a zero per me.

Yamcha…un perfetto idiota, arrogante, presuntuoso e aggiungerei poco dotato di materia celebrale. Lo seguo da un paio di ore e questa è la 53 volta che si ferma davanti ad una ragazza per farle un complimento? Insomma, fosse bello, me ne farei anche una ragione, ma perché non si rende conto che uno come lui non troverà mai una ragazza? Guarda tutte come se fossero inferiori, ma non si accorge che quello di minore importanza è proprio lui.
“Ehi piccola che fai?” mi sento afferrare per la vita sobbalzando leggermente.
“Ti sei spaventata?” mi domanda una voce calda e tranquilla che mi rasserena in pochissimo. Tom.
“No amore mio no” lo bacio sulle labbra in modo amorevole accarezzandogli le guance.
“Come va?” mi dice lui staccandosi e fissandomi con uno strano sguardo al quale do poca importanza.
“Tutto bene e a te?” lo fisso attentamente.
“Bene bene” sorride “scusa ma devo andare” dice spostando lo sguardo su un altro ragazzo.
“Va bene va bene” gli dico fissandolo mentre si allontana e riporto lo sguardo verso…cavolo l’ho perso di vista.

Rieccomi pronta a rompervi nuovamente le scatole...sarò sincera ho un'altra storia che mi balena per la testa, una nuova più articolata ma non ho intenzione di cominciarla fino a quando non avrò completato almeno queste due che già ho cominciato. Vi chiedo solo un po' di pazienza con i miei super ritardatari aggiornamenti ma cerco di fare il meglio davvero!! Comunque come avrete visto in questo capitolo ci sono i diversi punti di vista: la scritta gialla rappresenta c-18, quella rossa chichi, quella arancione Laura e quella verde Caty. Avrete notato l'assensa di Bulma ma solo perchè per lei ho in mente qualcosa di più complesso. Mi scuso per i possibili errori ma non ho riletto la storia poichè andavo e vado di fretta. Solo per questa volta salto i ringranziamenti uno ad uno perchè davvero devo finire di ripetere per una interrogazione (capitemi vi prego) prometto che la prossima volta recupererò. kiss kiss

  
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