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Autore: Lales    18/11/2009    6 recensioni
Perché proprio mio fratello? Perché? Tra tutti gli uomini del pianeta Terra tu hai scelto quello scemo di Tom? Dimmelo amica mia perché probabilmente siamo ancora in tempo per salvarti dall'oblio, dalla disperazione, dalle tenebre dell'inferno e da tutto ciò che comporta innamorarsi di Tom Kaulitz.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3.

Greta si guardava allo specchio della camera di Bill da cinque minuti buoni. Osservava le sue gambe sottili fasciate in quei jeans neri così stretti da permetterle a malapena di piegare il ginocchio. Al suo fianco un altro paio di gambe, ben più lunghe e sottili delle sue, fasciate anch'esse da un paio di pantaloni neri. Il pomeriggio di shopping con Bill era stato disastroso, non tanto per lui, riusciva a comprare qualcosa anche dentro un calzolaio, quanto per lei.
Per quanto adorasse il look dell'amico, adorava ancora di più il proprio; niente di eccentrico, solo cose semplici per passare inosservata. Lei quella specie di malattia chiamata egocentrismo non l'aveva mai avuta.
Inoltre, il solo pensiero che quella sera avrebbe dovuto affrontare una situazione più imbarazzante dell'altra su un paio di stivaletti grigi scamosciati con tacco dieci, la faceva stare ancora più male.
- Ti rendo conto che siamo vestiti uguali? - constatò Greta verso un Bill attentissimo a sistemarsi il gilet sul petto.

- Mi rendo conto - rispose assente, andando verso il letto dove aveva posizionato i suoi preziosi accessori da due chili ciascuno. 

- Non so se considerarmi la tua versione femminile o la tua versione maschile - disse Greta girandosi di nuovo verso lo specchio ed osservando Bill che ritornava dietro di lei. Erano vestiti uguali per davvero. 

- In mezzo alle gambe non hai niente, a meno che non sia successo qualcosa nelle ultime ore, e poi io non ho delle scarpe accattivanti come le tue -
Greta si guardò i piedi, era un miracolo che riuscisse a stare in posizione eretta. Lo sguardo salì fino alla cinta, uguale a quella dell'amico, alla maglietta bianca con delle stampe grigie, uguale a quella di Bill, per poi concludere in bellezza con un gilet nero con qualche applicazione strana, uguale a quella del cantante che si sistemava una catena di proporzioni discutibili, intorno al collo.

- Ripeto. Siamo vestiti uguali Bill! - disse con più enfasi, pensando che non avesse capito. Solitamente le persone che copiavano il suo look non gli erano molto simpatiche.

- Non sognavi di farlo da una vita? - disse il moro sbattendo le ciglia - io sì!

- Di solito evito di vestirmi da qualcuno che sembra appena fuggito da un ferramenta in saldo, a meno che non sia Halloween, allora il discorso cambia... – disse Greta andando verso il letto e sedendosi al fianco di un ammasso di metallo pesante.
- Così mi offendi -

- Che ci devo fare con tutte queste catene?! Strangolare Tom? -

- No, mi serve vivo. E poi cos'hai contro i miei gingilli? Hai avuto qualche trauma da piccola? -

Greta non lo ascoltò, era ancora intenta a fissarsi i piedi. Senza contare che Bill l'aveva costretta a farsi una specie di cresta con la sua frangia. Visti da fuori, pensava, dovevano sembrare due idioti.
- Oddio Bill mi sento una scema -

- Sei bellissima -

- Certo lo dici perché sei vestito come me, non puoi dire che sono bruttissima è come se ti dicessi da solo che fai schifo - 

- Esatto! - rispose lui estraendo uno dei suoi collaudati sorrisi plastici - dirlo a te è come dirlo a me stesso, senza sembrare troppo presuntuoso, non è geniale?! -

Tornò verso il letto e prese il resto della chincaglieria in un ammasso aggrovigliato e lo portò sopra al mobile dove teneva gli altri suoi preziosi gioielli. 

- Vedi! Ho ragione – rispose la ragazza mettendosi una mano sul viso. 

- Togli subito le mani dalla faccia che si rovina il trucco - la rimproverò l'amico rimanendo di spalle per poi tornare davanti allo specchio - e stai zitta, sei bellissima ed è quello che conta -

La bionda si continuò a fissare i piedi per qualche istante. Cosa avrebbe pensato Tom di tutto questo? Ovviamente non pensava proprio che si sarebbe accorto del cambiamento, poteva anche mettersi in reggicalze e perizoma, ma sarebbe stata sempre la bambina con le ginocchia sanguinanti.
- Ripassiamo il piano - disse Bill serioso continuando a fissare la sua immagine allo specchio.

- Allora - iniziò Greta - comincio con il dire che sono assolutamente contraria a questa cosa e che mi stai costringendo tu... -

- Sì sì - la assecondò Bill gesticolando con le mani - andiamo avanti - rispose annoiato.

- Arriviamo al party -

- Esatto -

- In quel momento inizia l'operazione tenere il topo lontano dal formaggio -

- Brava -

- Sei sicuro che non possiamo cambiare animale? - chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia. -

- No - disse Bill categorico - è troppo tardi -

- Ok, allora, tenere il topo lontano dal formaggio, ed entri in ballo tu -

- Chiaro, chi può tenere lontano Tom da una donna meglio di me? -

- Una partita a World of Warcraft? - tentò Greta. Bill la guardò di sbieco - Andiamo avanti - rispose nuovamente annoiato muovendo le mani.

- Dopo io entro in contatto con il formaggio e scopro i suoi punti deboli -

- La muffa Greta, scopri se ha la muffa! - la rimproverò Bill.

- Ma sei sicuro che dobbiamo usare questi termini da agenti segreti di quarta categoria che non hanno niente di meglio da fare? -

- Sì sono sicuro, è meglio non farci scoprire - alzò un sopracciglio alla sua immagine riflessa nel grande specchio, fissando Greta – se non ci sono intoppi entro questa sera Heidi se ne torna tra i monti, ok? -

Greta sorrise annuendo piano. In tutto quel marasma si era dimenticata di pensare al fatto che questa Heidi probabilmente era una ragazza dolce e gentile, e che sarebbe stata un'ottima compagna per l'amico, una ragazza di cui fidarsi, con cui lui sarebbe stato felice...

- Ehi principesse avete finito? - sentirono entrambi la voce di Tom, dal corridoio. 

- Si, arriviamo - gridò Bill mettendo le mani sui fianchi ed ammiccando allo specchio, girò la testa in diverse posizioni, poi spostò il peso sull'altra gamba; quando indicò lo specchio la ragazza si svegliò dal torpore che l'aveva colpita assistendo a quella scena terrifficante e scosse la testa atterrita - 

- Stella del cielo, giochiamo a Bill fotomodello un altro giorno, ok? - disse prendendogli un braccio ed aprendo la porta dove trovò di fronte a lei il petto di Tom, e Tom.

- Allora? - chiese il moro guardandoli curioso - che cosa avete combinato? - 
Dette un'occhiata veloce ai due e le sue labbra si stirarono in un sorriso - Ma come vi siete vestiti? - scoppiò a ridere divertito mettendosi una mano sulla pancia e continuando ad osservarli, mentre rimanevano impalati sull'uscio della camera.

- Tu vieni in tuta? - chiese la ragazza perplessa cercando di controbattere facendo notare a Tom che era effettivamente vestito con una specie di pigiama, anche se probabilmente aveva indossato uno dei suoi migliori completi hip hop da centinaia di euro e lei non capiva niente.

- Perché? - chiese Bill sicuro di sé scavalcando la bionda – siamo perfetti  -

- Ma perché l'hai fatta vestire così? -

Greta osservava la scena con gli occhi sgranati, quasi avesse paura di muoversi, di respirare.

- Cosa c'è che non va? - chiese il gemello spazientito.

- E' così... - disse Tom incrociando le braccia e continuando a fissare Greta con insistenza.

- Così? - chiese Bill assumendo la stessa posizione del fratello e continuando a fissare l'amica come se fosse un pollo a cui dovesse attaccare il bollino qualità certificata sul petto.

- Mah, sai Bill, è così... -

- Eh si -

- Però no insomma... -

- Forse si, troppo dici? -

- Ma va bene -

- Sì lo so -

Greta a quel punto li spinse via e si fece largo in corridoio andando verso le scale:
- Vi aspetto in macchina deficienti che non siete altro - attaccata al corrimano cominciò a scendere gli scalini sentendo le risate degli amici dietro di lei. Quei due insieme erano così irritanti che non si poteva non amarli. Certo, era convinta che anche lei non doveva stare troppo bene per essere amica loro, però si consolava pensando al fatto che li conosceva da sempre e che probabilmente si era abituata a quelle scenette da manicomio. Scese l'ultimo gradino per miracolo mentre arrivò Tom di corsa che la scavalcò e si precipitò alla porta gridando - L'ultimo che arriva alla macchina paga la benzina -

Greta alzò gli occhi al cielo mentre tentò di correre per qualche passo, ma dovette arrendersi cosciente del fatto che avrebbe potuto rompersi una caviglia da un momento all'altro, ma sopratutto notando che Bill non si stava affrettando per niente. Camminò nel giardino fino ad arrivare al garage dove Tom era già salito in macchina, aprì lo sportello posteriore e come se stesse scalando l'Everest riuscì a salire sul sedile. Quei pantaloni le stavano fermando la circolazione.

- Dov'è Bill? - chiese appena chiuso lo sportello. 

- Si starà mettendo il lucidalabbra - rispose rassegnato.

- Che domande idiote anche io - 

- Mi spieghi perché ti sei vestita da Bill Kaulitz? Halloween è passato da un pezzo... - Tom si girò verso i sedili posteriori abbozzando un sorrisetto.

- Lo sai com'è tuo fratello, mi ha preso per una Barbie gigante -

- Il fatto è che tu non ti sei mai fatta usare da Barbie gigante, continuo a sostenere la mia teoria... -

- Quale? - chiese Greta rassegnata.

- Hai un uomo segreto, e ti sei fatta bella per lui e quindi deduco che sarà alla festa di questa sera, di conseguenza mia cara, il sottoscritto farà di tutto per trovarlo, stai attenta – Tom mise indice e medio a forma di V e se li porto sugli occhi, per poi rigirarle verso Greta – ti tengo d'occhio -
- Ma perché non sono diventata amica di Joachim Wernon? - disse la ragazza stringendo i pugni e guardando il tettuccio della macchina, qualcuno l'aveva bruciato con una sigaretta.

- Perché puzzava – rispose Bill apparso dal nulla entrando in macchina – e poi stava sempre a piangere, non ti ricordi quando lo abbiamo chiuso nello sgabuzzino? - chiese Bill a Tom dandogli una manata sulla spalla.

- Oddio si! – annuì il fratello entusiasta mettendo in moto la macchina – Ti ricordi quanto pianse, e io tu e Andreas fuori a ridere, mamma mia che tempi -

- Voi due siete malati – disse seria la ragazza.

- I spensierati tempi del kindergarten – continuò Tom.

- A livello celebrale siete rimasti a quell'età , magari questo che si trova dietro l'angolo vi prende... se stasera fate i bravi domani vi ci porto – disse la bionda mettendosi in mezzo ai due sedili anteriori.

- Sì – gridò Bill entusiasta – voglio tornare a giocare con i lego! 

- Io voglio tornare a guardare sotto le gonne delle bambine –

- Maniaco – sbuffò Greta guardandogli il profilo e perdendosi per un attimo a fissare la punta del suo naso.

- Era così divertente, mi piaceva sopratutto il pezzo in cui urlavate e poi scoppiavate a piangere -

- Sai quante ne hai traumatizzate con il tuo comportamento deplorevole?! - si animò la ragazza dandogli una spinta leggera sulla spalla.

- Ma se lo facevano tutti! - si giustificò lui continuando a guidare.

- Tu però toccavi anche - constatò Bill annuendo.

- Eh beh, sono sempre stato precoce -

- Hai sempre fatto schifo Tom -

- Però tu con me ci parli ancora, chissà perché? - le chiese alzando un sopracciglio.

- Già chissà perché Tom – rispose lei sfidandolo dallo specchietto retrovisore.

Ci fu qualche secondo di silenzio in cui Tom strinse gli occhi. Significava che stava pensando, e Greta se ne accorse un attimo prima di staccare lo sguardo dalla sua visuale.
- Ok ok – intervenne Bill mettendo le mani avanti – Chiuso il discorso, pace amore ed ogni bene -

Tom ingranò la retromarcia ed usci dalla strada di casa, immettendosi in quella principale.

- Dove devo andare? - chiese tornando a sorridere.

- Non ne ho idea, pensavo lo sapessi tu – rispose Bill guardandolo.

- No che non lo so, io pensavo lo sapessi tu – disse scocciato.

- Lo so io – mormorò Greta rassegnata.

- E come lo fai a sapere? - chiese Bill sgranando gli occhi e girandosi verso di lei.

- Me l'hai detto tu oggi -

- Ah, sì? -

- Sì -

- Hai la memoria di un Minimeo – lo prese in giro il fratello scuotendo la testa.

- Guarda che i Minimei sono creature intelligentissime – rispose Bill oltraggiato.

- Oddio per favore, state zitti, state zitti! – Greta tirò fuori un foglietto dalla pochette e lo porse a Bill – Mi fate venire il mal di testa -

- Hai le tue cose? - le rispose Tom – Mi sembri nervosa -

- Io no, e tu? - disse pungente.

- Forse perché stai per incontrare il tuo uomo segreto... -

- Che uomo segreto? - chiese Bill tornando a fissare scioccato prima Greta e poi il gemello - Perché a me non mi dice mai niente nessuno? Perché sono sempre l'ultimo a sapere le cose? -

- Bill non c'è nessun uomo segreto - gli rispose Greta cercando di fargli capire con lo sguardo che era tutta una congettura di Tom.

- Greta si è innamorata di qualcuno e non mi vuole dire di chi -

- Davvero? - rispose Bill facendo finta di reggere il gioco al fratello - Dobbiamo assolutamente scoprire di chi si tratta! -

- Certo fratellino, dobbiamo impegnarci -

- Bill non ti ci mettere anche tu per favore - la ragazza si buttò a peso morto sullo schienale di pelle del sedile sbattendo le mani sulle ginocchia.

- Se c'è un uomo nella tua vita dobbiamo vedere se va bene per te, dobbiamo parlargli e scoprire che intenzioni ha – continuò Bill sorridendo sarcastico.

- Esatto – rispose Tom annuendo - non possiamo lasciarti nelle mani del primo che capita! -

- Per quanto sia lusingata da questa cosa, vi ringrazio ma i miei uomini me li gestisco da sola -

- Vedi Bill, vedi! - si entusiasmò Tom fermandosi al semaforo – C'è un uomo! C'è un uomo! -

- Come ho fatto a non capirlo prima! - disse Bill – Ti sei vestita così perché c'è un uomo! -

Greta si era già stancata, voleva tornare a casa.

- Qualcuno mi aiuti – implorò la ragazza – vi prego aiutatemi forze celesti -

- Ci pensiamo noi piccola Greta - rispose Bill sicuro - è tutto sotto controllo! -

Per fortuna il tragitto non durò troppo. Arrivarono al luogo della festa e scesero dalla macchina non immaginando che potevano esserci dei fotografi fuori dal locale. La bionda passò avanti non facendosi notare, cosa alquanto assurda, dato che era vestita come Bill. Ogni tanto li osservava, quando rilasciavano interviste, o quando suonavano a qualche grande evento, e non riusciva a capacitarsi che erano le stesse persone a cui cronometrava le gare di rutti a dodici anni.
Erano così professionali, così bravi, così perfetti. Qualche volta li osservava e si rendeva conto di quanto fosse difficile per loro tenere ancora un pezzetto spontaneo di loro stessi all'interno della loro personalità. Si girò a guardarli mentre i flash li colpivano, le pose plastiche studiate, i sorrisi finti di Bill, gli sguardi sexy di Tom... scosse la testa, per lei quelli non erano i suoi amici, erano due copie riprodotte, quelle persone lei non le conosceva. Forse era per quel motivo che dei Tokio Hotel conosceva solo le canzoni. Si girò spazientita e li aspettò all'entrata del locale. I ragazzi arrivarono subito dopo e Tom la spinse dentro mettendole una mano sulla schiena; Greta avvampò in un istante e sentì la sua voce sussurrarle all'orecchio – Ti tengo d'occhio -
Si girò verso di lui e gli fece un sorriso di circostanza, mentre lei e i gemelli venivano prelevati dalla sicurezza e scortati nel privè del locale. La musica era assordante, troppo alta e troppo rumorosa. Le luci troppo basse, non vedeva niente. La gente ammassata, fino a quando non tornò a respirare una volta varcata la zona riservata alle persone importanti. La mano di Tom era ancora sulla schiena, morbida la guidava nella folla. Appena vide Gustav gli corse incontro, sollevata di vedere un volto familiare.

-Ciao – rispose lui abbracciandola forte – Come stai? -

- Gus tu come stai? - disse lei raggiante – Sei dimagrito! -

Bill arrivato lì vicino mise una mano sulla spalla del batterista e la strinse per quanto potesse – Il nostro Gustav sta trasformando la massa grassa in massa muscolare -
- Ah – disse Greta come se avesse capito – Che bello! -

- Bill stai zitto! - gli rispose il biondino – Greta sei bellissima, anche se sei vestita come Bill -

- Grazie! - sorrise lei poco convinta.

Nel frattempo Tom che aveva assistito alla conversazione mise una mano sulla spalla sia di Greta che di Gustav squadrandoli attentamente – Non è che sei tu l'uomo segreto? -

- Cosa? - chiese Gustav non capendo.

- Tom sei paranoico! - gli disse Greta scocciata – vado a prendere qualcosa da bere -

- Io champagne – disse Bill guardandola sbattendo gli occhioni.

- Anche io! - disse subito Tom.

- Certo padroni, subito -

Arrancando sui tacchi arrivò al bar e si sedette su uno sgabello libero, ordinò tre bicchieri di champagne, e mentre aspettava si guardò intorno girando in tondo sulla sedia cercando altre facce conosciute. Quel party non le sembrava molto diverso da altri a cui aveva presenziato quando Bill e Tom l'aveva trascinata con la forza, la gente con la puzza sotto al naso non mancava mai. Ragazze bellissime e decisamente molto lontane dal prototipo normale di donna, uomini eleganti che sniffavano cocaina su lastre di vetro, ragazzi normali finiti lì dentro senza neanche essersene resi conto, che a volte vivevano queste feste più come condanne che come divertimento. Cosa si dovesse celebrare poi con tutti quei party, Greta dopo anni non l'aveva ancora capito. Poco dopo finalmente si parò il viso di Georg di fronte a lei, fece un grande sospiro di sollievo.
- Ehi animo solitario, ti ho vista da laggiù -

- Oddio – Greta sorrise piano avvicinandosi al ragazzo e stringendolo forte – quanto mi sei mancato -

- Anche tu – rispose lui sussurrandole nell'orecchio – ma non facciamoci vedere così da Michelle altrimenti mi taglia le mani con la motosega -

Greta sorrise liberandolo dall'abbraccio mentre si sistemava i capelli.

- Dov'è la fortunata? Non me l'ha ancora fatta conoscere! - rispose la ragazza dandogli un colpetto sul braccio.

- Hai ragione, è che non siamo venuti per niente ad Amburgo in questi mesi. Comunque è andata al bagno con Natalie... -

- Ok – annuì la bionda -

- ...mezz'ora fa – continuò Georg – cosa ci fate voi donne nei bagni lo sapete solo voi, e sopratutto mi chiederò per sempre perché ci andate in gruppo -

- Segreti che voi uomini non verrete mai a scoprire – rise Greta prendendo due dei tre bicchieri di champagne e dandone uno al ragazzo.

- Cosa mi racconti? -

- Niente di che, lavoro, lavoro, lavoro, ed ogni tanto rubo la connessione per vedere cosa combina il mio gruppo preferito -

- Ah si, quale? - chiese Georg interessato.

- I Tokio Hotel, non so se conosci -

- No! - disse Georg scandalizzato – Ti piacciono quelli? -

- Ebbene sì - confermò la bionda bevendo un po' di champagne - Mi fanno impazzire! -

- Ma se il cantante è una donna! - disse serio il bassista - senza contare il fratello che è un'assoluta testa di caz... ciao Tom! - concluse la frase affrettandosi a bere lo champagne che aveva in mano.

- Donna, quanto devo aspettare per avere il mio bicchiere? - disse Tom serio guardandola di sbieco.

Greta lo guardò male, ingurgitò di colpo il contenuto della sua flûte, sentendo le bollicine che le pizzicavano il palato quasi lo graffiassero, e depositando il bicchiere vuoto tra le mani di Tom.

- Eccolo uomo, il tuo bicchiere -

- Come sei simpatica! - rispose il ragazzo posandolo sul bancone – Non vedi quanto sto ridendo? -

- Che c'è Tom? Sembri un tantino nervoso – chiese Georg facendo sorrisini verso Greta che lo osservava curiosa.

- Quell'idiota di Bill non mi aveva detto che c'era anche Heidi questa sera, appena l'ho vista mi è preso un colpo -

- Ah, sì? - chiese Greta ridendo – Volevo vederti mentre ti prendevi un colpo -

- Non è divertente – disse il moro prendendo il suo bicchiere e bevendolo tutto d'un fiato.

- Ma Heidi quella di cui ti sei mezzo innamorato? - chiese Georg con noncuranza mentre Greta si voleva sotterrare in quell'istante.

- Sì lei, ma cosa da poco comunque - rispose l'amica per Tom che nel frattempo aveva iniziato il suo training autogeno per cercare di non farsi mangiare dall'ansia. Era ansioso, Greta lo sapeva, si ricordava le tazze di valeriana purissima che gli faceva bere prima dei compiti in classe di tedesco.

- Si cosa da poco - disse Tom annuendo con lo sguardo perso nel vuoto - ora vado a sondare il territorio -

Non fece in tempo a terminare la frase che arrivò Bill, si poggiò alle ginocchia di Greta e prese il bicchiere di champagne pieno che si trovava sul bancone dietro di lei – Inizia il piano – gli sussurrò in un orecchio.

- Tom, andiamo a fare un giro? - chiese alzando la voce verso il gemello che annuì automatico mentre Bill si avvicinava e lo trascinava tra la gente come un manichino.

- Cosa state combinando tu e Bill? - Georg aggrottò la fronte con un sorrisino in volto, prima di bere nuovamente dal suo bicchiere.

- Io e Bill? - chiese Greta scuotendo la testa – Niente, perché? -

- Sento strane vibrazioni -

- Ma no – disse Greta ridendo nervosa – non succede niente! Guarda ecco Natalie! - rispose agitando una mano verso la bionda e cambiando subito discorso.

La truccatrice arrivò già con le braccia spiegate per abbracciare Greta in una calorosa stretta, le lascio un bacio sulla guancia e la guardò raggiante – Sei bellissima tesoro, bellissima -
- Come stai? -

- Bene! Bill mi stressa ma sto bene, tu? -

- Almeno a te ti pagano... - scherzò - anche a me Bill mi stressa, mi stressa anche Tom, ma sopravvivo -

- Perfetto! - sorrise Natalie – Brindiamo allo stress! -

La bionda si girò verso il bancone, mentre Greta guardò Georg, intento in un passionale bacio con una moretta più bassa di lui di qualche centimetro.
- Ehi, c'è gente che soffre qui - disse la ragazza ridendo. Era felice di sapere che Georg aveva trovato una persona di cui fidarsi, sapeva quanto per loro potesse essere difficile.

- I due si staccarono e sorrisero imbarazzanti, mentre Georg iniziava le presentazioni
- Lei è Michelle – disse orgoglioso – Lei è Greta -

- E' un piacere conoscerti – rispose la ragazza – tutti parlano di Greta, ero curiosa di conoscerti! -

- Ah si? - chiese la biondina ridendo nervosa – Tutti a parlare di me! Immagino che tutti sia riferito a Bill, magari in un discorso deve avermi nominato un paio di volte e ti ha raccontato la mia vita! - continuava ad essere nervosa, e non sapeva perché.

- Più che Bill, Tom, parecchio, si... - rispose Michelle pensierosa mentre Georg al suo fianco le alzava un sopracciglio. Confusione totale. Natalie si girò con altri due bicchieri di champagne e ne porse uno a Greta.

- Allo stress di Bill e al nostro... No, a Bill che ci stressa, brindiamo – la bionda alzò il calice in alto e ne bevve un sorso – A proposito dov'è? -

Greta non fece in tempo a rispondere che sentì il cellulare vibrare nella sua pochette, la aprì di colpo e notò che Bill la stava chiamando.
- Ecco, è completamente impazzito, mi sta chiamando – rispose Greta - Pronto? -

- Greta ti devi muovere, non so fino a quando riesco a tenerlo -

- Ma avevi detto che... -

- Lo so cosa avevo detto, e non pensare che non sia una specie di sconfitta personale, però è agitato, vuole andare a parlarle -

- Sì ma io come faccio a sapere chi è? -

- Trova Natalie, chiedile con chi è venuta, ti ci porta lei -

- Sei sicuro? -

- Sì sono sicuro -

- Ma tu dove sei? -

- Non lo so! -

- Come non lo so, Bill che vuol dire? -

- Greta -

- Dimmi -

- Ci siamo dimenticati di darci dei nomi in codice -

- In che senso? - chiese perpelssa.

- Io mi chiamo Dior, tu fai Chanel ok? -

- Cosa? -

- Bene Chanel, da Dior è tutto, passo e chiudo -

- Bill ma che...? -

Greta chiuse il telefono sconcertata, forse sarebbero dovuti andare insieme da uno psichiatra.

- Dov'è? - le chiese Natalie

- Non lo sa -

- Ah, bene! -

- Tu con chi sei venuta? - chiese Greta con noncuranza arricciandosi una ciocca di capelli intorno all'indice.

- Con una mia amica, a proposito, accompagnami a cercarla – Natalie prese Greta per mano mentre con quella libera salutava Georg e Michelle e gli faceva segno che si sarebbero visti dopo.

Natalie la trascinò nella folla, poteva seguire solo la sua chioma bionda impegnandosi a camminare sui trampoli che Bill le aveva messo ai piedi. Ci misero un po' a trovare l'amica di Natalie, a trovare la famosa Heidi di cui Tom si era mezzo innamorato. Era quel mezzo che non la convinceva, sapendo quanto fossero labili quei fulminei innamoramenti dell'amico. Appena la vide le prese il colpo che aveva avuto Tom, identico, li conosceva bene quei famigerati colpi. Sgranò gli occhi e la osservò nel suo vestitino verde bottiglia di strass, mentre si aggiustava la lunga chioma bionda e leggermente boccolosa. Gli occhi azzurri contornati da lunghe ciglia nere che sbattevano delicatamente. Le labbra rosee. Sentiva già da lì l'odore di un costoso profumo francese.

- Greta, lei è Heidi -

- Ciao – boccheggiò la biondina porgendole la mano.

- Ciao – cinguettò la ragazza dandole la mano, mollemente. Greta odiava quelle strette di mano, significavano solo una cosa, ed era quasi felice di saperlo: mancanza di personalità. Alla prima occhiata era il prototipo della donna che piaceva al suo amico. Tette grandi, culo sodo e magari l'occhione ceruleo a coronare il tutto, buona per due o massimo tre round tra le coperte, ma che se ci parli trenta secondi ti va il sangue alla testa.

- Lei è Greta, la migliore amica di Bill e Tom, se hai qualcosa da chiedere... - scherzò Natalie accarezzandole un braccio distratta - … io devo andare un attimo via – Greta si girò a guardarla supplicandola con gli occhi, non poteva lasciarla da sola con una che sembrava appena uscita da Germany's next top model.

- E così tu sei la famosa Greta – disse improvvisamente Heidi portandosi il bicchiere di champagne sulle labbra – Tom parla spesso di te -

- Oh, non sono così famosa, e chissà cosa ti ha raccontato quello -

Strinse ancora più forte il bicchiere che aveva tra le mani; era già la seconda persona quella sera che le diceva che Tom parlava di lei. Cosa diavolo volesse significare non ne aveva la minima idea.
- In effetti all'inizio temevo fossi la sua ragazza, per fortuna ho scoperto che non era così – chiuse gli occhi in un sogghigno. Greta quasi tremo a quell'espressione.

- No, io e Tom – scoppiò a ridere isterica – Neanche nei miei peggiori incubi -

- Da quanto vi conoscete? -

- Da quando ho memoria praticamente -

- Dev'essere bello avere una persona così famosa come miglior amico, no? Party esclusivi, immagino vedrai gente importante tutti i giorni... -

Greta strinse gli occhi circospetta, dove voleva andare a parare la ragazza?

- Per me è rimasto il bambino che si scaccolava a tavola - disse seria fissandola negli occhi, con sfida.

- Come? - chiese Heidi facendo finta di non aver capito, ma Greta era convinta che avesse capito perfettamente.

- Dicevo, è rimasto il bambino che giocava con me in giardino – sorrise falsamente bevendo un altro sorso di champagne, se andava avanti così tornava a casa gattonando.

- Sì – sorrise lei plasticamente bevendo altro champagne.

- Voi come vi siete conosciuti? -

- A New York - disse con noncuranza - avevo lavorato già con Natalie qualche anno fa e l'ho incontrata ad un party mentre era con Tom e quindi... -

- Natalie e Tom da soli? - chiese sorpresa.

- No ovvio che no - si spostò nuovamente i capelli da una spalla all'altra - C'erano anche gli altri... -

- Gli altri? -

- Si Bill e gli altri – concluse la frase bevendo ancora e fissandola annuendo leggermente.

- Capisco... -

- Lui è così dolce! - le disse alzando la voce, le posò una mano sul braccio come se fossero amiche da una vita, continuando ad annuire.

- Sì? Chi? - chiese Greta non capendo.

- Tom! Tom è così dolce -

Nel modo in cui lo diceva c'era qualcosa di veramente terrificante.

- Tom? - disse Greta sicura – Tom sì, assolutamente, è così dolce che caria i denti -

- Sì – rispose lei sognante – E' veramente dolce ed anche affascinante -

Per un secondo nella mente della ragazza scorsero delle immagini in bianco in nero di Tom in mutande che le ruttava in faccia mentre giocava con la playstation senza farsi la barba da tre giorni.

- Sì – confermò Greta – è veramente un ragazzo affascinante -

- Ed anche molto richiesto – continuò Heidi.

- Da chi?

- Beh dalle ragazze -

- Ah, già, da chi sennò?! - rise nervosa.

- Sai cosa ho sentito? - Le disse circospetta avvicinandosi al suo orecchio mentre beveva dello champagne – Che a letto è fantastico -

Greta strabuzzò gli occhi e cominciò a tossire, per poco le bollicine non le uscivano da naso.

- Oh, davvero? - rispose la bionda tentando di riprendere il controllo della voce – Non lo so, non sono mai andata a letto con lui -

- Come no? E che migliore amica sei? - Chiese quasi scioccata la biondona per poi distendersi in un sorriso e darle una spinta sul braccio – Scherzavo! -
Greta scoppiò a ridere – Ma certo, l'avevo capito! -

- Tu hai Twitter? - Le chiese la bionda cambiando espressione, ora sembrava un cacciatore di quaglie o qualcosa del genere.

- Cosa? -

- Non sai cos'è Twitter? -

- Oh, Twitter, sì ce l'ho, perchè? -

- E' fantastico! Devi seguirmi su Twitter! -

- Ma certo – annuì Greta poco convinta – sarebbe magnifico -

Ringraziando i corpi celesti il telefono nella pochette cominciò a vibrare.
- Perdonami un attimo – disse rivolta alla ragazza – E' importante -

- Pronto? -

- Gret... cioè Chanel -

- Dimmi Dior – rispose Greta stancamente.

- Dove sei ?-

- Con il formaggio -

- Benissimo! -

- Tu dove sei? -

- Con il topo in giardino, lo sto facendo sbronzare -

- Cosa? Ma sei completamente impazzito? -

- Non ti preoccupare so cosa sto facendo -

- No tu non lo sai cosa stai facendo -

- Ti fidi di me? -

- Adesso no -

- Gre... Chanel è tutto, passo e chiudo -

Greta continuava a fissare Heidi, era vero che era perfetta, ma era anche felice di aver scoperto che era bella quanto scema; sicuramente Tom non aveva fatto in tempo a parlarci, limitandosi a controllare se le tette erano vere o rifatte. La cosa certa era che lì insieme a quella ragazza non avrebbe resistito ancora per molto, così richiuso il telefono le sorrise gentilmente.
- Perdonami, credo che andrò a prendere un po' d'aria -

- Oh fai pure – cinguettò Heidi – io rimarrò qui a farmi ammirare, dopo ricordati di passare così ti scrivo il mio nickname su Twitter -

La ragazza annuì incerta e si girò facendosi largo tra la folla; era convinta che avesse visto le porte per uscire nell'aerea posteriore del locale poco prima, mentre Natalie la trascinava. Appena uscì da un gruppo di persone impegnate a conversare senza capirsi, dato il volume della musica, poté distintamente notare l'uscita verso il giardino. Vi era una bellissima struttura in legno dove proseguiva la pista; ragazze disinibite muovevano a ritmo i loro corpi, altre invece si intrattenevano con uomini ben vestiti. C'era chi prendeva pezzi di frutta fresca dai tavoli sparsi per l'ambiente e chi si limitava a cercare la conversazione con il vicino. Di Bill e Tom nessuna traccia.
- Ciao stella – sentì dietro di lei una voce che conosceva fin troppo bene – ti sei ripresa dalla nostra ultima uscita? -

Si girò con il sorriso stampato sul viso, non pensava ci fosse anche lui – Andi – disse sollevata – per fortuna che ci sei anche tu – lo abbracciò forte, e rimasero uniti anche quando allentarono un po' la presa.
- Allora? L'ultima sbronza? - chiese il ragazzo.

- Il giorno dopo ero in uno stato pietoso, ma ne è valsa la pena -

- Anche io non stavo benissimo, però mi sono divertito – sorrise lui dandole un bacio sulla testa – ti va di fare due passi? Ho bisogno di un po' d'aria... -

- Anche io – annuì la biondina tenendo sempre un braccio sulla schiena dell'amico.

- Cosa mi racconti? -

- Niente di particolare – sbuffò Greta – sono appena scappata da una biondona ossigenata che mi ha detto che per prima cosa che Tom è dolce e affascinante e poi che non sono una buona amica perché non ci sono mai andata a letto... ti rendi conto? -

Andi scoppiò a ridere portando la testa indietro – Si chiama Heidi per caso? -

- Come lo fai a sapere? -

- E' tutta la sera che cercavo di togliermela di dosso, era convinta fossi qualcuno di famoso, quando le ho detto che ero solo un ragazzo normalissimo, mi ha guardato schifata e se n'è andata -

- Andiamo bene – costatò Greta – ecco perché le piace Tom così tanto -

- Già immagino perché sia Tom Kaulitz chitarrista dei Tokio Hotel -

Greta abbassò lo sguardo, mentre continuavano a camminare nel verde del giardino illuminato qua e là da fiaccole accese.

- Che cosa triste – disse in un soffio – Spesso mi dimentico quanto sia difficile per loro trovare una persona di cui fidarsi -

- Forse perché per noi sono rimasti sempre gli stessi – rispose il ragazzo guardando di fronte a lui – per noi non esistono Bill e Tom Kaulitz dei Tokio Hotel, ma solo Bill e Tom che catapultavano il gatto del vicino al di là della staccionata -

Greta scoppiò a ridere divertita. Si era dimenticata di quell'episodio, quante ne aveva passato quel povero micio.

- Perché quando hanno quasi allagato la palestra della scuola? -

- Non mi ci far pensare che se immagino la faccia di Bill quando si è rotto il tubo mi sento male! -

- Ci sarebbero troppe storie da raccontare, su di noi... -

Andreas annuì nella penombra e si fermò di colpo estraendo un pacchetto di sigarette dalla tasca, e dandone automaticamente una a Greta – Bill me l'ha detto – disse semplicemente il ragazzo, e Greta capì immediatamente.
- Sentiamo cosa ti ha detto... - rise piano, mentre le veniva accesa la sigaretta che aveva tra le labbra.

- Che ti sei svegliata... per noi sei un libro aperto -

Greta alzò gli occhi al cielo alterata.
- Lo sapevo che ti saresti arrabbiata se te lo dicevo – rise l'amico.

- No Andi è la storia del libro aperto che mi fa innervosire. Tutti mi leggono perfettamente, tutti: tu, Bill, Simone, anche i cani mi capiscono, tranne colui che dovrebbe leggere meglio -
- Lo sai com'è fatto... -

- Lo so – disse Greta atterrita – è un rincoglionito -

- Diciamo che è un po' distratto... - rispose Andi alzando le spalle – non si accorge delle cose che ha di fronte agli occhi... -

- Ed io cosa ho detto? - continuò la bionda aspirando un po' di fumo – è un rincoglionito! -

- Ma a parte questo – rise il ragazzo - c'è una storia che tu non sai... -
- Cosa? -

- Bill mi ammazza se te lo dico -

- Che c'entra Bill? -

-Bill me l'ha raccontata, Tom non sa che lo so, di conseguenza tu dovresti essere la prima a non saperlo -

- Mi stai facendo preoccupare... -

Andi aspirò una boccata di nicotina e alzò le spalle di nuovo – Era solo una questione di tempo prima che succedesse, te l'hanno detto tutti immagino... -
- Le tue doti da veggente mi stupiscono sempre di più – rispose la ragazza buttando la cenere sull'erba.

- Quello che tu non sai, è che era già successo... solo era successo a Tom -

- In che senso? - chiese la ragazza sgranando gli occhi.

- Poco prima che uscisse Durch den Monsun, ti ricordi com'era strano con te?! -

- Certo che me lo ricordo, non mi parlò per una settimana, ma io pensavo fosse per l'ansia dell'uscita del singolo -

- No diciamo che aveva un altro tipo di ansia -

- Non riesco a capire – disse scuotendo la testa.

- Te lo voleva dire che c'era qualcosa di diverso nel modo in cui ti pensava. Si era preso una bella cotta. In tutta quella settimana, Bill mi ha detto che era intrattabile e tutto perché non sapeva cosa fare. Nessuno immaginava quello che sarebbe successo dopo il quindici di agosto, nessuno lo immaginava, tanto meno lui. -

-Penso di stare per piangere – disse Greta crollando seduta sull'erba, seguita subito da Andi che le accarezzò la guancia preoccupato.

- Poi lo sappiamo cosa è successo, singolo alla numero uno, loro che vanno via da Loitsche e le visite una volta al mese -

- Non ci posso credere -

- Se non ti ha più detto niente era perché lo sapeva che la vostra storia sarebbe morta prima di nascere, eravate due ragazzini, e nonostante questo, ha preferito tenerti vicina come amica, che perderti come ragazza.

- Ma io all'epoca non pensavo a lui come un qualcosa di più  -

Quella settimana era stata terribile. Ogni volta che si presentava a casa dei gemelli, Bill doveva trovare qualche scusa per farla andare via, e se lo ricordava quello sguardo triste negli occhi nocciola di quel bambino dai capelli neri.

- Greta, lo sapevano tutti, l'hai detto anche prima: voi due siete perfetti insieme, anche un cieco si accorgerebbe della sintonia che avete -

- Ma se litighiamo sempre – disse la bionda nella confusione più totale.

- E questo è il primo segnale d'allarme, tu lo stimoli, lo fai ragionare – si sedette meglio sull'erba e aspirò ancora una volta la sua sigaretta – tu sai tutto di lui, sai come prenderlo quando è incazzato, sai cosa fare quando è ansioso, sai cosa dirgli quando non sa cosa fare -

- Questo lo fa anche Bill, lo fai anche tu, lo fanno anche Georg e Gustav – disse la ragazza guardando l'erba sotto di lei.

- Ma Bill è il gemello, è normale che faccia una cosa simile, tu sei Greta, l'amica che non l'ha mai abbandonato, anche quando ha fatto lo stronzo. Tu per lui ci sei stata sempre, sei uno dei suoi pilastri... Chi chiama quando ha qualche problema? -

- Me – sussurrò Greta - però mi cerca anche quando deve stirare le magliette e non sa come fare, o quanto cerca di avvelenare tutti sul tour bus con i suoi esperimenti culinari - continuò sarcastica.

- Appunto, ti cerca quando ha bisogno di aiuto -

- E' questo di cui ho paura Andi... se dovessi mai confessargli cosa sento, ho paura che non mi cercherà più come adesso. Lo conosco così bene che so anche come si comporterà... -

- Lo so anche io, ma devi darti una possibilità -

- … mi dirà che sono una stronza, perché l'ho preso in giro, perché non gli ho detto la verità – continuò la ragazza senza ascoltare la risposta di Andreas.

- Ma poi ci rifletterà – disse lui.

- Sì, e mi dirà di nuovo che sono una stronza – concluse scuotendo la testa.

Andi spense la sigaretta nel prato e si dette la spinta con le mani per alzarsi in piedi, si pulì le mani sui jeans e ne tese una a Greta che lo guardava dal basso con gli occhi lucidi.

- Perché non ti dai una possibilità? - Greta afferrò la mano dell'amico con forza e si tirò su, tenendo la sigaretta tra le labbra.

Si guardò intorno sospirando, c'erano solo loro e le fiaccole, e forse qualche animale su qualche albero.

- Non lo so, non voglio perderlo -

Andi la abbracciò e le dette un nuovo bacio sulla testa, incamminandosi di nuovo verso la festa.

- Non lo perderai, e poi vuoi rimanere così per sempre? In questo limbo dell'indecisione...? -

- Se in questo limbo posso continuare a stargli vicino, allora si... -

- Sei sempre stata così testarda... - le rispose lui dolcemente.

- Ho paura – si fermò di nuovo nel prato e lanciò il mozzicone lontano, un leggero venticello le scompigliò i capelli facendola rabbrividire. Faceva freddo, ma se ne stava accorgendo solo in quel momento.

- Lo so – rispose il ragazzo abbracciandola di nuovo.

- E' così importante per me, voi siete importanti per me, siete la mia famiglia, il mio tutto, le persone con cui sono diventata grande -

Andreas la strinse ancora più forte dirigendola verso un tavolo – Stai tranquilla stella, andrà tutto bene, devi solo lasciarti andare -
Lasciarsi andare non era facile, specialmente quando hai paura di perdere ciò che hai di più bello e puro al mondo, come l'amicizia di qualcuno che conta così tanto, come se fosse aria.
Greta alzò il viso e gli stampo' un bacio sulla guancia – Grazie -

- Prego – sorrise il biondo, accompagnandola al tavolo dove da lontano la bionda poté notare Bill, da solo, con un bicchiere di champagne in mano e lo sguardo truce. Si avvicinò ansiosa non vedendo il gemello nei paraggi. Sicuramente la tattica della sbronza non era stata vincente.

- Che succede Bill? - chiese Andreas sedendosi ad una delle sedie di vimini del tavolo.

- Dov'è Tom? - disse invece Greta guardandosi intorno, ma dell'uomo in tuta nessuna traccia.

Bill indico il tavolo spazientito facendo segno di guardare sotto. Greta scosse la testa, ma alzò comunque la tovaglia che arrivava a toccare terra. Tom era seduto con una bottiglia di champagne in mano.
- Ciao Gre – gli disse sorridendo e alzando una mano.

La ragazza abbasso la tovaglia e si avvicinò al viso di Bill dicendo con un sussurro strozzato:
- Perché tuo fratello è sotto al tavolo? -

- Non lo so, so solo che non ce la faccio più e voglio andare a casa - rispose lui bevendo altro champagne.

- Bill ma l'hai fatto sbronzare tu! -

- Sì per tenerlo lontano da Heidi, ma forse ho esagerato -

Nel frattempo Greta sentiva le mani di Tom che le afferravano le caviglie e la invitavano gentilmente a seguirlo sotto al tavolo.

- Stella penso che solo tu possa risolvere questa cosa – disse Andreas con un sorriso di circostanza indicando il tavolino di vimini.

- Bill io ti ammazzo - disse la ragazza alzando la tovaglia e scivolando per terra sulle assi di legno, vicino a Tom. Era veramente andato, aveva la sua classica espressione da ubriaco perso e giocava con i lacci della felpa. La prima volta che l'aveva visto in quelle condizioni aveva deciso di ubriacarsi perché a scuola gli avevano dato l'ennesima nota ingiustificata e perché l'avevano separato da Bill, ancora un volta. Era andato via lanciando lo zaino nel cortile, sapeva che Greta l'avrebbe raccolto, si sentiva morire in quel paese grigio, voleva solo dimenticarsi di trovarsi lì. Era così triste ed incazzato che aveva costretto un ragazzo più grande a comprargli delle birre al supermercato, in fondo aveva solo dodici anni, ed a Loistche avrebbero detto a Simone che suo figlio aveva comprato da bere nel giro di qualche ora. Si era scolato tre lattine, poi aveva iniziato a stare male, ed a reggergli la testa sopra al cesso, c'era stata lei, arrivata per riportargli lo zaino giusto in tempo. Bill quel pomeriggio era ancora a scuola e non si accorse mai di niente, forse. Come unico consiglio gli disse di non bere mai più a stomaco vuoto, l'aveva sentito una volta da qualche ragazzo più grande, non sapeva neanche cosa volesse dire. Quando tornarono in camera dei gemelli, Tom le mise un foglio davanti, era tutto scarabocchiato, ma si leggevano dei versi, ricalcati dalla penna nera, poi pronunciò l'unica frase di tutto quell'intenso pomeriggio: “L'ho chiamata Schwarz”.

- Ciao Tom, che ci fai qui? - le chiese mettendogli una mano sul ginocchio.

- Si sta bene, mi sento protetto – rispose lui bevendo altri due sorsi di champagne – vuoi un po'? -

- Sì, grazie – rispose la ragazza prendendo la bottiglia e lasciandola per puro caso cadere tra le assi, dietro di lei, in modo che si svuotasse, il ragazzo neanche ci fece caso, continuava a fissare un punto davanti a lui.

- Che ne dici se usciamo fuori e andiamo a casa? - chiese Greta dolcemente, avvicinandosi ancora un po' a lui per poterlo vedere bene in viso, in controluce.

- Tu vieni con me? -

C'era un tono diverso nella sua voce, era disperato, era pesante, era stanco, ma non era Tom.

- Certo che vengo con te – la rassicurò prendendogli una mano, era fredda.

- Greta, mi sento così... - disse lui all'improvviso stringendole le dita. Non finì la frase, ma girò lo sguardo.

- Così? -

- Non lo so -

- Beh è un passo avanti – sorrise la bionda posando l'altra mano su quella del ragazzo e accarezzandola leggermente.

- In questi momenti mi vengono in mente frasi veramente poetiche per scrivere una canzone. Certi momenti vanno coronati mia cara Greta -

- Sì hai ragione – disse assecondandolo.

- La luna è grande, la mia vita fa schifo -

- Mi sembrano argomenti interessanti – rispose la ragazza corrugando la fronte.

- E senza di te io cosa farei? - le chiese Tom guardandola negli occhi, mentre lei abbassava lo sguardo – Cosa farei? -

- Non lo so Tom, ma non sono domande importanti perché ci sarò sempre -

- E se un giorno non ci fossi più? Io come dovrei fare? -

-Tom sei solo ubriaco, andiamo a casa... - rispose la ragazza. Forse perché non poteva dare una risposta a quelle domande, o non voleva, probabilmente perché non c'erano risposte abbastanza giuste.

- E' importante trovare risposte a queste domande... - disse uscendo un po' fuori dal tavolo con la testa - devo sapere cosa farò quando la donna della mia vita non mi parlerà più.

- Ma io ti sto parlando e non ho intenzione di smettere, non ti libererai mai di me –

- Un giorno potresti accorgerti di quanto io sia stronzo, e non voglio che succeda -

- Va bene Tom – lo assecondò ancora, sempre più confusa.

- Te lo ricordi il nostro patto? - chiese il chitarrista socchiudendo gli occhi.

- Me lo ricordi perfettamente – rispose la bionda annuendo.

- Io mi ricordo l'odore di erba appena tagliata e di pioggia estiva, mi ricordo che c'era umidità, e che Bill si era appena fatto i capelli blu -

- Si è vero – sorrise Greta.

- Sai spesso quando devo ricordarmi qualcosa che è successa, per ricordarmi l'anno, mi ricordo il colore e la pettinatura dei capelli di Bill – confessò Tom – me l'avevi consigliato tu -

- Lo faccio sempre anche io – sorrise Greta – e mi ricordo quel giorno come se fosse ieri -

- Era esattamente un anno prima che uscisse Durch den Monsun, un anno prima che la mia vita diventasse questa vita – sospirò Tom – a volte vorrei tornare in quel campo d'erba con te e Bill ad aspettare che piova.

- Non si può tornare indietro, e poi la tua vita è bella così - 

- Si hai ragione, lo è, ma fa anche maledettamente schifo -

- Perché? -

- Perché tu ci sei così poco -

Rimasero in silenzio qualche secondo, e la ragazza non si era accorta che la sua mano era ricoperta dall'altra mano di Tom.

- E' importante avere risposte a certe domande – continuò il ragazzo.

- Certo -

- Tipo perché non ti ho mai... -

Lasciò la frase in sospeso e appoggiò la testa ad una gamba del tavolo di vimini.

Non mi hai mai cosa? -

- No niente, pensavo a quando eravamo piccoli... era tutto facile -

- Cosa c'è di difficile adesso? -

- Io e te siamo difficili -

- Ma di cosa stai parlando? -

Tom scosse la testa e fece per uscire dal tavolo.

- Sono ubriaco, voglio andare solo a casa -

Greta rimase a bocca aperta, sotto alla penombra di quel tavolo di vimini dalla tovaglia troppo lunga, mentre Tom veniva ripreso da Andreas e Bill. Non riusciva a pensare a niente, solo a quel discorso sconclusionato che l'aveva sopraffatta. Continuava ad essere sempre più confusa. Era quello ciò che realmente pensava Tom? La considerava la donna della sua vita perché alla fine era la sua migliore amica, o per altri sconosciuti motivi?
Sentiva solo il cuore battere più forte e la testa scoppiarle di dubbi.
La voce di Bill suonava lontana, ma la fece riprendere dal torpore.
- Cos'è una catena? Ora devo venire a riprendere te? Cosa c'è sotto questo tavolo? -

- No, sto uscendo – rispose Greta.

Quando uscì alla luce, lo vide sorridente mentre veniva sorretto da Andreas. Era tutto normale. Quello che succedeva sotto i tavoli, rimaneva sotto i tavoli.

___

Si entra nel vivo della vicenda!

Grazie mille a tutte coloro che hanno commentato, anche solo per scrivere "posta presto", spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo.  Cosa ne pensate di Greta e Tom? E di Bill? Heidi vi ha ricordato qualcuno? Beh, sì, mi sono ispirata proprio a lei!

Alla prossima. Baci.

  
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