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Autore: solarial    19/11/2009    10 recensioni
[Prima Classificata al contest "Team Seven in Pairing!" indetto da Domi-chan]
[Questa storia partecipa alla Criticombola di Criticoni (prompt 63 "No. Qualunque cosa tu possa dire o fare, la risposta è no.)].
Che diavolo doveva fare? Si sentiva così cretina! Era da almeno mezz’ora che si trovava dietro quella maledetta porta, indecisa se entrare o meno.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scacco Matto, Haruno Sakura

Prima di lasciarvi alla lettura, c'è una cosa da dire. La fanfiction è stata scritta mesi prima rispetto all'uscita degli ultimi spoiler. Per cui, se noterete, durante la lettura, la ripresa di determinate tematiche che coincidono, per l'appunto, con l'uscita degli ultimi spoiler, non sono io che mi sono ispirata a Kishimoto (ma lui e poteva farlo meglio... gnegnegne XD ok la smetto XD), è stata solo una fortuita coincidenza.
Ovviamente non ci sono spoiler all'interno della fic, per cui, può essere letta tranquillamente^^

 

 

 A Marghe,
Perché c'è sempre e mi è accanto
nei momenti belli e brutti,
Perché riesce sempre a farmi sorridere
e farmi sentimi bene.
Perché mi sopporta e mi incoraggia,
Perché è una persona speciale
e senza di lei e i suoi incoraggiamenti
non ci sarebbe stata questa fic,
Grazie di tutto.
Ti voglio davvero un mondo di bene.

 

 

 

 

Scacco Matto, Haruno Sakura

 

 

Quando Ino aveva oltrepassato la soglia della cucina per dirle che era arrivata a Konohagure la Sacerdotessa Shion, Sakura le aveva risposto con un “E allora?” alzando una delle sue finissime sopracciglia, prendendo ad osservarla con quell'aria di sufficienza che tanto riusciva ad innervosire l'amica.
Ino sbuffò.
“E allora? Oh, ma tu sei proprio un caso disperato, sai?“
Sakura la guardò minacciosa. Come diavolo si permetteva quella scrofa di risponderle con quel tono? Si presupponeva che, nonostante avessero la stessa età, lei fosse la sua senpai - per non dire quasi sensei - dal momento che Ino aveva scelto di seguire le sue orme nel campo della medicina; per cui, dava per scontato che l'altra dovesse rivolgersi a lei adeguatamente e con rispetto. O almeno, lei lo sperava e continuava a farlo.
Prima che potesse ammonirla con frasi da far invidia ad uno scaricatore di porto, Ino l'aveva azzittita con quelle paroline che le avrebbero fatto scattare la molla.
“Fronte spaziosa, non ti ricorda niente il: Che ne dici Naruto? Mi aiuterai?”
Sakura sgranò gli occhi. Cazzo, si era dimenticato di quel piccolissimo quanto non insignificante particolare.

Istintivamente si trovò a desiderare del sake.
Senza rendersene conto, dettata da movimenti ormai abituali, si era versata nel bicchiere una buona dose di quella bevanda. Ino l'aveva osservata con sguardo accigliato borbottando qualcosa come “tu hai proprio preso tutte le più brutte abitudini della tua Shishou”, ma in quel momento, il desiderio di sentire l'alcool scorrere dentro di sé era stato talmente forte da non riuscire a reprimerlo.
“Che intenzioni hai?” Le chiese poco dopo.
“Che vuoi dire?” Rispose mandando giù un altro sorso. Però, guardandola, si rese conto del perché le avesse posto quella domanda. "No. Qualunque cosa tu possa dire o fare, la risposta è no."
“Ma dai! Potrei benissimo aiutarti!”
“Proprio per questo vorrei evitare, sai com'è! Conoscendoti, peggioreresti la situazione quindi, grazie, ma no!”

Ci mancava solo lei! Doveva assolutamente calmarsi. Farsi prendere dal panico non era di certo la soluzione migliore e poi rischiava pure di fare la figura della cretina. No, non poteva permettersi di perdere il suo autocontrollo.
Non era detto poi che quella fosse venuta a Konoha per reclamare ciò che aveva richiesto a suo tempo. Anche perché, non solo non ci sarebbe riuscita, ma le avrebbe strappato a morsi quella bellissima pelle vellutata che si ritrovava, spezzato le nivee braccia e gambe, cavato i suoi meravigliosi occhi di ametista e infine tirato uno per uno quei finissimi e lunghissimi capelli color del grano.
Ma poi, che razza di colore! Almeno il suo era originale ed esotico... il biondo, su di lei sicuramente falso, era così cliché. Per non parlare dell'accostamento biondo a biondo, no assolutamente antiestetico!
Non era forse risaputo che gli uomini preferivano le bionde ma alla fine si sposavano le more? Ovviamente in questo caso avrebbe vinto il rosa!
Certamente!
O per lo meno, era quello che lei voleva. E l'avrebbe ottenuto.

Naruto, è tutta colpa tua. Pensò stringendo il bicchiere e sentendolo scricchiolare tra le sue dita.
“Certo che la gelosia ti rende proprio buffa, sai?”
“Gelosa? Chi sarebbe gelosa?”
“Tu, mia cara!”
“Ma non dire stronzate!”
“Oh, tra le due mi pare che quella che stia cercando di reprimere gli istinti omicidi sparandosi nelle vene dosi convulsive di alcool, sia tu mia cara!”

Sakura, sentendo il liquido scivolare dalle sue labbra, si passò frettolosamente una mano e, ignorando la sensazione appiccicaticcia del sake sulla sua epidermide, prese ad osservare l'amica aggrottando le sopracciglia. Maledetta lei ed il giorno in cui l'aveva incontrata! Possibile che riuscisse a capirla come nessuno?
Se c'era una persona a cui non riusciva mai a nascondere i propri stati d'animo, ad eccezione della sua Shishou, era proprio Ino, che, in quel momento, la stava osservando con quel sorrisino ironico, il mento appoggiato sulle mani curatissime e le gambe incrociate a mostrare la sua superiorità e bellezza. Tipico gesto che trasmetteva il “io so molto più di quanto immagini”.

Portò la mano sulla tempia mentre le dita presero a massaggiare i lobi frontali, sperando di poter alleviare quella sensazione che la stava portando sull'orlo di una crisi di nervi. Più cercava di non pensarci e più l'idea di Naruto con quella Shion la colpiva come un fulmine a ciel sereno regalandole splendide immagini di coppia: lei che sorride, lui che le sussurra paroline dolci, lei che arrossisce, lui che accompagna quella mano a esplorare dolcemente il suo corpo e poi... le labbra che si sfioravano, i respiri rochi, i corpi che si attraevano quasi come due calamite...
Spalancò gli occhi immediatamente rabbrividendo. No, quello era decisamente troppo. Basta, non poteva sopportare quella pressione.

“Invece di pensare a me, perché non ti preoccupi per te?”
“Eh?”
“Se non ti sbrighi qualcuno potrebbe portarti via Shikamaru, mia cara!”
Ino aveva spalancato la bocca indecentemente mentre Sakura sorrideva trionfante. Touché.
“E questo cosa sarebbe, un tentativo da parte del bue di dare del cornuto all'asino?”
Ma non ricevette nessuna risposta dal momento che Sakura, dopo aver portato alle labbra la bottiglia di sake, l'aveva lasciata da sola, furiosa e con la cucina da pulire.
"Sapevo che non sarei dovuta venire a vivere con te!”

 

* * *

 

Che diavolo doveva fare? Si sentiva così cretina! Era da almeno mezz’ora che si trovava dietro quella maledetta porta, indecisa se entrare o meno. Se il buon senso le suggeriva di girare i tacchi e andarsene, il suo cuore le urlava di spaccarla e correre a picchiare talmente forte quella sottospecie di essere umano da ridurlo in brandelli, poi curarlo, ovviamente, e ucciderlo lentamente, così, a random, per poter ripetere quell'azione sino a che ne sarebbe stata soddisfatta. Avrebbe di certo trovato un modo per giustificare l'omicidio. D'altronde, incidenti di percorso potevano sempre succedere anche alle più esperti delle Kunoichi medico.

Oltre a sentirsi un'emerita cretina era pure frustrata. Mise le mani sui fianchi sbattendo ripetutamente il piede. Magari, se avessero sentito rumore, avrebbero interrotto quello che stavano facendo, no? O almeno, lei sperava... ma, dopo dieci minuti in cui aveva fatto cadere accidentalmente un vaso, chiesto alla reception di quell'hotel di chiamare per il servizio in camera e vari e eventuali tentativi, quei due non volevano saperne di uscire da .
Cominciava a diventare veramente impaziente. Che diamine stavano facendo?

Non sapeva come erano arrivati a quel punto eppure, sentiva che era giusto così.
In verità una vocina nella sua testa continuava a ripeterle estenuante che, se era arrivata a quel punto, era solo colpa sua e di quel sentimento che si era ramificato in lei, disarmandola e lasciandola in preda a delle crisi di nervi.
Sì, perché Sakura Haruno era stata morsa dal verme della gelosia che strisciava divorando, imperterrito, la sua razionalità.
Se all'inizio era riuscita a reprimerla - o per lo meno, peccava talmente di modestia, che si era autoconvinta di riuscire a tenerla a bada dentro di sé - più i giorni passavano e più quella vocina le ripeteva di tirare fuori le unghie prima che fosse troppo tardi.

C'era da dire che lei non si sarebbe di certo aspettata che lui potesse riscuotere tutto quel successo tra le donne. Aveva sentito dire in giro che gli era stato dedicato persino un Fan Club, ma stentava ancora a crederci. Era Naruto, mica Sasuke Uchiha o Neji Hyuuga; cioè, per quanto fosse cresciuto, non emanava di certo nessuna aurea tenebrosa, né attraeva per la sua innata eleganza, quindi, oggettivamente non c'erano paragoni. Era carino, anzi, negli anni era diventato veramente molto bello ma... non era statisticamente provato che alle donne piaceva più il tipo taciturno e composto che quello buffone e idiota? Certo, lei faceva parte della famosa ”eccezione che conferma la regola”,... lei era diversa, ecco.

Ovviamente non sospettava che quel demente potesse essere talmente ingenuo da farsi abbindolare così dalle altre donne. Dov'era finita la lealtà che le aveva mostrato negli anni?
Insomma, non aveva sempre detto che era lei la sua donna ideale? Non erano anni che non faceva altro che urlare ai quattro venti quanto volesse poter far breccia sul suo cuore? Belle parole, complimenti!
Si passò nervosamente una mano sul volto stravolto. Oddio, era sempre di Naruto dopotutto che si stava parlando, lo Shinobi più imprevedibile della galassia. Ed anche il più cretino, pensò.
Solo perché lei non si decideva ad aprirsi chiaramente, questo non voleva dire che lui aveva il permesso di flirtare con altre ragazze. Certo, non aveva nessun diritto di interferire nella vita privata e, sopratutto, sessuale del suo compagno di squadra non essendo ufficialmente la sua ragazza eppure... non riusciva a sopportare l'idea di saperlo con altre.
Insomma, quel cretino, spaventapasseri, che aveva l'intelligenza pari a quella di una lumaca, senza offesa per le lumache ovviamente, con la puzza di ramen e che non sapeva da che parte indossare i calzini, doveva essere solo suo. Ci aveva messo tempo per capire che quello che provava lui andava al di là della semplice amicizia e non avrebbe mai permesso a nessuno di portarglielo via.

Lentamente aveva appoggiato l'orecchio e le mani alla superficie, cercando, sperando, di percepire qualcosa, ma niente... che quella fosse una di quelle porte blindate insonorizzate?
Ecco, ora invidiava da morire Neji: almeno lui, potendo contare sulla sua abilità innata, in un batter d'occhio avrebbe potuto sfruttare il Byakugan per vedere che diamine stava facendo Naruto.
Improvvisamente ebbe un'idea. E se avesse chiesto a Hinata di prestargli Neji per un po' così da raggiungerla e dare una sbirciatina? Tanto era una cosa innocua e sbrigativa che non avrebbe fatto del male a nessuno; beh, solo a Naruto nel caso in cui si fosse resa conto che teneva le mani fuori posto.
Il sorriso che le aveva illuminato il viso orgoglioso della sua genialità si era improvvisamente rabbuiato accorgendosi di che diavolo stava per fare!
Ignorando completamente la vocina trafelata che, dall'altra parte del telefono, continuava a ripetere pronto sino a che venne coperta da una voce piuttosto roca ed incazzata che urlava di smetterla di interromperli durante i loro “allenamenti”, prese la decisione di passare all'azione!

Con sguardo determinato, si passò la punta della lingua sulle labbra prima di concentrarsi. Era arrivato il momento di dire basta a quella situazione.
Scricchiolando le dita una dopo l'altra, strinse la mano con forza lasciando che il chakra cominciasse a scorrere energicamente dentro di lei prima di circondare il suo pugno, pronto a scattare.

Dopo aver preso la rincorsa, con un urlo battagliero seguito da uno “Shannaro” che sicuramente avrebbe impallidito persino Orochimaru, l'Akatsuki e Nagato messi assieme, cominciò a correre pronta a sfoderare tutta la forza che aveva in corpo attraverso quel pugno. Ma, proprio quando stava per rilasciare il flusso di chakra, si sentì uno scatto e la porta si aprì. Non riuscendo a fermare la sua avanzata, si trovò a superare la soglia finendo per sbattere addosso a qualcosa prima di trovarsi riversata su un materasso, ansante e dolorante.

Dopo alcuni minuti di stupore e silenzio, si udì una voce che disse: “Così... deve essere questa la donna di cui mi hai parlato.”
Sakura avvertì una risata nervosa vibrare sotto di sé e questo le bastò per accorgersi che non era andata a sbattere contro qualcosa, piuttosto su qualcuno!
“Sakura-chan?”
Lo vide sbattere curioso le palpebre e si ritrovò ad arrossire furiosamente, sia per la vicinanza del proprio viso a quello del ragazzo, sia perché l'istinto aveva prevalso sulla ragione facendole fare la figura della demente davanti a quella Sacerdotessa che la stava fissando dall'alto in basso come se lei fosse una nullità.
“Problemi?”
Domandò minacciosa imponendosi di stare calma, spostando il peso del suo corpo da quello di Naruto e fissandola con lo stesso sguardo.
“Potrei farti la stessa domanda. Dopotutto, mi pare sia tu quella che è entrata come una furia interrompendo il nostro meeting!”
Il modo in cui aveva pronunciato la parola meeting, lasciando che la punta della lingua ruotasse sulle labbra maliziosamente, non era di certo sfuggito agli occhi attenti e scrutatori di Sakura. Quella donna non le piaceva per niente.
“Senti, perché non te ne ritorni al tuo villaggio e ci lasci in pace?” Domandò con una voce talmente statica e calma da stupire persino se stessa.
“Perché ho degli affari personali da portare a termine qui, con Naruto.”

Personali un corno! Urlava la sua parte interiore.
No, quello era decisamente troppo. Con passo felpato si avvicinò alla ragazza.
“Sarai pure una Miko, ma questo non mi impedirà di farti a pezzi se oserai avvicinarti ancora a Naruto, capito?” Domandò minacciosa senza interrompere il contatto visivo.
“Ah sì?” rispose Shion osservandola beffarda “E chi saresti tu, per impedirmelo?” Domandò poi sbattendo le lunghe ciglia, ironica.
Sakura sospirò lentamente prima di abbassare la testa in modo da avvicinare le labbra all'orecchio di quella serpe fatta a persona: “Questi, se permetti, non sono affari tuoi!” Sussurrò gelidamente prima di allungare una mano per stringere le dita sull'avambraccio di Shion “Quindi, se non ti dispiace...” la spinse dolcemente fuori dalla porta e, prima di chiudersela alle spalle, aggiunse “Ritieniti fortunata, la prossima volta non sarò così magnanima”.

Tzè, sicuramente quella lì adesso sarebbe corsa dall'Hokage a dirle quanto fosse stata maleducata nei suoi confronti, poverina! Ovviamente non poteva sospettare che la sua maestra in verità era sua complice e che quindi non le avrebbe rimproverato nulla, tutt'altro. Si sarebbe persino complimentata con lei.
Dopotutto, era stata lei a dirle che doveva darsi una mossa e che avrebbe dovuto combattere per l'uomo che amava, e così aveva fatto. Non aveva intenzione di cederlo a nessuno.

 

* * *

 

“Sakura-chan?”
Voltandosi con una lentezza esasperante, puntò il dito in direzione di quel pidocchio che se ne stava fermo sul letto.
“Tu!”
Naruto sentì un brivido attraversargli la colonna vertebrale. Quando reagiva così, gli faceva seriamente paura. Eppure, non riusciva a capire il perché fosse così arrabbiata. Appoggiò una mano sotto il mento sfregandolo. Non gli pareva avesse fatto qualcosa di sbagliato.
“Possibile che tu sia talmente ingenuo da non capire le sue reali intenzioni?” Domandò Sakura portando quel dito che precedentemente aveva puntato contro di lui in direzione della porta.
La sua domanda lo colse di sorpresa. Reali intenzioni?

Sakura lo osservò mentre si grattava la testa guardandola con aria di chi non capiva di che diavolo stesse parlando e questo la mandò in bestia. Dovette far perno sulla propria forza di volontà per impedire di lasciarsi andare e correre a picchiarlo. Non lo sopportava quando sfoderava così tutta la sua stupidità. Possibile che non capisse? Ma che diavolo aveva fatto di male per meritarsi tutto quello? Possibile che fosse così sfortunata in amore?

“Sakura-chan... va tutto... bene?”
“Oh? Ah... sì, alla grande!” Rispose passandosi disperata una mano tra i capelli. “Va tutto a meraviglia... idiota!”
Naruto strinse gli occhi, osservandola imbronciato. Mai una volta che lo trattasse dolcemente! Tranne quelle rarissime occasioni in cui gli mostrava la sua gentilezza, era sempre lì pronta a rimetterlo in riga o ammonirlo. E se provava a chiedere spiegazioni, la situazione degenerava visto che riceveva, quotidianamente, un pugno.
“Per caso ti sembro qualcuno che ha qualcosa che non va?” Domandò poi squadrandolo dalla testa ai piedi, minacciosa. Lui si limitò a scuotere la testa negativamente mentre si passava una mano sul collo ridendo nervosamente. Era meglio assecondarla.

 

***

 

Naruto sospirò, che ci poteva fare?
Era davvero l'unica a riuscire a trattare con lui. Se non ci fosse stata lei, probabilmente in molte occasioni avrebbe potuto compromettere non solo la sua vita ma anche quella degli altri. Lei, dopotutto, era come una sorta di benedizione: la sua.
Era vero che aveva un modo tutto suo di mostrargli che ci teneva a lui e, seppur non sempre era concorde con i suoi metodi, doveva ammettere che ne andava fiero, perché era come se ci fosse qualcosa di speciale ed unico che la legasse a lui. Dopotutto, mica riservava lo stesso trattamento a tutti. Certo, picchiava e riprendeva anche Sai e spesso l'aveva fatto persino con Kakashi-sensei e Yamato-taichou, ma non era la stessa cosa, c'era qualcosa di diverso. Non sapeva come spiegarlo, ma era come se lei riuscisse a trasmettergli qualcosa in più, quella diversità che lo rendeva unico.
Senza rendersene conto sorrise.
“Si può sapere che hai da sorridere adesso?“

Pensavo a quanto sei carina. Ma si riservò il diritto di dirlo, piuttosto allargò ulteriormente quel sorriso tanto da obbligare Sakura a picchiarlo. Ovviamente.
Si massaggiò la tempia mentre lei lo guardava accigliata.
“Mi hai fatto male!”
“Te lo sei meritato.”
“Certo, me li merito tutti.”
“Visto che lo sai?”
“Ovvio, io so sempre tutto!”
Oltre al sorriso adesso mostrava il pollice in aria. Il sopracciglio di Sakura si alzò ironicamente.
“Ah sì? E da quando?”
“Ma che domande Sakura-chan!” La osservò come se la risposta fosse ovvia “Da sempre, ovvio!” E annuiva vigorosamente, come per rafforzare con quei gesti il significato delle sue parole. “Io sono un genio!”
“Un genio? Tu?” Sakura portò una mano sulle labbra cercando di reprimere quella voglia improvvisa di ridere.
“Io, sì. Perché?”
“Ma sei serio?” Domandò mentre aggrottava le sopracciglia perplessa.
“Certo! Io diventerò Hokage un giorno, quindi devo essere un genio!” Rispose incrociando le braccia al petto, guardando dritto davanti a sé, quasi come se la vedesse proprio lì, la strada che l'avrebbe portato alla realizzazione del suo sogno, il futuro.
“Peccato che il genio sia stato bocciato tante volte ai tempi dell'Accademia.”
Naruto si sentì bruscamente riportato alla realtà.
“Ma che c'entra... quello... quelli...”
“Sì?”
“Incidenti di percorso, sì... ecco!” Rispose poi arrossendo.

Sakura sorrise trionfante. Adorava troppo vedere il viso di Naruto pervaso da ogni singola emozione, che fosse gioia o dolore, quel volto riusciva a tracciare il quadro perfetto dei sentimenti che provava. Se poi era lei la causa dei suoi continui cambiamenti, tanto meglio!
C'era una cosa che amava con tutta se stessa: l'innocenza di quegli occhi che riuscivano sempre a vedere la vita con ottimismo. Una caratteristica che gli aveva sempre invidiato.
Era cresciuto negli anni, nonostante fosse cambiato sia fisicamente che interiormente, i suoi occhi erano rimasti gli stessi e gliene era grata, perché rappresentavano un porto sicuro in cui approdare. Una casa a cui fare ritorno. La serenità di cui aveva bisogno per continuare ad andare avanti.
Buffo che proprio il custode di un demone potesse riflettersi negli occhi di un angelo.

La vita di una Kunoichi medico non era così semplice come tutti pensavano. Per quanto avesse lottato con tutte le sue forze per cercare di ripristinare anche la più difficile e tortuosa delle situazioni, non era Dio e non poteva pretendere di vincere contro la morte. Se da un lato lo aveva sempre saputo e affrontava la cosa con riguardo, dall'altro non riusciva a non sentirsi in colpa quando vedeva scivolare tra le proprie mani la vita degli altri, sopratutto quella dei bambini. Era in quei casi che si sentiva inutile, ed era proprio allora che Naruto spuntava fuori e inconsciamente la sollevava da quel peso che portava dentro.
Come sempre, sarebbe arrivato mostrandole quel sorriso idiota e, con la sua voce grossolana, l'avrebbe obbligata ad andare a mangiare del ramen, che lei avrebbe pagato, ovviamente, dato che lui, come sempre, avrebbe dimenticato il portafogli a casa o sarebbe uscito senza soldi. Si sarebbe lasciata trascinare dalle sue battute stupide e lasciata cullare dall'immensità di quell'azzurro che riusciva a trasmetterle quel candore e calore di cui aveva un disperato bisogno.
Bastava che lo guardasse per vedere tutte le sue ansie, angosce, pensieri negativi, sciogliersi come neve al sole.
Naruto c'era sempre stato per lei. Non ricordava un momento in cui lui avesse lasciato la presa. L'aveva sempre protetta. Sempre. E così sarebbe stato.

“Però ammettilo...”
Si era persa talmente tanto nei suoi pensieri da non accorgersi che Naruto aveva avvicinato il proprio viso al suo. Era talmente vicino che riusciva a sentire sulle sue labbra il suo respiro caldo.
“E’ proprio perché sono fatto così che... ti sei innamorata di me!” Aggiunse seriamente.
A quelle parole, il cuore di Sakura cominciò a battere forte mentre sgranava gli occhi sorpresa.

Oh Mio Dio. Fu tutto ciò di cui fu capace di pensare. Allora lo sa!

 

Arrossendo, non riuscì a tenere a lungo lo sguardo incatenato a quello di Naruto, troppo imbarazzata ma sopratutto confusa da quella improvvisa reazione, dalla serietà con cui lui la stava guardando.
E ora... che devo fare?
Fece vagare i suoi occhi ovunque, tracciando sapientemente i contorni di quel viso, sfiorando con lo sguardo quelle strane linee sulle guance, fino a soffermarsi sulle sue labbra, serrate in una piega seria che non era da lui, e fu un errore, perché desiderò con tutta se stessa potervi posare le proprie.
Lui parve accorgersene poiché, dopo aver chiuso gli occhi, avvicinò le labbra alle sue. Il sangue fluì velocemente nelle vene, mentre una strana sensazione cominciava a farsi spazio dentro di lei, colpendola proprio all'altezza dello stomaco, come se fosse attraversata da tante piccole scariche elettriche.
Avrebbe dovuto spingerlo via, avrebbe dovuto picchiarlo, urlargli contro, ma... non lo fece. Non poteva, né voleva farlo, non quando ardeva dalla voglia di poter dare voce ai propri sentimenti. Non quando finalmente Naruto si era deciso a compiere quel passo tanto sognato, agognato e atteso.
Mentre il cuore batteva talmente forte da sembrare voler uscire dal petto, chiuse gli occhi abbandonandosi completamente al ragazzo. E sarebbe stato tutto dannatamente perfetto se...

Un momento.
Che... una risata? Non era possibile, eppure...
Sakura aprì lentamente prima uno e poi l'altro occhio, ritrovandosi davanti un Naruto che si stava rotolando dalle risate, mentre si teneva la pancia con le mani.

Non. Era. Possibile.
Sakura continuava a ripetersi che quello doveva essere un incubo. Non poteva essere reale, non quando Naruto prima aveva cercato di baciarla dandole la possibilità di uscire allo scoperto e ora, non solo si allontanava bruscamente da lei, ma rideva sguaiatamente come se avesse davanti chissà quale oggetto di ilarità.
“Oddio Sakura-chan... ahaha... avresti dovuto... ahaha... vederti...”
Ok, l'avrebbe ucciso, lentamente, molto lentamente. Perché non esisteva che lui si prendesse gioco di lei così.
Stringendo le mani in pugni, sentì le unghie conficcarsi nella propria carne con forza. Probabilmente le sarebbero rimasti i segni e, se avesse continuato a stringere così, avrebbe cominciato ad avvertire il sangue fluire dalla sua candida pelle, ma quello era niente in confronto a ciò che stava provando dentro. Tremava.

“Maaaa... Sakura-chaaaaan, perché mi hai schiaffeggiato?”
No, questo era decisamente troppo! Come diavolo si era permesso quella sottospecie di invertebrato di prenderla in giro così? Come aveva osato ridicolizzarla in questo modo? Ma sopratutto, come poteva chiederle il motivo dello schiaffo?
Scosse il capo violentemente. Aveva sbagliato a venire. Era stato tutto un errore.
Inspirò e respirò lentamente, cercando, con quei gesti, di rilassarsi. Doveva calmarsi. Sapeva che era completamente inutile, in quel momento, prendersela in quel modo. D'altronde, che diritto aveva? Sollevò le labbra sorridendo amaramente. Nessuno.

“Sai che ti dico?” Sospirò “No, tanto sarebbe inutile lo stesso!”
Quando lui stava per ribattere, Sakura alzò la mano a pochi centimetri dalle sue labbra “Zitto. Ho detto zitto!” sussurrò digrignando i denti. “Evita di aprire quella bocca per cortesia. D'altronde lo sai già, no? Che sei un emerito cretino!”
Sputò con rabbia sull'ultima parola, e nonostante vide negli occhi di Naruto riflettersi la confusione mista al dolore per ciò che gli stava dicendo, perché non erano le parole a ferirlo quanto piuttosto il modo, appoggiò le mani sui fianchi guardandolo minacciosa, mentre il piede vibrava sul pavimento ripetutamente.
“Quindi sarebbe perfettamente inutile ribadire il concetto, non trovi? Ed io idiota che ho pensato, per un solo misero secondo, che dentro quella zucca vuota che ti ritrovi al posto della testa... perché non hai un cervello tu, nossignore...” scosse ironica la testa “avessi davvero capito quello che provo!”
Le parole uscivano come un fiume in piena, ed era talmente arrabbiata da non rendersene nemmeno conto.
“Stupida... sono soltanto una stupida!” Sussurrò voltandosi bruscamente e dandogli le spalle. Ci mancava solo che la vedesse mentre cercava di reprimere con forza la voglia di piangere.

 

***

 

Quella stanza era diventata troppo stretta ormai. Portò le mani tremanti all'altezza del collo, sentendosi soffocare. Più i minuti passavano, più quella sensazione di claustrofobia si faceva spazio dentro di lei e, con l'aggravante che il silenzio era calato come un macigno pesante, Sakura non riuscì più a resistere all'impulso di fuggire via.
Mossa dall'istinto cominciò a muoversi verso la porta; doveva andarsene da lì, immediatamente. Certo, sarebbe sembrata più una fuga, ma in quel preciso momento, tutto ciò di cui aveva bisogno era allontanarsi da Naruto. Con che faccia l'avrebbe più guardato dopo che gli aveva praticamente sbraitato in faccia - con rabbia poi! - che provava qualcosa per lui? Possibile fosse così maledettamente idiota? Non era lui l'imbecille, ma lei.

Ma proprio quando era riuscita a raggiungere la maniglia, il suo tentativo di abbassarla per aprirla venne interrotto dalla mano di Naruto che si era appoggiata sulla sua, coprendola, impedendole qualsiasi movimento e di conseguenza ogni via di fuga.
Avrebbe voluto girarsi per colpirlo con forza in modo da stordirlo per andarsene via e l'avrebbe di certo fatto se lui non l'avesse preceduta, sbalordendola, portando l'altra mano sul suo fianco e, approfittando della sua confusione, con una lieve pressione, non l'avesse spinta verso di sé in modo che la schiena di lei incontrasse il suo torace.

Istintivamente morse l'interno della sua guancia con forza non appena avvertì la mano di Naruto spostarsi lentamente dal fianco per posarsi sul suo ventre piatto mentre il suo respiro caldo le lambiva il collo.
Sentì le guance imporporarsi a causa della rabbia ma sopratutto di quella sensazione che provava dentro nel sentire quel corpo così vicino al suo in una morsa talmente intima da farla sentire in imbarazzo. Quella era la prima volta che tra di loro si creava quell'intimità, quella vicinanza. Il cuore batteva forte in petto.

“Sakura...”
Si sorprese dal fatto che lui avesse pronunciato il suo nome togliendo quel suffisso che sembrava aver coniato sin dal momento in cui l'aveva conosciuta, e la voce gli era sembrata talmente roca e profonda da chiedersi se quello fosse davvero Naruto; ma non disse nulla, si limitò a restare ferma, immobile e rigida, aspettando che lui continuasse.
“Tu...” lo sentì inspirare e respirare “Provi dei sentimenti... per me?”

Possibile che non te ne sia ancora accorto? Si domandò.
Eppure, c'era una cosa che l'aveva sbalordita maggiormente, ed era stato il modo in cui lui aveva pronunciato, o meglio, sussurrato, quel “per me”, come se lui sentisse di non avere nessun diritto di farlo o che fosse inammissibile che lei potesse provare qualcosa per lui.
Certo, sapeva che non era esattamente una cima nel percepire certe cose - oh, eccome se lo sapeva -, che non aveva tatto e che spesso era come se si ritrovasse di fronte ad un bambino a cui spiegare le cose con calma piuttosto che ad un uomo, ma di certo le sembrava strano che non avesse ancora capito ciò che lei provava, non quando un intero villaggio - e non solo - le aveva ripetuto, costantemente, quando fosse cristallino il suo sentimento.

“E' vero?” ripeté.
Poteva rispondergli di no, che si sbagliava, che quelle parole erano uscite così, senza pensarci più di tanto, che come al solito aveva frainteso tutto, ma... a che cosa sarebbe servito? A nulla, questo lo sapeva benissimo.
E poi era stanca, non erano più bambini, era arrivato il momento di mettere fine a tutta quella farsa, alle fughe, ai “se” e i “ma” che per anni avevano offuscato il suo cuore. Era arrivato il momento di affacciarsi alla realtà, per dare voce a quei sentimenti che per tanto tempo aveva tenuto dentro, per liberarli e condividerli, per quanto questo potesse essere difficile... beh dopotutto, si trattava di Naruto, mica del principe azzurro perfetto che aveva sognato da piccola.
Annuì decisa.

Lentamente lui la voltò in modo che potessero essere l'uno di fronte all'altra.
“Stai mentendo, non è vero? Cos'è? Un modo per prenderti gioco di me? Un modo per “picchiare Naruto con le parole”?” Domandò lui mentre le stringeva le braccia in una morsa dolorosa; e, per quanto potesse fare male, per quanto sicuramente avrebbe dovuto fare i conti con i lividi di quelle strette, lo lasciò fare. Il dolore fisico non era niente in confronto a quello che stava provando dentro.
“No.” Sussurrò fissandolo, naufragando nel vortice di confusione e sorpresa che albergava dentro quegli occhi.

Mosso dall'istinto, lasciò le braccia di Sakura per portare le mani sul suo volto in modo da poterla guardare in quelle iridi verdi, per poter cercare qualcosa, una qualsiasi cosa che potesse provare la verità di quelle parole; perché non poteva essere, non poteva... lei doveva mentire.
Per anni, per troppi anni, aveva provato a far sì che si accorgesse di lui, che lo vedesse come un uomo, e non poteva credere che le cose fossero cambiate, non riusciva a farlo perché, in verità, Naruto Uzumaki aveva paura che quello potesse essere solo un sogno, uno stramaledettissimo e fottutissimo sogno, pronto a svanire al suono della sveglia. Poteva anche questa volta il suo ottimismo proteggerlo dai suoi stessi sentimenti?

“Perché ti sembra così assurdo?” Domandò lei appoggiando le sue mani sui polsi di Naruto mentre cercava di non dare peso a quella morsa che le attanagliava il cuore. Perché non le credeva? Perché gli era così difficile crederlo? Perché era convinto che lo stesse prendendo in giro? Gli faceva così male sapere che lui potesse dubitare di lei. Eppure era convinta che negli anni fosse riuscita a guadagnarsi la sua fiducia.
Era vero, da piccoli l'aveva sempre trattato male, considerandolo più un ostacolo alla sua felicità che altro, e di questo non si sarebbe mai perdonata. Non dopo tutto il male che gli aveva provocato con il tempo, con i suoi capricci e le sue pretese. Ma le cose erano cambiate, lei era cambiata, cominciando a notare la crescita di Naruto, a guardarlo non più come una semplice scocciatura o il portatore di Kyuubi, ma come un essere umano, come migliore amico, compagno di squadra, come quel ragazzo che aveva sempre cercato di trovare qualsiasi mezzo pur di renderla felice.
Non gliel'aveva mai confessato, eppure l'aveva sempre considerato una sorta di modello da seguire, e lo invidiava per quella sua capacità di lottare con le unghia e con i denti, di tenere duro, affinché potesse raggiungere i suoi obiettivi, per superarli e fissarne di nuovi.
Eppure, era convinta, e forse peccava in questo, che lui avesse capito che era riuscita, finalmente, ad andare al di là della superficie e le apparenze, per scavare dentro e comprenderlo, accettarlo per quello che era, senza pretendere ciò che non era nella natura di Naruto.

Lo vide sollevare le labbra in una piega malinconica.
“Mi chiedi il perché? Sakura-chan... guardami...” sì allontanò da lei per allargare le braccia. “Non mi vedi? Sono io!”
“Non capisco.”
“Non capisci? Tu...” si passò una mano sul viso “Per quale motivo una ragazza come te, dovrebbe interessarsi di uno come me?” Prima che lei potesse rispondergli lui la precedette. “Insomma, non capisci? In tutti questi anni io ho sempre pensato che non ero mai abbastanza per te e poi... Sasuke... “ mormorò confusamente. All'udire quel nome, la vide chiudere gli occhi, mentre stringeva le mani in pugni.

Resterà sempre un’ombra tra di noi, non è vero, Naruto?

Le diede le spalle, non sopportava di vedere quel viso scurirsi al semplice udire quel nome che per anni era stato la causa della fine del loro team. Eppure, nonostante tutto il dolore, nonostante il rammarico e i sensi di colpa che provava, una parte di sé sperava ancora che tutto potesse tornare alla normalità, perché lui sapeva, ne era convinto, che un giorno avrebbe trovato Sasuke, fosse stata l'ultima cosa che avesse fatto, l'avrebbe riportato a casa, con loro, per essere di nuovo il Team 7, la sua unica vera famiglia. Tutto sarebbe tornato come prima. Sì, sarebbe andata così.

C'è ancora speranza, vero?

Aveva fatto quella promessa anni fa e aveva intenzione di mantenerla, per Sakura, ma sopratutto per se stesso, perché Sasuke era suo fratello e non avrebbe mai permesso a niente e nessuno di spezzare quel legame che lui stesso aveva stabilito, nemmeno se la causa della rottura fosse stato Sasuke stesso, non l'avrebbe mai lasciato andare. Mai. Quella mano sarebbe rimasta tesa verso di lui, sempre.
Sì, ma... a quale prezzo?
Sasuke al prezzo di Sakura.
Se Sasuke fosse tornato con loro, lui avrebbe dovuto rinunciare alla sua felicità per il suo bene, perché a quel punto, sarebbe stato di troppo.
Portò una mano sul petto, laddove faceva male. Non importava, era disposto a tutto per loro, tutto, a discapito di se stesso. Purtroppo.
Eppure, nonostante fosse davvero disposto a mettersi da parte quando il tempo sarebbe arrivato, per quanto potesse essere sbagliato, lui... voleva provare, seppur per poco, a toccare quella felicità tanto agognata che gli si presentava davanti. Che male c'era, poi?

 

***

 

“Sakura-chan... tu dici... insomma, tu provi qualcosa per me... ” Lo sentì inspirare e respirare profondamente, quasi se stesse cercando di trovare il modo giusto per fare ordine tra i suoi pensieri e articolarli.
“Eppure io non riesco a capire come possa essere successo, tu... come hai fatto?” sussurrò poi continuando a darle la spalle. Sakura si irrigidì a quelle parole.
“Dio, Naruto! Possibile che tu sia così stupido? Ma che razza di domande fai?” Domandò esasperata.
“No, è che non capisco... Io credevo che tu amassi Sasuke.”

Sakura sospirò passandosi una mano nervosa tra i capelli, poi, lentamente, si avvicinò a lui e, dopo avergli preso la mano, lo condusse sul letto affinché si sedessero uno di fronte all'altra.
Era arrivato il momento di affrontare la cosa. Ed era anche giusto così.
“Lui resterà sempre una parte di me...” rispose sincera. “Lui è stato il mio primo amore, una parte importante della mia vita che non potrà essere cancellata. Non perché deve essere così, ma perché non potrei mai farlo...”
“Sakura-chan...” la interruppe lui confuso “Non capisco... che vuoi dire? Mi stai forse dicendo che io sono solo il ripiego di Sasuke?”
Sakura sospirò. Era più difficile di quanto si fosse immaginata. Quando lo vide cercare di sfuggire al suo sguardo, come se avesse timore di sentire la risposta, allungò la mano tremante per sfiorargli dolcemente la guancia prima di fare una lieve pressione con le dita e costringerlo a fissarla negli occhi; doveva sapere senza fraintendere.
“Guardami e ascoltami attentamente.” Gli ordinò dolcemente “Non potrei farlo, non perché lo ami o provi ancora qualcosa... “ sorrise dolcemente sentendo che, finalmente, il viso di Naruto cominciava a rilassarsi “Sasuke-kun è stata la prima persona che mi ha fatto battere il cuore ed è per questo che ne voglio conservare il ricordo, solo questo. Un bel ricordo di ciò che ero, ma che non potrà mai impedirmi di amare e provare dei sentimenti per qualcun altro." Gli pizzicò la guancia "Mi hai capito adesso, Naruto? Non potrai mai essere un ripiego. Non me lo perdonerei mai e poi mai!”
“Davvero?”
“Sì, davvero. Non mi sono avvicinata a te perché non potrò mai avere lui. Che razza di persona pensi che io sia?” rabbrividì al solo pensiero “E' successo. Probabilmente ero troppo immatura per capire davvero cosa volessi o cosa tu mi stavi offrendo già dai tempi dell'accademia. Dopotutto eri ben lontano dal mio prototipo di ragazzo ideale e non rappresentavi nemmeno l'emblema del principe azzurro” si passò una mano tra i capelli “Ma si cresce Naruto, si matura, si ha la possibilità di andare oltre la prima facciata e... beh, succedono anche gli incidenti di percorso, come quello che è capitato a me con te” sorrise trionfante vedendo le labbra imbronciate di Naruto. Una piccola vendetta per aver pensato che lui fosse solo un ripiego.
Non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere. Teneva troppo a lui per trattarlo in quel modo. Non lo meritava, specialmente lui. Ciò che provava era davvero sincero e leale. Non si sarebbe di certo accontentata del primo che passava, nemmeno se questi fosse stato Naruto, se non avesse avuto la certezza di provare qualcosa.

“Se lui non se ne fosse andato, le cose sarebbero cambiate tra di noi? Avresti lo stesso provato qualcosa per me?” Domandò ingenuamente.
“Questo non lo so.” rispose mentre rideva a quella domanda “Nonostante me lo sia chiesta ripetutamente in passato, non sono mai riuscita a darmi una risposta. Però, di una cosa sono sicura, ti volevo già bene anche quando lui c'era” sollevò le labbra ironicamente vedendolo spalancare gli occhi sorpreso.
“E... se lui invece dovesse tornare?” chiese titubante dopo alcuni minuti. Doveva essere sicuro. “Se lui cambiasse idea? Se ti chiedesse di condividere la tua vita con la sua?”
Sakura sospirò. Perché le faceva tutte quelle domande? Non si fidava ancora?
“Non credo cambierebbe qualcosa... lui è il mio passato, Naruto, tu sei il mio presente. Siete parte di me, seppur in modo diverso, ma questo non ci separerà, né cambierà le cose.
Per quanto io abbia provato qualcosa per lui, ciò che adesso conta sei tu, ciò che sento per te e... noi. Il resto, si vedrà.” Rispose mentre timidamente e, con le guance rosse per l'imbarazzo, sì avvicinò a lui per sfiorare finalmente, le sue labbra con le proprie.
Non fu un bacio appassionato come quelli che aveva spesso visto in tv, né dolci come quelli che aveva letto sui libri o tormentati come quelli che aveva sbirciato nell'Icha Icha Paradise di Kakashi-sensei, no, tutt'altro; fu un semplice sfiorarsi che però bastò lo stesso a farle battere il cuore, a farle sentire sulla pelle le sensazioni e le emozioni che le stava trasmettendo Naruto.
Dolcemente si allontanò rimanendo con gli occhi chiusi, per continuare ad assaporare quel momento nell'intimità della sua mente, e prolungarne il piacere. Lentamente fece scorrere due dita sulle labbra dischiuse di Naruto, sentendo il respiro del ragazzo lambirne la sua pelle, ed era così caldo da riuscire a farle salire brividi di piacere.

Sorrise all'ironia della sorte.
Se in passato le avessero detto che la sua vita si sarebbe intrecciata a quella del ragazzo che le stava davanti, non ci avrebbe pensato più di due volte prima di ridere sguaiatamente. Ma le cose erano andate diversamente da come le aveva viste e desiderate da bambina. Quasi la sentiva, la mano beffarda del destino, muovere con decisione la pedina di quella scacchiera nella partita della sua vita.

Scacco matto, Haruno Sakura.

Un bacio, il suo primo bacio. Stentava ancora a crederci, ed ancora di più se pensava che era stata proprio lei a fare la prima mossa. Per quanto potesse essere stato in una camera d'albergo e non avesse rispettato nessuno di quei sogni ad occhi aperti che aveva fatto da bambina, immaginando il suo primo bacio al tramontare del sole, davanti ad un'enorme distesa di stelle che vegliavano su di lei o, perché no, persino sotto la pioggia; tutti quei sogni non erano niente in confronto alla realtà dei fatti. Non erano niente in confronto all'emozione indescrivibile che stava provando. Sentiva che quello era stato il momento giusto. Era stato perfetto così com'era. Oh sì.

Sospirando sognante appoggiò la testa sul petto di Naruto sentendo che i battiti del suo cuore erano accelerati, e sorrise immaginando quanto fosse imbarazzato o quanto si stesse ripetendo che quello non era soltanto un sogno. Povero Naruto. Chissà quante volte aveva sognato quel momento, si chiese. Ma non aveva più importanza, ciò che contava davvero in quel momento era che lui capisse cosa provava. Chiuse gli occhi quando sentì sulla fronte le labbra di Naruto e si rilassò completamente tra le sua braccia quando avvertì la sua mano che affondava, delicata ma decisa, tra i suoi capelli.

“Sakura-chan...” lei alzò il viso osservandolo mentre lo vedeva arrossire “Ne sei davvero sicura?”
Sorrise intenerita, seppur dentro di sé ribolliva dalla voglia di picchiarlo. Com'era possibile che avesse ancora dei dubbi nonostante lo avesse dimostrato con le parole e con i gesti? Eppure, una parte di lei lo capiva. Sapeva benissimo qual era la sua più grande paura, come poteva biasimarlo? Se non era sicuro e se continuava ad aver dubbi, era stato principalmente per colpa sua.
Certo, probabilmente sarebbero stati una coppia fuori dal comune, sicuramente si sarebbero trovati a litigare ogni giorno per le cose più stupide, ma era un rischio che avrebbe sicuramente corso, senza rimpianti. E poi, avevano così tanto tempo davanti a loro per cercare di migliorarsi come persone e come coppia, che non vedeva l'ora di assaporare ogni singolo momento, triste o felice che fosse.
“Più di quando non lo sia mai stata, Naruto” gli sussurrò prendendo nella sua la mano del ragazzo, intrecciando dolcemente le dita in una morsa decisa.

 Più di quando non lo sia mai stata.

 

The End

 

 

Disclaimer:Partecipa alla Criticombola di Criticoni (prompt numero 63 "No. Qualunque cosa tu possa dire o fare, la risposta è no." ).
Questa storia si è classificata Prima al Team Seven in Pairing indetto da Domi_chan.

Beta: Naco chan. Grazie (L)

*) La Sacerdotessa Shion è il personaggio che compare nel primo film su Naruto Shippuden
**) Che ne dici Naruto? Mi aiuterai? E' la battuta che viene detta dalla Sacerdotessa durante la fine del film in cui lascia intendere che vuole che Naruto la aiuti a formare una nuova stirpe di Sacerdotesse XD

 

“Terminologia”:
- Shishou: Termine usato per indicare il grado di maestra/o. A differenza di Sensei, viene usato per indicare il grado di una persona attraverso la sua esperienza in un determinato campo. Nel caso di Tsunade, in quello medico.
- Sake: è una bevanda alcolica tipicamente giapponese ottenuta dalla fermentazione del riso.
- Konoha: o Konohagure, è il villaggio della foglia. Uno dei cinque villaggi del mondo di Naruto.
- Byakugan: Abilità innata tipica del clan Hyuuga.
- Shannaro: Espressione tipica detta da Sakura prima di scagliare un colpo. Dovrebbe essere tipo una sorta di urlo battagliero, credo XD
- Taichou: Capitano.

 
Prima *_* Mi sono classificata prima. Oddio, stendo ancora a crederci! E' stata davvero una bellissima sorpresa. Non me lo aspettavo minimamente. L'avrò detto e ripetuto miliardi di volte, ma WOW.
Ci tengo a ringraziare Domi per l'ottimo lavoro che ha fatto giudicando le nostre fanfiction. E' stato davvero un piacere aver partecipato al tuo contest.
Complimenti vivissimi anche alle altre due podiste, sasusakuxxx e Nana° oltre che a tutte le partecipanti^^
Per sapere giudizi e tutto, seguire il link Qui

 

Note:

Dunque, queste note sono doveroseXD.

Punto numero uno. Le battute che ci sono all'interno del testo, sparse qua e là, non vogliono essere provocazioni di nessuna specie, men che meno frecciatine a qualcuno; piuttosto un modo per arricchire il testo e far divertire chiunque volesse leggerlo.

Punto numero due. Qualcuno potrebbe chiedersi perché Naruto sia così dubbioso.
In verità l'ho sempre pensato così, Kishimoto mi ha solo dato ragione più avanti. Questa One Shot è stata un parto, ci ho impiegato DUE mesi ed anche più per cercare di portarla al termine tra lo scrivere e il limarla per cercare di renderla il più reale possibile. Sopratutto perché ho dato voce ai dubbi di Naruto tramite Sakura. Comunque dicevo di Naruto e del suo dubbio e delle sue paure.
Lui è sempre stato sicuro che, nonostante ami Sakura, il suo sentimento non avrebbe mai potuto raggiungerla, data la sua convinzione che la ragazza ami ancora Sasuke, per non parlare della sua promessa fatta ai tempi. Per questo in un certo senso nella mia fanfiction c'è il richiamo al suo ottimismo, perché non sa più se questo, che è una sorta di maschera che indossa per proteggersi, possa ancora aiutarlo a vivere la sua vita come sempre e senza farsi influenzare dalla realtà degli eventi. Inoltre Naruto è anche egoista. Sì, lo penso. Vuole essere felice, ma lo potrà davvero essere solo se ci sarà anche Sasuke, al costo di sacrificare la sua stessa felicità. Ma vuole comunque poter vivere, per quel poco che crede, la sua vita cercando di avere il massimo in ogni cosa. Infatti pensa che, in questo contesto, nella mia fanfiction, una parte di lui potrebbe lasciarsi andare per assaporare, finché ne ha la possibilità, la tanto sospirata felicità con Sakura.

Punto numero tre. E' stato davvero difficile scrivere tutta la seconda parte. Perché c'è il passaggio da un'atmosfera più comica e rilassante, se possiamo definirla così, che ci permette di dare uno sguardo alla gelosa di Sakura e a questo sentimento che prova per Naruto, a quella più seriosa, con lo scambio di battute tra lei e Naruto, il sentimento che viene fuori, Naruto che prende coscienza della verità, i suoi dubbi e le sue paure e Sasuke. Ho voluto inserirlo, Sasuke, NON perché non avevo niente da fare o perché volevo che la gente capisse che Naruto è più importante di Sasuke, ci mancherebbe. Sasuke è un elemento importante all'interno della NaruSaku, secondo me, perché resterà sempre una sorta di ombra tra di loro (questo rende le cose interessanti ed offre persino degli sviluppi angst niente male *_*). Però, in questo contesto, sono voluta andare oltre, cioè Sasuke mi è servito proprio per dare voce a ciò che è Sakura, per cercare di far chiarezza non solo a lei ma sopratutto a Naruto, dato le sue insicurezze.
Sasuke è stato importante nella sua vita, su questo non si discute, ed infatti è per questo che ho voluto inserirlo, proprio perché voglio che si capisca che non è andata oltre o ha usato Naruto perché non potrà mai avere Sasuke, ma perché è successo, nella mia fanfiction ovviamente. Perché crescendo si è avvicinata a Naruto ed ha cominciato a sviluppare dei sentimenti per lui, senza che ovviamente questo vada a discapito di Sasuke. Com'è che si dice? Il primo amore non si dimentica mai, giusto? Ed ecco che Sakura vuole conservarne il ricordo, ma niente di più. E' andata oltre ciò che sentiva per lui, ne resterà sempre affezionata ma in una maniera diversa rispetto a quello che adesso sente per Naruto. Dopotutto sono passati anni da quando Sasuke se n'è andato, per me sarebbe anche normale se Sakura si fosse guardata attorno.

Parte numero quattro e la smetto XD: Questa fanfiction non tiene conto degli eventi del manga. Oddio, l'ho cominciata due mesi fa, non avevo minimamente idea di cosa sarebbe potuto succedere, quindi mi sono basata su ciò che la mia fantasia mi ha dettato. Di conseguenza non ha un'ambientazione precisa.

Spero di essere stata chiara in ciò che ho scritto XD

Ps: Ogni riferimento a ship come NejiHina e ShikaIno all'interno del testo (non) è puramente casuale *fischietta*

 

Grazie a tutti per l'attenzione^^

 Ja ne

 Vostra Sol!

   
 
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