Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: darkrin    20/11/2009    2 recensioni
{ La fiction partecipipa all'iniziativa: «Oh, Mr Cullen, are you still here?» indetta dal Fanfiction Contest }
Rosalie decide di dire al fratello la verità su Jacob e Bella, (s)fortunatamente sceglie un pessimo momento: Edward sta infatti per andare in città a comprare il suo set di flebo di camomilla extra-forte & extra-vergine, anche se dice di star solo andando a trovare Bella.
[Persone serie ed amanti di Edward astenersi: OOC e idiozie in libertà (vigilata).]
Genere: Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
   
           
Come un qualsiasi animale
    
     
     
Il fatto che Rosalie Hale avesse un’abilità più unica che rara nel portare rancore non era un mistero per nessuno, figurarsi per la sua famiglia. Persino Emmett, dall’alto del suo amore per lei, non avrebbe avuto problemi a dichiarare che la sua bionda e focosa compagna era gelosa e possessiva.
Più di tutti, però, avrebbe dovuto saperlo Edward Cullen, al quale era stato concesso il gravoso dono di poter leggere i pensieri altrui senza la possibilità di mettere alcun filtro.
Edward Anthony Masen Cullen, però, da quando Bella era entrata nella sua vita, era diventato famoso, tra i suoi fratelli, per la sua totale incapacità di pensare, o perlomeno di pensare razionalmente. L’episodio – rinominato “l’Incidente” – dei Volturi ne era una testimonianza evidente.
Di fronte alla totale incapacità di ragionare del fratello Emmett e Alice avevano deciso di trattarlo come un bambino cagionevole e proteggerlo da qualsiasi stress, cosa che aveva indispettito non poco il vampiro dai capelli ramati e il sorriso sghembo. A dargli ancora più fastidio, però, era l’atteggiamento di sprezzante alterigia di Rosalie: il comportamento di quest’ultima, oltre tutto, era nettamente peggiorato da quando erano tornati dall’ultima caccia.
     
      
       
Quella sera Edward era reduce da una giornata spesa ad evitare come la peste i pensieri di Rosalie che, tutt’altro che pudici, si concentravano su alcune capacità di Emmett, che lui on  avrebbe mai voluto conoscere.
Rosalie Hale lo placcò nel garage; lui stava andando da Bella e voltava le spalle alla sorella.
« Vai da lei? » sibilò la bella vampira.
Edward non rispose: le sue intenzioni erano evidenti e la domanda di Rosalie Hale era puramente retorica.
« Non dovresti. » continuò lei.
Edward si girò a guardarla negli occhi e inarcò un sopracciglio, ramato anch’esso.
Senza accorgersene si concentrò sui pensieri della ragazza, che erano incentrati su Emmett e della panna. Arricciò il naso, disgustato: non avrebbe più potuto guardare della panna senza vomitare.
« Rose, risparmiami. »
La sua voce era poco più di un sussurro che Rosalie udì alla perfezione e che la fece sbuffare.
« Lo dico per te. » continuò lei, imperterrita.
« Rose, falla finita. »
« Edward, parlo sul serio. »
« Rose… »
« Lo so che non vuoi ascoltarmi e ormai non porto più rancore a Bella, anzi vorrei averla come sorella, ma devo dirti la verità, » esclamò lei, comse la cosa le pesasse davvero.
« Ho incontrato Bella, oggi. Era con quel lupo da strapazzo, quel Jacob. » cominciò lei, flemmatica, prima che Edward potesse dire qualsiasi altra cosa.
Edward sollevò ancor di più il sopracciglio che aveva precedentemente inarcato e che ora rischiava di sfuggire dal suo controllo e scappare dalla sua fronte nivea.
« Rose, ne ho abbastanza dei tuoi giochetti. » sibilò lui, seccato.
Gli occhi neri del vampiro brillarono di nervosismo: di sicuro la fame non lo aiutava a calmarsi.
Lei liquidò le sue parole con un gesto della mano e riprese il suo amabile racconto.
« Stavano parlando di un matrimonio, li ho sentiti, e non di quello che tu vorresti avere con Bella. Parlavano del loro matrimonio. Bella vuole sposare Jacob, non te. »
Edward gelò sul posto, rimase immobile con l’ampia, marmorea e seducente mascella stretta in una morsa glaciale  – ed era sorprendete che i suoi canini non fossero gelati sul posto, tanto era fredda e virile la stretta dei suoi denti.
« E dovrei crederti? » domandò.
Una risata amara aveva scacciato, con malagrazia, il sorriso sghembo che di solito piegava le perfette labbra del ragazzo.
« Edward, io sono tua sorella. Tutto quello che faccio, lo faccio per proteggere te e la nostra famiglia. Bella vuole sposare Jacob, devi lasciarla libera di farlo o non sarà mai felice. » tubò lei, melensa.
Edward si trasformò in un sensuale pezzo di ghiaccio: Rosalie lo conosceva bene e sapeva quali erano i suoi punti deboli, i suoi complessi e, chissà per quale motivo – vampirismo escluso, ovviamente –, Edward era convinto di non essere abbastanza per Bella e di non poterla rendere felice.
« Tu menti! » ringhiò lui, con una costruzione del periodo più adatta ad un romanzo dell’ottocento che alla vita di un aitante vampiro del ventesimo secolo.
« Non puoi saperlo. Tu non puoi leggere nella mente di Bella. » ribatté lei, scandendo l’ultima frase come se stesse parlando ad un bambino con qualche carenza intellettiva, cosa che, probabilmente Edward era davvero..
Edward lesse i pensieri di Rosalie ma la sorella pareva credere davvero a quello che diceva. Possibile che…
Edward diede un pugno alla macchina che aveva alle spalle – quella di Jasper, che di sicuro non avrebbe apprezzato, anzi…  – e ringhiò, accucciandosi come un animale a caccia.
In seguito, fu peggio dell’Apocalisse: Edward si scagliò fuori, ululando come un forsennato, rischiando di scaraventare a terra la sorella e corse nella notte con il desiderio di a) capire se quello che Rosalie aveva detto era vero, b) uccidere Jacob Black c) in alternativa uccidere qualche altro povero malcapitato d) dare fuoco a tutte le fabbriche di panna del paese e) castrare suo fratello.
Proprio come un qualsiasi animale a cui abbiano invaso il territorio.
  
   
    
Uscendo dal garage, ormai sola, Rosalie ghignò soddisfatta, passandosi una mano tra i capelli biondi, con fare da modella.
Probabilmente Edward, il giorno dopo avrebbe preteso la sua magnifica testa su un piatto d’argento, ma il gioco valeva la candela: l’aveva fatto infuriare e si era vendicata del fatto che, durante l’ultima caccia, lui le avesse rubato una preda, senza neanche accorgersene.
Agirò la casa e corse nel bosco, in una radura dove Emmett la stava aspettando, in compagnia di una confezione di panna spray.
Rosalie pensò che non ci poteva, davvero, essere
  
  
    
   
   
    Fine
   
  
  
Tutto ciò non mi convince (mi pare ovvio!), ma dopo averla riscritta per tipo... *conta* quattro, cinque volte, mi sono resa conto che io e il comico viviamo su due pianeti diversi e lontani anni luce. Ciò non toglie che io dovevo (come Rosalie) dare il mio contributo all'iniziativa del CoS e soprattutto, dovevo infierire su Edward. u_ù  Anche se la costruzione della storia lascia a desiderare e i caratteri dei personaggi sono profondi quanto quelli di una pigna secca. <3

« La noia ti affligge? I compiti non lasciano spazio all'immaginazione? Vuoi qualcuno da stuzzicare, da amare, da odiare tutto insieme? Vuoi torturare psicologicamente Edward Cullen, il Gary Stu di Twilight? Oh, ma cara!, ecco la risposta! Unisciti anche tu al Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight since 01.06.08 }, nell'iniziativa «Oh, Mr Cullen, are you still here?», e facci vedere quanto sei sadica nel tormentare i nervi del bel vampiro.»
   
      
    
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: darkrin