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Autore: marty_chan    16/06/2005    7 recensioni
durante una devastante guerra che dura da 100 anni fra nord e sud una principessa prescelta dal fato e un principe solitario potranno mai amarsi??scusate ma l'avevo postata male. leggete
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO OTTAVO: PRIMA GIORNATA

Ciao gente!!!!da quanto non ci sentiamo!!!!mi è talmente dispiaciuto non aggiornare ma purtroppo sono partita proprio immediatamente dopo la fine della scuola!!!esatto,la scuola è FINITA!!!che bello!!!

mi dispiace ancora per avervi fatto aspettare settimane!!!comunque ringrazio le persone che hanno commentato e che mi sorreggono nel continuare stà ff!!!ma adesso vi lascio alla lettura!!!ciao

 

 

Una mattinata…era soltanto passata una mattinata.

A Kagome il tempo trascorso in quella immensa casa sembrava maggiore… invece erano passate solo poche ore dal suo arrivo. Da minuti ormai si trovava nella terrazza della sua stanza a fissare l’orizzonte che pian piano si tingeva di rosso, il rosso del tramonto. Rifletteva. Sul futuro e su tutto ciò che gli era successo in quella singola giornata. Su come la sua vita fosse stata sconvolta in pochi istanti e di come l’avrebbe vissuta, sposata con un uomo che sin dal primo momento aveva tentato di ucciderla. Più pensava a ciò e più la testa gli doleva. Avrebbe tanto voluto buttarsi nel letto e dormire, dormire per dimenticare tutto. Invece tra pochi istanti doveva cenare con la famiglia più strana del mondo, una famiglia di demoni.

Sospirò. In fondo non poteva certo deludere sua sorella.

Le immagini di quella lacrima, una lacrima che mai prima d’oggi aveva visto nel volto di kikyo, ritornarono nella sua mente.(sono stata molto contenta quando mi avete detto che vi è piaciuta la lacrima di kikyo!!!è vero che io non la sopporto però a volte è bene renderla "umana" e poi mi serviva per continuare la ff. comunque avverto i fan di kikyo che in questa fanfic lei…ehm…diciamo che non fa per loro!!! N.d.a) Per quanto la detestava ora gli mancava, persino i suoi rimproveri gli mancavano, la certezza di rivederla era poca. Dopo il suo abbraccio aveva provato una terribile sensazione di morte, la stessa sensazione che aveva avuto otto anni prima, quando sua madre era morta, uccisa da quel demone dalla strana pelliccia bianca.

Adesso però doveva smettere di pensare, lo aveva fatto per tutta la mattina. Era così presa da aver persino trascurato la camera che gli avevano assegnato.

Ora che la guardava meglio potè notare che era davvero molto bella. Aveva un letto occidentale al centro e un grosso armadio posto dalla parte opposta. Sembrava la camera di una regina, sfarzosa e ricca, piena di quadri che raffiguravano nobil donne, sparsi dovunque. La cosa che più colpì kagome fu un vaso, posato nel tavolo davanti al letto. Era di color rosso, come tutto in quella stanza, e portava un mazzo di gigli bianchi.

Quei candidi fiori contrastavano con tutto quel rosso. Un rosso vermiglio, color del sangue.

I gigli…i suoi fiori preferiti. Come potevano trovarsi li? Nessuno sapeva che lei adorava quei fiori, e allora come mai erano proprio nella sua stanza?

Ne prese uno in mano. Quel fiore risvegliava in lei tanti ricordi, ricordi della sua infanzia, quando andava a raccoglierli nella foresta con sua madre e poi ne faceva un mazzolino. Lei era così felice a quel tempo…come mai era stato tutto distrutto?come era potuta rimanere sola?

Una lacrima cadde sul petalo bianco. Stava piangendo. Si era promessa di non versare più lacrime per sua madre. Piangere voleva dire essere deboli…lei lo era…lo era perché non riusciva a dimenticare. In questi momenti avrebbe tanto voluto non essere umana, i demoni sono spietati, non soffrono, ma lei purtroppo soffriva. Quanto aveva ragione inuyasha a considerarla una debole.

TOC TOC

La voce di una donna ruppe quel momento, facendo cadere quel fiore tanto puro dalle mani di kagome.

"La cena è servita principessa"

La cena…se ne era completamente dimenticata. Nemmeno si era preparata. Lei nemmeno ci voleva andare ma adesso che l’avevano persino mandata a chiamare…

Kagome: " Arrivo tra qualche istante"

In fondo era soltanto una stupida cena, avrebbe mangiato qualcosa e poi sarebbe andata subito a letto, di certo non aveva il morale per instaurare una conversazione.

La sala da pranzo era immensa, come tutto in quella casa. Un’enorme tavolino molto basso era stato apparecchiato e seduti a terra su dei cuscini si trovavano il re con i suoi due figli. L’atmosfera era molto tesa, non una parola era stata rivolta, sembrava che il silenzio regnasse spesso in quella casa.

A rompere il tutto fu l’entrata di kagome. Inutaisho alzò lo sguardo velocemente, sorridendo gentilmente alla nuova arrivata.

Inutaisho: "eccovi principessa…finalmente possiamo iniziare a cenare."

Kagome sorrise educatamente e prese posto a sedere.

Tutto era squisito. Per l’occasione era stato preparato un banchetto speciale, degno di una famiglia reale.

Per quanto tutto sembrava molto invitante e ottimo, kagome non si sentiva molto affamata. Le troppe sensazioni che provava le avevano chiuso lo stomaco, in questo momento desiderava soltanto essere da tutt’altra parte. Inoltre quel silenzio opprimente la stava uccidendo.

Il re sembrò capire lo stato della ragazza e per spezzare la tensione fece la prima domanda che aveva in mente, anche se molto banale.

Inutaisho: "Vi è piaciuta la stanza che vi abbiamo assegnato?"

Kagome: "eh, sì molto. È davvero stupenda, grazie"

Inutaisho: "bene…sono contento. Dovete sapere principessa che quella era la stanza di mia moglie Izayoi, dopo la sua morte però non è stata più utilizzata. È la camera più bella che abbiamo e poi si affaccia direttamente sull’intero paesaggio del nord."

Davvero kagome non credeva che quella stanza appartenesse un tempo alla regina. Bella era bella e ora che ci faceva caso aveva davvero una vista stupenda. Però di tutte le stanze lei davvero non voleva essere stata assegnata a quella.

La camera della moglie del re. La moglie, morta per cause che ancora non conosceva. Dover dormire nel suo stesso letto un po’ la rattristava.

L’immagine del giglio tornò in mente a kagome e la curiosità la spinse a fare una domanda che si era già posta.

Kagome: "ho notato che nella stanza c’è un vaso di gigli davvero molto bello. Se mi è lecito chiederlo posso sapere il perché si trovano lì?"

Inutaisho esitò qualche istante a rispondere, aveva un’espressione molto triste in volto. Kagome si pentì molto di avergli fatto quella domanda…a quanto pare lui era ancora molto legato alla moglie.

Inutaisho: "i gigli sono sempre stati i fiori preferiti di mia moglie. Dopo la sua morte, ogni giorno, ne mettiamo un mazzo nel vaso."

I fiori preferiti di Izayoi…

Da terra inuyasha si alzò bruscamente.

La conversazione aveva cominciato ad infastidirlo. Il solo parlare di sua madre lo infastidiva. Non c’era più niente che lo costringesse a restare.

Voltandosi se ne andò.

Kagome lo capiva perfettamente, del resto anche lui ,come lei aveva perso sua madre molto piccolo. Era stata così stupida, non voleva far ricordare cose tanto spiacevoli, tutto per colpa della sua estrema curiosità.

Doveva scusarsi…di certo inuyasha sarà molto triste.

Anche lei si alzò e inchinandosi leggermente sparì dietro la porta.

Nella sala rimasero solo sesshomaru e inutaisho.

Inutaisho: "immagino che l’argomento non sia piaciuto molto ad inuyasha…per quanto tenta di nasconderlo sua madre gli manca ancora."

Sesshomaru: "il vero problema, padre, è che lui rimarrà sempre un mezzodemone. La sua parte umana lo indebolisce, se non la soffoca i ricordi rimarrano sempre."

Inutaisho: "mio figlio ultimamente non ha più nulla di umano…"

Un sospiro di tristezza finì la breve conversazione. E ancora una volta, il silenzio.(lo adoro!!!!n.d.a)

Lo stava cercando ta tempo. Fin da quando aveva lasciato la sala aveva guardato tutto il palazzo, ma dell’hanyou nemmeno l’ombra.Lei voleva davvero scusarsi. Il suo comportamento era stato sciocco, avrebbe tanto voluto dirglielo.

Si era ormai rassegnata. Le stanze erano vuote e ovunque era buio. Niente si scorgeva, l’oscurità aveva inghiottito tutto.Un brivido percorse la schiena di kagome. Si era persa.

Non conosceva quel luogo…e poi il buio peggiorava la situazione. Aveva camminato così a lungo da non sapere più la strada per ritornare in camera.

Fuori era una notte estiva come le altre, piena di stelle nel cielo che facevano da contorno alla luna piena. E nell’aria un lieve vento muoveva le foglie degli alberi.

A forza di camminare era uscita in giardino. La situazione certo non era migliore, solo il grande specchio bianco della luna sembrava familiare a kagome. Il resto era misterioso e per giunta si trovava a pochi metri da un bosco pieno di demoni. Questa volta la paura si era impossessata di lei.

Era una preda, sola nella fossa del nemico.

Improvvisamente un rumore, proprio dietro di lei. Kagome si voltò di scatto. Niente. Infondo si stava preoccupando troppo, era pur sempre una potente sacerdotessa, di certo un demone non gli faceva niente.

Poi…una mano gli afferò il polso. Una mano con degli affilati artigli.

Kagome: "Ahhhhhhhhhh!! Eh?? Inuyasha?"

La luce della luna illuminava il bel volto del ragazzo e i capelli argentati sembravano ancor più chiari. Anche se la sua espressione era sempre fredda e arrabbiata sembrava ancor più bello del solito.

Questo kagome lo sapeva benissimo.

Inuyasha: "ma sei impazzita??? Cosa urli??e poi certo che sono io, chi credevi che fosse?"

Kagome: "scemo! Mi sei arrivato alle spalle all’improvviso e poi mi hai afferrato il polso. Come facevo a sapere che eri tu??"

In effetti il ragazzo teneva ancora stretto il polso di kagome. L’aveva sentita arrivare, aveva sentito il suo splendido odore, inconfondibile. Eveva visto il suo volto dall’alto dei rami dell’albero, la luna lo rendeva ancora più bello. I capelli d’ebano erano screziati di bianco e gli occhi nocciola ancora più intensi. Dopo che l’aveva vista era sceso. Lui spesso andava nel giardino a pensare o solamente per evadere da quella casa così noiosa.

Gli alberi erano il suo rifugio. Lassù si sentiva isolato e lui voleva rimanere, senza nessuno, nella più completa solitudine. Però tutto era stato interrotto da questa strana ragazzina.

Lei, la persona che avrebbe dovuto sposare. La persona che gli aveva messo quella specie di collare al collo. Lei, si era dimostrata più forte di quanto credesse…nonostante il suo sangue umano. Ancora la figura che gli aveva fatto fare lo faceva arrabbiare.

Però quella sera kagome gli sembrò diversa, la sua espressione era diversa, più dolce, quasi triste.

Kagome: "mi sono persa…ero venuta a cercarti ma mi sono ritrovata in giardino."

Non sembrava la ragazza determinata e decisa che lo aveva schiantato a terra quella stessa mattina. Persino la sua voce era molto più seria.

Inuyasha lasciò il suo polso e si sedette nel prato, sotto una grossa quercia.

Inuyasha: "perché mi stavi cercando?"

Kagome lo fissò, per la prima volta da quando era arrivata il suo tono era dolce. Non gli era stato rivolto alcuno insulto o altre parole spiacevoli. Anche la sua espressione era dolce, il freddo e arrogante hanyou sembrava essere sparito quella notte.

Forse le parole rivolte a cena lo avevano fatto stare davvero molto male per ridurlo così.

Anche kagome si sedette a terra accanto al ragazzo. Lo sguardo rivolto nel vuoto.

Kagome: "scusa inuyasha. Sono stata una stupida…io non volevo rammentare tua madre, prima. Posso ben capire il tuo dolore…"

Inuyasha sussultò. Lei si stava scusando. Lei lo stava compatendo. Diceva di capire il suo dolore. Che ne sapeva lei del dolore, lei aveva avuto accanto sua sorella, aveva avuto una figura che gli voleva bene dandogli l’affetto di una madre. Come poteva sapere.

Inuyasha: "tu dici di capire…come può una ragazzina che ha vissuto nell’affetto di qualcuno comprendere ciò che sento!! Tu non sai niente!! sei stata viziata fin da piccola fra le braccia dei tuoi genitori. Tu non sai che significa perdere qualcuno!!"

Rabbia. Lacrime. Kagome stava ancora piangendo, una seconda volta.

Nella notte uno schiaffo spense ogni suono. Il secondo schiaffo rivolto all’hanyou.

Ormai kagome era in piedi, la mano ancora tesa per quel gesto, di rabbia più che rancore. Lui aveva detto troppo, l’aveva giudicata senza sapere niente.

Inuyasha era ancora seduto, l’espressione incredula dipinta in volto. Un altro. Il secondo dopo quello della festa.per la seconda volta non capiva il motivo di quel gesto. Non riusciva nemmeno a capire le lacrime della ragazza, che ormai scendevano velocemente dal suo delicato volto.

Kagome: "nemmeno tui sai niente. C-come puoi dirmi queste cose? Sono stata una scema!!!io credevo ti sentissi solo, io pensavo che i ricordi di tua madre ti facessero stare male!!invece…ho sbagliato. Ho creduto ,anche solo per un istante, che tu avessi una piccola parte umana ancora esistente in te! Ma invece sei soltanto un freddo e insensibile essere!!!"

Non voleva saperne di smettere. Ormai piangeva da minuti.

Quelle lacrime…quei singhiozzi…facevano così male al cuore dell’hanyou. Da tempo non provava una sensazione simile. Da quando sua madre era in vita. Lei era la unica umana che odiava veder piangere, lui odiava vederla soffrire, pur sapendo che la causa di tutto era il suo sangue. Il suo essere mezzodemone lo distingueva, lo isolava da tutti, per questo sua madre stava male…per lui.

Così kagome, lei stava male perché lui l’aveva nuovamente ferita. Non con i gesti ma con le parole. Era stato ancora una volta il suo carattere scorbutico ed egoista a prevalere. Ancora una volta l’aveva fatta piangere.

Kagome: "s-se ti interessa saperlo anche io ho perso mia madre!!! Otto anni fa!!! Da allora ho sofferto anche io!! Da allora la mia vita è cambiata!! Dopo ho perso anche mio padre!!! In guerra!! Ma soprattutto ho perso…me stessa. La sfera ha soffocato la mia vita…la sfera dei quattro spiriti che fu mi donata da mia madre."

L-la sfera dei quattro spiriti???lei possedeva la sfera dei quattro spiriti? Una ragazzina!!

Inuyasha aveva una tale confusione nella mente. Ma soltanto adesso capiva tutto quel potere spirituale. Kagome era una sacerdotessa, ma non una qualunque, era la custode del gioiello più potente del giappone. La collana che tutti, demoni e umani, bramano da anni e anni. Suo padre lo aveva informato sull’immenso potere che aveva, una semplice pallina rosa in grado di avverare ogni desiderio,(detta così sa un po’ di genio della lampada!!^_^ n.a.d) in grado di conferire un potere enorme a chi la sfruttasse.

Lui tante volte l’aveva cercata, il suo più grande desiderio era poter diventare finalmente un demone completo, e se le leggende erano vere, grazie ad essa ci sarebbe riuscito.

Le parole di kagome lo riportarono alla realtà. Stava ancora piangendo e il suo sguatrdo era vuoto, assente.

Ancora una volta inuyasha si sentì mancare. Quelle lacrime lo facevano impazzire.

Kagome: "ho vissuto per otto anni con il peso di questo fardello al collo. Un potere che dovevo purificare constantemente. La sfera è sporca, intrisa di malvagità, bramata da tutti e soprattutto macchiata del sangue di centinaia di persone. È stata lei la causa della morte di mia madre, lo so… e sarà anche la causa della mia. Non pretendo certo che tu mi comprenda, non ci riusciresti. Noi due siamo diversi. Tu sei insensibile…non capisco nemmeno perché sono qua a parlare con te. È meglio…che me ne vada, così puoi rimanere solo."

Kagome si voltò decisa ad andarsene da quel posto, il più lontano possibile da lui.

Però ancora una volta sentì il polso stringersi leggermente. Inuyasha la stava guardando, non con odio né con rabbia, semplicemente la stava fissando negli occhi.

Kagome era completamente assorta a guardare quelle splendide iridi ambrate. Immobile, ferma, come pietrificata da quel gesto, da quel contatto.

Poi lui alzò la mano avvicinandola al volto di kagome. Con un gesto asciugò le lacrime che le rigavano il viso.

Il cuore batteva così veloce, tutto per una semplice carezza, lieve ma piena di significato.

Inuyasha si meravigliò da solo per quel suo gesto così irrazionale e affrettato. L’unica cosa che voleva era farla smettere di piangere, non lo sopportava.

I due ragazzi erano fermi. Inuyasha aveva ancora la mano sul braccio di kagome e continuava a fissarla.

Poi parlò. O almeno le parole uscirono inaspettate dalla sua bocca.

Inuyasha: "non voglio vederti piangere ancora, ti prego"

Un fremito. La voce di inuyasha così calda, sensuale. Il suo volto così bello sotto la luna. Kagome era confusa. Un attimo prima si rivolgeva gelidamente e un attimo dopo la sfiorava, parlando in modo strano.

Per la prima volta, da quando aveva scoperto di doverlo sposare, si sentì bene insieme a lui.

Per la prima volta la tristezza svanì, lui era riuscito a far passare tutto.

La prima giornata.

Quella era stata la prima giornata passata in quello strano posto. La prima di tante. La prima che finiva così , sotto la luna, insieme ad inuyasha.

Allora, uff!! ce l’ho fatta a finire!!!spero vi sia piaciuto!!!!

Scusate ma ho ancora in mente il volto di inuyasha sotto la luna!!!!quanto e bello!!!lo adoro!!ahhh!

Ehm!!

Vabbè, spero aggiornate in tanti!!!! Mi fanno un casino di piacere i vostri commenti!!!

Ciao raga!!!

BUONE VACANZE!!!!

  
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