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Autore: Le Streghe    23/11/2009    7 recensioni
Inevitabile. Una parola per descrivere il destino che li unisce e che li condurrà tutti insieme verso una meta comune.
Una storia dove troverete amore, magia, puro angst, yaoi, graditi (o sgraditi) ritorni.
Con "Intrecci" si apre (ahinoi) l'ultimo arco narrativo di questa lunghissima storia.
Il promesso yaoi è finalmente alle porte, siete pronti/e a beccarvi le conseguenze?
Scritta in collaborazione da Le streghe, ovvero Lay e Harianne.
Capitolo 49: ‘In altri tempi, forse, una simile scena lo avrebbe fatto infuriare al punto da spingerlo ad urlare contro Doumeki, ora invece…’
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 22
Sensi di colpa


Uscire da scuola e correre al negozio di Yuuko-san era ormai diventato automatico, a tratti quasi piacevole, sebbene la cosa non sarebbe mai stata ammessa ad anima viva.
Doverlo fare per seguire le assurde lezioni della strega, però, era semplicemente troppo.
Fu questo il pensiero di Watanuki mentre, sospirando, entrò nella stanza che usavano come aula con un vassoio carico di stuzzichini dolci e salati.
Senza dir nulla si mosse per disporre le varie ciotole sul tavolino, aggiungendo ad esse un paio di bibite e del sakè, indispensabile per mantenere calma la strega.
«Senti, tu...» Esordì poi, avvicinandosi all'arciere. «Cos'è successo, di preciso, al ciliegio? Non riesco a ricordare...»
Doumeki lo fissò con espressione neutra. «Ti ho già detto cosa è successo.»
«Beh, rifallo allora!» Sbottò il più piccolo, sempre più nervoso. «E questa volta cerca di entrare nei dettagli!»
«Sei svenuto per via dell'uso errato della tua energia, e quello... hai capito come funziona. Io ho portato a termine la missione. Ho consegnato quanto andava consegnato e poi siamo tornati.» Spiegò l'altro.
Watanuki gli rivolse un'occhiataccia. «Questo lo sapevo da me!»
«Cosa vuoi sapere, allora..?» Domandò l'arciere.
«Ho parlato con Haruka-san...» Disse il più piccolo, visibilmente in imbarazzo. «Hai davvero... ucciso quelle persone..?»
Doumeki lo fissò per un lungo istante, l'espressione improvvisamente più tesa. «Si.»
«Sei un incosciente...» Commentò Watanuki, andando ad occupare l'altro divano, e nascondendo il viso tra le mani con aria stanca. «Non sai nemmeno cosa comporta...»
Nel vederlo in quello stato, l'arciere si adombrò. «Lo so invece. E se anche fosse come dici... Ormai è andata così.»
«Non dovà più accadere. Per nessun motivo.» Ribattè l'altro, tornando a fissarlo con sguardo più duro. «Non voglio che paghi per me!»
Doumeki aprì la bocca per ribattere, ma l'arrivo di Yuuko lo spinse a rimandare il discorso.

«Allora, cosa fate ancora seduti? Venite qui!» Dichiarò la strega in tono brusco.
Messo in allarme da quel tono alquanto insolito, Watanuki si alzò all'istante, immediatamente imitato da Doumeki.
«È successo qualcosa, Yuuko-san?» Domandò alla strega.
Sorpresa dalla domanda, la donna sembrò tornare quella di sempre. «Perché dovrebbe essere successo qualcosa, Watanuki?.» Esordì, osservandosi intorno con sospetto. «Ad ogni modo... non c'è nulla, a parte un grosso insetto dagli occhi blu nei paraggi. Iniziamo la lezione, su!»
Watanuki la fissò interdetto, cercando di comprendere a pieno quelle parole.
Al suo fianco, anche Doumeki si fece improvvisamente pensieroso. «Insetto, ha detto..?»
«Oh quell'uomo può essere anche più fastidioso!» Commentò la donna. «Ma non pensiamo a lui.»
«Quindi si tratta di un essere umano, non di un insetto...» Borbottò Watanuki.
La donna lo fissò con sufficienza e Doumeki ne approfittò per togliersi un dubbio.
«Oggi ho incontrato qualcuno che... mi ha fatto capire di conoscerla...» Spiegò, con fare calmo.
«Cosa?» Lo incalzò la strega. «Quando è successo?»
«Questa mattina, al tempio...» Rispose l'altro.
«Capisco...» Dichiarò la strega, con espressione cupa. «E cosa ti avrebbe detto..?»
Doumeki la guardò, incerto di aver fatto bene a dirle di quella visita. «Non molto in realtà. Diciamo che si è divertito ad aggirare ogni domanda, un po' come fa lei.» Si soffermò ad osservare Watanuki. «Gli somigliava molto.» Disse indicandolo. «Aveva dei modi più signorili però.»
A quello, il più piccolo si adirò, puntando l'arciere. «Come sarebbe! Io ho dei modi più che signorili!» Urlò.
«Intendo dire...» Replicò l'altro. «Che non urlava e non si dimenava...»
«Hey! Io non mi dimeno!» Si lamentò il più piccolo.
«Smettetela voi due!» Intervenne la strega. «Abbiamo perso fin troppo tempo.»
L'arciere sembrò non essere d'accordo, e, ignorato quel suggerimento, decise di togliersi un ultimo dubbio.
«Lei sa... come mai si somigliano..?»
Yuuko fissò per un lungo istante il volto di Watanuki. «Una lontana parentela...» Dichiarò.
Quelle parole colpirono Watanuki. «Parentela..? Per caso... è lui che mi ha chiamato... ieri?» Domandò sempre più stranito.
Doumeki fissò la strega, ponderando su quanto appena appreso. «Ha detto di conoscere mio nonno» Disse poi.
«Conosce Haruka-san, eh? Dovrò scambiarci due paroline allora...» Sospirò, volgendo lo sguardo sul suo lavoratore part time. «Si, suppongo fosse lui. E ciò non è affatto positivo. Ora smettiamola però. Al lavoro!»
I ragazzi la guardarono, senza comprendere le ragioni di quel nervosismo, fin troppo palese, destandosi solo quando la donna ordinò loro di prendersi ancora una volta per mano.
Si fissarono entrambi per un secondo, incerti se esprimere o meno il profondo disagio dato dalla recente tensione venutasi a creare.
Un po' più calma, la strega osservò entrambi. «Oggi invertiremo i ruoli. Doumeki-kun invierà energia e Watanuki si appresterà a riceverla.»
Il più piccolo la fissò poco convinto. «In pratica dovrei abbassare la mia barriera..?»
«Precisamente.» Replicò la donna, allontanandosi dai due ragazzi.
Dopo un lieve sospiro, Watanuki si decise a chiudere gli occhi, proprio mentre Doumeki iniziava ad inviargli la sua energia, sperando di non mandare troppo di sé.
Trascorsero un paio di minuti, dopo i quali i due ragazzi tornarono a percepirsi in modo più controllato.
Se pur stanco a causa degli ultimi giorni in cui il riposo gli era chiaramente mancanto, Doumeki si costrinse ad inviare parte della sua energia all'altro, cercando di filtrarla nel miglior modo possibile.
Concentrato ad abbattere le proprie barriere, intanto, anche Watanuki si trovò a mandare qualcosa di suo e, sempre più stanco, l'arciere si trovò ad appoggiarvisi, senza rendersene conto.
Andarono avanti per diversi minuti, dopo i quali, assorto in pensieri piuttosto cupi, Watanuki non riuscì più a reggere, chiudendosi in se stesso e rialzando le proprie barriere.
Privo dell'appoggio al quale aveva fatto ricorso, Doumeki si trovò improvvisamente più debole, sentendo la propria anima vacillare.
Allo stesso modo, anche il suo corpo sembrò cedere, lasciandolo improvvisamente senza appigli.
Attorno a lui si fece tutto offuscato e, lasciate le mani del ragazzo, finì con il cadere sulle proprie gamge, appoggiando le braccia a terra per sorreggersi.
Quella scena spaventò Watanuki che, spalancati gli occhi, lo fissò sgomento.
«Doumeki!» Esclamò, andandogli accanto. «Cos'hai?»
L'arciere non rispose, limitandosi a rivolgergli uno sguardo piuttosto intenso, che l'altro finse di ignorare.
Stanca di osservarli, la strega si avvicinò a Watanuki. «Questo è il prezzo della tua crudeltà, Watanuki.» Disse, a voce bassa, in modo da farsi udire solo da lui. Poi gli afferrò una mano, premendola contro la spalla di Doumeki. «Rimani così... Servirà a farlo riprendere...»
Il ragazzo si limitò ad obbedire, sforzandosi di inviare la propria energia all'altro. Un tentativo che lo stancò a tal punto da costringerlo ad inginocchiarsi, in modo da mantenere il contatto.
Sospirando, la strega decise di dare il suo contributo andando a sfiorare l'arciere, infondendogli nuova energia. «Tra poco tornerà ogni cosa al suo posto.» Sussurrò, con ritrovata dolcezza.
Nuovamente in forze, seppur ancora provato, il ragazzo si limitò ad annuire.
«Cerca di riposare ora... e di mangiare.» Continuò la donna, tornando a fissare Watanuki. «E tu, se stai meglio vai a cucinargli qualcosa.»
Quelle parole spinsero l'arciere ad intervenire. «Non occorre. Sto bene.»
Yuuko lo fissò per un istante. «Davvero..?» Domandò scettica. «Su, va a sederti piuttosto.» Replicò, mentre il più piccolo si allontanava dalla stanza.
Troppo stanco per ribattere, Doumeki accolse il consiglio andando a sedersi.
«Sai...» Proseguì la donna. «Quando si studiano queste cose, l'orgoglio è solo d'intralcio. Dovresti pensare a concentrare le energie e a tenerti in forma, piuttosto.»
«Non si tratta di orgoglio.» Mormorò l'arciere, fissandola con espressione stanca. «È necessario che io segua queste lezioni con lui?» Domandò infine.
La donna annuì. «Lo è, per far si che non vi troviate in serio pericolo a causa di uno errato uso delle vostre energlie.» Spiegò poi, andando a sfiorargli l'occhio che aveva scelto di condividere con l'amico. «E per via di questo.»
«Quindi è... colpa mia?»
«No...» Disse l'altra sorridendogli. «Quanto è successo era inevitabile, esattamente come quanto sta accadendo ora e quanto accadrà. Ci sono diverse strade tra cui scegliere, Doumeki-kun e man mano avanzerete nel vostro percorso, capirete che alcune di esse sono... inevitabili.»
Il ragazzo annuì facendosi cupo. «Quindi, anche il suo disprezzo è... inevitabile.» Mormorò.
Yuuko si limitò a fissarlo, consapevole di Watanuki che, fermo dietro la porta, si soffermò qualche istante prima di entrare.
Sentire quelle parole da Doumeki gli aveva fatto più male del previsto.
Come poteva vivere in eterno obbligandosi a dimostrargli un odio che in verità non provava?


xXx

Quella sera la stanchezza, data dalle troppe emozioni, superò le barrirere della preoccupazione, lasciando che Doumeki scivolasse in un sonno profondo.
Quando aprì gli occhi, la prima immagine fu quella del maestoso albero di ciliegio.
Guardarlo pose fine ad ogni dubbio. Si trovava nello stesso luogo che aveva raggiunto tramite il cerchio magico di Yuuko-san. Lo stesso luogo dove aveva spento delle vite.
Immerso in quei pensieri, Shizuka si guardò attorno cercando di cogliere il senso di quanto stava accadendo.
«Sto sognando..?» Pensò a voce alta.
Poco dopo, anche Haruka si trovò a camminare in prossimità del grande albero, osservando il ragazzo con sorpresa.
Non si aspettava che suo nipote potesse farvi ritorno, da solo. E questo indicava come le lezioni della strega celassero scopi ben diversi tra loro.
«Shizuka...» Lo chiamò, avvicinandosi.
Il ragazzo si voltò, scorgendo suo nonno e capendo che si, non poteva che essere in un sogno. «Come mai ci incontriamo qui?» Chiese, osservandolo in attesa di una risposta.
«Forse qualcosa ti lega a questo luogo...» Rispose il sacerdote.
«Qui?» Domandò il giovane, guardandosi intorno. «No, non credo.»
«Eppure... Sei stato tu a scegliere questo luogo. Io mi sono limitato a raggiungerti quando ho avvertito la tua presenza.» Ribatté l'altro, andandogli vicino. «Come va, Shizuka..?»
L'arciere rimase immobile, evitando di rispondere a quella domanda. «Perché gli hai detto che ho ucciso quegli uomini?» Chiese poi.
L'espressione del sacerdote si tese per un istante. «Aveva bisogno di saperlo. Ha dato anche lui il suo contributo in fondo...»
«Non a quella parte.» Fu la fredda replica.
Haruka lo fissò, questa volta con espressione dolce. «Non è vero. Se ci pensi bene, eri più forte del solito in quel momento...»
«Forse ma... avrei preferito non lo sapesse.»
Nel sentirne il tono, profondamente addolorato, il sacerdote posò una mano sulla sua spalla. «In una cosa Kimihiro-kun ha ragione, sai?» Commentò, in un tono velatamente ironico. «Non puoi proteggerlo da tutto.»
«Non è quello.» Esclamò l'altro, spostandosi di qualche passo. «Voi, parlate ancora di me..?»
«Ogni tanto.» Rispose l'uomo, volgendo lo sguardo sui rami fioriti del ciliegio. «Quel ragazzo è spesso contraddittorio, eh?»
«Ultimamente non lo capisco molto...» Ammise l'altro.
«Vedi... Anche lui ha fatto delle scelte... E tu sai come ci si sente nel prendere una decisione, pur sapendo quanto possa far male.»
Quelle parole sembrarono scalfire il muro eretto dall'arciere che, senza ribattere, si limitò ad annuire.
Il sacerdote gli sorrise, affabile. «A volte parlarne fa bene, sai? Certo... non a Yuuko-san, al momento ha altro cui pensare.» Commentò ironicamente.
«Ti riferisci a quell'uomo...?» Domandò il nipote. «L'hai... mandato tu?»
«Io? No. Ha completato una ricerca per conto mio, piuttosto.»
«Una ricerca che ha a che fare con... Watanuki?» Continuò il più giovane.
«Non direttamente.» Sentenziò l'uomo. «Ma non parliamo di questo. Dimmi... di te. Cosa ti porta qui?»
A quello Shizuka si irrigidì. «Tel'ho detto. Avevo una domanda da farti.»
«Potevi incontrarmi al tempio...» Constatò l'altro.
«Non so come funziona. Forse... mi è capitato di pensare a questo luogo, ogni tanto.»
«Già... E come mai ci hai pensato? Non ti andrebbe di.. parlarmene?»
Shizuka lo guardò, rivolgendogli il primo sorriso di quella serata. «Sai... in passato ho desiderato spesso di poterti parlare dei miei problemi. Ed ora che sono qui... non so cosa dirti.»
L'uomo proruppe in una risata, che servì ad alleggerire l'atmosfera, fattasi improvvisamente più tesa. «Allora Kimihiro-kun non è l'unico con molte contraddizioni.» Dichiarò sorridendogli a sua volta. «E' preoccupato, sai?»
L'arciere lo fissò sorpreso. «Per me?»
Vide il nonno annuire e, fattosi improvvisamente più triste, decise di continuare. «Quello che sta accadendo... tra noi. È il mio prezzo, vero? Per aver ucciso quegli uomini.»
Lo sguardo del sacerdote si fece improvvisamente triste. «In un certo senso, forse, ma... non come credi tu.» Sospirò. «Lo hai fatto per salvare una vita a cui tieni. Questo non è abbastanza per spezzare un legame. Il tuo prezzo... è totalmente interiore, Shizuka. E credo sia proprio questo il problema.»
«Problema?» Domandò l'altro, non certo di aver compreso il messaggio.
«Le tue azioni non hanno conseguenze solo su di te, e neppure i tuoi... pagamenti.»
«Cosa... dovrei fare?»
«Hai già fatto quanto in tuo potere. Ora sta a chi di dovere decidere se lasciartene pagare il prezzo o se assumersi parte del carico...»
Doumeki sembrò ponderare quella possibilità. «Non lo trovo giusto... Non ne ha il diritto!» Esclamò.
«E tu?» Domandò Haruka. «Che diritto pensi di avere, allora?»
«Io...» Si fermò, stringendo i pugni, non volendo dire l'unico motivo che gli veniva in mente.
Quando risollevò lo sguardo, Haruka era già svanito e davanti a sé vide solo il soffitto.


Rieccoci ancora qui.
Anche questa seconda parte sta per entrare nel vivo.
Ringraziandovi come sempre per le vostre recensioni, graditissime, ci auguriamo che anche i futuri capitoli vi piacciano almeno quanto a noi è piaciuto scriverli. ^_^

Naco chan: Vuoi saperlo davvero o preferisci il fascino del mistero? :P
Entro il prossimo capitolo, comunque si scoprirà chi si cela dietro il misterioso "uomo" che conosce Yuuko-san.
Anche i due nuovi studenti lasceranno sempre minor spazio ai dubbi e chissà, forse almeno uno dei due si scoprirà essere effettivamente una new entri. :P
Siamo felici che l'evolversi della trama sia di tuo interesse.
Alla prossima. ^_^

Nya: Bentornata a commentarci!
Eh si, Haruka-san è imbattibilmente affascinante, come possiamo notare anche in questo capitolo!
Purtroppo, però, sia Shizuka che Kimihiro sono parecchio testoni... e infatti ne pagano le spese!
Ah, chi sono i nuovi arrivati? Non si sa ^.^ Segreeeto :P
Per il forum di holic... se vuoi farci un salto lo trovi su http://xxxholic.forumcommunity.net
Alla prossima, continua a seguirci!

Witch Of The Dimensions: Che dire. Come sempre… Arigattò!
Ci emoziona sapere che la nostra storia piaccia così tanto.
Ci abbiamo messo il cuore per scriverla, oltre che svariate notti insonni. :P

Eiden: Sei scusatissima, non importa! Le streghe sono magnanime!
Anche tu con la vera identità dei due? Chissà come mai, nessuno mai crede che le nuove apparenze siano semplici "nuove apparenze"... *fanno le finte tonte*
Yuuko-san comunica che lei non è stronza, ma fa semplicemente quel che va fatto :P
(Il che implica che, se deve fare la cattiva, la fa!)
Comunque... eh... Nakuru... una gatta da pelare piuttosto grossa, se facesse anche qui quello.
Chissà! ^_^
E comunque, non vogliamo certo perderti! Continueremo con tutto il nostro impegno.
Grazie!

Gioelle: Toh guarda chi si rivede. U.U
Bentornata tra noi.
Siamo felici che l'evoluzione di Watanuki ti piaccia, effettivamente è commovente vederlo crescere e lo sarebbe ancor di più se nel farlo si mostrasse intelligente. Ma stiamo chiedendo troppo, forse. XD

Sailor Yuko: Come vedi, si sono incontrati. La tua recensione è stata profetica!

Ed anche noi due li amiamo, i due Doumeki insieme. Sono tanto belli e posati e... diciamocelo, tutti vorremmo un nonno come quello.
Comunque, ti ringraziamo tantissimo anche per le recensioni agli altri capitoli!
Ci fa piacere che ti piaccia lo stile di scrittura della fanfiction, ci mettiamo sempre tanta attenzione, e ci abbiamo studiato sopra anche!
Pensa che abbiamo parlato una giornata di che virgolette usare per aprire i discorsi... ma questa è un altra storia.
Grazie tantissime ancora, e speriamo che la tua impresa riesca :P

LawlietPhoenix: Ci spiace per il tuo pc. Cattivo ¬.¬
Siamo felici invece di rileggerti e di sapere che la storia continua a piacerti.
Speriamo che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento.

Yusaki: In realtà nel manga Haruka tocca il faccino ukettoso di Watanuki per fargli venire in mente che anche Shizuka lo farebbe volentieri!
Comunque, è bello riaverti con noi! Bentornata :P
Anche a noi piace molto quel personaggio, il tipo con l'aria strana ed affascinante... beh, almeno ad una di noi piace U.U
I bento di Watanuki e Doumeki sono un'accoppiata altrettanto Canon di Doumeki/Watanuki, potrebbe essere una threesome...
Ma non diamo idee al nostro Shizuka.
Ti aspettiamo anche per i prossimi capitoli ^.^ Comunque, sapere che ci leggi è comunque bello!
E bentornata ancora :P
   
 
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