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Autore: DreamBook    23/11/2009    1 recensioni
L'influenza suina è arrivata nel mondo della magia...
Genere: Commedia, Parodia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Horace Lumacorno, Voldemort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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~ Una cura per tutti? ~

Nel giro di poco tempo la notizia venne diffusa all'intero mondo della magia. Tutti i maghi di una certa esperienza vennero precettati per riprodurre la pozione inventata da Harry. Due giorni dopo, i primi carri di pozioni cominciarono ad allontanarsi da Hogwarts, verso tutti gli angoli del paese. La gente riuscì ad isolare i porci e ad abbatterne parecchi, così che i superstiti pensarono bene di ritirarsi nei boschi e lasciare in pace i loro ex compagni di specie.

Il mondo della magia era salvo! Il nome di Harry e di Ginny tornò sulla bocca del popolo, e i cieli narravano la loro gloria. Inedite borse di studio, istituite per l'occasione, vennero assegnate con pompose cerimonie al giovane ricercatore che per la seconda volta aveva salvato tutti dai pasticci. Il sollievo, da parte di tutti, era più grande di quanto non fossero disposti ad ammettere, perché la prospettiva di diventare maiali era stata veramente terrificante. Loro, i maghi, superiori ai poveri babbani, trasformarsi in luridi porci e scendere così in un colpo solo tutti i gradini della scala evolutiva! No, no, una cosa del genere non poteva essere. E ora, con il vaccino disponibile, era possibile dimenticare la genuina angoscia provata nei giorni scorsi, e dimenticare di aver visto gli occhi dei propri parenti o amici nei corpi setolosi di quelle immonde bestiacce. Meglio non parlarne più. Quando si fossero tutti ripresi – il vaccino aveva invero l'effetto di fiaccare un po' le energie – avrebbero indetto una grande festa, e si sarebbero lasciati definitivamente dietro quello spiacevole periodo.

Tornando a casa, una di quelle sere, il buonumore di Harry venne turbato dal disordine dell'appartamento.

“Ginny, sono a casa”

“Uh... ciao Harry...”

“Stai bene?”, le chiese. La voce di Ginny era particolarmente stanca.

“Mah, non saprei, mi sento un po' diversa dal solito, e non capisco perché”

“Mmm... è per questo che non hai messo in ordine, oggi?”

“Ci ho provato, ma non ci sono riuscita”

I maghi, privilegiati, avevano i loro incantesimi per riordinare in casa ed evitare così il lavoro di troppo basso livello.

“Sarai stanca, deve essere un effetto secondario del vaccino”

Harry provò a sua volta. Dovette ripassare bene le formule, dato che da parecchio tempo non faceva più nulla in casa, ma con suo sommo stupore si accorse di provare la stessa fatica di cui parlava Ginny.

Qualcosa non quadra, pensò, e uno strano dubbio si insinuò nella sua mente.


Eccolo, sta arrivando, pensò Harry. Sentiva i passi di Lumacorno nei corridoi deserti di Hogwarts. Erano lenti, inesorabili, così come le notizie che gli stava portando. Ineluttabili, come il destino.

La porta si aprì, ed il vecchio professore entrò nel laboratorio di Harry. Questi lo attendeva, seduto alla scrivania, la testa tra le mani.

Lumacorno evitò di guardarlo negli occhi.

“È tutto vero, Harry.”

Il ragazzo chiuse gli occhi.

Lumacorno continuò: “È stato dimostrato senza ombra di dubbio. Il vaccino sconfigge l'influenza A, ma priva i maghi dei loro poteri magici. È finita, ormai, Harry”.

La stanchezza che tutti avevano provato, dopo la somministrazione del vaccino, altro non era che il sintomo della scomparsa dei poteri magici. Col trascorrere del tempo i maghi avvertivano sempre maggior difficoltà nel fare uso della magia, finché, dopo circa tre settimane, i poteri magici se ne andavano del tutto, rendendo i maghi del tutto simili ai babbani, da loro tanto vituperati.

Il problema era che tutta la popolazione del mondo della magia era stata vaccinata. Non sarebbe rimasto più nessun mago, in tutto l'universo, a meno che qualcuno non si fosse sottratto in qualche modo alla vaccinazione obbligatoria. Rimanevano i porci, ma negli ultimi tempi sembravano aver accettato la loro condizione, e si comportavano da maiali, con molta naturalezza. Pareva che non avessero più alcuna intenzione di utilizzare i poteri magici che erano stati ravvisati in loro per vendicarsi. Forse, consideravano il vaccino come il compimento della loro vendetta.

“Ma c'è dell'altro, Harry” disse Lumacorno.

Harry alzò gli occhi. Che altro mai poteva esserci?

“Il potere magico che teneva in funzione la prigione di Azkaban è sfumato assieme a quello dei suoi guardiani.”

Harry impallidì. Con voce tremante ed appena percettibile, chiese:

“Non erano stati vaccinati anche i detenuti?”.

Lumacorno abbassò gli occhi. Si vergognava profondamente di quanto stava per dire.

“Purtroppo, no. Qualcuno ha pensato bene che la trasformazione in animale sarebbe stata la giusta punizione per i prigionieri di Azkaban. Non è quindi stato fatto nulla per evitare il diffondersi del contagio tra i prigionieri, tanto meno si è distribuito il vaccino.”

“E quindi...”

“Quindi, la prigione ora è deserta. I detenuti sono fuggiti, o stanno fuggendo in queste ore. Alcuni di loro sono già stati trasformati, altri no. Harry, hai già capito quello che intendo dire. Sta venendo qui. La tua vita è in pericolo.”

Lumacorno mise una mano sulla spalla del giovane ex-mago, e se ne andò. Harry non chiese nemmeno dove, ma era probabile che stesse per abbandonare Hogwarts e cercarsi un posto per tentare di vivere in pace i suoi ultimi anni.

Rimase solo, nel suo laboratorio. Pensò al passato, alla dura battaglia finale contro Voldemort, e alla sua decisione di graziarlo, imprigionandolo però in Azkaban per sempre, dopo averlo privato di gran parte dei suoi poteri. All'epoca era sembrata una decisione magnanima e giusta. Voldemort era ormai privo di ogni pericolosità, e le sue minacce destituite di ogni fondamento, con la sconfitta definitiva della sua armata delle tenebre. Gran parte dei prigionieri di Azkaban si trovavano là per causa di Harry. Ed ora, sotto forma suina o umana, sarebbero venuti a cercarlo.


Harry udì delle grida terrificanti, e poi un boato. Saltò in piedi, il cuore aveva cominciato a battere all'impazzata. Un silenzio angosciante seguì. Dopo qualche minuto passato ad ascoltare il proprio respiro, Harry si fece coraggio ed uscì dal proprio studio. Le luci, fioche d'inverno nel corridoio, acuivano la sensazione di terrore che aveva cominciato a provare. Si diresse verso il grande atrio d'ingresso, perché da là era venuto il rumore. Avrebbe forse fatto meglio a fuggire. Ma dove? E soprattutto, per quanto tempo? E Ginny? Che ne sarebbe stato di lei? Troppi pensieri, li avrebbe affrontati più tardi, se possibile. Ora c'era un'altra emergenza, qualcosa di peggiore, un incubo che pensava di aver sconfitto per sempre. Nell'atrio di Hogwarts c'era Voldemort.


Harry si era aspettato di vederlo, ma non così. Non aveva più una forma completamente umana. Il virus l'aveva colpito, e lo stava trasformando in un maiale. A vedersi era disgustoso: il volto aveva iniziato la metamorfosi, e per quanto riconoscibile, aveva un grugno suino gigantesco piantato al posto del naso. Gli occhi si erano ristretti, e le orecchie erano una via di mezzo tra quelle umane e quelle porcine. Il corpo si era ingrossato, in diversi punti gli abiti si erano lacerati, lasciando intravedere una schifosa pelle setolosa di colore bruno. Un piede era diventato di porco, mentre l'altro era rimasto umano. Le mani avevano subito un destino simile, con le dita anchilosate in una strana posizione. Voldemort era là, gigantesco nell'atrio. Fece un passo verso di Harry, ciondolando. Al giovane mago parve che, assieme al passo, la metamorfosi fosse avanzata di un altro gradino. Voldemort parlò, grugnendo suoni spaventosi che solo lontanamente potevano ricordare delle parole umane.

“Harry, io sono spacciato. Ma anche tu, e per colpa tua. Diventerò un porco, ma avrò la soddisfazione di ucciderti.”

Barcollò, e ancora il suo corpo fece un ulteriore passo verso la metamorfosi completa.

“Vedi, piccolo bastardo, io potrò mantenere i miei poteri magici, e prima o poi l'evoluzione mi permetterà di usufruirne anche nella mia futura forma. A quel punto, l'Universo sarà finalmente mio. Invece tu, pezzente, mi fai quasi ridere: sei stato proprio tu ad inventare quel vaccino, e tutto preso dalla tua vanagloria non ti sei curato di testarlo a fondo. Già, il famoso Harry Potter avrebbe salvato ancora una volta il mondo della magia. Come avrebbe potuto sbagliare il pupillo di Silente, colui che porta la cicatrice sulla fronte? Tutti i tuoi simili, plebe vigliacca, ti hanno seguito, ed ora sono spacciati, perché nulla li distingue più dai babbani. Mai più le civette voleranno a vostro comando!”

Voldemort gridò – grugnì – paurosamente,e cadde a quattro zampe. Tentò di recuperare la postura eretta, ma il suo corpo non glielo consentiva più. Tutti i suoi arti ormai erano diventati zamponi suini.

Grugnì ancora, con voce ancora meno distinguibile. Solo dopo qualche istante Harry si accorse che quella era una risata, una tremenda e spaventevole risata. Harry si voltò, e cominciò a correre. Poco dopo, a lunghe falcate, lanciando orribili versi, il gigantesco porco che era stato Voldemort si gettò all'inseguimento.

FINE

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Spazio autrice (anzi autori)

Che ne dite? Vi è piaciuta? Non ho visto commenti perciò non posso dirlo con certezza! 

Comunque grazie a chi ha letto! Alla prossima! 

~ Patty  & Dario ~


  
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