« Benvenuti. –
cominciò Lucarelli – Questa sera vi racconterò una nuova,
agghiacciante storia. Una vicenda di perdizione, depravazione,
corruzione, dissoluzione… e tutte le raccapriccianti parole che
finiscono in “zione”. »
« Anche “polluzione”? » fece
House.
Nemmeno ebbe finito di parlare, che l’ologramma si
bloccò.
Seguì un forte, continuo e sinistro scricchiolio, poi
con un sonoro “pop” comparve a mezz’aria una finestra di errore
di Window.
I nove uomini rimasero a fissarla imbambolati per un
lungo momento.
« Ctrl + Alt + Canc! » gridò Vegeta.
E tutti
si voltarono verso di lui allibiti.
« Ehi, non so cosa fosse, ma
è sparito. » disse Draco d’un tratto.
« Anche Lucarelli è
sparito. » notò Logan.
Altro scricchiolio e Lucarelli riapparve,
immobile come prima.
« Non fatelo più! – esclamò
improvvisamente l’Entità facendo sobbalzare tutti – Non
interrompete Lucarelli… mai! Se non fosse stato per Vegeta
avrei dovuto riavviare tutto! »
Numerosi sguardi interrogativi si
posarono sul saiyan.
« Ehm… mia moglie fa sempre così quando
le s’impalla il PC. » borbottò lui imbarazzato.
House fece una
faccia perplessa.
A Vegeta spuntò l’ennesima venuzza: « Sì,
io ho una moglie! »
« Paura! » echeggiò
l’Entità.
Lucarelli si riattivò e riprese a parlare da dove si
era fermato.
« Insomma, andremo a scavare nei meandri del Male,
quello con la “M” maiuscola. Laddove la realtà supera la
finzione. – disse – Paura, eh?! »
Draco stava per ribattere
che non aveva alcuna paura, ma Snape ebbe la prontezza di fermarlo assestandogli uno scappellotto.
« Vi parlerò di un fenomeno dalle radici
antichissime, ma talmente occulto che la data della sua creazione e i
suoi sviluppi sono tutt’ora sconosciuti. Persino gli esperti della
sezione analogica del RIS di Cinisello Balsamo, nonostante le loro
accurate ricerche, non sono riusciti a venire a capo delle sue
origini. – continuò Lucarelli – Sappiamo però per certo che fu
negli anni ‘90 che nacquero… questi! »
L’ologramma si voltò
di scatto e un fascio di luce illuminò una gigantesca finestra di
Internet Explorer: era aperta su un sito di fanfiction.
A quella
se ne sovrappose una seconda, poi una terza e così via… fino a che
i nove uomini non riuscirono più a contarle.
« Le fanfiction. –
riprese Lucarelli in tono lugubre – Un morbo pestilenziale, ormai
diffusosi silenziosamente ma inesorabilmente in ogni angolo del
globo. Così subdolo da potersi intrufolare nella vita di chiunque…
sì, anche nella tua! »
E indicò il povero Walter Sparrow, che
sarebbe esploso in un urlo disperato se House non gli avesse dato una
provvidenziale bastonata in testa.
L’ologramma proseguì: « Ed
eccola, la fanwriter media. »
Altro scatto, altro fascio di luce:
una ragazzina era seduta alla scrivania del PC, intenta a digitare
freneticamente sulla tastiera.
« Quattordici anni, 50 kg di seghe
mentali e molti, troppi brufoli… tuttavia non abbastanza per
poter sfogare il sovrappiù di produzione ormonale che la affligge. –
spiegò Lucarelli – Romanzi, film, telefilm, manga, anime,
videogames… ogni cosa sfiori l’esistenza di questa creatura, è
prontamente assimilata, metabolizzata in maniera distorta e
rielaborata nei suoi aborti di scrittura! Paura, eh?! »
Lucarelli
fece una pausa ad effetto, ma a parte il povero Walter Sparrow –
ormai in preda al panico – nessun’altro sembrava particolarmente
intimorito da quelle rivelazioni.
« Ma lasciamola lì, la nostra
pubescente autrice, e andiamo fino in fondo a questa torbida vicenda,
ossia le fanfiction. – continuò l’ologramma – Saranno le
vittime stesse a rivelarci quali sciagure hanno subito a causa di
esse. »
E un altro fascio di luce si accese, stavolta ad
illuminare un uomo, seduto in maniera da rivolgere le spalle
all’ologramma e ai nove uomini. Alto e possente, pareva abbigliato
come un antico legionario romano e sulle parti di corpo scoperte si
potevano notare vistose cicatrici.
« Ero morto. – raccontò
l’uomo con voce profonda – Morto per difendere la mia libertà ed
i valori in cui credevo, morto per vendicare l’assassinio delle
persone che amavo. »
A quelle parole, si udì distintamente un
singulto provenire dal punto in cui si trovava Vegeta. Ma quando gli
altri si voltarono, videro che dava le spalle e fissava l’orizzonte
con sguardo bieco, come al solito.
« Poi ho incontrato quella
lì… che Giove Tonante la fulminasse! – proseguì il
legionario – Con un banale espediente mi ha fatto risorgere e mi ha
piazzato nella Roma rinascimentale, braccato e adescato da una
ninfomane dagli occhi gialli nelle fogne della città. »
Gli
uomini si scambiarono occhiate piene di disgusto.
Il legionario
sospirò: « Riposavo nei Campi Elisi accanto alla mia famiglia e un
attimo dopo ero tra le grinfie di quella sua creatura… »
Il
fascio di luce si spense per poi riaccendersi pochi secondi dopo, ma
al posto del legionario vi era, sempre seduta di spalle, una giovane
donna. Era abbigliata con eleganti vesti dall’aria medievale,
portava un prezioso diadema e dai lunghissimi capelli corvini
spuntavano quelle che sembravano delle orecchie a punta. Sembrava una
dama delle favole.
« Credevo di aver finalmente raggiunto la
felicità in questa mia lunga e travagliata vita. – principiò con
voce soave – Non potevo certo immaginare ciò che stava per
abbattersi su di noi. Quella entrò nella nostra vita senza
che ce ne accorgessimo e nel giro di poco tempo mio marito, il mio
adorato… s’era invaghito di lui! »
Le menti di tutti e nove
gli uomini – persino quella ancora annebbiata di Abberline –
vennero fulmineamente attraversate dal medesimo pensiero: lui?!
La
dama singhiozzò e Lucarelli le porse un fazzoletto.
« E
così mi trovai a passare le notti da sola, mentre il mio amato
consorte sgattaiolava via. – proseguì – Ma io non dormivo, come
lui credeva… così un giorno lo seguii e li colsi in flagrante! E
come potrei biasimarli?! Li compatisco: quando ci s’imbatte in un
essere onnipotente come lei, non si può far altro che
piegarsi alla sua volontà! » concluse affranta la dama.
Gli
uomini si guardarono attorno con circospezione, cercando
istintivamente un muro a cui rivolgere le spalle.
La dama emise un
ultimo gemito di disperazione e il fascio di luce si spense.
Quando
si riaccese, al suo posto vi era un ragazzo. Era magro,
caratteristica accentuata dagli indumenti troppo larghi per lui.
Aveva una massa di capelli spettinati e, per quel che si poteva
vedere, portava un paio di occhiali.
Snape ebbe la netta
sensazione di averlo già visto.
« Non ricordo nemmeno più la
prima volta che mi è successo: l’hanno già fatto in tante...
troppe! – cominciò in tono circospetto – È terribile: ogni
giorno ce n’è una nuova… a quelle lì non basta mai!
»
Sentendo la sua voce, anche a Draco parve di conoscere quel
ragazzo. Snape e lui si avvicinarono per ascoltare meglio.
« Ne
arrivano da tutte le parti: Stati Uniti, Francia, Italia, Germania…
e sono tutte perfette… e tutte cercano me. – spiegò
il ragazzo con voce tremante – E non si capisce come, ma vengono
sempre ammesse! Maledette! Vogliono prendere il posto dei miei
migliori amici, vogliono essere le mie fidanzate, vogliono salvare il
mondo… non ne posso più… sono peggio delle piattole! »
Anche
questo fascio di luce si spense e Lucarelli riprese a parlare.
«
Abbiamo conosciuto le fonti, abbiamo visto i suoi effetti… ora
sappiamo e non possiamo più ignorare. – disse tetro – Incolore,
insapore, inodore… ma non indolore… questa è la
fanfiction! Paura, eh?! »
E si bloccò nuovamente, per poi
svanire nel nulla.
Gli uomini si guardarono intorno dubbiosi.
«
Chi ha parlato questa volta? » chiese Lex.
« Nessuno. –
intervenne l’Entità – È finita la spiegazione. »
« È
tutto qui? – chiese House – Mi aspettavo almeno un incesto! »
«
Draco dormiens numquam tittilandus! » sentenziò l’Entità.
«
Ed io che c’entro?! » esclamò Draco indignato.
« È il motto
di Hogwarts, piccolo impudente! » sibilò Snape cercando di dargli
un'altro scappellotto.
Il ragazzo lo schivò: « A proposito di
Hogwarts… quello di prima era Potter, l’ho riconosciuto! »
«
In effetti era lui. – ammise l’Entità – Uhm… forse avrei
dovuto scegliere qualcun altro, per rispetto alla privacy. »
«
Conosci quel tipo? » chiese Lex.
« Certo, ma non siamo
amici. » puntualizzò Draco.
« Sì, sì… tutto questo è
immensamente interessante. – intervenne Logan – Ma a noi cosa ce
ne frega? »
« Come sarebbe a dire cosa ve ne frega?! – esclamò
l’Entità – Il Buongusto è stato ignominiosamente attaccato! Non
è certo la prima volta, ma quando si arriva a livelli allarmanti,
scatta il Codice Rosso e bisogna far intervenire i Nove Cavalieri…
e direi che questo è proprio un caso da Codice Rosso! »
«
Qui l’unica cosa cui si possano associare i termini “rosso” e
“allarme” è il vestito di quel tizio là. – commentò House
indicando Inuyasha – Lui sì che ha dei gusti allarmanti! »
Il
mezzodemone mise mano a Tessaiga.
« Questo mi ha proprio rotto! »
disse tra i denti.
« Qua non è questione di dubbi gusti sulla
moda, ma di veri e propri attentati alla logica del Buongusto! – li
interruppe l’Entità esasperata – Non siete stati colpiti da
questa terribile rivelazione?! »
Seguì un lungo silenzio. Se ci
fossero state le balle di sterpi che si vedono nei film western, ne
sarebbe rotolata qualcuna fra loro.
« Ehm… a me la cosa ha
preoccupato un po’, in effetti. » si azzardò a balbettare Walter
Sparrow.
« Tu sei un ossessivo compulsivo patologicamente
ipocondriaco e con gravi manie di persecuzione, dunque il tuo parere
non conta. » ribatté secco House.
« Per una volta sono
d’accordo con lui. – intervenne Logan – Tutta questa faccenda
delle fanfiction, o come diamine si chiamano, fa effettivamente
schifo, e quei poveracci che ci sono incappati mi fanno pena… ma
non vedo come questa cosa possa riguardaci. »
« Ah, dunque è
questo il problema: non credete che possa riguardarvi? » disse
l’Entità.
Tutti e nove gli uomini annuirono in silenzio. O
meglio, annuirono in sette: la testa di Abberline venne mossa dalla
mano di Lex, mentre Walter Sparrow annuì solo dopo aver ricevuto
un’occhiataccia generale.
« Ebbene, non volevo arrivare a
tanto, ma mi avete costretta. – annunciò l’Entità con voce
grave – Ecco… leggete e rabbrividite! »
Dal cielo prese a
piovere una quantità immane di fogli di carta: erano fanfiction
stampate. I nove uomini, perplessi, agguantarono al volo alcuni fogli
e cominciarono a leggere.
Calò il silenzio, interrotto solo dal
frusciare della carta.
Dopo qualche minuto, gli effetti furono
evidenti.
Draco impallidì e svenne, senza che nessuno si
preoccupasse di sostenerlo. Walter Sparrow prese a contare
ritmicamente fino a 23 dondolandosi convulsamente. Lex corse a
vomitare. Inuyasha e Logan facevano a gara a chi distruggeva più
fogli, uno con le unghie e l’altro con le lame, come gatti
impazziti. Poi fu il turno di Vegeta, che anche se cercava di
nasconderlo in tutte le maniere, era scoppiato a piangere. Abberline
cominciò a chiedere a gran voce il suo oppio. E Snape, dopo aver
tentato invano di bruciare tutto con un incantesimo Incendio,
appallottolò i fogli e se li mangiò.
House fu l’unico che
riuscì a finire di leggere tutto. Alzò gli occhi dal foglio che
aveva in mano e guardò in direzione dell’Entità.
Trangugiò tre pillole di Vicodin in un solo colpo e disse: « Hai vinto… dicci cosa dobbiamo fare. »