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Autore: Salice    24/11/2009    1 recensioni
Itachi ha ucciso i suoi amici, ha ucciso i suoi superiori… Ha ucciso la sua amata […] L’uomo che versando lacrime di sangue e soffocando ogni sentimento sterminò i propri consanguinei per il bene del villaggio…
Tobi Alias Madara Uchiha
(Tratta dal primo capitolo)
Non si curava dei petali che gli si fermavano addosso, ma respirava a pieni polmoni il profumo dei fiori di mandorlo. Era in quella posizione da diversi minuti, quando udì una risatina alle sue spalle. Si voltò di scatto, infuriato per essersi fatto cogliere di sorpresa. Verso di lui stava avanzando Hanayuki, la sua promessa sposa.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Itachi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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4La_missione.html

La Missione


Itachi
si muoveva veloce sui tetti del villaggio della foglia, saltando da una casa all’altra senza difficoltà. Sul volto indossava la sua maschera ed era possibile distinguerlo solo dalla corporatura apparentemente esile e dalla lunga coda di capelli neri. Era passato da poco mezzogiorno e la sua squadra era riuscita a completare la missione in tempi di molto inferiori a quelli richiesti, e stavano tornando a riposarsi. Itachi, in quanto capitano, aveva concesso loro mezza giornata di riposo, per far si che le successive missioni mantenessero alto il livello di concentrazione. D’altro canto lui, anche se era sempre molto attento a non darlo a vedere, si sentiva stanco. La conversazione avuta con Hanayuki lo aveva spossato, più nell’animo che nel corpo, e tutto il suo essere ne risentiva.
Strinse i pugni. Doveva arrivare almeno fino a casa, e avrebbe potuto riposarsi e pensare perlomeno fino al rientro di Sasuke dall’Accademia. Stava già svoltando verso la zona dove risiedeva il suo clan, quando venne raggiunto in salto da un membro di un’altra squadra speciale. Da dietro la maschera spuntavano degli spettinati capelli biondi alle spalle e Itachi la riconobbe. Era una ragazzina molto promettente, entrata a far parte degli AMBU solo poche settimane prima. Si fermò sulla cima di un albero e si voltò verso di lei. La ragazza saltò su una tettoia vicina e gli fece un cenno con il capo.
- Itachi-dono*! Porto un messaggio dall’Hokage! – Ansimò la ragazza, in tono concitato. Da dietro la maschera Itachi sorrise. Probabilmente lo aveva rincorso per un bel pezzo prima di riuscire a raggiungerlo.
- Ti ascolto. -
La ragazza riprese fiato e tornò a parlare.
- Il Nobile Hokage desidera incontrarti il prima possibile. Deve parlare con te di una faccenda delicata. – Disse con tono di ammirazione. Chiaramente pensava che fosse un grande onore conferire direttamente con l’Hokage per questioni del genere. Itachi invece ebbe un fremito. Le “Faccende delicate” riguardavano troppo da vicino la sua famiglia e il suo malcontento verso il villaggio della foglia, e non erano certo argomento di cui lui volesse parlare. La congedò bruscamente con un gesto.
- Vado subito, grazie, Saki. – Attese che la ragazza si allontanasse, prima di saltare a terra e dirigersi verso l’ufficio dell’ Hokage. Camminò per vie secondarie e poco frequentate, perché anche se non aveva fretta di raggiungere Sarutobi e parlare del suo clan, era suo dovere andare. Gli bastavano suo padre e Hanayuki a dargli il tormento. Tuttavia non desiderava incontrare gente, quindi si mosse furtivo fino al suo ingresso nel palazzo. Aveva appena messo piede oltre la porta, e si stagliava ancora nella piena luce del primo pomeriggio, quando una voce penetrante lo raggiunse dal fondo buio della stanza.
- Finalmente sei arrivato… Itachi. Come capitano della squadra speciale ti credevo più veloce. -
- Non volevo destare domande mentre venivo qui, Nobile Danzo. – Le parole erano educate, ma il tono del giovane sottintendeva un certo disprezzo per la persona con cui stava parlando.
- Preoccupati invece di obbedire agli ordini. Non devi occuparti di pensare. – Fu la risposta secca dell’anziano in ombra, che avanzò di un passo, mostrando il braccio e l’occhio, entrambi coperti da bende.
- Comunque sono qui per affidarti una missione. La “Tua” missione. – Proseguì, con una malcelata espressione di soddisfazione dipinta in volto. Itachi, nonostante tutto il suo autocontrollo, trattenne bruscamente il fiato.
- Così presto? Il Terzo Hogake… - Cominciò il ragazzo, ma Danzo lo interruppe.
- Le mie spie mi hanno avvisato che la tua famiglia si sta muovendo. E probabilmente, dopo la riunione di stasera daranno il via al massacro. Il Terzo Hokage è un sognatore. Sperava di poter parlare pacificamente con la tua famiglia ma anche tu sai come sono fatti… Un lupo non si può certo tenere al guinzaglio per sempre accanto alla propria fattoria… - Le parole aspre del consigliere si insinuarono nei pensieri di Itachi, che chiuse gli occhi per diversi secondi, inspirando profondamente.
- Quando? – Disse solo, riaprendo finalmente le palpebre e mostrando l’iride rossa segnata dallo Sharingan.
- Stanotte, non c’è tempo da perdere. Non devi lasciare in vita nessuno. – Danzo si ritrasse in fretta nell’ombra da cui era apparso, lasciando il ragazzo immobile, da solo.



- Come hai potuto dare l’ordine? Da qui a stanotte le cose potevano cambiare! – Fu l’urlo dell’Hokage, mentre sbatteva il pugno sulla sua scrivania, davanti a Danzo. Homura e Koharu, gli altri consiglieri, sedevano in silenzio alle spalle di Sarutobi.
- La missione richiede tempo per essere pianificata, anche per un Ninja dotato come Itachi. Le mie spie, inoltre, mi hanno confermato che gli Uchiha ormai stanno per muoversi. Non possiamo rischiare una guerra civile nel villaggio a causa del tuo cuore tenero, Hiruzen! – Le parole di Danzo erano dure, e lasciarono ammutolito per qualche istante il terzo Hokage. In quell’attimo di silenzio, Homura si alzò e avanzò di un passo.
- Non possiamo mantenere l’ordine se non riusciamo a contare su quelli che dovrebbero essere i nostri più fedeli sottoposti, Hiruzen. – La donna anziana alle loro spalle annuì a sua volta.
- Homura ha ragione, gli Uchiha sono dotati e pericolosi, in questo momento. La tragedia che abbiamo solo sfiorato grazie al sacrificio del quarto Hokage si ripercuoterebbe su di noi con molta più violenza, se fossero gli Uchiha a tentare di scalare il potere, lo sai anche tu. -
Il Terzo Hokage non rispose a quelle parole, ma si risedette pesantemente, lasciando lo sguardo fisso sulle carte che ingombravano la sua scrivania. Tutte questioni della massima importanza, tutte missioni, o documenti riguardanti i Ninja che aveva giurato di portare alla prosperità e al benessere.
- Lasciatemi solo. – Disse stancamente. I suoi tre consiglieri uscirono silenziosamente dalla porta, richiudendosela alle spalle.



Hanayuki si tolse con un sospiro i suoi abiti impolverati da Ninja, e li ripose con zelo in un cestino, pronti per essere lavati. Indossò una comoda veste da camera e prese a spazzolare i lunghi capelli neri con cura meticolosa, preparandosi a fare il bagno, quando un ticchettio contro la finestra della sua stanza attirò la sua attenzione. Spalancò il vetro e si affacciò, accecata per un istante dalla luce del tardo pomeriggio. Sulla tettoia davanti a lei non c’era nessuno e per la strada la gente camminava come se non avesse visto nulla di insolito. Stava per richiudere la finestra, ma un foglietto ripiegato sul davanzale colpì il suo sguardo.


Vediamoci al tramonto nel Nostro giardino
.



Sotto alla scritta era raffigurata, in un veloce scarabocchio, una donnola**. Hanayuki sorrise, portando alle labbra il fogliettino ed inspirando profondamente. Un istante dopo attraversò tutta la casa di corsa, quasi volando verso il bagno per fare il prima possibile.







*Il suffisso –dono è un titolo onorifico giapponese, è considerata una versione "superiore" al -san (ma non corrisponde al –sama) molto formale e utilizzato quando si ha un rispetto davvero elevato verso una persona. (wikipedia) Ho utilizzato questo termine, perché mi pare proprio che non ne esista un corrispettivo italiano, al contrario di –san che può essere sostituito da “signore” “signora” che non era adatto a questa situazione. Inoltre a quel che ne so io, utilizzare il suffisso –dono pone automaticamente chi parla uno scalino sotto al proprio interlocutore, riconoscendolo come proprio “superiore”. Poche righe sotto ho invece ritenuto corretto sostituire Hokage-sama con “il nobile hokage” così come viene descritto sia nel fumetto italiano che nella versione animata.


**Itachi significa Donnola.



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Breve spazio per l'autrice: Ecco, questo capitolo è stato una sofferenza. Ovviamente nell'Elosaliceverso, è sempre tutta colpa di Danzo, e Danzo deve morire! (Ogni tanto è anche colpa di Madara, dipende un pò dall'umore >.<°) Odio Danzo, e il mio odio è stato trasmesso in questo capitolo!


Come al solito, grazie a Elos del prezioso commento ^_^
   
 
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