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Autore: Serenetx    24/11/2009    1 recensioni
Cosi' scosto' una ciocca dei suoi capelli color carota e mi trafisse con quei suoi occhioni azzurri. Sentii per un istante il peso della sua attenzione gravarmi sulla coscienza ancor piu' di quanto lo facesse la sua etica invidiabile ed il suo bollente sguardo di ghiaccio passare in rassegna ogni mia singola curva.
«Sono curioso di sapere una cosa, bambolina ... »
Mi disse afferrandomi bruscamente il mento.
«Qual'e' il tuo vero nome adesso?».

Saro' molto felice di leggere ed accettare i vostri consigli, pareri, recensioni ecc. ecc.
Prende spunti da diverse storie piuttosto famose (non scritte da autori di questo sito) ed e' la prima copia (e' una storia da revisionare per bene, a partire dalla trama e tutto il resto; per questo se mi aiutaste sarei molto felice! Grazie lo stesso)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incest, Incompiuta, Tematiche delicate
Capitoli:
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Incredibile! Davvero incredibile! Surreale, diciamo!
La mia citta', quel piccolo groviglio di smog, quello sputo sulla cartina degli Stati Uniti, era improvvisamente diventato il centro del mondo, o quasi! Soltanto immaginare una situazione del genere mi faceva venire i brividi, ma viverla era come vedere un uomo camminare sulla superficie dell'acqua. Indescrivibile!
Studiai l'espressione di mio padre alquanto preoccupata e mi divertii a confrontarla con la mia reazione. Io non avevo paura! Io gioivo a quella notizia!
Finalmente casa mia era sulla bocca di tutti! La mia dolce dimensione sicura e protetta dai media sarebbe diventata il palcoscenico di un possibile e futuro tragico romanzo!
Non avrei mai potuto desiderare di meglio quella volta ... anche perche' ero una povera sedicenne senza meta e senza speranza ...

«Papa', guarda il lato positivo: adesso MeHight sara' al pari di una New York ... o di una Londra, no? Avra' maggiori possibilita' di essere una "attrazione turistica" in quanto molto vicina alla base incriminata, no?»

Sbagliato!
Fu in quel preciso istante che sentii scricchiolare il telecomando della TV fra le sue dita. Queste passarono freneticamente sui piccoli pulsantini colorati fino a che non trovarono il prescelto. Un piccolo lampo sul grande schermo e la televisione si spense, lasciando brillare di rabbia gli occhioni di mio padre.

«CHE DISCORSO E'? POTREBBERO ESSERE IN PERICOLO VITE DI INTERE PERSONE E TU MI RIFILI UN' OSSERVAZIONE DEL GENERE? MA TI RENDI CONTO CHE QUESTA SITUAZIONE POTREBBE COINVOLGERE ANCHE NOI? CI PENSI?»

Indietreggiai terrorizzata. Non l'avevo mai visto cosi' preoccupato.

«D'accordo! D'accordo! Calmati! HAI RAGIONE! Ma non c'e' proprio la possibilita' che a rubare quei fottuti documenti siano state persone un po' piu' ... pacifiche?»
«Non te lo so dire ... non sono un detective, io! Pero' se i ladri avessero avuto delle intenzioni pulite di sicuro si sarebbero accordati in anticipo con l'FBI, non credi?»

Notai che l'unghia dell'indice di Carl era leggermente spezzata ad un angolo. Se la passava continuamente sulle labbra e sembrava godere di quel breve contatto pungente. Ma perche' non riuscivo a concentrarmi sulla gravita' del problema? MeHight (e non solo) poteva essere in pericolo ... ed io con lei.
Se i ladri avessero avuto delle intenzioni pulite di sicuro si sarebbero accordati in anticipo con l'FBI, lo diceva anche lui, ma la novita' del giorno non mi faceva ne' caldo ne' freddo. Forse perche' sapevo che a sedici anni non mi sarebbe successo nulla o cosi' almeno credevo...
In ogni caso, il mio comportamento era davvero ingiustificabile e l'unica a non volerlo capire era semplicemente la sottoscritta.

«Cloe!»

Sobbalzai

«Si'?»
«Vai a svegliare tua sorella! E' tardi, lo sa che non deve rimanere a letto fino alle undici!»
«Ma papa' ... e' domenica!»
«Non mi importa! Vai! Voglio Lizzy qui, davanti a me! Subito!»

Mossi un poco in avanti la caviglia che fui presto costretta a tirare indietro. Si sentivano dei rumori di passi pesanti provenire dal piano superiore. Incuriosita, mi avvicinai alle scale e non appena appoggiai la suola delle scarpe su un gradino vidi mia sorella correre come un razzo contro di me. Urlammo.
Quella chioma di capelli biondi avrebbe fatto del mio corpo un tappeto per pavimenti, se non l'avessi schivata prontamente; e con un balzo all'indietro la lasciai per qualche attimo prendere il ruolo da protagonista del salotto. Eh gia'! Purtroppo le sorelle di undici anni non stanno mai ferme.

«PAPA'! PAPA'! PAPA'!»
«EHI LIZZY!»

Gridai furiosa cercando di coprire il suo scalpiccio frenetico.

«PAPA'! PAPA'! PAPA'! CHE E' SUCCESSO, CHE E' SUCCESSO?»
«Niente piccola!»

Disse passandole tristemente una mano fra i biondi capelli.
La invidiai in quel momento. Io non riuscivo nemmeno a cavare una parola gentile da mio padre, mentre lei, piccola, sciocca, infantile mocciosetta, riusciva sempre a farlo sorridere! E poi, quei suoi capelli cosi' belli e brillanti, da dove li aveva mai potuti ereditare? Gli Hasani non avevano mai avuto queste chiome cosi' ... cosi' ... bah! Pero' Lizzy si', Lizzy aveva avuto questa fortuna!
Avrei dato via la mia, che nonostante fosse di un bel biondo acceso e lunga fino alle spalle come desideravo, non riusciva ad essere cosi' perfetta! Avrei dovuto avere io tutte quelle virtu' che mia sorella non meritava, perche' lei non le meritava davvero!
Strinsi i pugni ricordandomi di essere abituata alla sua ingombrante presenza.

«Uffa! Dai dimmelo! Lo sai che non mi piacciono questi segreti! Anche la mamma non vuole dirmi nulla! Dimmelo tu paparino caro ... ti prego!»

Carl si volto' verso di me invogliandomi ad aiutarlo, ma resistetti al suo sguardo da cane bastonato e risposi per le rime.

«Eh! Che ci vuoi fare? Ognuno e' causa del suo male! Io me ne vado in camera! Al computer! Voglio saperne di piu' su tutta questa faccenda! Intanto ... Lizzy ... non dovresti insistere su una questione cosi' delicata! Sei troppo piccola e fragile per capire certe cose ... »

Tornai giustamente a fissare quella scalinata a spirale, decisa di raggiungerne la vetta, ma una voce mi trattenne ancora una volta. Mi voltai per meta', muovendo solo il capo. Mio padre non era degno di troppa attenzione ...

«Cloe!»
«Si'?»
«... grazie della pazienza»

Sorrisi vittoriosa fra me e me.

«Invece di ringraziarmi, dimmi a quale detective potrebbe essere stato affidato il caso! Mi faresti risparmiare molto tempo su Google ... »

L'uomo mi guardo' leggermente spaesato.
Si passo' una mano fra i capelli e dopo qualche secondo mi risposte con un velo di profonda incertezza.

«Non te lo saprei dire ... pero' ... casi di questa portata e' molto probabile che li affidino a Hideki»
«Gia'! Potrebbe essere ...»

Troncai il discorso sul nascere senza ascoltare i commenti di Lizzy a riguardo e salii una volta per tutte al piano superiore. Mi appoggiai diverse volte al muro fino a raggiungere la mia camera da letto.
Digrignavo di rabbia.
Hideki, meglio conosciuto semplicemente come "H", sarebbe tornato in campo! Era possibile, anzi ... era l'opzione piu' ovvia che lo stato poteva giocarsi a suo vantaggio!
Gli altri detective non valevano nulla in confronto, nemmeno la sottoscritta che, nel suo dilettarsi in materia, godeva di una certa fama nei suoi quartieri. L'esperto avrebbe presto invaso gli schermi con quella sua "H" bianca, le bocche di tutti e di tutto cio' che avrebbe avuto a che fare con lui!
Stringevo i pugni che tiravo al cuscino del mio letto.
Non mi andava giu'! No! Non avrei mai digerito che uno sconosciuto comparso cosi' senza dire nulla, due anni prima, fosse "resuscitato" per il gusto di prendersi un'altra medaglia!
La mia era soltanto invidia, distruttiva (certo!), come tutte le altre, ma la cosa che mi logorava di piu' non era l'immensa popolarita' di cui godeva l'investigatore, bensi' la sua identita' nascosta!
Nessuno sapeva chi fosse, dove fosse e perche'! Hideki era il colore piu' brillante, piu' spettacolare, sotto agli occhi di una massa di daltonici!
Poteva essere davvero chiunque e dovunque, anche in capo al mondo, ma il suo operato celato da quella insopportabile "H", sarebbe giunto in mano alle autorita' presto o tardi. Nemmeno i casi piu' complessi lo avrebbero spiazzato e quello del nucleare sarebbe stato in apparenza uno dei tanti. Egli, infatti, poteva godere di essere l'unico individuo a non possedere una carta di indentita' veritiera, ma solo del suo rappresentante di fiducia; nessuno dei "comuni mortali" avrebbe dovuto scoprire nemmeno per puro caso i dati piu' importanti relativi alla sua esistenza. E questo non potevo sopportarlo!
Io sarei dovuta essere sempre e comunque la migliore, senza eccezioni! Cosi', ribollendo di rosso, afferrai con violenza il mio cellulare; digitai una sequenza di numeri ed attesi in linea. Erano le unidici e cinquantasette del venticinque marzo duemila e dodici.

«Cloe? Sei tu?»
«Si' Misa! Sono io!»

Sorrisi istintivamente. Adoravo la voce della mia compagna di banco.

«Ti serve inglese per domani?»
«No, no! Ma che inglese! Voglio solo parlare con te ...... hai sentito la notizia bomba?»
«OH! ECCOME SE L'HO SENTITA! E' proprio bomba!»

Scoppiai a ridere di gusto. Dal suo tono di voce, non sembrava molto preoccupata. Anzi! Tutt'altro ... dalla sua tranquillita' imperturbabile, trapelava anche una sorta di innata sicurezza:
tutto mi faceva pensare che Misa conoscesse la storia al completo, ma, purtroppo, non detti molto caso a questo dettaglio e continuai a blaterare come se nulla fosse.

«... guarda Misa! Era proprio ora che succedesse qualcosa di nuovo qua! E' sempre cosi' grigio!»
«Lo penso anche io! Anche perche' poi non esiterai a fare la parte dell'investigatrice, vero?»

Sospirai.

«Non sai quanto mi piacerebbe, ma e' un caso troppo grande, mica una roba da quartiere! E poi e' molto probabile che ci sara' in mezzo ancora una volta Hideki ...»
«DICI DAVVERO? Ma allora e' una cosa seria!!!»
«Gia' ... parrebbe proprio di si'!»

Ammisi accendendo il mio portatile.

«Beh! Certo, Cloe, che se ti ostini a indagare da sola, non ce la farai mai a superare la cima, ma con il gioco di squadra, si sa, hai piu' chance! Magari puoi aiutare la polizia con le tue intuizioni brillanti! Sempre meglio di niente... »
«Ecco! Appunto! Tu che te la cavi, ti andrebbe di aiutarmi?»

Dall'altro capo si fece silenzio per qualche secondo.
Misa non voleva rispondere!
Percepivo appena qualche mormorio, qualche rumore d'incertezza ed infine si decise a parlare.

«Senti .... non e' per cattiveria ma .... e' un brutto periodo, lo sai! Tra mio fratello e mio padre non so chi sia peggio ... ed io devo aiutarli. In altre occasioni non avrei rifiutato.»
«...... ah! Va bene ... d'accordo! Non preoccuparti Misa! Cerchero' di fare tutto da sola»

Dissi amareggiata. Nulla da fare ... non riuscivo proprio a mettere su una squadra d'azione, nemmeno per fare dei piccoli passi come ai vecchi tempi!

«EH NO! Invece mi preoccupo! Tu e le tue competizioni ... STAI ATTENTA A NON FICCARTI IN BRUTTE SITUAZIONI, ALTRIMENTI NE PAGHERAI LE CONSEGUENZE EH!»
«Ah ah! Grazie mammina! Ora pero' ti devo salutare, ho una ricerca da fare!»
«D'accordo! Mi raccomando, stai attenta ... Ciao Cloe!»

Spensi il mio cellulare e lo appoggiai delicatamente sulla scrivania in metallo lucido.
I miei primi tentativi di poter fare qualcosa, seppur qualcosa di molto piccolo, fallivano, ma non mi davo per vinta! La mia sete di potere mi avrebbe presto portata a trionfare. Ne ero sicura! Avrei vinto la mia sfida personale ad ogni costo, anche se questa era la piu' assurda possibile. Avrei fatto di tutto per raggiungere la vetta prima dell'altro anche se avrebbe significato sacrificare qualcosa a me caro! Ma purtroppo quella volta, non sapevo ancora che cosa il destino mi avrebbe riservato [...] e se solo avessi ragionato con piu' attenzione, tutto quel sangue innocente, non si sarebbe riversato nei vicoli di MeHight. Ma e' ancora presto per parlare di questo ....
  
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