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Autore: kokylinda2    24/11/2009    7 recensioni
E se gli eventi in New Moon fossero andati diversamente? Se dopo che Edward se ne fosse andato Bella avesse ricevuto una visita inaspettata da parte di sua 'cugina' e lei le avesse svelato che il mondo non era come lo credeva? Edward diceva che lei non apparteneva al mondo del sovrannaturale. E se ne entrasse a far parte? È un New Moon un po’ diverso. Parte da subito dopo che Edward la lascia.
Tratto dal primo capitolo:
'Fece il punto della situazione: era appena stata lasciata dal vampiro che amava, poi trovata in mezzo alla foresta da sua cugina Gabriella, che aveva solo recentemente conosciuto, portata in California in un nanosecondo, e adesso si stava dirigendo verso una certa 'Antica Signora' con il dono del ‘Risveglio’, scortata da dei Cinghiali Mannari.
La sua vita poteva essere più strana di così?' - Edward/Bella
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Isabella Swan, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Più libri/film
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1- Ti Presento Nicholas Flamel

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Capitolo 1

-

Se ne era andato. L’aveva lasciata.

Era sola, al buio e al freddo.

Tremava e stava per iniziare a disperarsi, ma poi l’aria si riempì del dolce profumo del gelato alla vaniglia. Era un odore piacevole. Lo inspirò a fondo chiudendo gli occhi, con la certezza che stesse sognando. Ma i sogni potevano essere così nitidi?

Riaprì gli occhi di scatto e si guardò intorno stordita, ma non vide niente se non gli alberi che si stagliavano cupi e minacciosi, dalle cui fronde filtravano i pochi raggi della luna.

E poi la vide, una luminosa luce bianca in lontananza.

Era come vedere un fantasma che camminava aggraziato sul suolo irregolare e ricoperto dal fogliame umido della foresta.

La luce si fece sempre più vicina, e più la distanza si accorciava, più si sentiva  pervadere dal calore. Alla fine riuscì a mettere a fuoco una figura, scoprendo che la fonte della luce non era altro che una ragazza.

Aveva lunghi e setosi capelli neri che le incorniciavano il viso a forma di cuore e una frangetta che le copriva leggermente gli allegri ed espressivi occhi verdi. C’era qualcosa di diverso in lei, anche se non riusciva a capire cosa fosse. Aveva un volto normale, con gli zigomi forse un po’ troppo sporgenti  e il mento un po’ troppo appuntito. Ma era comunque bellissima.

I suoi occhi verdi erano in grado inchiodare l’attenzione di chiunque. Con un sussultò si rese conto che non sbatteva mai le palpebre

La ragazza le sorrise e la prese per mano, circondandola di luce calda e confortante. L’odore di vaniglia si fece ancora più intenso. Le due ragazze iniziarono a camminare per la foresta, senza meta, in silenzio. Poi la ragazza le disse di chiamarsi Gabriella e di essere sua cugina. Aveva un vago e morbido accento celtico: irlandese o scozzese.

 Sua cugina le rivelò che lei era speciale, ma Bella trovava che Gabriella fosse ancora più particolare. Gabriella le aveva confessato che possedeva il Dono della Conoscenza. Sapeva tutto, sempre. Passato e presente. Ma non il futuro. Aveva saputo che Edward l’aveva lasciata. Aveva saputo che Alice sarebbe venuta. Aveva saputo che sarebbe dovuta andare a Volterra.

Bella le chiese come facesse a saperlo se non poteva vedere il futuro.

Gabriella rise e il suono della sua risata chiara e cristallina si perse nell’oscurità della notte, la cui unica fonte di luce era lei.

“Io non posso vedere il futuro, ma ho degli amici che possono farlo. E io so sempre se qualcuno sa qualcosa,” disse sorridendo.    

 “Ma perché sei qui?” indagò Bella perplessa.

“Perché è il momento che tu sappia, così abbiamo deciso. Puoi essere una di noi adesso. Già lo sei, ma non te ne sei accorta. È il momento che io ti porti dagli altri,”rispose sua cugina. Poi l’afferrò delicatamente per un polso e la trascinò fino a una piccola radura in mezzo agli alberi, dove giaceva un piccolo stagno la cui acqua sembrava quasi nera.

Fu un attimo.

Gabriella ci saltò dentro, trascinando Bella con sé. La superficie era gelida. Era come attraversare uno strato di aria fredda che la fece rabbrividire.

Pochi secondi dopo si ritrovò accanto a sua cugina, asciutta, in mezzo a un piccolo sentiero sterrato circondato da alberi che crescevano ad altezze vertiginose e il sottobosco era sorprendentemente fitto. L’aria era calda e umida e la vegetazione era diversa, più rigogliosa.

Non era più a Forks.

“Dove siamo?” chiese Bella guardandosi intorno ancora più confusa di prima.

“Ma in California, naturalmente,” replicò Gabriella allegra, quasi saltellando per la felicità.

Gli occhi di Bella si spalancarono per lo shock.

“Perché siamo in California?!?” urlò praticamente sconvolta. Com’era possibile essere un attimo prima nello stato di Washington, e quello dopo in California?

Gabriella scrollò le spalle.

“Perché l’arpia,” pronunciò acida e con tono spezzante rivolta chiunque fosse questa ‘arpia’, “È l’Antica Signore con il Dono del Risveglio più vicina. Black Annis è nelle Catskills, ma è troppo imprevedibile. Persefone è in Canada, ma si dice che i troppi anni nel Regno d’Ombra Sottomondano le abbiano fatto perdere il senno. Poi non c’è nessun altro, di … ehm, disponibile, ecco, in Nord America. L’ultima volta che ho incontrato Noctitula era in Australia e so per certo che Eritone si nasconde ancora in Tessaglia … e poi c’è la Morrigan,” concluse con una smorfia, “Ma è meglio di no. E poi non voglio dover prendere un’altra Porta di Energia per l’Europa per trovare un altro Antico Signore capace di eseguire il Risveglio,” le spiegò con tono leggero, come se non avesse la benché minima importanza.

Bella la guardò come se fosse pazza. Alcuni dei nomi che aveva detto le sembravano familiari. Persefone non era una dea greca? E la Morrigan non era la Dea Corvo degli antichi irlandesi?

Gabriella le fece cenno di seguirla lungo il cammino, e lei lo fece, esitante. Camminarono per un paio di minuti e poi Bella iniziò sentirsi osservata. Ogni tanto si voltava per vedere chi la stesse fissando, ma non vedeva mai nessuno.

Poi sentì un ramoscello spezzarsi.

Si bloccò, spaventata. Aveva avuto ragione, qualcuno le stava seguendo. “Gabriella?!” la chiamò con voce piena di panico.

La ragazza la guardò confusa, “Si?”

Bella deglutì abbassando la voce, “Penso che qualcuno ci stia seguendo,” affermò.

Ancora una volta, Gabriella scoppiò a ridere. Bella la guardò oltraggiata. Come faceva a ridere di una cosa così seria?

Gabriella sorrise, “Non ci stanno seguendo, ci stanno scortando. Probabilmente lo vedono come un modo per proteggere la loro signora,” le spiegò diffidente. Doveva davvero odiare quella persona se ne parlava così male.

“Chi?” chiese Isabella, ancora non capendo. Si voltò e si guardò intorno. Riuscì a distinguere vagamente un paio di figure annidate nell’ombra degli alberi.

“I Torc Allta,” rispose Gabriella come se fosse ovvio.

Bella inarcò un sopracciglio, “Mai sentiti,” le disse.

Gabriella sospiro, “Cinghiali Mannari,” le spiegò con quanta più pazienza possibile.

“Cinghiali Mannari?! Come i Lupi Mannari?!” indagò Bella quasi andando in panico.

Gabriella scosse la testa, “Certo che no.”

Bella sospirò per il sollievo.

“I Lupi Mannari sono i Torc Madra, appartengono a un clan totalmente diverso,” continuò Gabriella casualmente.

Per poco Bella non svenne. “Cinghiali Mannari … certo che sono diversi dai lupi mannari, che domande. Tutto un altro clan,” mormorò poi sarcastica, “Che sciocca!”

Le girava la testa. Fece il punto della situazione: era appena stata lasciata dal vampiro che amava, poi trovata in mezzo alla foresta da sua cugina Gabriella, che aveva solo recentemente conosciuto, portata in California in un nanosecondo, e adesso si stava dirigendo verso una ‘signora-arpia’ con il dono del ‘Risveglio’, scortata da dei Cinghiali Mannari.

La sua vita poteva essere più strana di così?

Era il momento di avere risposte. Insomma, che stata succedendo? Perché era lì? Chi era questa ‘signora’? Cos’era il Dono del Risveglio? E gli Antichi Signori? Le Porte di Energie? E per l’amor di Dio, cosa c’entravano i Lupi Mannari?!?!

“Okay, cugina, ammesso e concesso che tu lo sia davvero, non ho la minima idea di cosa stia succedendo e—“

“— vuoi delle risposte subito, sennò cominci a gridare,” concluse Gabriella per lei. Bella la guardò sorpresa.

Gabriella sbuffò spazientita e si picchiettò la testa, “Dono della Conoscenza, ricordi?” naturalmente era una domanda retorica.

Bella annuì ed aspettò una spiegazione. Che sia convincente, pensò.

Gabriella sospirò, “Suppongo che sia meglio che io ti avverta prima di entrare nel Regno d’Ombra,” borbottò annoiata.

Sospirò ancora, “Vedi, ogni storia e ogni leggenda ha un pizzico di verità. Gli homines, ovvero il genere umano, hanno basato i propri miti su brandelli di passato.”

Bella le fece cenno di continuare.

“Prima dell’avvento dell’umanità, che si pensa sia comparsa circa a metà dell’Età della Pietra, il mondo era popolato da creature tutto fuorché umane. L’Antica Razza. Avevano il potere di volare, possedevano vascelli capaci di attraversare gli oceani, controllavano il clima e avevano perfezionato quello che oggi noi definiremo clonazione. In altre parole, la scienza a cui avevano accesso era talmente avanzata che noi la definiremmo magia. Beh, si, proprio magia,” spiegò con un sorriso e lo sguardo distante.

Adesso Bella la guardava scettica. Ma poi si dovette ricredere. Aveva conosciuto dei vampiri, no?

Gabriella continuò il suo discorso, “Il centro dell’Antica Razza –“

“Quanto antica?” la interruppe Bella. Non era riuscita a farne a meno.

Sua cugina la guardò dritta negli occhi, “Molto antica,” si limitò a dire la ragazza.

Poi riprese a parlare, “Come stavo dicendo, il loro centro era Danu Talis. Ma poi la città si inabissò. Quello fu un giorno storico per loro. Segnò la fine della loro Era.”

“Danu Talis?” domandò Bella.

“Atlantide,” tradusse Gabriella alzando gli occhi al cielo.

“Oh,” fu tutto quello che riuscì a dire. Wow, pensò. Sbatté le palpebre, ancora leggermente stordita. “Quindi se ho capito bene, questa ‘razza’ si è estinta quando Atlantide è sprofondata?” chiese. Era una domanda sensata.

Gabriella ridacchiò, “Estinta?” poi scoppiò a ridere.

Bella la guardò irritata. Possibile che non la smettesse di ridere di lei? Quando sua cugina si ricompose, ricominciò a spiegare.

“No, l’Antica Razza non si è estinta. È praticamente impossibile uccidere uno di loro. La caduta di Danu Talis segnò la conclusione della loro gloria. Poi cominciò a vivere tra gli homines, o meglio, al di sopra degli homines. Infatti, gli esponenti di questa razza, noti come Antichi Signori, sono i dei e le dee dell’antica Grecia, degli Egizi, dei Sumeri, delle civiltà della Valle dell’Indo, dei Toltechi, dei Celti … insomma, i miti e le leggende non sono poi tanto distanti dalla realtà.”

Bella la fissava come una stupida. Si erano sedute su una roccia piatta per riposarsi. Faticava a credere che le stesse dicendo la verità.

“Cosa cambiò? Insomma, non vedo divinità sfilare in mezzo alla strada. Perché non ci sono più se non si sono estinte?” domandò Isabella. Stavolta Gabriella non rise.

“Il Ferro,” rispose semplicemente. Notando lo sguardo interrogativo di Bella, si affrettò ad aggiungere, “Quando l’uomo scoprì il ferro, l’Antica Razza iniziò a scomparire. Il Ferro segnò la loro fine. È in grado di annullare la più potente delle magie. Gli Antichi Signori non potevano più vivere tra gli homines. Non si estinsero, ma si nascosero. Alcuni vivono ancora nascosti in costruzioni antiche, come per esempio le piramidi. Altri, invece, si sono rifugiati in Regni d’Ombra.”

Ancora una volta, Bella alzò un sopracciglio. Sapeva che Gabriella sapeva che non aveva idea di cosa fossero.

Gabriella sospirò, “So che sai che io so che non sai,” disse. Poi notando quanto suonava strano ridacchiò di nuovo.

Scosse la testa e riprese il suo racconto, “I Regni d’Ombra sono al confine tra questo mondo e quello degli Antichi Signori. Si trovano in spazi e tempi diversi. Ogni Signore ne può creare un proprio. “

“Ma perché mi hai portato qui?” era la domanda la cui risposta Bella aveva bisogno di sapere.

“Semplice. Tutti, inclusi gli Antichi Signori, hanno un’aura. Le aure circondano le persone, anche me e tè. Questa luce che circonda la gente è stata chiamata ‘aura’ dalla parola greca ‘respiro’. Le aure hanno colori diversi a seconda della persona, ed è rarissimo averne una pura fatta di uno solo. Più pura è un aura, più si è potenti. La magia si ottiene attingendo alla propria energia aurica,” spiegò Gabriella. “Ma gli homines hanno perso questa possibilità. Alcuni però ci riescono ancora. Il problema è che credono di vedere tutto, ma in realtà non vedono niente. Credono di sentire tutto, ma invece non riescono a sentire un decimo dei rumori che li circondano. Eppure si sono accontentati. Non riescono a vedere, a sentire, a provare e odorare come un tempo. La loro aura si è assopita. Si può considerare … “ fece una pausa, cercando la parola giusta, “Addormentata,” concluse.

“Alcuni degli Antichi Signori hanno il Dono di poter risvegliare l’aura degli  homines, ma non ce ne sono tanti oggigiorno,” continuò Gabriella.

Isabella annuì, digerendo le informazioni che le erano appena state date. Poi si ricordò della luce bianca che aveva circondato Gabriella la prima volta che l’aveva vista. E quel forte profumo di gelato alla vaniglia.

“Quella luce bianca che ti circondava prima … era la tua aura?” domandò curiosa.

Gabriella annuì. “Si, la mia aura è stata risvegliata, quindi adesso i miei sensi sono più sviluppati rispetto a quelli dei normali esseri umani. E posso fare quelle che si possono definire magie,” poi decise di vantarsi un po’. “La mia è un’aura pura, cosa già di per sé rara. Ma inoltre è d’argento. Ancora più rara. L’ultimo homines ad avere avuto un’aura di puro argento è stata Giovanna d’Arco,” disse con una nota di orgoglio.

“E quel profumo di vaniglia?” chiese ancora Bella.

Gabriella sorrise, “Ogni aura ha un odore diverso, e quello è il mio.”

Bella ci pensò un attimo, prima di arrivare a una conclusione, “Non mi hai ancora detto come o perché siamo qui,” fece notare.

Gabriella alzò un sopracciglio, “Non ti avevo detto di sapere sempre tutto?” comunque rispose. “Ti ho portato qui attraverso una Porta di Energia. Hai presente le meridiane e i paralleli? Beh, diciamo che ci sono linee del genere che percorrono il pianeta, però fatte da energia. Dove due o più linee si incrociano si trova una Porta di Energia. Erano utilizzate dagli Antichi Signori per spostarsi da una parte all’altra del pianeta in pochi secondi.”

Fece una breve pausa, “Per quanto riguarda il perché ti ho portato qui, è semplice. Voglio risvegliare la tua aura. Qui in California c’è un'Antica Signora con il Dono del Risveglio, o meglio, c’è l’entrata al suo Regno d’Ombra. È una dei Signori più potenti e pericolosi,” concluse, leggermente aspra verso la fine.

Si alzò in piedi dalla roccia e si guardò intorno aggrottando la fronte impaziente. Bella la osservò per un momento, prima di fare un’altra domanda che le premeva.

“Come mai, se tu sei un essere umano come me, hai il Dono della Conoscenza?” chiese.

Gabriella sorrise, “Oh, è semplice. Io appartengo all’Antica Razza, non agli homines, infatti è per questo che parlo degli umani come se non fossi una di loro. Ci sono diversi Doni, alcune volte capita di possederne uno. Io ci sono nata.”

Bella la guardava con occhi spalancati, “Tu appartieni all’Antica Razza?!”

Gabriella scrollò le spalle, “Io sono della Nuova Generazione. Appartengono alla Nuova Generazione tutti gli Antichi Signori che sono stati generati dopo la caduta di Danu Talis, circa settemila anni fa. Io ho solo poco più di duemilacinquecento anni,” poi sorrise, “La mia razza governava questa terra prima che le creature che poi divennero gli homines scendessero dagli alberi. Oggi siamo circondati da miti di praticamente tutte le razze. Siamo creature leggendarie, clan Mannari, Vampiri, Giganti, Draghi e Mostri. Alcuni ci definiscono i Grandi Vecchi, altri dei.”

Bella scoppiò a ridere, leggermente isterica. Non poteva essere vero! Insomma, quella non era sua cugina? Come faceva ad avere l’aspetto di una diciottenne? A meno che … ma scacciò subito l’idea.

“Sei mai stata una dea?” sussurrò poi.

Gabriella ridacchiò, “No, mai. Ma alcuni tra la mia gente si sono fatti adorare come tale.” Si strinse nelle spalla, “Eravamo solo un’altra razza, più antica dell’uomo, con doni e abilità diverse.”

“Come facciamo ad essere imparentate allora? E una volta risvegliata sarei anche io una della Nuova Generazione?” domandò sempre più curiosa.

Sua cugina scosse la testa, “Una volta risvegliata non apparterrai alla Nuova Generazione. Tu sarai comunque umana, non un esponente dell’Antica Razza. Diventerai una homines risvegliata, tutto qui. Per quanto riguarda il come siamo imparentate, diciamo che non lo siamo per il sangue. Lo siamo perché abbiamo la stessa aura, quindi ci possiamo considerare poco meno che sorelle. Cugine.”

“Questo significa che io ho un’aura di puro argento? Come fai a saperlo?” Bella stava avendo difficoltà a formare pensieri coerenti.

“Vedo che hai una memoria corta,” ribatté Gabriella secca, “Quale parte di ‘Dono della Conoscenza’ non ti è chiara?”

“Si, ma tu hai detto che tutti quanti hanno un’aura diversa,” si oppose Bella.

“No, ho detto che ogni aura ha un odore diverso, non colore. Non ti avevo fatto l’esempio di Giovanna d’Arco?”

“Ma è morta!” esclamò Bella.

“No, è più che viva. Non chiedermi come, ma ha trovato un modo per essere immortale. Si è sposata quattro anni fa alle Hawaii con il conte di Saint-Germain e adesso hanno una casetta sugli Champes Elisés. Se non mi sbaglio anche Caterina de Medici abita da quelle parti … “ disse Gabriella pensosa, portandosi due dita sotto il mento.

 “Allora saprai anche l’odore della mai aura?” domandò Bella piena di aspettative, cercando di ignorare il commento su Giovanna d’Arco.

“Certo, ma lo scoprirai da sola quando verrai risvegliata. Ora penso che sia il momento di andare. È l’alba. Ma lui dov’è?! È in ritardo,” constatò Gabriella sbuffando.

Bella non le chiese nemmeno a chi si riferisse. Voleva vedere i Torc Allta.

Voltò la testa ed osservò la luce del sole appena sorto mentre illuminava gli alberi. Dietro, tra le ombre, c’erano delle creature con la pelle irsuta, il muso piatto, un naso schiacciato e delle lunghe zanne ricurve. Erano molto grossi: si avvicinavano alle dimensioni di un pony. La groppa era incredibilmente muscolosa.

Guardò con più attenzione il cinghiale più vicino. Sulle sue zanne erano state scolpite delle spirali. Sotto i tratti bestiali, le parve di scorgere forme e lineamenti di un volto umano, mentre gli occhi – freddi e di un azzurro limpido, luminoso – la osservavano con stupefacente intelligenza.

“Wow … “ erano uno spettacolo. Non aveva mai visto niente del genere.

“E già. Pensavo fossero estinti. Non sapevo ci fossero ancora Clan Mannari qui in California, ma a all’Antica Signora della zona piace salvare le creature a rischio di estinzione. Non mi sorprenderebbe se questi fossero gli unici esemplari rimanenti di questa razza,” spiegò sua cugina.

Poi si sentì un fruscio di piante. Da dietro un cespuglio spuntò un uomo. Aveva un aspetto piuttosto comune: di altezza e corporatura medie, non aveva tratti distintivi particolari, fatta eccezione per gli occhi, talmente chiari da sembrare quasi bianchi. I capelli neri avevano un taglio molto corto, che seguiva la forma del cranio, il mento era rasato. Indossava dei semplici jeans neri, una comoda maglietta nera con la stampa di un concerto di venticinque anni prima e un paio di malconci stivali da cowboy. Portava un comunissimo orologio digitale al polso sinistro e un pesante bracciale d’argento a quello destro, insieme a due braccialetti dell’amicizia di stoffa, logori e variopinti.

“Scusami, sono in ritardo,” si scusò pacato.

“Me ne sono accorta, Nick” ribatté Gabriella sprezzante.

L’uomo trattenne un sorriso, poi il suo sguardo cadde su Bella. “È lei?” chiese.

Sua ‘cugina’ annuì.

“Credo che delle presentazioni siano obbligatorie,” affermò Nick. Le porse la mano, “Il mio nome è Nicholas Flamel, piacere di conoscerti,” si presentò.

Bella strabuzzò gli occhi. “B-bella,” balbettò scioccata scuotendogli la mano.

Lui annuì, “Si, ne ero al corrente.”

Bella adesso lo fissava semplicemente, incapace di registrare il fatto che avesse davanti il vero Nicholas Flamel.

“Quanti anni ha, signore?” chiese non riuscendo a trattenersi.

Flamel scoppiò a ridere e Gabriella alzò gli occhi al cielo.

“Prima di tutto, dammi del tu e non chiamarmi signore, mi fa sentire vecchio. Secondo, sono nato in Francia nel 1330,” rispose Nicholas.

1330, non era assolutamente vecchio, pensò Bella sarcastica,“E … che cos’è … cosa sei?” farfugliò.

Nick sorrise, “Legenda,” disse semplicemente, “Una volta, molto tempo fa, ero una persona normale, ma poi ho comprato un libro, Il Libro di Abramo il Mago, chiamato solitamente il Codice. Da quel momento in poi, sono diventato l’Alchimista.

“Sono diventato il più grande alchimista di tutti i tempi, richiesto da principi, re e imperatori, e perfino dal pontefice in persona. Ho scoperto il segreto della pietra filosofale sepolto in quell’antico libro di magia: ho imparato a mutare il vile metallo in oro e trasformare le pietre comuni in gioielli preziosi. E, soprattutto, ho trovato la ricetta di un’antica formula di erbe e incantesimi in grado di tenere a bada la malattia e la morte. Sono diventato praticamene immortale.”

Bella lo guardò seriamente, “Ma tutti gli homines la cui aura viene risvegliata diventano immortali?” domandò.

Nicholas le sorrise comprensivo, che sapesse qualcosa dei Cullen?“No, gli homines risvegliati sono mortali. Poi possono trovare un modo per diventare immortali. C’è chi ci riesce da solo, come me e mia moglie Perenelle, e altri che ricevono l’immortalità in dono da un Antico Signore. Non molti Signori possiedono il Dono di concedere l’Immortalità. Quasi tutti sono Oscuri Signori … “

“Penso sia sufficiente,” lo interruppe Gabriella fulminandolo con lo sguardo.

Bella la guardò interrogativa. Oscuri Signori?

Nick arrossì e si schiarì la gola. “Bene, ora se vogliamo procedere,” facendo cenno verso il cammino sferrato che conduceva all’ingresso del Regno d’Ombra.

“Sai,” ricominciò cercando di trovare un buon argomento mentre riprendevano a camminare lungo il sentiero sferrato, “La Terra è molto più vecchia di quanto la maggior parte della gente immagini. Un tempo gli umani hanno convissuto su questa Terra con creature molto più strane, e molto più antiche dei dinosauri,” disse Flamel in tono grave.

“Ma come fai a saperlo? Infondo sei nato solo nel 1330, non puoi aver visto i dinosauri … oppure sì?” ormai Bella non era più certa di nulla. Il mondo come lo conosceva era stato preso e gettato da una finestra, venendo rimpiazzato con un qualcosa di … non riusciva neanche a descriverlo.

“È tutto scritto nel Codice … e, nel corso della mia lunga vita, ho visto belve considerate miti, ho combattuto esseri leggendari, e ho affrontato creature che sembravano uscite da un incubo,” spiegò l’uomo.

“Sai, c’era una citazione di Shakespeare … dell’Amleto …” Bella aggrottò la fronte cercando di ricordare, “Ci sono più cose in cielo e in terra –“

Nicholas Flamel annuì soddisfatto, “ … di quante non sogni la tua filosofia,” finì, “Amleto, atto I, scena V. Conoscevo Will Shakespeare, naturalmente. E avrebbe potuto essere un alchimista di straordinario talento … ma poi finì tra le grinfie di John Dee. Povero Will; ha basato il personaggio di Prospero, nella Tempesta, proprio su lui.”

“Conoscevi Shakespeare?” chiese Bella incredula.

Nick annuì, “È stato un mio allievo, ma solo per poco, pochissimo tempo. Ho vissuto molto a lungo; ho avuto molti allievi, alcuni passati alla storia, altri dimenticati. Ho incontrato molte persone, umane e non, mortali e immortali. Persone come Gabriella,” concluse.

Il sentiero si faceva sempre più stretto e Bella si rese conto che aveva tempo solo per un ultima domanda.

“Chi era John Dee?”

Gabriella e Flamel s’irrigidirono. La ragazza continuò a camminare, senza neanche rivolgere loro un’occhiata, ma aveva le orecchie tese per ascoltare alla loro conversazione. Nicholas invece stava scegliendo accuratamente le parole con la quale rispondere.

Alla fine decise di svuotare il sacco, nonostante sapesse che Gabriella fosse contraria. Gabriella, con il Dono della Conoscenza, intercetto le sue intenzioni.

“Non puoi rivelarle niente! Non ancora!” sbottò irritata.

Nicholas la guardò con apparente calma, “Sta per essere risvegliata. Sai perché siamo qui. Ha il diritto di sapere qualcosa sugli Oscuri Signori, e ancora di più su Dee.”

Gabriella sbuffò sconfitta.

“Ci sono alcuni Antichi Signori che non volevano lasciare la Terra agli homines, che non riescono ad accettare il fatto che la loro Era sia finita e ancora la reclamano. Sono secoli che cercano di riappropriarsi di questo mondo, ma non possono farlo senza il Libro di Abramo, che io attualmente custodisco, o almeno custodivo. Inutile dire che mi danno la caccia. John Dee è stato un mio allievo. Una volta venuto a conoscenza del Codice si è unito a questi Signori, meglio noti come Oscuri Signori. La sua aura è stata risvegliata e loro gli hanno concesso l’Immortalità, in cambio dei suoi servigi e della sua fedeltà. Lui lavora per loro. È il loro servitore più fedele,” concluse con una nota d’amarezza. “Si è persino scordato cosa significa essere un umano.”

Gabriella sembrava molto arrabbiata, ma si sentì in dovere di aggiungere qualcosa, “Sciocco, John Dee, un homines davvero sciocco. Pensa che se aiuterà gli Oscuri Signori a reclamare questa Terra loro gli daranno una qualche ricompensa. Ma loro non hanno pietà. Ottenuto ciò che vogliono si sbarazzeranno di lui, ma lui è troppo arrogante per capire.”

Raggiunsero la fine del cammino. Un muro di cespugli, rovi e alberi adesso invadevano il sentiero.

E poi a Bella venne in mente la domanda che avrebbe dovuto chiedere sin dall’inizio.

Perché volevano risvegliare la sua aura?

--

 

Allora, che ne pensate? Dovrei continuare? Via piace? Lo detestate? Avete qualche perplessità? Vorreste aggiungere qualcosa? Fatemi sapere, accetto sia recensioni positive che negative! Nel prossimo capitolo c'è un glossario di tutte le divinità che non conoscete!

  
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