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Autore: Ilakey    29/09/2003    1 recensioni
Tre anni dopo le finali russe, strani fatti accadono.....
Genere: Avventura, Dark, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccoci qui! E finalmente dopo due capitoli di assenza comparirà il caro Andrew. Vi ho già detto che è uno dei miei personaggi preferiti?Comunque passiamo oltre..ringrazio infinitesimamente Mazer che legge sempre e commenta qst fic e anke Eyo^chan ^___^

La porta si aprì.
Kei fissò Andrew qualche secondo prima di parlare. Aveva gli occhi rossi e gonfi e i vestiti stropicciati.
"A..andrew, possiamo entrare?"
L'inglese fece un sorriso forzato "Si, scusate se non ho aperto subito..." e si fece da parte per lasciarli entrare. "...ma ci sono sempre giornalisti che...fanno domande."
Richiuse a chiave la porta. 
La stanza era un disordine totale, le valigie erano fatte ma aperte. Alcuni vestiti erano sparsi sul letto sfatto e sul tavolo vi erano i resti quasi intatti di una cena e una scatolina bianca. Kei non avanzò oltre e si fermò subito dietro Andrew.
"Scusate per il disordine." disse prendendo la scatolina e mettendola in un cassetto.
Ralph lo guardò senza sapere cosa dire, era difficile consolare un amico se questo si sforzava di essere normale. "Andrew?Vivi da solo?"
Andrew lo guardò assente per un attimo poi si riprese "S..si, l'amico..di mio...padre..è tornato..poco fa...dalla sua famiglia.."
Andrew era impassibile, svuotato, l'ombra del vecchio ragazzo allegro.
Kei lo osservò pensieroso, fece per rivolgergli la parola ma venne interrotto da un leggero bussare.
Andrew, ancora in piedi nella stanza, sobbalzò per lo spavento.
Ralph lo guardò interrogativamente "Apriamo?"
Il giovane inglese fece un segno negativo con la testa guardando supplichevole il suo amico tedesco.
"D'accordo." disse rispondendo allo sguardo dell'amico.
Il bussare si ripeteva ancora e ancora. "Allora, c'è nessuno?!Insomma!Sono un commissario mica una scassinatrice!" (avete capito chi è no? Nda)
Shirl si era vestita elegantemente, in fondo doveva vedere un figlio di una specie di miliardario. Lei si era preparata persino qualcosa da dire a quel ragazzo, per le condoglianze.
E lui non le apriva! Si ripetè mentalmente che probabilmente cercava di sfuggire alla stampa e parlò con più calma. "Sono il commissario Shirl Leah, devo solo farti qualche domanda non ci metterò molto."
Senti il rumore della serratura poi la porta si aprì.
Un ragazzo dagli occhi porpora e i capelli di una strana sfumatura grigia la guardò innervosito.
Shirl sbattè più volte le palpebre, non aveva guardato attentamente la foto del rampollo dei McGregor ma non le sembrava fosse così..
Il ragazzo alla porta le rivolse bruscamente la parola. "Ha il distintivo?"
Shirl fissò gli strani abiti del ragazzo poi si riscosse riflettendo sulla domanda ricevuta. "Si, eccolo qui ma lei chi è?" aggiunse riprendendo il suo solito tono.
"Sono un amico di Andrew, Kei Hiwatari. Entri pure."
Il commissario Leah entrò fermandosi a fissare sconcertata il disordine e passando in rassegna tutte le persone presenti nella stanza. 'Ma cosa fa qui tutta questa gente?' pensò confusa prima di vedere Andrew appoggiato al muro.
Gli si rivolse brusca, non era mai stata il massimo della delicatezza "Sei tu McGregor giusto? Devo solo farti qualche domanda." strinse gli occhi "Da sola. Ci metterò poco."
Il ragazzo annuì. "Dove?"
Shirl sorrise "Ti posso portare alla centrale?"
Andrew annuì ancora. E seguì Leah fuori dalla porta. "Ragazzi, mi aspettate qui?"
Ralph si accigliò "Ma.." Kei gli passò davanti scoccando a Shirl un'occhiata feroce "Si, fai in fretta."
************************
Il commissariato era abbastanza piccolo ed affollato. Shirl avanzò nervosamente tra i suoi colleghi seguita da Andrew Mcgregor.
"Vieni Andrew, andiamo nel mio ufficio, lontani da tutti questi imbecilli senza cervello, capaci solo di incasinarsi la vita."
Andrew la guardò stupito. 'Che caratteraccio' pensò sempre standole dietro.
Entrarono in una stanzetta. La scrivania era ricolma di fogli e cartacce, l'unico posto in ordine erano gli scaffali.
"Su che aspetti lì, dai siediti..ehm..qui." disse liberando una sedia da dei fogli.
Andrew fece come gli era stato detto.
"Bhè, non badare al disordine, non sono mai stata brava a mettere a posto, cioè non è che io non sia brava a riordinare è che non ne ho mai voglia, poi ho una sacco da fare, sai com'è. No non credo tu lo sappia. Comunque scusami ma non sono abituata a essere carina e gentile eccetera eccetera..."
Si sedette a sua volta prendendo un notebooke e una penna da un cassetto stracolmo.
"Allora, tu sei Andrew McGregor, 17 anni, figlio di Peter McGregor e Hanna Jhones. Giusto?"
Il blader inglese annuì. "Ok, poi...dimmi se è giusto..tu e tuo padre siete partiti due giorni fa, di sera e siete arrivati all'hotel dove tu alloggi. La notte verso le quattro tuo padre disse di dover assolutamente fare qualcosa, ma non ti disse cosa."
Andrew la guardò assente "Mi ha detto di dover andare a sbrigare un affare ed è uscito.."
Shirl scribacchiò qualcosa poco convinta ma continuò senza domande. "Ti ha lasciato solo nell'hotel ed è uscito. Tu non hai più saputo niente fino alla mattina seguente quando hanno trovato il suo corpo. Tutto giusto?"
Il blader inglese continuava ad annuire pensieroso. "E'..è morto."
"Ti ricordi se ha detto qualcos'altro prima di uscire o i giorni precedenti?"
Il giovane McGregor la osservò cautamente "La..la settimana scorsa, ho sentito una conversazione al..telefono. Non riesco a ricordare bene, diceva qualcosa di Mosca...degli omicidi non..ricordo.."
La donna lo scrutò attentamente per capire se stava mentendo. L'unica cosa che vedeva era un ragazzino sconvolto e confuso, che aveva bisogno di conforto.
"Nient'altro?" Andrew scosse il capo.
Era andata più male di quello che pensava, non aveva scoperto niente di nuovo. Peccato.
"D'accordo, facciamo una cosa. Io ora ti riporto dai tuoi amici, se ti viene in mente qualcosa mi chiami ok?" detto questo gli diede un bigliettino verde con il suo numero di cellulare.
Andrew la guardò riconoscente e Shirl gli sorrise, conscia di aver fatto la cosa giusta.
**********************
Max finì di di mettere in ordine i vestiti di Andrew nelle valigie.
Ralph prese i resti freddi della cena del uso amico e li buttò rivolgendosi poi ai Bladebreakers. "Sentite, chi di voi sa cucinare?"
Takao fece per alzare la mano ma venne 'incenerito'dallo sguardo di Max che rispose al suo posto "Io e Rei, possiamo andare a comprare qualcosa al supermarket qui accanto."
Ralph annuì dando loro dei soldi.
Max, Takao e Rei uscirono velocemente. Era stato imbarazzante trovarsi davanti Andrew sconvolto, non sapevano neanche loro cosa si aspettavano venendo in Russia. Erano rimasti scioccati, volevano aiutare il loro amico ma non sapevano come fare.
Ralph prese il cellulare. "Kei, torno fra un po'. Vado a telefonare a Olivier e Gianni e mandare a casa l'elicottero." fece per uscire ma poi si fermò guardandosi indietro "Se torna Andrew chiamami ok?".
Poi uscì lasciando solo Kei.
Hiwatari finì di pulire il tavolo della stanza avvicinandosi ai cassetti per dare una riordinata.
Aprì il primo cassetto iniziando a sistemare le magliette.
'E questa cos'è?' si chiese prendendo tra le mani una scatolina bianca. 
La rigirò tra le mani sospettoso e infine si decise ad aprirla. 
Versò il contenuto in mano strabuzzando gli occhi per la sorpresa. "Pillole? Che roba sono?"
La porta si aprì di scatto e Kei chiuse velocemente la mano sulla sua nuova scoperta.
"Andrew? sei già tornato?Dov'è la poliziotta?" Andrew lo guardò un attimo confuso. 
"Shirl mi ha riaccompagnato poi è andata...dove sono gli altri?"
"In giro, torneranno tra poco."
Kei riflette un attimo su cosa dire, doveva avere spiegazioni circa quelle pillole, era meglio chiederglielo subito, ora che erano soli. Si sedette sul divanetto e fece segno a Andrew di sederglisi accanto.
L'inglese ubbidì stupito, lui e Kei non erano mai andati d'accordo.
Intanto il ragazzo tatuato aveva aperto la mano con le pillole, cosa che fece sobbalzare ed arrossire Andrew.
Restarono in silenzio alcuni minuti.
"Allora, mi vuoi dire cosa sono?"
Il giovane accanto a lui abbassò lo sguardo, non riusciva a sostenere gli occhi porpora di Kei.
"Non sono mie."
Kei sbuffò spazientito. "Bhè non erano quelle che si trovavano sul tuo tavolo quando siamo entrati? allora?"
Andrew lo guardò indeciso "Erano di mio...padre, le ho trovate nel cassetto."
Kei non parlò così l'inglese continuò arrossendo la sua spiegazione. "Sono anti-depressivi, io..li ho trovati.dopo la sua morte".
Kei rimise le pillole nella scatola poi si alzò e buttò la scatola nel cestino.
"Le hai prese?"
"Non servirebbe a niente dirti di no vero?"
Il blader giapponese si avvicinò velocemente all'amico prendendolo per i polsi. "Ma ti rendi conto della cazzata che hai fatto? Quante ne hai prese?!Allora?"
Andrew tentò inutilmente di liberarsi. "Non..mi ricordo..io..non sapevo cosa fare.." e per la prima volta da quando era morto suo padre scoppiò a piangere.
Kei lo lasciò andare in colpa, era stato troppo aggressivo. Gli si sedette vicino indeciso su come consolarlo.
"Mi dispiace Andrew."
Le esili spalle dell'inglese erano scosse da singhiozzi continui e Kei non resisté all'impulso di abbracciarlo.
Stettero così alcuni minuti fino a quando Andrew, ormai più tranquillo, parlò all'amico.
"Quando mio padre è morto io..non sapevo cosa fare...l'ho conosciuto così poco..io gli volevo bene...erano un modo per..non so neanch'io cosa.."
Stava parlando degli anti-depressivi. Kei era indeciso, cosa doveva fare?
"Andrew, ascoltami, quando li hai presi l'ultima volta?" gli domandò con un tono dolce che non aveva mai usato.
L'inglese tra le sue braccia restò pensieroso un attimo prima di rispondere "Sta..stamattina, ma ora sto bene te lo assicuro." si affrettò ad aggiungere districandosi da quell'insolito abbraccio.
Kei gli scoccò un sguardo poco convinto "Se lo dici tu. Promettimi solo una cosa, non fare altre stupidaggini del genere ok?"
Andrew annuì a disagio. Da quando Kei si preoccupava per lui?
**************
Ryo aprì lentamente gli occhi. Era seduto su qualcosa, sentiva il freddo metallo a contatto con le sua braccia tenute ferme da polsini di ferro.
Cercò di guardarsi intorno ma anche la testa era bloccata. 
'Che diamine sono questi fili..'
Cercò di svincolarsi dalla strana 'sedia' ma era strettamente legato.
"Ben svegliato Mizuno. Ti piacciono queste apparecchiature?"
L'unica risposta che ricevette fu un basso ringhio. 
"Ringhi? Si vede che voi -orecchie a punta- siete inferiori. Ora rispondi, avete delle strane capacità? poteri paranormali o cosa?"
Ryo chiuse gli occhi deciso fermamente a non rispondere, la sua razza sapeva cose che gli umani non sapevano, ma lui era un esiliato e personalmente non valeva molto. 
Ma doveva far credere a Barkov di essere importante, era l'unico modo per restare in vita.
Si era comportato abbastanza scioccamente, era ora di usare l'astuzia.
Deglutì riflettendo sulla sua prossima mossa. 
"Il mio popolo smuoverà mari e monti per salvarmi, e noi abbiamo armi molto potenti. Sei spacciato."
L'uomo davanti a lui sogghignò "Non so se crederti. Ma la storia delle armi mi interessa. Ma per ora ci limiteremo a studiarti fisicamente. "
Si avviò verso la pota in fondo alla sala rivolgendo un'ultima volta la parola al suo prigioniero "Ci vediamo."


Mi dispiace di non aver fatto in tempo ad aggiungere altri personaggi (come Boris, Yuriy o Barkov) ma dovevo assolutamente mettere alcuni pezzi...
Voglio anche dirvi di guardare la seconda serie di bey perchè è bellissima *_*
Yuriy: io sono il capitano dei Demolition Boys!! hahaha!!
Boris: XD°°°°
Yuriy: haha!!
Boris: XD°°°
Ilakey: Smuoviamo un po' la conversazione! dai Yuriy fa qualcosa.
Yuriy: L'hai chiesto tu! Sono il capitano uncino! Un passo avanti ondeggiando, un'altro indietro bailando. Muovi a tempo il bacino sono il capitano uncino!
/Yuriy balla/
Boris: XD°°° (mi è piaciuta soprattutto la parte del 'muovi a tempo il bacino' dai Yu! balla! NdBoris)
Ilakey: -_- tra un maniaco e uno con manie di grandezza siamo messi bene.
Ciaoooo

Commentate vero? ^_^





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