Più
tardi
quella sera, lo squillo di un telefono svegliò qualcuna che
non dormiva profondamente…..
Misato Katsuragi grugnì e, mezza addormentata
cercò il telefono. Quando
finalmente lo trovò, disse irritata: “Che
c’è?”
Una voce
rispose nervosamente “Maggiore? Qui è Shigeru
Aoba”
“Ugh”
rispose Misato alzandosi, con la croce di suo padre che le oscillava
tra i seni
“Un angelo ci attacca? Siamo in stato
d’allerta?” domandò
“No,
non è
questo” rispose Shigeru
“Allora
perché mi hai svegliato alle –Misato
guardò la sveglia –
all’una?!!!”
Shigeru
sospirò: “Era lo stesso chiamare lei o Fuyuzuki
ma, se avessi chiamato lui, lei
sarebbe davvero finita nei guai”
“Lei
chi?”
domandò Misato mentre iniziava a vestirsi, senza nemmeno
accorgersi della
cicatrice sul suo petto
“E’
la
dottoressa Akagi – Shigeru finalmente si spiegò
– è in un bar qui in città e sono
stra sicuro che è ubriaca marcia”
Misato si
spaventò Sapeva infatti che, se Ritsuko si fosse lasciata
sfuggire informazioni
segrete mentre era ubriaca, avrebbe potuto finire con
l’essere arrestata o
addirittura giustiziata!!
Mentre
continuava a vestirsi in fretta, domandò:
“Così sei la e in che locale siete?”
“Siamo
entrambi al Pink Flamingo – Aoba sembrava assai imbarazzato
– nel quartiere di
New Shinjuku Lo può raggiungere con..”
“Ci
sono già
stata – Misato finì di indossare una gonna e si
mise la sua camicetta più
pulita – puoi tenerla d’occhio finchè
non arrivo?”
“Farò
del
mio meglio” promise Aoba
“Ok,
arriverò quanto prima” disse Misato prima di
riattaccare Uscì di corsa dalla
stanza, fermandosi solo per lasciare un biglietto nel caso che Shinji o
Asuka
si fossero svegliati, poi si infilò le scarpe e
usciì
“Ritsuko
non
è il tipo da fare certe cose –pensò
Misato mentre si fiondava in auto- mi chiedo cosa ci sia
che no va”
Col suo
tipico disinteresse per limiti di velocità e codice della
strada, riuscì ad
attraversare la città in pochi minuti, lasciando una lunga
striscia di
pneumatici innanzi al locale
Dentro la
luce era debole e l’atmosfera fumosa, uomini e donne bevevano
e parlavano con
un’aria fatalista Chi viveva e lavorava a Neo Tokyo tre,
infatti, doveva
confrontarsi ogni giorno con la minaccia degli angeli e, in breve
tempo, si
trovarono tutti divisi tra due scuole di pensiero: alcuni divennero
tenaci e
pronti alla lotta, gli altri, al contrario, divennero depressi e pronti
ad
accettare il loro destino
Stasera-
pensava Misato mentre si faceva strada tra gli avventori, sembra che
siano
tutti del secondo
tipo Una mano la prese
per il braccio e lei si voltò solo per sospirare:
“Sei tu Shigeru”
“Grazie
per
essere venuta- disse Shiugeru i cui capelli gli cadevano sulle spalle
in
maniera piuttosto scomposta Era molto divertente privo della sua
uniforme,
vestito in Jeans e T-shirt
“Dov’è
Ritsuko?” chiese Misato
sentendosi addosso
gli occhi di tutti
“In
quell’angolo li in fondo” Shigeru indicò
col capo un angolo creato riservato,
realizzato con piante e sedie “Si è già
dovuta difendere da un artista del
rimorchio”
Misato
osservò l’ambiente e non potè fare a
meno di notare: “E se fosse lei a voler
essere rimorchiata?”
Shigeru la
guardò negli occhi mentre rispose sconfortato:
“Forse, ma con tutto quello che
ha bevuto se ne pentirà certamente domattina”
Misato
sospirò: “Si, hai ragione – gli diede
una pacca sulla spalla – ci penso io ora
e grazie per avermi chiamata”
Shigeru fece
un piccolo sorriso: “Nessun problema”
L’odore
di
sigaretta e quello del vino erano mescolati nell’aria. Misato
si avvicinò al
tavolo mentre, allo stesso tempo, un altro tipo stava cercando di
rimorchiare Ritsuko