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Autore: Fiorels    25/11/2009    7 recensioni
“Beh, se ti può servire, diciamo che hai la mia approvazione” dissi infine, consapevole di aver praticamente assunto quel ragazzo col quale mi ero sentita subito a mio agio. Cosa che tuttavia non si poteva certo dire di lui. Sembrava davvero che lo mettessi in imbarazzo nonostante avesse affermato il contrario ma mi convinsi che doveva essere stato il nervosismo e che si sarebbe sciolto dopo esserci conosciuti meglio. Doveva essere così. Quale altro motivo poteva averlo spinto a comportarsi in quel modo?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Bene…ecco il capitolo 15. È un po’ più corto rispetto agli altri, perché inizialmente doveva essere diviso in due POV, ma poi sarebbe venuto troppo lungo e non vorrei che diventasse stancante, perciò ho preferito dividerlo in due capitoletti, così è anche più comodo per i punti di vista! Spero vi piaccia!

 

Capitolo 15

 

Sorpresa

 

POV Kristen

 

Rimasi a bocca aperta mentre con lo sguardo scorrevo i visi di tutti i presenti in sala. C’erano proprio tutti. Tutto il cast, ovviamente Catherine, parte della produzione e anche alcuni tecnici.

Auguriiii” ripeté qualcuno.

“Ma..io…credevo che volessi parlarmi di oggi…che ce l’avessi con me” balbettai a Catherine quando mi si avvicinò.

“E perché mai dovrei avercela con te?”.

“Sono stata un disastro” mi lamentai.

Catherine rise leggermente. “Tesoro, tu sei una fantastica attrice e una persona meravigliosa! Una giornata no può capitare a tutti” disse piena di comprensione.

Mi resi conto in quel momento di essere davvero fortunata.

Mi aspettavo una sfuriata, un rimprovero e invece mi trovavo una festa per il mio compleanno

Erano tutti lì a festeggiare me. Bè, festeggiare era una parola grossa. Non c’era roba da mangiare: all’una e mezza di notte qualunque cosa sarebbe stata difficile da digerire, però c’era sul tavolo un’enorme torta rotonda a forma di orologio “BENVENUTA NELLE NOTTURNE” c’era scritto a caratteri cubitali, con un chiaro velo di ironia e sadismo.

“Ora anche tu puoi fare le ore piccole” scherzò Nikki.

“Apri i regali!” esclamò Ashley mesta.

C-ci sono dei regali?” chiesi incredula.

Non potevo crederci. Quello era già tanto per me.

“Certo!” si aggiunse Kellan e me ne passò uno.

Solo in quel momento mi accorsi dei diversi pacchi che si trovavano su un tavolo più in là. Alcuni portavano bigliettini con su scritto “Dal tuo adorato cast” altri erano anonimi.

Erano per lo più DVD e album musicali.

Ero rimasta davvero di stucco. Tutto era davvero troppo.

“Ragazzi, non so come ringraziarvi! Non merito tanto”. Ripetei diverse volte, ma tutti mi intimavano a non preoccuparmi.

Tutti tranne Rob. Stranamente non mi si sera avvicinato per niente. Certo gli auguri me li aveva già fatti però non era da lui essere freddo nei miei confronti. Improvvisamente ripensai a Mike. Forse era ancora nervoso per tutto quello che era successo con lui. Trovai ironico che mi venisse da pensare a lui perché ero preoccupata dal comportamento di Rob. Cercai di non pensarci troppo e di godermi la serata, ma era difficile. Non ero abituata al suo comportamento distaccato nei mie confronti, parlava con tutti tranne me, la festeggiata. Mi sembrava di esser tornata a tre mesi prima, quando ci eravamo conosciuti. Eppure non aveva nessun motivo valido per avercela con me. Se stava aspettando che facessi il primo passo poteva benissimo aspettare a lungo. Non toccava a me fare la prima mossa. Ma prima mossa per cosa, poi? Non è che gli dovessi spiegazioni o dovessi giustificarmi. Quella che doveva essere nervosa e distaccata dovevo essere io. Insomma io ero stata lasciata. Riflettendo tra una chiacchiera e un’altra mentre lo osservavo evitarmi abilmente, mi sentii persa. Come se avessi sbagliato tutto. Forse avevo davvero sbagliato tutto. Avevo esagerato con Mike, in fondo voleva solo passare un po’ di tempo con me, era comprensibile visto che ultimamente ci vedevamo poco. Eppure per quanto cercassi di giustificare il suo comportamento non trovavo spiegazione se non quella della gelosia. Forse non voleva lasciarmi, forse aveva solo reagito di conseguenza, d’istinto. Nonostante non avessi del tutto torto, mi sentii improvvisamente in colpa per il modo in cui lo avevo trattato e sentii il dovere di chiamarlo, per avvisarlo almeno della festa improvvisata. Magari avrebbe fatto un salto. Tuttavia il suo Addio mi rimbombava nella testa ogni volta che prendevo il telefono intenzionata a chiamarlo.

Vittima del terrore di un rifiuto e del mio orgoglio ferito, feci diversi tentativi, tutti a vuoto. Scrissi anche un messaggio ma non lo inviai. Iniziai a pensare di rinunciare, in fondo era tardi, avremmo potuto parlare il giorno dopo, ma d’un tratto incontrai gli occhi di Rob. Non mi degnò nemmeno di un sorriso e subito distolse lo sguardo. Quel piccolo gesto bastò a farmi scattare e farmi cambiare idea. Presi il cellulare e composi subito il numero ma un secondo prima di spingere il pulsantino verde una voce mi bloccò.

“Kristen! Vieni a spegnere le candeline!” gridò Nikki prendendomi per il braccio a trasportandomi al tavolo senza darmi nemmeno il tempo di replicare.

Mi trovai in un secondo davanti quella torta rotonda, diciotto candeline  sparse qua e là e tutti intorno a cantare Tanti Auguri.

“Non dimenticare di esprimere un desiderio..” Rob mi rivolse finalmente la parola e sorpresa sbuffai lentamente fuori tutto il fiato che avevo accumulato. Lo guardai sconcertata.

Un desiderio. I desideri sono una cosa strana: ogni volta che si desidera qualcosa non ci sono candeline e stelle cadenti a disposizione e quando invece te le trovi davanti, non sai cosa esprimere. Il tempo è sempre troppo poco, una frazione di secondo che illumina il cielo o un minuto per prendere fiato non sono mai abbastanza e invece di pensare a quello che vorresti davvero, in quel momento, in quell’attimo, ti trovi a frugare tra i desideri migliori per cercare quello perfetto, ma ormai è tardi. La stella è passata, il cielo è di nuovo blu scuro e la candelina è bruciata.

Eppure sapevo benissimo cosa volevo in quel momento. Non sapevo se fosse per l’enorme fastidio che mi procurava o solo perché volessi un po’ di ordine nella mia vita, ma tutto quello che desideravo era capire Rob. Volevo che mi parlasse, che mi stesse vicino quando ne avevo bisogno, che mi capisse. Forse era chiedere troppo, ma decisi di afferrare quel momento prima che fuggisse via e con un soffio veloce spensi le candeline.

La festa non durò molto, il giorno dopo avremmo dovuto lavorare e Catherine era già stata clemente a slittare le riprese di due ore, in modo da averci tutti in forma.

Erano ormai le due quando ci separammo per andare a dormire.

Tra gli ultimi saluti, avevo perso di vista Rob da un pezzo. Chissà che fine aveva fatto? Non potevo credere che non mi avesse nemmeno augurato la buona notte. Davvero non era da lui. Spesse volte, quando non capitava che ci vedessimo la sera, mi mandava un messaggio “Notte Bella. Sogni d’oro!”. Un piccolo gioco di parole per augurarmi una notte bella e che mi avrebbe permesso di capire chi fosse anche senza vedere il mittente. Era sempre uguale, tutte le sere, eppure mi ero abituata, come una ninna nanna che mi accompagnava nei sogni. Forse avrei dovuto parlargli, chiarire la situazione, anche se non sapevo cosa c’era da chiarire. Si, decisi. Gli avrei parlato il giorno dopo. Non avrei potuto sopportare quel distacco ancora per molto, ma ero troppo distrutta per una conversazione. Desideravo solo buttarmi sul letto e dormire, ma entrando in camera notai con estrema sorpresa che i miei piani erano saltati. Un’enorme scatola rettangolare confezionata con carta regalo e un fiocco gigante occupava metà del letto a due piazze. Mi immobilizzai, guardandomi intorno e chiedendomi se non si trattasse di uno scherzo. Mi avvicinai con cautela e ancora incredula mi sedetti sul letto accanto il lungo pacco ispezionando i lati per trovare indizi del mittente, ma niente. D’un tratto capii. Doveva essere per forza suo. Di chi altri se no? Era evidente. Nonostante fosse furioso con me, avevo ragione. Evidentemente Mike voleva farsi perdonare quell’addio. Istintivamente presi il cellulare senza pensarci su e gli mandai un messaggio.

“Scusami per oggi! Sono stata un’idiota. Grazie, amore mio!”

Decisi inizialmente che non avrei aperto il regalo senza di lui. Non avevo bisogno di sapere cos’era per perdonarlo, ma la curiosità prese il sopravvento. Insomma: era il mio compleanno, un pacco enorme si trovava sul mio letto, e d’un tratto mi era passato il sonno. Come potevo non aprirlo? Sarei stata una stupida.

Senza pensarci due volte mi fiondai sulla scatola, staccando il fiocco e passando poi alla carta esterna quando vidi qualcosa volare, un bigliettino. Lo afferrai al volo e il cuore mi si fermò in gola quando lo lessi.

“Notte Bella. Sogni d’oro!”

Non mi ci volle nemmeno un secondo per comprendere quelle quattro parole e capire da chi provenissero.

Avevo sbagliato tutto, di nuovo. Non avevo capito niente. Ma come era possibile?

Non potevo credere che lo stesso ragazzo che mi aveva ignorato tutta la serata si fosse intrufolato in camera mia per lasciarmi un regalo enorme sul letto. Non aveva alcun senso. Perché lo avrebbe fatto?

A quel punto l’ansia di sapere e la curiosità erano irrefrenabili e prima che potessero assalirmi del tutto ero già fiondata di nuovo sul pacco. Scartai quel poco di carta ancora rimasta, aprii la scatola anonima di cartone marrone e rimasi sopraffatta dallo stupore.

L’ottava meraviglia del mondo era lì, sotto i miei occhi. Restai a fissarla per un minuto interminabile prima di allungare le braccia ed estrarla dalla scatola come la spada dalla roccia. Non potevo crederci.

Una Gibson Les Paul Custom! Tra le mie mani!

Non riuscivo a credere ai miei occhi mentre lentamente iniziai ad accarezzare quella meraviglia. Avevo quasi paura che si sbriciolasse sotto le mani.

Fantastica! Nera, meccaniche dorate, tastiera in ebano, segnatasti in madreperla bianchi e lucenti, body in vernice bianca. Era perfetta. Non avevo mai visto niente di simile. Avevo paura di maneggiarla troppo, non volevo che si rovinasse e con cura la riposi dolcemente nello scatolo. Mi alzai dal letto passandomi le mani tra i capelli diverse volte. Avevo davvero bisogno di una sigaretta. Ne accesi una affacciandomi al balcone e cercando di riordinare i pensieri. Ma era tutto inutile. Cercavo di sforzarmi, ma non riuscivo a capire. Perché?

Altro che desiderio! Più cercavo di capire quel ragazzo più mi allontanavo dalla verità. Proprio quando pensavo di essermi avvicinata a lui eccolo che faceva qualcosa di assolutamente imprevisto e sconcertante che mi metteva completamente fuori strada lasciandomi senza parole. E adesso? Cosa avrei dovuto fare? Avrei dovuto comportarmi normalmente. In fondo non era niente, era solo un regalo. Già, un regalo da più di 2000 dollari. Ancora non riuscivo a credere che quella cosa si trovasse nella mia stanza, sul mio letto, a 10 metri da me.

Avrei dovuto ringraziarlo. Era il minimo che potessi fare.

Rimasi ancora un po’ a pensare se aspettare il mattino dopo o se fargli una telefonata, finché il nauseante sapore del filtro mi impregnò la bocca portandomi alla realtà. Gettai la cicca tossendo, presi carta e penna e senza pensarci due volte uscii dalla stanza.

Un messaggio stile lettera era la scelta migliore: non troppo freddo e non avrei rischiato di svegliarlo nel caso stesse dormendo.

Pensare a cosa scrivere invece era una tragedia non indifferente. Mi logorai tra decine di frasi d’occasione.

“Grazie per il pensiero”

“Non avresti dovuto. Ti ringrazio!”

“Grazie! Sei stato gentilissimo”

Ma ogni frase mi sembrava sbagliata, non da me. Decisi di abbandonare le frasi di circostanza e lasciare che esprimessi quello che sentivo. Il problema era che davvero non sapevo cosa dire. Così, mi ritrovai a scrivere un semplice e misero “Grazie” sperando che capisse.

L’avrei ringraziato il giorno dopo, quando a mente lucida sarei stata certa di non aver sognato tutto.

Piegai il foglio in due, lo infilai dolcemente sotto la porta e tornai in camera.

Mi chiusi la porta alle spalle, mi ci appoggiai con la schiena, chiudendo gli occhi e pensai alle candeline, alle stelle cadenti, ai desideri. Al mio desiderio.

Chissà se…

Toc-toc-toc

Saltai sul posto aprendo gli occhi di scatto. Per quanto non me l’aspettassi, sapevo benissimo chi era. Mi passai una mano tra i capelli tirando un sospiro e aprendo la porta me lo trovai davanti.

 

 

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Risposte alle vostre recensioni:

Erika1975: xD abbasso i macachiii! :P

simo1726: hihi! Mi spiace di farti aspettare sempre molto…però con l’università e altri impegni riesco a scrivere poco. Grazie per il consiglio, e non preoccuparti! Avevo già in mente di scrivere anche dal punto di vista di Rob. Infatti, come ho detto sopra, questo capitolo doveva essere diviso tra il Pov di Kristen e quello di Rob, ma poi sarebbe venuto troppo lungo

Però ti posso dire il prossimo sarà dal suo punto di vista! J

lindathedancer: grazie mille!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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