Bene…ecco il capitolo 15. È un po’ più corto
rispetto agli altri, perché inizialmente doveva essere diviso in due POV, ma
poi sarebbe venuto troppo lungo e non vorrei che diventasse stancante, perciò ho
preferito dividerlo in due capitoletti, così è anche più comodo per i punti di
vista! Spero vi piaccia!
Capitolo 15
Sorpresa
POV Kristen
Rimasi
a bocca aperta mentre con lo sguardo scorrevo i visi di tutti i presenti in
sala. C’erano proprio tutti. Tutto il cast, ovviamente Catherine, parte della
produzione e anche alcuni tecnici.
“Auguriiii” ripeté qualcuno.
“Ma..io…credevo che volessi parlarmi di oggi…che
ce l’avessi con me” balbettai a Catherine quando mi si avvicinò.
“E
perché mai dovrei avercela con te?”.
“Sono
stata un disastro” mi lamentai.
Catherine
rise leggermente. “Tesoro, tu sei una fantastica attrice e una persona
meravigliosa! Una giornata no può capitare a tutti” disse piena di
comprensione.
Mi
resi conto in quel momento di essere davvero fortunata.
Mi
aspettavo una sfuriata, un rimprovero e invece mi trovavo una festa per il mio
compleanno
Erano
tutti lì a festeggiare me. Bè, festeggiare era una parola grossa. Non c’era
roba da mangiare: all’una e mezza di notte qualunque cosa sarebbe stata
difficile da digerire, però c’era sul tavolo un’enorme torta rotonda a forma di
orologio “BENVENUTA NELLE NOTTURNE” c’era scritto a caratteri cubitali, con un
chiaro velo di ironia e sadismo.
“Ora
anche tu puoi fare le ore piccole” scherzò Nikki.
“Apri
i regali!” esclamò Ashley mesta.
“C-ci sono dei regali?” chiesi incredula.
Non
potevo crederci. Quello era già tanto per me.
“Certo!”
si aggiunse Kellan e me ne passò uno.
Solo
in quel momento mi accorsi dei diversi pacchi che si trovavano su un tavolo più
in là. Alcuni portavano bigliettini con su scritto “Dal tuo adorato cast” altri
erano anonimi.
Erano
per lo più DVD e album musicali.
Ero
rimasta davvero di stucco. Tutto era davvero troppo.
“Ragazzi,
non so come ringraziarvi! Non merito tanto”. Ripetei diverse volte, ma tutti mi
intimavano a non preoccuparmi.
Tutti
tranne Rob. Stranamente non mi si sera avvicinato per niente. Certo gli auguri
me li aveva già fatti però non era da lui essere freddo nei miei confronti.
Improvvisamente ripensai a Mike. Forse era ancora nervoso per tutto quello che
era successo con lui. Trovai ironico che mi venisse da pensare a lui perché ero
preoccupata dal comportamento di Rob. Cercai di non pensarci troppo e di
godermi la serata, ma era difficile. Non ero abituata al suo comportamento
distaccato nei mie confronti, parlava con tutti tranne me, la festeggiata. Mi
sembrava di esser tornata a tre mesi prima, quando ci eravamo conosciuti.
Eppure non aveva nessun motivo valido per avercela con me. Se stava aspettando
che facessi il primo passo poteva benissimo aspettare a lungo. Non toccava a me
fare la prima mossa. Ma prima mossa per cosa, poi? Non è che gli dovessi
spiegazioni o dovessi giustificarmi. Quella che doveva essere nervosa e
distaccata dovevo essere io. Insomma io ero stata lasciata. Riflettendo tra una
chiacchiera e un’altra mentre lo osservavo evitarmi abilmente, mi sentii persa.
Come se avessi sbagliato tutto. Forse avevo davvero sbagliato tutto. Avevo esagerato
con Mike, in fondo voleva solo passare un po’ di tempo con me, era
comprensibile visto che ultimamente ci vedevamo poco. Eppure per quanto
cercassi di giustificare il suo comportamento non trovavo spiegazione se non
quella della gelosia. Forse non voleva lasciarmi, forse aveva solo reagito di
conseguenza, d’istinto. Nonostante non avessi del tutto torto, mi sentii
improvvisamente in colpa per il modo in cui lo avevo trattato e sentii il
dovere di chiamarlo, per avvisarlo almeno della festa improvvisata. Magari
avrebbe fatto un salto. Tuttavia il suo Addio
mi rimbombava nella testa ogni volta che prendevo il telefono intenzionata
a chiamarlo.
Vittima
del terrore di un rifiuto e del mio orgoglio ferito, feci diversi tentativi,
tutti a vuoto. Scrissi anche un messaggio ma non lo inviai. Iniziai a pensare
di rinunciare, in fondo era tardi, avremmo potuto parlare il giorno dopo, ma
d’un tratto incontrai gli occhi di Rob. Non mi degnò nemmeno di un sorriso e
subito distolse lo sguardo. Quel piccolo gesto bastò a farmi scattare e farmi
cambiare idea. Presi il cellulare e composi subito il numero ma un secondo
prima di spingere il pulsantino verde una voce mi
bloccò.
“Kristen!
Vieni a spegnere le candeline!” gridò Nikki prendendomi per il braccio a
trasportandomi al tavolo senza darmi nemmeno il tempo di replicare.
Mi
trovai in un secondo davanti quella torta rotonda, diciotto candeline sparse qua e là e tutti intorno a cantare
Tanti Auguri.
“Non
dimenticare di esprimere un desiderio..” Rob mi rivolse finalmente la parola e sorpresa
sbuffai lentamente fuori tutto il fiato che avevo accumulato. Lo guardai
sconcertata.
Un
desiderio. I desideri sono una cosa strana: ogni volta che si desidera qualcosa
non ci sono candeline e stelle cadenti a disposizione e quando invece te le
trovi davanti, non sai cosa esprimere. Il tempo è sempre troppo poco, una
frazione di secondo che illumina il cielo o un minuto per prendere fiato non
sono mai abbastanza e invece di pensare a quello che vorresti davvero, in quel
momento, in quell’attimo, ti trovi a frugare tra i desideri migliori per
cercare quello perfetto, ma ormai è tardi. La stella è passata, il cielo è di
nuovo blu scuro e la candelina è bruciata.
Eppure
sapevo benissimo cosa volevo in quel momento. Non sapevo se fosse per l’enorme
fastidio che mi procurava o solo perché volessi un po’ di ordine nella mia
vita, ma tutto quello che desideravo era capire Rob. Volevo che mi parlasse,
che mi stesse vicino quando ne avevo bisogno, che mi capisse. Forse era
chiedere troppo, ma decisi di afferrare quel momento prima che fuggisse via e
con un soffio veloce spensi le candeline.
La
festa non durò molto, il giorno dopo avremmo dovuto lavorare e Catherine era
già stata clemente a slittare le riprese di due ore, in modo da averci tutti in
forma.
Erano
ormai le due quando ci separammo per andare a dormire.
Tra
gli ultimi saluti, avevo perso di vista Rob da un pezzo. Chissà che fine aveva
fatto? Non potevo credere che non mi avesse nemmeno augurato la buona notte.
Davvero non era da lui. Spesse volte, quando non capitava che ci vedessimo la
sera, mi mandava un messaggio “Notte Bella.
Sogni d’oro!”. Un piccolo gioco di parole per augurarmi una notte bella e che
mi avrebbe permesso di capire chi fosse anche senza vedere il mittente. Era
sempre uguale, tutte le sere, eppure mi ero abituata, come una ninna nanna che
mi accompagnava nei sogni. Forse avrei dovuto parlargli, chiarire la
situazione, anche se non sapevo cosa c’era da chiarire. Si, decisi. Gli avrei
parlato il giorno dopo. Non avrei potuto sopportare quel distacco ancora per
molto, ma ero troppo distrutta per una conversazione. Desideravo solo buttarmi
sul letto e dormire, ma entrando in camera notai con estrema sorpresa che i
miei piani erano saltati. Un’enorme scatola rettangolare confezionata con carta
regalo e un fiocco gigante occupava metà del letto a due piazze. Mi
immobilizzai, guardandomi intorno e chiedendomi se non si trattasse di uno
scherzo. Mi avvicinai con cautela e ancora incredula mi sedetti sul letto
accanto il lungo pacco ispezionando i lati per trovare indizi del mittente, ma
niente. D’un tratto capii. Doveva essere per forza suo. Di chi altri se no? Era
evidente. Nonostante fosse furioso con me, avevo ragione. Evidentemente Mike
voleva farsi perdonare quell’addio. Istintivamente presi il cellulare senza
pensarci su e gli mandai un messaggio.
“Scusami
per oggi! Sono stata un’idiota. Grazie, amore mio!”
Decisi
inizialmente che non avrei aperto il regalo senza di lui. Non avevo bisogno di
sapere cos’era per perdonarlo, ma la curiosità prese il sopravvento. Insomma:
era il mio compleanno, un pacco enorme si trovava sul mio letto, e d’un tratto
mi era passato il sonno. Come potevo non aprirlo? Sarei stata una stupida.
Senza
pensarci due volte mi fiondai sulla scatola, staccando il fiocco e passando poi
alla carta esterna quando vidi qualcosa volare, un bigliettino. Lo afferrai al
volo e il cuore mi si fermò in gola quando lo lessi.
“Notte
Bella. Sogni d’oro!”
Non
mi ci volle nemmeno un secondo per comprendere quelle quattro parole e capire
da chi provenissero.
Avevo
sbagliato tutto, di nuovo. Non avevo capito niente. Ma come era possibile?
Non
potevo credere che lo stesso ragazzo che mi aveva ignorato tutta la serata si
fosse intrufolato in camera mia per lasciarmi un regalo enorme sul letto. Non
aveva alcun senso. Perché lo avrebbe fatto?
A
quel punto l’ansia di sapere e la curiosità erano irrefrenabili e prima che
potessero assalirmi del tutto ero già fiondata di nuovo sul pacco. Scartai quel
poco di carta ancora rimasta, aprii la scatola anonima di cartone marrone e
rimasi sopraffatta dallo stupore.
L’ottava
meraviglia del mondo era lì, sotto i miei occhi. Restai a fissarla per un
minuto interminabile prima di allungare le braccia ed estrarla dalla scatola
come la spada dalla roccia. Non potevo crederci.
Una
Gibson Les Paul Custom! Tra le mie mani!
Non
riuscivo a credere ai miei occhi mentre lentamente iniziai ad accarezzare
quella meraviglia. Avevo quasi paura che si sbriciolasse sotto le mani.
Fantastica!
Nera, meccaniche dorate, tastiera in ebano, segnatasti
in madreperla bianchi e lucenti, body in vernice bianca. Era perfetta. Non avevo
mai visto niente di simile. Avevo paura di maneggiarla troppo, non volevo che
si rovinasse e con cura la riposi dolcemente nello scatolo. Mi alzai dal letto
passandomi le mani tra i capelli diverse volte. Avevo davvero bisogno di una
sigaretta. Ne accesi una affacciandomi al balcone e cercando di riordinare i
pensieri. Ma era tutto inutile. Cercavo di sforzarmi, ma non riuscivo a capire.
Perché?
Altro
che desiderio! Più cercavo di capire quel ragazzo più mi allontanavo dalla
verità. Proprio quando pensavo di essermi avvicinata a lui eccolo che faceva
qualcosa di assolutamente imprevisto e sconcertante che mi metteva
completamente fuori strada lasciandomi senza parole. E adesso? Cosa avrei
dovuto fare? Avrei dovuto comportarmi normalmente. In fondo non era niente, era
solo un regalo. Già, un regalo da più di 2000 dollari. Ancora non riuscivo a
credere che quella cosa si trovasse nella mia stanza, sul mio letto, a 10 metri
da me.
Avrei
dovuto ringraziarlo. Era il minimo che potessi fare.
Rimasi
ancora un po’ a pensare se aspettare il mattino dopo o se fargli una
telefonata, finché il nauseante sapore del filtro mi impregnò la bocca
portandomi alla realtà. Gettai la cicca tossendo, presi carta e penna e senza
pensarci due volte uscii dalla stanza.
Un
messaggio stile lettera era la scelta migliore: non troppo freddo e non avrei
rischiato di svegliarlo nel caso stesse dormendo.
Pensare
a cosa scrivere invece era una tragedia non indifferente. Mi logorai tra decine
di frasi d’occasione.
“Grazie
per il pensiero”
“Non
avresti dovuto. Ti ringrazio!”
“Grazie!
Sei stato gentilissimo”
Ma
ogni frase mi sembrava sbagliata, non da me. Decisi di abbandonare le frasi di
circostanza e lasciare che esprimessi quello che sentivo. Il problema era che
davvero non sapevo cosa dire. Così, mi ritrovai a scrivere un semplice e misero
“Grazie” sperando che capisse.
L’avrei
ringraziato il giorno dopo, quando a mente lucida sarei stata certa di non aver
sognato tutto.
Piegai
il foglio in due, lo infilai dolcemente sotto la porta e tornai in camera.
Mi
chiusi la porta alle spalle, mi ci appoggiai con la schiena, chiudendo gli
occhi e pensai alle candeline, alle stelle cadenti, ai desideri. Al mio
desiderio.
Chissà
se…
Toc-toc-toc
Saltai
sul posto aprendo gli occhi di scatto. Per quanto non me l’aspettassi, sapevo
benissimo chi era. Mi passai una mano tra i capelli tirando un sospiro e
aprendo la porta me lo trovai davanti.
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Risposte alle vostre recensioni:
Erika1975: xD abbasso i macachiii! :P
simo1726: hihi!
Mi spiace di farti aspettare sempre molto…però con l’università
e altri impegni riesco a scrivere poco. Grazie per il consiglio, e non
preoccuparti! Avevo già in mente di scrivere anche dal punto di vista di Rob. Infatti,
come ho detto sopra, questo capitolo doveva essere diviso tra il Pov di Kristen e quello di Rob, ma poi sarebbe venuto
troppo lungo
Però ti posso dire
il prossimo sarà dal suo punto di vista! J
lindathedancer:
grazie mille!!!!