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Autore: Mapi D Flourite    25/11/2009    1 recensioni
[syllables of time] "Hai sempre lo stesso cuore testardo".
Fece scorrere brevemente lo sguardo attorno, accecata dalle luci che la circondavano e che si riflettevano sul ghiaccio sotto ai suoi piedi e sulle lame dei pattini […]. Si aggrappò a Duo e si sollevò, ancora incerta, cercando di mettersi dritta.
Non stare rigida, piegati sulle ginocchia, le aveva detto. E lei eseguì, impacciata e terrorizzata.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Duo Maxwell, Relena Peacecraft
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[ Questa fanfiction partecipa alla challenge delle Seven Syllables of Time (syllablesoftime) ]


Titolo: Pattinaggio su ghiaccio
Pairing: Duo/Relena
Rating: G
Conteggio  Parole: 561
Warnings: Nessuno.
Spoiler: Nessuno.

Note: La mia prima Duo/Relena! Diamo colore a questo fandom!
Ehm... sì, è tratta da una storia vera. La mia. Solo che io ovviamente non ero là con Duo, purtroppo, e Relena si è comportata decisamente meglio di me...
Lo ammetto, mi è piaciuto da matti scriverla, era da tanto che volevo cimentarmi con questi due, li trovo carinissimi (e divertenti. Ma sul serio.)

Disclaimer: Gundam Wing appartiene agli aventi diritto. Questa fanfiction non è scritta a scopo di lucro.

-:-:-

Il cielo, scuro come un mantello, era punteggiato di stelle che luccicavano tra le rade nuvole cariche di neve e la luna piena brillava, bianca e fredda, avvolta in un alone evanescente.
Relena strinse con più forza le mani attorno alle braccia del ragazzo. Si sarebbe goduta quella nottata molto di più se se ne fosse rimasta a casa, sotto una coperta e con una tazza di cioccolata fumante in mano. Chiuse gli occhi e tremò, consapevole di non avere alcun diritto di lamentarsi.
Sentì una risatina smorzata a sollevò piano la testa per incontrare un paio di ridenti occhi azzurri.
«Non dire una parola.»
Il ragazzo sorrise e la strinse un po’ più forte, senza smettere di ridacchiare. «Intendi come “te l’avevo detto”?»
Lei abbozzò un broncio. «Esattamente come “te l’avevo detto”.»
«Ok.» Lui si strinse come poté nelle spalle. «Ma io te l’avevo detto.»
«Duo!»
Il ragazzo rise, cingendole più saldamente la vita e trattenendosi dal’oscillare eccessivamente, per evitare di perdere l’equilibrio. «Non ti lascio, non ti lascio, sta tranquilla.»
Relena chiuse gli occhi e irrigidì le gambe, spaventata a morte. Era stata una pessima, pessima idea. Sentiva le dita intirizzite dal freddo e il naso gelato e sbuffò, stufa.
«Se vuoi ce ne andiamo.»
«Io non voglio andarmene.» Afferrò saldamente i suoi avambracci con i guanti imbottiti e guardò ancora Duo, sentendo poi le ginocchia tremare. Dopo pochi attimi scivolò pericolosamente in avanti e cacciò un gridolino strozzato, arrossendo subito dopo. Decisamente una pessima idea.
«Sta calma, non è successo niente.»
«Sono scivolata!»
«Relena,» il suo tono cercava di essere serio e logico, ma era evidente che stesse cercando di non ridere. «È normale scivolare sul ghiaccio.»
Avrebbe voluto tirargli un pugno, ma sapeva che se ci avesse provato a lei sarebbe andata peggio. E non aveva nessuna voglia di finire con il sedere su una durissima lastra ghiacciata davanti a migliaia di bambini che correvano intorno come fossero stati in un giardino.
Fece scorrere brevemente lo sguardo attorno, accecata dalle luci che la circondavano e che si riflettevano sul ghiaccio sotto ai suoi piedi e sulle lame dei pattini su cui veleggiavano quasi una cinquantina di persone. La musica nell’aria era allegra, festosa. Si aggrappò a Duo e si sollevò, ancora incerta, cercando di mettersi dritta.
Non stare rigida, piegati sulle ginocchia, le aveva detto. E lei eseguì, impacciata e terrorizzata.
«Sto bene,» disse, più a se stessa che a chiunque altro. «Sto benissimo.»
Duo sorrise, allentando un po’ la presa. Lei tremò. «Non è mica obbligatorio che tu ci sappia andare, dai.»
«Io voglio imparare.»
Sbuffò. «E perché?»
Lei non rispose subito. Lo guardò dritto negli occhi, determinata e allentò di un po’ la presa alle sue braccia. «Voglio imparare a farlo, tutto qui. So di esserne in grado, mi manca solo un po’ di esercizio: ma se tu mi insegni so che posso farcela.»
Sospirò, rassegnato. «Non puoi rimandare i tuoi esperimenti a quando c’è meno gente?»
«No.» La sua voce era meno determinata di come sarebbe dovuta essere. «No. Posso farcela. Ce la faccio e voglio farlo adesso.»
«Sei una zuccona.»
Relena mise il broncio. «E quindi?» Alzò il mento in segno di sfida. «E poi sto già facendo dei progressi.»
«Sì?»
«Sì. Riesco a stare in piedi.»
«Davvero?» Duo sorrise, compiaciuto e lasciò andare velocemente la presa. Relena spalancò gli occhi e gridò.


  
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