Ci vogliono tre tentativi perché riescano a colpire la vena con la siringa.
Al posto di vedere il cupo ed esaltante rosso del sangue, escono solo miele e bile.
Non sono solo i tuoi sorrisi, ora, ad essere intrisi di sconveniente dolcezza nauseabonda, ti è entrato dentro. Appiccicaticcio. Soddisfatto?
Perché non serve più nemmeno lavarsi i capelli con nera e terrificante pece, e massaggiare la testa fino a staccare, quasi annoiato, pezzi di cervello – inutilizzati? Non lo saprai mai –, tanto non riesci a buttare cattiveria sugli altri, nonostante il disprezzo che provi per il mondo. Ma questo non vuol dire esattamente essere buoni…
Ti sfiorano, pizzicano toccanopalpano! E le tue labbra si rivoltano [di ribrezzo] in un sorriso. Cerchi nella folla e sono solo occhi molesti a ricambiare il tuo sguardo. Tu non ricambi. Tu cerchi qualcuno.
Lo cerchi, lo chiami, e non vedendolo arrivare ti pianti frecce dalla punta arrotondata nella pelle, nella speranza che abbiano lo stesso effetto. Invece aumenta solo la rabbia e la frustrazione, e a niente serve chiamarlo a gran voce «Cupido, Cupido!».
«Cupido Cupido Cupido Cupido…»
Alla fine diventi solo E c o, ad osservare il riflesso di Narciso che, toh!, sei sempre tu.