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Autore: MaxT    27/11/2009    4 recensioni
Una Elyon esuberante e sorprendente torna a cercare le sue vecchie amiche, che si troveranno presto coinvolte in avvenimenti più grandi di loro. Che spaventosa profezia ha pronunciato la Luce di Meridian? Vera è…vera? Dove sono andate le gocce astrali delle W.I.T.C.H.? E’ una storia dove i personaggi assumono diversi ruoli contrastanti, si muovono nel segreto e nell’invisibilità, e le loro motivazioni autentiche si delineano a mano a mano che la storia si avvicina alla conclusione. Note: qualcuno potrebbe considerare OOC Elyon e le gocce astrali. Da parte mia, penso che siano una evoluzione plausibile dei personaggi visti nel fumetto. Aggiornamento: I primi sei capitoli sono stati riscritti nell'ottobre 2008.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le profezie di Meridian' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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47- Nemesis  
Cara Melisanna, ho letto con piacere la tua recensione. Sono sempre felice di poter contare sul tuo incoraggiamento. 
Per quanto riguarda Irene, in effetti non ci azzecca spesso, però ha una notevole disinvoltura. Tra le due, io vedo Pao come la più goffa, al di fuori del campo dell'arte e dell'architettura. Grazie anche per la tua osservazione sulla servitù di passaggio e sui fianchi delle due signorine, che cercherò di allargare un po' sfruttando le virtù di Photoshop.

In questo capitolo viene creato l'elemento che mancava affinchè il piano di Vera fosse realizzabile. 
Ho tardato la sua pubblicazione di diverse settimane perchè il disegno mi ha dato molto, molto da fare, ma ci tenevo perchè entrano in scena nuovi personaggi. Spero che piaccia.
Buona lettura
MaxT

PROFEZIE


Riassunto delle puntate precedenti 
Dopo un incontro misterioso con la Luce di Meridian, Vera ha convinto le Gocce a sostituirsi ad Elyon a Meridian, impersonando la regina e le guardiane. Carol si è opposta, ed è stata costretta con l'ipnosi. 
A Meridian, la controfigura di Elyon e le finte guardiane esiliano Miriadel e Alborn, mentre Caleb sfugge alla cattura;  pur avendo assunto il potere, si 
rendono conto di non essere convincenti, e inventano la storia che le guardiane sono a palazzo per proteggere la Luce di Meridian da un complotto. 
A Heatherfield, rifugiatasi con i genitori nella sua vecchia casa, Elyon spiega che quella che si sta realizzando è una sua profezia, contenuta in disegni e
frasi casuali, la cui interpretazione fino a quel punto era ambigua. La profezia prevede che la tirannia duri un anno, che a Meridian dura diciotto mesi. 
Elyon è decisa a non tentare niente prima di questa scadenza;  dà istruzione a Caleb di tornare a Meridian per sconsigliare qualunque rivolta prima del suo stesso ritorno tra un anno, ma il vice comandante della guardia di palazzo fraintende e guida una rivolta che viene rapidamente sedata dalle false guardiane. La reazione non si fa attendere:  sul palazzo scende un clima sempre più oppressivo in cui le congiurate utilizzano sia i poteri mentali che l'intimidazione per mantenere il controllo.
Settimane dopo, Irene e Pao Chai assumono un aspetto metamondese e vanno a svagarsi in città; vengono a sapere per caso la profezia infallibile che prevede che la tirannia durerà un anno.
Il nuovo piano di Vera prende rapidamente forma, basandosi sull'ambiguità del termine di un anno: prima simuleranno che Elyon diventi sempre più tirannica e impopolare, screditandola, poi Vera, che ha comunque il rango di una principessa Escanor, la spodesterà dopo un anno terrestre di dodici mesi, facendo finire apparentemente la tirannia e realizzare la profezia; poi, dopo aver guadagnato il consenso della gente, si prepareranno per affrontare Elyon e eventualmente le Guardiane al loro ritorno dopo diciotto mesi. Però sono troppo poche per mettere in atto tale piano.

Cap. 47

Nemesis



Meridian

L’alba radiosa contrasta con le nubi temporalesche orlate di rosa intenso che sovrastano la città. I primi tuoni risuonano sopra le maestose guglie del palazzo, ed echeggiano sul pendio roccioso che digrada sull’abitato.
La torre est, squadrata per contenere la sala del trono, si staglia contro un orizzonte libero e luminoso, ma i primi lampi balenano sopra la sua sommità.
 

Meridian, sala del trono

Nessuna lampada rovina il contrasto d’ombre azzurre e luci rosa che, attraverso le vetrate, inondano la sala del trono, dove due persone sono intente in un rituale segreto.
La regina sta lentamente passando le mani a pochi centimetri di distanza dal corpo di una giovane in piedi, immobile come una statua. Questa ragazza non si è mai vista prima a Meridian, ma la sua somiglianza con la temuta Guardiana dai capelli rossi è inquietante.
Elyon abbassa le braccia. “Puoi muoverti, Wanda. La scansione è finita”.
Obbedendo ad un comando solo pensato, le finestre della sala del trono si aprono lentamente, lasciando entrare il vento fresco dell’alba.
Wanda, in un debole luccichio, riprende l’aspetto ormai usuale di Will. Si guarda attorno, accostandosi al muro. “Perché con le finestre aperte? Sta per scoppiare un temporale”. Un brontolio di tuono sottolinea le sue parole.
“Ci serve molta aria” risponde la regina, mentre la corrente le agita le trecce ed il vestito lungo.
Da una fontanella nella parete sgorga un liquido dalla debole fosforescenza verdina, nella quale Elyon immerge i polsi per lunghi minuti.
Senza una parola, lei ritira le mani sgocciolanti di luce e le tende in direzione di un punto sul pavimento segnato da un gran cerchio bianco. Alcuni specchi vicini alle pareti si orientano da soli per riflettere quella debole luminosità verso lo stesso punto.
“Iniziamo!”.
L’aria entra, risucchiata dalle finestre con un lamento che pian piano si trasforma in un ululato. Al centro della stanza, uno scintillio si fa sempre più forte, finché un lampo la inonda, disegnando luci ed ombre nette, e d’improvviso un tuono assordante copre ogni altro rumore.

Tutto finisce, più rapidamente di com’è iniziato. Il debole brontolio da una nuvola sottolinea il silenzio.
Gli occhi abbagliati rivelano a fatica una nuova figura umana al centro della stanza.
“Benvenuta, Nemesis Uno”, saluta la regina, “Ora scegli il tuo nome”.
 

Meridian, appartamenti della famiglia reale

Nella sua camera, Irene apre gli occhi, svegliata di soprassalto dal rimbombo. Si volta verso l’altro letto, ma la sua compagna non è più lì. “Wan… Will, dove sei?”.
Nessuna risposta.
Si alza svogliatamente, stiracchiandosi.
Un nuovo tuono la fa sobbalzare. Sta a vedere che un fulmine…
Guarda dalla finestra. Si vede benissimo il grosso parallelepipedo della torre est, poco più in alto, stagliato contro l’orizzonte dorato.  Ma… le finestre della sala del trono sono tutte aperte! Non è normale!
Si concentra. ‘Wanda, dove sei?’.
La risposta arriva subito. ‘Nella sala del trono. Non preoccuparti’.
‘Non preoccuparmi? E come faccio?’ si dice Irene, osservando le nuvole rossicce e turbinanti sopra il palazzo.
In un attimo, riassume l’aspetto della guardiana Irma in alette e calze a righe, e va a bussare alla porta accanto.

“Ragazze…”.
Le apre una Hay Lin scapigliata e inquieta. “Cosa sta succedendo?” le chiede, scostandosi per lasciarla entrare.
Taranee è già in piedi, pronta nel suo costume sgargiante. “Strano temporale, vero?”.
“Molto strano”, conviene Irma, “Will è nella sala del trono, e le finestre sono aperte”.
La Guardiana del fuoco annuisce. “Era strana, ieri sera. Si è trattenuta a lungo da Elyon”.
“Non me ne sono accorta”, si stupisce Irma.
“Magari stavi già dormendo”, replica Taranee affacciandosi alla finestra chiusa. Da questa prospettiva, la torre est è a malapena visibile.
“Andiamo nella camera di Carol” suggerisce Pao Chai inquieta, osservando le nuvole veloci e sentendo il sommesso ululare dalle finestre. Lei non ha alcuna padronanza del vento, che la turba come se fosse un rimprovero della sua lontana originale.

Cornelia è già sul pianerottolo. “Cosa sta succedendo?” chiede, senza tradire emozioni.
“Andiamo a vedere la torre est” le risponde Irma passandole davanti, “Will è lì”.
Entrano tutte nella camera della biondona per guardare dalla sua finestra, dalla quale la torre si vede perfettamente.
“E’ vero, le finestre sono tutte aperte” constata Taranee.
Mentre lo dice, un lampo di luce rischiara dall’interno la sala, e un tuono fortissimo fa tremare i vetri come un’esplosione.
“Oddio!”. “Era un fulmine?”. “Presto, andiamo a vedere”.
Prima di potersi muovere, tutte barrano gli occhi, riconoscendo in qualche punto nella testa la voce di Vera: ‘Ragazze, tranquille, è tutto sotto controllo’.
Le quattro si guardano smarrite. “Andiamo a dare un’occhiata”, si decide Irma, voltandosi verso la porta.

Poco dopo, i suoni ritmici dei loro stivaletti percorrono veloci i corridoi, incrociando domestici intimiditi e soldati di ronda.
Davanti al portone serrato dell’anticamera, in cima allo scalone, quattro soldati tozzi dalla pelle marrone riguadagnano un contegno marziale e le salutano battendosi il petto con rispettosa antipatia.
Improvvisamente, un tuono forte come un’esplosione rimbomba, facendoli sobbalzare tutti.
“EEK!”, fa Hay Lin, afferrandosi spaventata a Cornelia.
Uno dei soldati, tornando a impettirsi, la guarda con disprezzo. “Sua Altezza ci ha avvisati di non allarmarci per questi tuoni. Credevamo che lo sapeste anche voi”.
Irma lo guarda storto, pensando: ‘Sì, sì, datti arie, con la tua divisa nuova, ma resti un buzzurro. Scommetto che, appena saremo entrate, tornerai ad esplorare con le dita le caverne del tuo naso’.
Il soldato si acciglia: forse ha capito. Sembra che pensi: ‘Con le vostre arie da salvatrici, pensate di essere meglio dei mormoranti?’.
 

Meridian, sala del trono

Le quattro guardiane entrano al cospetto della regina  in tempo per vedere che le finestre, obbedendo a qualche comando inaudibile, si chiudono da sole, interrompendo la corrente d’aria che scompigliava i capelli e faceva vibrare le alette.
Accanto a Elyon seduta sul trono, ci sono la guardiana Will, con un’espressione insolitamente soddisfatta, e… Vera, sorridente con il suo aspetto originale ed un sontuoso vestito blu adornato di gioielli.
 

“Ci rivediamo in faccia, amiche mie!”. Viene loro incontro.
“Vera!”, sorride Pao Chai, “Allora hai deciso…”. Si interrompe appena realizza: quattro più tre, sette! Chi c’è di troppo?
La regina seduta sul trono le saluta con un gesto benedicente. “Salve, Guardiane! Sono l’arrogante Sorella di Phobos!”.
Eppure, sulla sua faccia c’è uno sguardo che non appartiene né ad Elyon, né a Vera. 
Gli occhi delle gocce cominciano a muoversi tra il viso della regina e quello di Will.
“Brave, ragazze. Forse avete capito già!” risponde soddisfatta la Guardiana del Cuore Fasullo.
“No!”.  Cornelia si copre il viso con le mani. “Non potete averlo fatto!”.
“E invece possiamo!” risponde Vera raggiante. “Sono una Escanor anch’io, non ci credevi? Proprio come Elyon!”.

“Non parla di me, naturalmente”, specifica la nuova Luce di Meridian. In un tremolio, la sua figuretta seduta svanisce.
 

Le gocce guardano allibite la figura alta e atletica che prende il suo posto sul trono.
I capelli neri sono corti, a parte due treccine sottili che partono davanti alle orecchie.
Sul viso le spicca una mascherina nera dipinta sugli occhi. Pittura a parte, è lo stesso viso di Wanda.
La nuova arrivata indossa un’uniforme verde petrolio di aspetto vagamente poliziesco su cui spiccano l’insegna di Meridian accanto a un distintivo con una N stilizzata in rosso e due occhi gialli da gatto.  Ancora più inquietante, alla cintura che le stringe la vita spicca una fondina, dalla quale si intravede il calcio di una pistola Walther PPK come quella che Wanda soleva portare con sé molto tempo prima.
Will richiama l’attenzione.  “Per intenderci, io sono la Wanda originale. Ho proposto a Vera questa soluzione, che dovrebbe risolvere alcuni dei nostri problemi. La abbiamo chiamata ‘classe Nemesis’. Così io sono Nemesis Zero, la capostipite”.
“Avrei detto Banda Bassotti” fa  Cornelia, cercando di sembrare sicura di sé.
La ragazza in divisa si alza in piedi, ignorando la provocazione.  “Mi presento: io sono Dora, o Nemesis Uno”. Anche la voce è identica a quella di Wanda.
“Dora farà la controfigura di Elyon”, spiega Vera appoggiandole una mano su una spalla, “Altrimenti prima o poi qualcuno si accorgerebbe che siamo solo in sei”.
“E così, ora siamo in sette?” chiede Irene quasi senza fiato.
“Abbastanza per tenere sotto controllo un pianeta!”, ironizza ancora Cornelia, ma il tremito di una palpebra tradisce il suo vero stato d’animo.
Vera la ignora. “Non in sette. Ci sono ancora due angeli custodi!”. Tende la mano verso un punto della stanza che a tutte era sembrato vuoto.
Le Guardiane sobbalzano, accorgendosi che quell’angolo non era affatto deserto.
 
Altre due gendarmi in uniforme, quasi uguali alla prima, sorridono vagamente beffarde.
La prima, con i capelli lunghi infilati nel colletto, ha due righe nere sul viso, dalle orecchie agli zigomi. “Io sono Nemesis Due. Megan, per le amiche. Piacere” .
L'altra ha i capelli come Wanda, ma le due occhiaie  e le labbra dipinte completamente di nero la fanno un po’ rassomigliare ad un teschio. “Io sono Anne, o Nemesis Tre. Siamo le benvenute?”.

“Ehm, piacere, ragazze”. Pao Chai, imbarazzata, cerca di essere gentile. “Sapete già chi sono, immagino”.
“Sì” risponde Dora, “Abbiamo tutti i ricordi di Wanda”.
Accorgendosi del disagio creato nelle altre, le due si passano la mano davanti al viso, facendo svanire le strisce nere.
“Così va meglio?”.
“Non fatevi impressionare, queste pitture servono per mascherare la nostra somiglianza con Will, se qualcuno dovesse vederci”.
“E per distinguerci tra di noi” puntualizza la prima, nuovamente seduta sul trono.
Vera torna a richiamare l’attenzione. “Ragazze, tenetevi forte”, dice, con un luccichio di entusiasmo negli occhi. “Il programma attuale prevede la creazione di venti Nemesis”. Sorride soavemente a Cornelia, godendosi il suo immobile sprofondare nella disperazione.

Inaspettatamente, Irma si fa avanti decisa, prende Will per un braccio e la trascina verso l’uscita. “Scusate tutte, ma io devo proprio dire qualcosa a Wanda a quattr’occhi!”.
Le altre restano tutte interdette.
Appena le due sono uscite dalla sala, Vera esala sottovoce: “Fate pure…”.

“Ma dove…”, fa la malcapitata Will, incapace di opporsi alla determinazione dell’amica che la spinge verso una porticina. “Perché proprio nel bagno?”.
“Ho detto quattr’occhi…”, ribadisce lei chiudendo il catenaccio della porta alle loro spalle, “… e quattr’occhi sarà!”. Torna ad assumere il suo vero aspetto di Irene. “Anche tu, torna Wanda! Via quelle alette!”.
L’altra torna al suo aspetto originale, ancora con la giacca a vento nera di un mese prima. “E adesso, vuoi spiegarmi?”.
Prima di rispondere, Irene agita un braccio negli spazi vuoti del bagno, fino a convincersi che sono veramente sole. Poi, guardandola negli occhi: “Perché tu e Vera avete fatto una cosa del genere senza parlarne prima con noi?”.
Wanda risponde, a disagio: “Era inevitabile. Senza questo, avremmo potuto solo aspettare una sconfitta già annunciata”. Si trincera dietro le braccia conserte. “Anzi, mi dispiace dirlo, ma lo avremmo fatto qualunque fosse il vostro parere”.
Irene scuote il viso. “Non sto dicendo che abbiate fatto un torto a noi. Non pensi invece che tu, Wanda Vanderbilt, ti sei tagliata ogni ponte per tornare ad una vita normale?”.
L’altra si adombra. “Irene, di che ponti parli? Io li ho già tagliati impossessandomi del Cuore di Kandrakar. Ora che me lo sono anche fatto soffiare, non c’è motivo di sperare in un accordo. Se Elyon non ci ha protette dalle pretese dell’Oracolo prima, perché dovrebbe farlo adesso?”. Prende l’altra per le spalle. “Irene, tu sei sempre stata la mia migliore amica, lo sai bene. Perché non vuoi capire che l’ho deciso anche per te? So che odi quello che dobbiamo fare. Lo odio anch’io. Nonostante ciò, io e le altre Nemesis lo prenderemo sulle nostre spalle. Tu potrai dedicarti ad altro…”.
“Wanda, questo lo so. Ti credo. Ti ringrazio, anche. Ma tu non hai ancora capito appieno quanti ponti hai tagliato, per te e per quelle come te!”.
L’altra si incupisce ancora di più. “Cosa vuoi dire?”.
“Tu conti su di me come tua migliore amica. Va benissimo. Ma le altre sono uguali a te. Noi siamo gocce, siamo nate nello stesso modo. Non possiamo illuderci neanche un momento che le altre siano automi senz’anima”.
“Ma certo!”, si risente Wanda. “Non lo ho pensato neanche un attimo! Non stai mica parlando a Will!”.
“Allora, cara, tutte le altre vorranno contare su una migliore amica. E, poiché siete tutte uguali, tutte vorranno me, con lo stesso tuo diritto. Ma io come farò ad avere venti migliori amiche tutte uguali?”.
Wanda annuisce piano. Dopo un attimo di silenzio, risponde a mezza voce: “Dì una buona parola a una di noi, e sarà come se tu la avessi detta a tutte”.
Irene scuote il viso. “E’ difficile. Prova a immaginare…”. Le afferra il polso. “Wanda, con questa storia tu ti stai precludendo la possibilità futura di una vita normale”.
“Quanto normale è stata, finora, la mia vita?”, risponde lei imbronciata.
Irene riprende: “Nella peggiore delle ipotesi, avrai creato venti compagne che moriranno in combattimento, o finiranno con te in qualche carcere”.
“Ma io lo ho fatto proprio per allontanare un epilogo come questo. Saremo più forti!”.
“Lasciami finire. E se trionfassimo? Prima o poi, sareste in venti, tutte uguali, a farvi concorrenza per lo stesso uomo…”.
Wanda la interrompe, infastidita. “Lascia perdere gli uomini, è l’ultima cosa che ho in testa ora!”.
Irene continua decisa: “Per lo stesso uomo, per la stessa donna, per lo stesso cagnolino, per lo stesso quello-che-vuoi!”.
L’altra tace, finalmente impressionata.
Irene continua: “E se anche si trovasse un compromesso e tornassimo a Midgale, credi che tutte e venti le altre potrebbero venire con noi?”.
Wanda la guarda imbronciata. “Tu pensi ancora ai compromessi”. Alza la voce, e le punta un dito sul petto. “Allora, ti dirò un’altra cosa: non solo non credo a questa possibilità: non la desidero neppure! Non voglio uscire a testa bassa da questa storia, chiedere perdono a quella là. Io le dimostrerò che valgo almeno quanto lei!”.
Irene la guarda stupita. “Ma… parli di Will?”.
Wanda si morde il labbro, impacciata. “No. Dimentica quello che ho detto”.
“E’ questo che vuoi, allora?”, insiste Irene.
L’altra annuisce piano. “E’ sciocco, lo so”.
“Ora capisco”, riprende Irene, “Non ti avevo mai vista così coinvolta da qualcosa come da questo… come dire… pasticcio”.
“Ti ho già detto che è sciocco! Non lo pensavo davvero!”.
Irene scuote il viso. “Come no! E sarete in venti o ventuno con lo stesso chiodo fisso!”.
Wanda prende fiato. “Senti, so che ciò che stiamo facendo è pericoloso. Che può finire male. Non ho il diritto di tagliare ponti anche per te e le altre. Se vorrai andartene… da parte mia, non te lo impedirò”.
“Andarmene?”. Irene la guarda incredula, poi le tira uno scappellotto materno. “Lasciando voi ventuno fanatiche a covare vendetta? No cara! Io resterò con voi fino alla fine, qualunque sia, e cercherò di ricordarvi che esiste qualcosa che si chiama buon senso!”.
 

Meridian, sala del trono

Dopo un momento di silenzio sorpreso all’uscita delle due, le altre ragazze nella sala del trono hanno ripreso a parlare.
Vera raccomanda: “L’esistenza della Classe Nemesis resterà segreta, perciò non parlatene neanche tra voi”. Termina la frase facendo il segno di chiudere la bocca con una lampo. “Evitate anche di pensarci in prossimità di altre persone!” aggiunge ripetendo lo stesso gesto all’altezza della fronte.
Taranee ascolta con attenzione e annuisce.
Cornelia, in disparte vicino alla finestra, fa un gesto di insofferenza. ‘Evitate di pensarlo! E’ la prima volta che lo sento dire!’.
Vera continua: “E così, voi altre gocce sarete libere di occuparvi dello sviluppo di Meridian. Per te, Terry, ho in mente degli incarichi delicatissimi, ma ne parleremo dopo”.
Taranee annuisce interessata, poi si rivolge alle tre in divisa petrolio, che, senza pitture, sono ancora più difficili da distinguere tra loro. “E voi, come contate di agire quando sarete a organici completi?”.
“Cinque di noi impersoneranno le cinque guardiane, e faranno quello che voi avete fatto finora”, inizia quella con le minuscole treccine.
“Ma con il passare del tempo diventeranno sempre più odiose”, continua un’altra.
“Le altre, le vedrete poco. Saranno per lo più invisibili”.
“Sorveglieranno il palazzo, la città, i sotterranei”.
“Leggeranno i pensieri degli abitanti. Di quelli sospetti, quantomeno”.
“Di quelli sospetti di sospettare qualcosa”.
“Correggeremo i loro pensieri, le loro opinioni”.
“Nessuno si accorgerà di niente”.
“Abbiamo già in mente un metodo di coordinamento mentale che ci farà agire come un’unica persona”.
“Ci prepareremo a catturare Elyon, in qualunque momento dovesse tornare”.
“E contrastare le Guardiane di Kandrakar, se oseranno intervenire in questa città”.
“Non potranno vederci finché non sarà troppo tardi”.

In quel momento Irma e Will, in alette e costume, rientrano nella sala del trono, accolte da brevi occhiate curiose.
La Guardiana dell’Acqua alza una mano: “Vera carissima, sei ancora tu che comandi, vero?”.
“Se non mi avete licenziata…”, risponde la neo-principessa con un sorriso.
“Benissimo. Ho una richiesta. Per un po’, vorrei essere io a impersonare Elyon!”. Si volta rispettosa verso le tre in divisa,  “Se a Dora non dispiace, beninteso!”.
“No” fa questa, sollevata, “Passare il giorno seduta in poltrona a fare la statuina non è il mio ideale”.
“A me, invece, le poltrone ben imbottite piacciono un sacco!”.
Vera si stupisce. “Irene, pensavo che avresti voluto cominciare a lavorare sul personaggio di Irenior”.
“Lo farò nei ritagli di tempo”, Irma fa un gesto di noncuranza, “Però, ve lo dico chiaramente, io vorrei stare in contatto con le guerriere… le Nemesis e Wanda, per evitare che si facciano prendere la mano”.
Vera nicchia. “Veramente avevo altri progetti per te. Ora sei un’esperta in agraria…”.
La Guardiana dell’Acqua fa un gesto di fastidio. “Magari lo farò part time. Non mi va di allontanarmi e stare tra maiali verdi e verze rosate, mentre questa testa calda potrebbe fare qualcosa di cui si pentirebbe”. Gratifica Will con un ulteriore scappellotto sulla testa, venendone ricambiata con un vago brontolio infastidito.
Vera scuote il viso. “Non preoccuparti, le Nemesis saranno in continuo contatto mentale tra loro e con me. Non vedo possibilità di iniziative sconsiderate. E poi, metterei la mano sul fuoco sull’autocontrollo di Wanda e di tutte quelle come lei”. Getta un’occhiata allusiva verso il balcone alla quale la Guardiana della Terra si sta affacciando imbronciata.  “Se non ha mai picchiato Carol, è difficile che qualcos’altro la possa far diventare violenta”.
L’altra la ricambia con un’orribile occhiata di sbieco.
“Ti prego!”, supplica Irma, “Non ricordi come ho imitato bene la piccoletta quella volta a Midgale?”.
Vera squadra un po’ critica la aspirante Luce di Meridian. “Cara Irene, sappiamo che sei una bravissima imitatrice. Però, lasciamelo dire, sei soprattutto la regina delle gaffe. Se ci dovessimo tradire in pubblico…”.
L’altra insiste: “Correrei molti più rischi mescolandomi alla gente come Irenior”.
Wanda si avvicina alla principessa. “Secondo me è una buona idea. Se la addestri bene, Irene potrebbe imitare Elyon meglio di Dora, e contraddire le voci per cui è stata sostituita”.
Vera si limita a fare un gesto di ‘vabbè’ col capo. Guarda Hay Lin e Cornelia al balcone: loro potrebbero dare problemi molto più grossi.
Irma va a sedersi sul trono, e in un attimo si trasforma in una perfetta copia di Elyon.
“Allora, ho vinto il posto?”, chiede con la voce un po’ infantile della regina.
“Sei perfetta!”, si entusiasma Hay Lin, “Dì ancora qualcosa”.
La nuova sovrana si alza in piedi e allarga le braccia. “Ragazze!”, cinguetta  in una buona imitazione di un tipico saluto della loro vecchia amica.
“Sì! Perfetto”, la Guardiana dell’Aria applaude, “Sembri lei!”.
Cornelia, sempre rivolta verso fuori, le strattona un’aletta con stizza strappandole una piccola smorfia di dolore.


 
 

  
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