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Autore: Meskina    27/11/2009    4 recensioni
Renesmee e Josie, gemelle apparentemente simili, ma diverse in tutto.
-credo che Josie vi darà più problemi di Renesmee - sghignazzò Emmett . Non avevo capito, che le parole di Emmett, nascondevano una verità che con il tempo si sarebbe schiantata su di noi, con una tale forza, da cambiare tutto il nostro mondo.
Genere: Triste, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutte. 
Piccola informazione. 
Dato che non sono molto brava con la grammatica. Ho deciso di cambiare il tempo. 
Dal passato lo cambio al presente, mi sono accorta di mettere forme verbali inesistenti O.O

però vedrete quando in un futuro prossimo useranno questi verbi U.U allora mi cercherete e mi chiederete l'autografo ....eheh
apparte il sarcasmo sulla mia incapacità di scrivere una giusta forma grammaticale, vi lascio con il secondo capitolo ..
Informo anche che sto cercando qualcuno che beti i miei capitoli, quindi prestissimo (almeno spero) non ci saranno quei fastidiosi errori e quelle fastidiose ripetizioni.(Come ad esempio ora : fastidiosi : )

Ho cambiato il nick in 'Meskina' per chi non se lo ricordasse.
Buona lettura dalla vecchia _Gothik_... bla bla -.-'

Ed ecco i vestiti di Renesmee e Josie  QUI 




_Capitolo 2_




Edward 

Le mie dita si muovono veloci nei tasti di ottone del pianoforte componendo una melodia che si dilegua come fumo nell'aria 'gelida' e immobile della casa. Jasper è tranquillamente seduto nel divano e con Emmett guardano la partita, con la tv al minimo volume, ridotto a un mormorio di sottofondo. Esme è nel salotto canticchiando a ritmo della mia musica che progetta design nel tavolo con squadre e matite. Carlisle farà ritorno la sera, l'ospedale lo tiene occupato, mentre Alice, Bella e Rosalie sono andate a caccia. La luce opaca del cielo nuvoloso, pomeridiano filtra dalle tende bianche delle finestre, mentre tutto sembra perfettamente traquillo.
Siamo ancora a Forks, non sappiamo quando cambieremo casa, e quando lo faremo non sappiamo dove andremo, Carlisle si è trasferito in un altro ospedale nei pressi di Seattle, dove nessuno lo conosce, per adesso abbiamo ancora un pò di anni a disposizione, in oltre le bambine stanno crescendo. 

Sono intento a cominciare un'altra melodia quando dei rumori del piano di spora mi fanno voltare e sento i pensieri di Renesmee arrivare in fretta come un treno, e mi materializzo immediatamente in cima alle scale.
Vedo mia figlia seduta a terra appoggiata allo stipite della porta della mia vecchia camera. Le sue mani le coprono il viso mentre i boccoli bronzei sono intrecciati alle sue dita. Sento materializzarsi Jasper dietro le spalle, e Esme dopo di lui. 
 - Renesmee - Mormoro avvicinandomi. E sento i suoi pensieri prima che possa parlare, Teddy, l'orsacchiotto con cui è cresciuta è stracciato e il cotone è sparso nel corridoio. La prendo in braccio, e sento che in tutto questo centra Josie, mi volto con cautela, e lei è in piedi, con solamente la testa di Teddy in mano, e mi guarda furibonda...  o meglio, minacciosa. 
 - perchè le hai rovinato il giocattolo - chiedo freddo. Non riesco a sentire nulla, la sua mente mi impedisce di sentire cosa pensa, cosa prova... cosa è successo. 
 - Josie ...- ripeto, stavolta più calmo,  faccio un passo avanti, e la vedo indietreggiare, ha i capelli castani legati in una deliziosa fascia bianca, in questo modo i suoi enormi occhi smeraldini vengono messi in risalto, ha il broncio, le sue sopracciglia sono troppo abbassate e il suo labbro è arricciato. Ha solamente quattro anni, eppure dall'espressione sembra più grande.
 - Josie - chiamo ancora, cercando di non perdere la pazienza. Ma non lo fa, non mi risponde, non fiata, mi guarda arrabbiata, come se la colpa di ciò fosse mia.
 - Josie, tesoro, se tu mi dici che cosa è successo, possiamo cercare di aggiustare le cose - 
Vedo nella mente di Renesmee la scena ripetersi, Josie che irrompe in camera, le prende con forza il pupazzo e glie lo straccia cominciando a staccare la testa, i suoi occhi sembrano rossi, e non dice nulla. Ma non riesco a sentire il fattore scatenante, non riesco a capire del perchè di una reazione del genere. 
Esme avanza, ma Josie indietreggia ancora scuotendo la testa, come se noi fossimo i nemici e le stessimo facendo del male.
 - che cosa è successo ? - sento dire Emmett. Non riesco a rispondere, non riesco a capire, sono disorientato quanto lui, e il viso di mia figlia fa scatenare in me reazioni da non riuscire a spiegarmelo. 
 - Josie - provo a dire un'ultima volta, poso Renesmee fra le braccia di Esme, e cerco di avvicinarmi, mi abbasso alla sua altezza e le tendo le mani. Non voglio mi guardi come un nemico, voglio farle capire che l'amo, ma che vorrei solamente delle spiegazioni.
 - Josie non sono arrabbiato con te io...- 
Prima di riuscire a finire la frase, sento la porta del pianterreno aprirsi, e dei tacchi disperdersi per la casa. In un secondo momento, Bella, seguita da Alice e Rosalie sono dietro di me, cuoriose e sorprese. Alice probabilmente ha visto tutto, e vorrei chiederle di spiegarmi l'accaduto, perchè a me viene negato il privilegio di saperlo a quanto pare. Mi volto verso Josie, e la vedo... non più arrabbiata, ne furiosa, dischiude la bocca come a voler dire qualcosa,  comincia ad avanzare in fretta tendendo le mani.
- mamma -
Bella le è subito di fronte e la prende in braccio. Le bacia la fronte e la stringe a se, mentre mia figlia sembra contenta finalmente, o meglio... innocente. Mi alzo in piedi e cerco di comprendere che cosa le ho fatto. 
 - che cosa è successo Josie ?- mormora Bella carezzandole la fronte e i capelli, lei le si avvicina e le parla sottovoce, vedo mia moglie annuire e avanzare verso di Esme.
 - Renesmee, le hai rotto i colori ? - e sgrano gli occhi, le ha detto tutto, senza esitare ne guardarla minacciosa.
Renesmee annuisce con un labbro sporso esageratamente. 
 - e questo perchè ? - 
La bambina guarda dalla mia parte perplessa, mi avvicino titubante.
 - Josie non mi faceva colorare - si lamenta asciugandosi le lacrime con la manina.
 - e questo voleva dire rompergli i colori ? - 
Renesmee esita nuovamente, e scuote la testa piano. 
 - e quindi ? - Josie stinge le braccia esili intorno al collo di Bella, e attende. 
 - scusami Josie - mormora a mezza voce Renesmee. Bella annuisce soddisfatta e si avvicina per baciarle la fronte. 
 - e tu Josie ? - 
E siamo tutti in silenzio, osservando la scena madre e figlie, e attendendo una risposta da Josie, che arriva in ritardo, ma arriva.
 - scusami Renesmee - mormora. Bella le sorride, e la stringe a se.  
 - E' tutto apposto - mi dice. 
E non capisco. Non capisco nulla, non capisco perchè Josie non ha voluto parlarmi, non ha voluto spiegarmi la situazione, ora vedo solamente le sue gambe avvinghiate alla vita di Bella e le sue braccia intorno al suo collo, mentre le sorride, le parla, si confida, e mi sento un estraneo, e l'unca cosa che posso fare è prendere Renesmee in braccio, e lo faccio, la stringo a me e le bacio la fronte, asciugandole le lacrime.


Bella 

Osservo Renesmee, sedersi in un angolo, pettinare una bambola, per poi alzarsi e andare da Rosalie, confidarsi con lei, ridere calma, pacata, senza far rumore, e poi... 
poi  osservo Josie, la osservo correre, distruggere la casa, giocare con Emmett, ridere, urlare, piangere, la osservo sbattere i piedi a terra quando è arrabbiata, strapparsi il vestito, mettere il broncio, quando qualcosa non le va giù, e poi ancora urlare di gioia, stringersi a me e dirmi 'ti voglio bene mamma' nell'orecchio, come se fosse qualcosa di segreto solo ed unicamente nostro, che nessuno può sapere, perchè come me, è immune ai poteri degli altri vampiri, e mi chiedo come è possibile amare qualcuno così tanto.
Dopo la caccia, ritornando a casa, Alice si bloccò a metà strada raccontandomi quello che era accaduto in casa, e mi precipitai subito da Edward Renesmee e Josie. La prima cosa che osservai, fu Edward chino su mia figlia a tanderle le mani, e Josie arrabbiata e minacciosa, mentre Renesmee piangeva tra le braccia di Esme. Appena intravista, Josie mi saltò letteralmente in braccio allacciando le manine dietro la mia testa e mi raccontò tutto quello che era successo. E mi meravigliai, non tanto del gesto di Josie, in quanto, a lei non importava dei colori rotti, bensì il principio dominava. Non aveva sopportato la prepotenza di Renesmee e quindi si era vendicata, e mi chiesi, e mi chiedo, come può una bambina di soli quattro anni, pensare al pricipio d'avanti ai suoi giochi. 

Mi passo una mano fra i capelli e osservo la luna fuori dalla finestra, per poi scostare la tenda e avvicinarmi al lettino di Renesmee, posarle un bacio nella fronte, ricoprirla, ed infine mi dileguo sparendo e chiudendo con cautela la porta dietro di me. 
Sono nel corridoio, e alzo il viso, Edward, con le mani in tasca, e la camicia dalle maniche piegate, è appoggiato allo stipite della porta aperta di Josie, e osserva il dentro della camera buia. In un soffio sono accanto a lui e gli sfioro la spalla.
- Edward... - 
- mi odia - sussurra,e se non fosse per il mio udito vampiresco credo non lo avrei udito.
- sai che non è così - 
- non riesco a sfogliare la sua mente Bella, come pensi che possa capirla, come posso comprenderla se non conosco mia figlia - La sua espressione è strana, la fronte corrugata, come se cercasse costantemente di capire Josie, ogni volta che la guarda, che la osserva, non è come con Renesmee, è diverso, è come se fosse sempre costantemente all'erta, e un Dejia vu mi travolge, quando lo vidi per la prima volta in mensa, quando mi osservava stranamente, un misto tra sorpresa, ira e sforzo. La fronte corrugata e gli occhi scuri.
- pensi che un padre ha bisogno di leggere nella mente del proprio figlio per capirlo ? per amarlo ? e poi, tu mi hai amata per questo, eprche non riuscivi a 'sfogliarmi' la mente - dico, e mi accorgo dell'assurda verità che mi travolge all'istante, ma lui rimane immobile, mi avvicino e con le labbra sfioro il suo collo, per poi entrare nella camera di Josie e abbassare la sua finestra. Mi avvicino e la osservo dall'alto, il suo respiro è regolare e dorme supina. I suoi capelli del mio stesso colore sono sparsi nel cusino, il suo labbro inferiore è sporgente, e la bocca è semichiusa. Mi siedo in uno sgabello e prendo la sua mano fra le mie, posandovi un bacio su ogni dito, ed infine nel palmo, e quando alzo il viso, la sua bocca si curva in un sorriso, ma sta ancora dormendo, come se  sentisse che le sono accanto. Sembra un angelo, il mio angelo. Il mio angelo dagli occhi smeraldini, quella bocca carnosa e quelle guance rosa, il mio angelo capriccioso e brontolone. 
- Edward ...- mormoro, ma quando alzo lo sguardo lui non c'è più, la porta è aperta e si intravede solamente la luce del corridoio. Ha lasciato il momento solamente per me e mia figlia, e so che lui soffre, e non so cosa fare, perchè ci sto male. 
Do un ultimo bacio nella fronte di Josie, per poi uscire dalla sua camera e scendere nel pianterreno, dove Edward è d'avanti una finestra, con un calice di sangue in mano, e osserva la luna li fuori. 
- Edward -
Si volta e non è più arrabbiato, o testo, ma è sereno, mi sorride, il minimo indispensabile, per farmi capire che va meglio. Mi avvicino e mi accoglie fra le sue braccia.
- io...-
- Carlisle dice che potremmo rimanere per un altro pò di anni a Forks, finchè per le bambine non sarà necessario iniziare la scuola - alzo la testa e lo osservo, è tranquillo.
- cambieranno scuola in continuazione - dico con un filo di preoccupazione. 
- sono nei vari cicli scolatici, le elementari in una città, le medie in un altra...- divaga, e tutto diventa strano, Josie e Renesmee grandi... è impossibile per me immaginarle, sono ancora le mie bambine.
- ma... non credo... non credo crederanno mai che siamo i loro genitori voglio dire...- 
- Carlisle e Esme faranno la parte dei loro genitori, ovunque, fino a un'età consona - mi interrompe, come se si fosse preparato tutto il discorso. I suoi occhi dorati si fermano in un punto indefinito della stanza. 
Apro la bocca, ma mi legge un'altra volta nel pensiero, anche se il mio scudo ancora non lo avvolge.
- Alice ha previsto un futuro movimentato ma felice. - dice poi, ma non mi guarda negli occhi.
- felice - ripeto la parola in un soffio. 
Un futuro felice... eppure, ho come una sensazione, una sensazione come fuoco nel mio cuore ghiacciato, come un ago nel mio petto, come qualcosa che accadrà, qualcosa più grande di noi, che neppure Alice può essere in grado di predire, e mentirei a me stessa dicendo che Josie non c'entra in tutto ciò. Mi stringo al petto di Edward, e sento che il sentimento è reciproco, il futuro è incerto, e dubito che la parola 'felice' possa essere il fulcro del futuro, qualcosa accadrà, e fino ad allora, mi godo la mia 'felicità' ... fra Edward... e le mie due bambine.





continua...

  
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