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Autore: Nena Hyuga    29/11/2009    4 recensioni
Salve gente!! So che ho un'altra ff incompleta ma qui le idee mi vengono a iosa! Volevo immaginare come dovrebbe essere stata l'infanzia di Yuri al monastero, cresciuto con la sua sola forza(che non è poca), riconoscendo in Boris prima un nemico pronto ad ostacolarlo e poi..si vedrà! Se ci si mette di mezzo pure Kei, chissà che confusione! ;-)Il latin lover russo dai capelli di fuoco è molto richiesto;-)
Genere: Triste, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Yuri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 24

 

Salve a tutti!V_V non mi dilungo in chiacchiere sulle motivazioni del mio immane ritardo...dico solo che tutto ciò è a causa di quella cosa chiamata “scuola” la quale non mi lascia più nemmeno i week end liberi!>.< la quinta superiore è davvero difficile...non so come farò ad uscirne illesa!ç_ç Non ho altre motivazioni, è semplicemente la scuola che mi ha impedito di mandare avanti le mie fic...nient’altro..

Quindi vi auguro una buona lettura!^_-

 

PS: ci tengo a precisare che in questo capitolo ci sono delle parole dispregiative e razziste, non sono per niente forti e nemmeno offensive..ma ci tengo a sottolineare la presenza di queste figure che non vogliono essere frutto di discussioni razziste dal momento che non lo sono affatto. Potrà sembrare stupido come accorgimento, ma non voglio che sorgano problemi!^^

 

 

Il giorno della finale mondiale si avvicina, ormai mancano solo quattro giorni al grande successo dei DemolitionBoys.

Vorkov ha già stabilito da chi sarà formato il trio che combatterà per il titolo mondiale e la cosa mi lascia molto perplesso.

“come è possibile che Kei non sia stato chiamato per far parte della squadra che si batterà contro i giapponesi?” domanda Boris, alquanto confuso anche lui.

“vuoi che sia per un effetto a sorpresa?” ipotizza Ivan che si rigira Wyborgh tra le mani.

Il piccoletto non avrebbe gareggiato per la corsa agli armamenti, non è stato in grado di passare un esame di sbarramento contro Serjey la quale aveva dominato l’incontro dall’inizio alla fine.

Insomma, una specie di scrematura fra i migliori blaider di tutto il monastero per dimostrare la magnanimità di Vorkov che lascia una speranza di partecipare ai mondiali a tutti gli atleti presenti nell’edificio.

Non c’è nemmeno da dire che gli incontri sono stati sapientemente studiati per mandare ai gironi finali i top blaider, ossia Boris, Ivan, Serjey, Kei e il sottoscritto.

“di che effetto a sorpresa parli?” domando fingendomi interessato alla discussione.

“prova a pensarci un po’...i BladeBreakers crederanno che nel secondo incontro da disputare il loro avversario sarà Serjey invece, all’improvviso, Vorkov cambia formazione e fa scendere in campo Kei...per i giapponesi sarebbe una bella batosta!” spiega Ivan con entusiasmo

“i giapponesi non sono così idioti da non sapere che un giocatore capace come Kei non venga messo in campo...” lo smonta Boris colpendolo con un affettuoso pugno sulla testa

“un asso nella manica come il nostro Hiwatari è un elemento troppo importante perché  non venga sfruttato in un’occasione così speciale, vi pare?” rivolgo un’occhiata d’intesa a Boris.

“però..perchè non dirlo a noi? Perché non metterci al corrente di questo suo piano?” chiede Serjey sovrappensiero.

“c’è anche da dire che Kei non è stato convocato per questa piccola riunione di famiglia..la cosa mi puzza sempre di più..” borbotto tra me e me, preoccupato per l’argenteo.

“Yuri, Kei avrà avuto chissà quali altre commissioni da sbrigare...”

“no, Boris...avrebbe dovuto essere presente anche Kei a questa riunione..non sono tranquillo con quel monaco dalla mentalità contorta!”

Imbocchiamo i corridoi con sicurezza, l’aria altezzosa e fiera, il passo di marcia e la testa alta in segno d’orgoglio.

La rigida gerarchia che vige in questo luogo di paura e sconforto è intransigente, non lascia spazio ad un briciolo di umanità.

I ragazzini nettamente inferiori a noi si scansano fino a diventare un tutt’uno con la parete di sassi pur di lasciarci libero il passaggio, si spintonano per evitare di ingombrare il passaggio ai mitici DemolitionBoys. Ma nessuno ha idea della fragilità del nostro animo.

Per tutti siamo semplici macchine da combattimento, dei burattini nelle mani di Vorkov. E come dar loro torto? Ma questa corazza che impedisce alla gente di leggerci per quello che siamo veramente è il nostro unico lasciapassare per vincere le finali mondiali.

Passiamo il resto della giornata ad allenarci nel campo di gioco numero 1, riparato e rimesso a nuovo dalla nostra ultima visita per testare le potenzialità del Dranzer blaider.

Fingo di non essere interessato alle varie frecciatine di Ivan riguardo a Kei, al fatto che non si è fatto vivo per tutta la mattinata e che nemmeno si è visto agli allenamenti speciale in preparazione alle finali.

“Kei non ha bisogno di allenarsi dal momento che non scenderà in campo!” rimbecco stancamente rivolto al piccoletto che mi aggredisce con assalti potenti e meschini con il suo Wyborgh.

Nel mentre che gli rispondo a tono per l’ennesima volta, il mio Wolborgh subisce una serie di attacchi da parte del bey lilla e per poco non ne rimango sopraffatto.

“tsè...ne sei convinto, Ivanov?”

“fino all’ultimo neurone del mio cervello!” ribadisco ormai stremato dall’insistenza degli attacchi di Ivan.

“guardati! Non riesci nemmeno a schivare i miei colpi più deboli! Come pretendi di rappresentarci alle finali mondiali e magari vincere il tuo incontro?” domanda con cattiveria buttando fuori campo il bey grigio perla.

Rimango a fissare Wolborgh cadere vari metri dietro le mie spalle, immobile, incapace di reagire.

“Stupido Ivanov! rifletti! Kei se n’è andato! È tornato dai giapponesi!!” sbotta Ivan, dando voce ai pensieri di tutti e, purtroppo, anche alla mia paura più grande.

“Ivan, smettila!” lo riprende Serjey che si alza dalla panchina e si avvicina frettolosamente al piccoletto per fermarlo nel non andare oltre con le offese.

“no, Serjey...Yuri sa bene come stanno le cose! Deve accettare la realtà e farsene una ragione!” continua a rigirare il coltello nella piaga.

“Ivan..” mormora Boris avvicinandosi a sua volta, ma sul suo viso c’è solo un’espressione di rassegnazione e pietà.

“tutti quanti lo sapete che è così! Tutti voi lo pensate che quel vigliacco è tornato dai giapponesi per paura di suo nonno e delle torture di Vorkov! È un debole proprio come tutti quei  ragazzini sconfitti con le nostre mani!” Ivan è irrefrenabile, ma ciò che mi fa ribollire il sangue non è rabbia, ma consapevolezza che ciò che il piccoletto accusa sia la verità.

“no! Non è vero! Kei non è stato chiamato a far parte della squadra perché Vorkov vuole usarlo come asso nella manica! Sicuramente lo starà sottoponendo a qualche allenamento speciale per potenziare al massimo le sue capacità!” ribatto con tutte le mie forze.

“ne sei sicuro, Yuri? non credi che Vorkov ci avrebbe messo al corrente di questa sua strategia se fosse servita al solo scopo di scombinare le idee a quei musi gialli??” sbotta Ivan con una nota sadica nella voce.

Rimango a corto di risposte. Il discorso del piccoletto non fa una piega, eppure mi fa male pensare che abbia ragione su tutto. Ci deve essere qualcosa che ci è sfuggito!

Sospiro e abbandono il resto del gruppo recuperando Wolborgh in sacrosanto silenzio. Non voglio ammettere di aver torto e di dover dar ragione ad Ivan con la sua ipotesi lineare e precisa, ma non posso neanche fare la figura di uno che si smentisce perché viene messo alle strette da un proprio compagno di squadra.

“ci vediamo più tardi...” saluto distrattamente con la mano e mi fiondo lungo i corridoi.

Mi affretto a raggiungere la camera per poter rivedere Kei ed abbracciarlo. Perché so che si trova in camera e mi sta aspettando in attesa di potermi possedere ancora su quel letto, ormai giaciglio di amore e passioni focose.

I corridoi sembrano infinitamente lunghi se si vuole raggiungere una meta precisa con così tanto ardore nel cuore.

Le mura sono tutte uguali e in un piccolo momento di distrazione si può perdere la strada con facilità.

I miei respiri affaticati a causa della corsa e del massacrante allenamento mi provocano uno sgradevole formicolio in gola ed iniziano a prudermi le mani dal nervosismo.

Percorro lo stretto e angusto spazio a grandi falcate in modo da non poter essere raggiungibile dai miei compagni che di sicuro tenteranno di intercettarmi, anche se nutro qualche dubbio sul fatto di essere più veloce di Boris nonostante il mio vantaggio.

Scanso a colpi di gomito e spallate i ragazzini che ostacolano la mia traiettoria verso i dormitori.

Ad un certo punto vado a sbattere rovinosamente contro un ragazzo della stazza di Serjey, famoso per la sua forza bruta e per il suo pessimo carattere e non di certo per la sua bravura con i bey. Non ne ricordo neppure il nome..

“Ehi! Ivanov! Come mai così tanta fretta? Stai per arrivare in ritardo all’appuntamento con il tuo solito cliente per un’indimenticabile scopata?”

“non ho tempo da perdere con te, razza di idiota! Spostati!”

Mi rialzo in piedi dopo aver ringhiato addosso alla massa di ragazzi curiosi che si dileguano in pochi istanti.

“già, sempre di fretta...sei molto richiesto, vero, Ivanov?”

“tsè..se non avessi così tanta urgenza, ti romperei quel tuo brutto muso a pugni e ti farei scontare una pena adeguata per la mancanza di rispetto verso un tuo superiore! Ma siccome non ho il tempo materiale per rimanere a divertirmi con te...”

“rispetto a chi? Razza di putt..”

Ma il colosso di fronte a me non riesce a terminare la frase che viene inchiodato al muro da un cazzotto di Boris, accorso il più rapidamente possibile per bloccare ogni mio tentativo di suicidio al momento di dover rendermi conto che le parole di Ivan sono realtà.

“ ‘razza di puttana’ a chi, Igor?” ringhia Boris con uno scintillio sinistro negli occhi la quale dà al ragazzo un aspetto inquietante e violento. Più di quello che sembra di solito, si intende..

Ecco come si chiama quel bastardo. Igor. Che nome banale.

Dal labbro inferiore di Igor scende lento un rigolo di sangue denso e nero che sporca la mano di Boris  e la tinge di un’inquietante colore rosso scintillante.

“wow...questo è il mio colore preferito, lo sai, Igor?” mormora il Falborgh blaider in un sussurro tagliente, mentre rincorre con la lingua il liquido rossastro che bagna la sua mano. Scommetto che quel disgraziato non oserà mai più scontrarsi con Boris.

Il colosso ormai vittima della morsa del ragazzo dagli occhi smeraldini non riesce a respirare e viene liberato un attimo prima della totale perdita dei sensi.

A questo punto, il ragazzo dagli occhi smeraldini mi rivolge uno sguardo truce e mi fa cenno di seguirlo verso i dormitori.

“ce l’avrei fatta da solo, Huznestov..” lo ammonisco con disprezzo

“non ne dubito, Yu..” ringhia rivolgendo lo sguardo verso il profondo del corridoio.

“non hai più fiducia in me!”

Le parole mi escono dalla bocca con una violenza inaudita e colpiscono Boris al cuore.

“hai proprio ragione, non mi fido più di una mezza sega come te, Ivanov! Per questo sono venuto a coprirti il culo come ogni sacrosanta volta!” sbotta irritato dalla mia affermazione fuori luogo.

“non ti obbliga nessuno a farmi da balia!”

Si blocca in mezzo alla stradina di fredde pietre e si volta con aria minacciosa.

“stai superando il limite, Ivanov..ti avverto che l’unico che può avere il privilegio di distruggerti sono solo io con queste mani!”

“tu cosa??” domando rabbrividendo dalla malcelata minaccia.

“tsè...nonostante tu abbia un pessimo carattere e ti sia comportato da stronzo egoista io perdo ancora il mio tempo a salvarti dalle cazzate che combini...” mormora a bassa voce, più a sé stesso che al sottoscritto

Rimango in silenzio. Non è il caso di peggiorare la situazione con una bella litigata con tanto di scazzottata tra me e il mio migliore amico.

“quella è la porta..” dice indicando la camera mia e di Kei.

Deglutisco sonoramente. È giunto il momento di sapere se le ipotesi di Ivan sono fondate o meno.

“non rimanere troppo deluso nel vedere la tua camera vuota, Ivanov, perché in quella stanza non c’è anima viva!”

“vedremo..”

“hai ancora il coraggio di sostenere che Kei non ha lasciato il monastero?”

Lo ignoro e afferro la maniglia della massiccia porta di legno mangiucchiato dalle tarme.

Mi fiondo nella camera fredda e semibuia con una foga pari a quella di una mandria di tori imbufaliti, ma...

“te l’avevo detto, Yuri...Kei ci ha lasciati!”

Non mi metto  a cercare disperatamente in bagno, nella doccia e nell’armadio come il mio istinto mi porterebbe a fare se non ci fosse Boris a trattenermi, perché so già il risultato delle mie ricerche: Kei ha definitivamente abbandonato la squadra dei DemolitionBoys.

Delle braccia forti e potenti mi cingono le spalle e mi obbligano a rimanere all’interno di quella gabbia dalla quale non avrò mai più il coraggio di uscire.

Intreccio le mani dietro la schiena di Boris e mi lascio andare in un pianto silenzioso, senza lacrime, perché a versarle è il mio cuore provato da mille peripezie causate dall’argenteo.

“resterò con te, stanotte...se questo ti può aiutare.”

Annuisco e rimango zitto. Non mi sono mai sentito tanto fragile come ora. Come una scultura di cristallo in bilico tra il vuoto e il piano sulla quale poggiano le sue fondamenta su cui ha sempre fatto affidamento. Ma ora nemmeno le cose certe possono essere fonte di sicurezza e appoggio per una statua di così immensa fragilità.

Un bruciore doloroso alla coscia mi costringe  a infilare una mano dentro i jeans e prendere in mano il mio bey diventato improvvisamente incandescente.

Me lo lascio sfuggire dalla mano e cade a terra rotolando fin sotto alla scrivania.

“che cos’era?” domanda incredulo Boris che indietreggia verso la porta

“era da molto tempo che non vedevo il mio bey comportarsi così..”

“così come??”

“l’ultima volta che l’ho visto fare così è stato quando Kei è arrivato qui in Russia e l’ho trovato nel bosco di fianco al monastero..”

“ciò significa che Kei è tornato??” chiede con un’espressione di scetticismo sul viso.

“no, vuol dire che deve dirmi qualcosa di importante..”
“smettila, Yuri...stai delirando!”

Lo ignoro e mi avvicino a Wolborgh che lampeggia furiosamente sotto la scrivania, emettendo una curiosa e intensa luce azzurra.

Mi chino di fianco al mobile e mi faccio attento: il bit-chip di Wolborgh sembra volermi comunicare qualcosa.

“ma che diavolo...”

All’improvviso la sagoma del Lupo alato esce dal bey e si fionda con tutta la sua potenza verso di me, travolgendomi e inibendo i miei sensi.

La vista si fa meno a poco a poco, il tempo necessario per vedere due occhi smeraldini entrare nel mio campo visivo e muovere freneticamente le labbra in parole silenziose e sconnesse.

Tutto si tinge di una luce azzurra e mi lascio andare al senso di piacere e torpore creatosi grazie a Wolborgh.

 

Riapro gli occhi alzandomi di scatto dal letto. Ma come ci sono finito sotto le coperte?

“Yuri! mi hai fatto prendere un colpo! Maledizione!” sbotta Boris affrettandosi ad abbracciarmi e darmi una pacca sulla schiena.

“io..io sono stato un emerito stupido!”

“wow! La botta in testa deve averti fatto bene se sei arrivato a questa conclusione in così pochi secondi..” mormora sarcastico

“no, Boris..dico sul serio..”
“perché, secondo te io scherzavo?” chiede di rimando inarcando le sopracciglia.

“il Lupo mi ha concesso una seconda opportunità di portare a compimento i miei doveri di capitano dei DemolitionBoys!”

Boris sbarra gli occhi in uno sguardo di pura confusione.

“oltre ad essere diventato più sagace sei pure uscito di senno! Mi piace! Che droga usi?”

“non mi drogo, idiota!”

“lo supponevo che era tutta farina del tuo sacco questa imbecillità acuta..”

Improvvisamente sento una nuova forza pervadere ogni mio osso ed ogni mio muscolo; il dolore delle ferite collezionate in anni di permanenza al monastero comincia ad affievolirsi diventando un semplice e fastidioso ricordo; sento una potenza scalpitante scaturire da Wolborgh e ciò mi fa capire di essere rinato per portare a termine ciò che mi sono prefissato tempo addietro: ottenere la mia vendetta e vivere felice il resto dei miei giorni insieme a Kei.

Da seduto sulla sponda del letto, mi alzo con un balzo e quasi finisco addosso a Boris che mi guarda con sempre maggiore curiosità e scetticismo.

Le mie labbra si contraggono in un ghigno di soddisfazione misto a rabbia nei confronti della squadra giapponese.

“quei musi gialli me la pagheranno cara dell’affronto che hanno osato farmi!” sibilo afferrando saldamente Wolborgh e rigirandomelo tra le mani.

Lo sento scalpitare di rinnovata vita e capisco che sono tornato il vecchio Ivanov di un tempo, quel giovane illuso con grandi speranze di poter uscire dal monastero con ancora un briciolo di umanità.

Ho recuperato quella piccola parte di compassione con le unghie  e con i denti, con il dolore e la sofferenza di un amore proibito che mi è stato strappato dalle mani.

Sento di poter ritornare a guidare i DemolitionBoys nella loro missione: mettere la parola “fine” alle bramosie di conquista di Vorkov e di Hiwatari Senior.

Il ghigno e la smorfia di compiacimento di Boris mi fanno intendere che è fiero di me, non occorrono parole per riferire una cosa tanto palese come la soddisfazione del Falborgh blaider nel rivedere il proprio capitano tornare alla ribalta.

“non mi sembri più quell’ameba informe che eri questa mattina, Ivanov! che ti è successo?” mormora con una punta di ironia

“se te lo dicessi, poi dovrei ucciderti...” scherzo dandogli un pugno ‘affettuoso’ sulla spalla.

“rimani comunque più moscio del sottoscritto..” borbotta

“rimango comunque il capitano grazie alla mia superiorità intellettiva!” ribatto

Boris scoppia in una risata fragorosa e si tiene la pancia con le mani.

“che hai tanto da ridere, Bo?”

“nulla..stavo pensando che per qualche minuto mi sono dimenticato di Reyka. Rivederti è un piacere immenso per me, non credevo ritornassi più indietro dal tuo limbo di dubbi e sofferenza!”

“neanche io lo pensavo..” mormoro sottotono

Huznestov mi guarda con rammarico.

“ma dovevo pur tornare a guidare il gruppo di idioti migliori della Russia, ti pare?” rispondo sorridendo sornione e attraversando di corsa la porta, seguito a ruota da Boris.

Se la mia prima emozione è stata quella di una meravigliosa seconda chance, il mio secondo e improvviso impulso è quello di saltare alla gola di un cinese di mia conoscenza.

“Rei..” ringhio camminando a passo marziale verso il cortile.

“dove vuoi andare?” domanda una voce sottile e femminile, quasi un eco lontano che aleggia tra le mura dei corridoi.

Mi volto, ma alle mie spalle vedo solo una folla di ragazzini urlanti e fastidiosi che, a testa china, mi oltrepassano e fanno di tutto per evitare un minimo contatto con il sottoscritto e con Boris. Glielo si legge in faccia che hanno paura.

“che c’è? Perché ti sei bloccato?” chiede il ragazzo al mio fianco

Scuoto la testa e cerco di dare una spiegazione razionale a ciò che ho sentito.

“mi..mi sembrava...no, non può essere.” sorvolo sull’argomento e continuo a camminare spedito con un solo obiettivo in mente.

“fermati!”

Di nuovo, quella voce melodiosa e familiare riecheggia nei corridoi. Finalmente la riconosco.

“Reyka??” chiedo, più come speranza che come domanda vera e propria.

“cosa hai detto?? DOVE??” sbotta Boris lasciandosi prendere dalla foga e urtandomi violentemente con il gomito.

“mi pareva di aver sentito la sua voce...starò dando di matto, devo uscire da questo posto!”

“già, mi sa anche a me, amico...” risponde accondiscendente Boris che conclude il rapido scambio di battute con una risatina isterica.

Non do peso alle allucinazioni sicuramente provocate da questo mio nuovo sbalzo di vitalità e ripercorro le strette vie del monastero fino a sbucare nel cortile principale: Vorkov non mi impedirà di fare un po’ di terrorismo tra i nostri avversari prima della finale mondiale, non mi priverà del piacere di mollare un cazzotto a quel cinese effeminato e mandare così a livello zero la voglia di combattere dei giapponesi. La vittoria facile è sempre stato uno degli obiettivi di Vorkov, allora perché per una volta non obbediamo ai suoi ordini?

“che hai intenzione di fare, Yu?” domanda incuriosito il mio compare

“non ti viene in mente proprio nulla?” rispondo acido

Boris blocca la mia piccola corsa verso la filiale della BBA e mi costringe a guardarlo dritto negli occhi, mentre scuote affabile la testa in un NO che sa più di consiglio che di proibizione.

“hai messo in conto l’idea che Kei se ne sia andato e basta? Che abbia deciso di abbandonare definitivamente il beyblade e i piani che ha in serbo suo nonno per lui?” chiede con malinconia

“no.”

“hai mai pensato che Vorkov l’abbia rinchiuso chissà dove per indurti a pensare che ti abbia abbandonato per quei musi gialli?” continua insistente

“forse...forse è come dici tu, ma se così non fosse? Se mi avesse davvero abbandonato per quel cinese?”

“torni a pensare in modo egoistico...la lezione che ti è stata impartita oggi non ti è servita a niente, Ivanov? sei così recidivo da voler sprecare questa tua seconda opportunità che ti è stata miracolosamente concessa?”

Boris sembra ragionare lucidamente nonostante la sua perdita. Perché non posso fare altrettanto e comportarmi normalmente per una dannata volta?

“te ne pentirai amaramente se scoprirai che Kei non è tornato dai giapponesi..”

“tsk...che vuoi dire, Huznestov? Che stai insinuando??” ringhio scrollandomi di dosso il ragazzo.

“io ti conosco più di chiunque altro, so cosa ti bazzica in quella testa diabolica! Tu sei fin troppo consapevole che c’è la possibilità che Kei non si trovi con i giapponesi, ma pur essendo cosciente di ciò, hai bisogno di sfogare la tua rabbia su qualcuno! E perché non farlo su quel cinese? Conosco i tuoi infimi ragionamenti...sei un libro aperto, Ivanov!”

Mi sembra di aver preso una serie di frustate tutte in un colpo: Boris mi conosce bene, non permetterà che io vada a placare la mia sete di vendetta in questo modo.

“ho capito, Bo...non ti posso giocare a mio piacimento!” accenno una smorfia e poi ammicco accondiscendente.

“né me, né gli altri DemolitionBoys...su questo ci troviamo tutti d’accordo!” il ragazzo dagli occhi smeraldini rimane serio.

Annuisco docile. L’unica maniera per zittire i miei dubbi è agire per conto proprio.

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

Salve a tutti, belli e brutti!^^ oggi son particolarmente felice perché riesco finalmente ad aggiornare questa fic...le motivazioni sono molte, ma come vi ho già detto la più tragica è il fattore “scuola”. Forse mi prenderete per pazza, ma io metto lo studio davanti a tutto in questo momento perché devo prepararmi per bene all’esame di maturità!ç_ç ebbene sì, ho 18 anni e mi tocca fare l’esame per forza di cose! >.< sono stra preoccupata ora, figuriamoci a giugno!!X_X secondo i miei pronostici, diventerò pazza prima di maggio!T_T (dai, non ti manca ancora molto allora...=.=’’ ndtutti)

Quindi, passo subito ai ringraziamenti a cominciare da chi ha messo la mia fic tra i preferiti!^O^

 

 

Aphrodite: Dreven cara!!^O^ -abbraccia Erika e non la molla più- Sono contentissima della tua recensione! Mi ha fatto un piacere immenso! Chilometrica al punto giusto!^_- Tutti quei complimenti..ç_ç non me li merito da una scrittrice così brava come te!! Proprio no!! Grazie mille per tutto quello che mi hai detto, dal tuo gusto personale fino ad arrivare ai commenti oggettivi e splendidi!^^ grazie anche di avermi fatto presente quella notazione =.= davvero..non c’ho mai capito molto della differenza tra le due parole!ç_ç errore imperdonabile che non si ripeterà più! V.V

Detto questo, io spero di non deludere le tue aspettative perché mi fa un sacco piacere sapere cosa pensi delle mie storie/sclero!!^O^ ogni volta aspetto sempre una tua recensione che puntualmente arriva e non può che farmi piacere!^-^ Per questo aggiorno voltando le spalle ai compiti e allo studio che impegna gran parte dei miei pensieri!ç_ç Spero di sentire un tuo commento anche nei prossimi pochissimo capitoli! Un bacione grandissimo!!^-^

 

Lunetta Caduta nel Pozzo: ciao cara! Sono tornata! ^-^ so che mi vorrai estremamente male per questo mio ritardo, so che mi odierai a morte (lo stesso vale per EsL ç_ç ndAutrice) ma davvero, non hai idea di quanto sia difficile per me aggiornare con tanti impegni come la scuola! Riguardo alle tue richieste di far crepare Zio Vorky, beh..saprai se ti ho accontentata solo all’ultimo cappy!^_- eheh! Spero che questo capitolo dove Ivanov torna alla ribalta ti sia piaciuto! Un bacio!!

 

Klarai: ciao Kla!^o^ eh, mi sa che la tua richiesta di aggiornare presto non sia stata esaudita a causa di una forza maggiore chiamata “scuola” =.=’’ per chi non sapesse, la mia scuola è peggio del monastero!V_V i prof sono come dei Vorkov 2 la vendetta e i compiti sono una sfida ogni giorno più tremenda!ç_ç  Bene, come hai potuto vedere qui si lascia il dubbio che Kei sia tornato dai giapponesi o meno!O.O e chi lo sa dove è andato a finire quel deficiente di Hiwatari?=.= io no di sicuro!V.V’’ <--- faccia di una che mente spudoratamente. Spero di sentire un tuo parere anche su questo cappy e sui prossimi pochi capitoli che verrano!^o^ un bacione!!

 

Lexy90: mmh....<.<....>.>...-si guarda in giro per paura che le tiri qualche agguato con qualche arma contundente- ciao lexy!^o^ eheh, il colpo di scena mi sa che ci sarà...anzi, più di uno...V.V però ti premetto che li vedremo nei prossimi cappy!^-^ per adesso ne abbiamo abbastanza con Ivanov che ha le visioni, Boris che fa il pazzo con i ragazzini V.V e chi ne ha, più ne metta... non vedo l’ora si sentire la tua!^o^ un bacio!

 

Ella_Sella_Lella: -trema per la minaccia sul rancore- ciao cara!^o^ eh, mi sa che fra poco finisce la storia! Già già! E con una bella sorpresina per tutti!V.V non ti preoccupare, sarete accontentate..in qualche modo!^_- credo che dovrai cominciare a scrivere il tuo libro “1000 modi per ammazzare Vladimir Vorkov” perché non ti assicuro che schiatterà!^.^’’ –forse sta bluffando o forse no XD- perciò comincia già a pensare ai modi più truculenti per metterlo a morte, perché io continuerò a tenerti sulle spine fino alle ultime righe della fic!^o^ un bacione!

 

 

 

   
 
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