I
giorni che seguirono furono massacranti per tutta
la squadra. Boyle aveva deciso di testare tutte le possibili
combinazioni di
gioco, mescolando prime e scelte e riserve per provare tattiche
alternative.
L’unico punto fermo, prevedibilmente, era Malfoy. La
conseguenza di tanto
trambusto era che non solo la stampa non aveva la più
pallida idea di come
l’Inghilterra sarebbe scesa in campo in semifinale, ma di
fatto nemmeno i
giocatori stessi sapevano se sarebbero stati in panchina o sulle scope.
Erano
tutti parecchio sotto pressione, e il nervosismo era alle stelle.
Veniva da
chiedersi come era possibile che le cose fossero cambiate in questo
modo nel
giro di pochi giorni: dopo l’amichevole erano stati osannati
come uno dei team
più belli che l’Inghilterra avesse mai avuto,
mentre adesso non c’era giornale
che non li denigrasse per la prova con la Cina.
Fortuna
che in quei giorni d’inferno Ron era
rimasto ad Amsterdam, e si era impegnato come non mai a distrarre la
sorella.
Tutte le sere la portava in giro per la capitale olandese, che in quel
periodo,
grazie al Campionato del Mondo, pullulava di spettacoli ed eventi da
sogno.
Mentre la parte babbana continuava la sua vita senza accorgersi
praticamente di
niente (alla fine delle partite i tifosi delle squadre vittoriose
spesso e
volentieri si precipitavano a festeggiare anche al di fuori della
Amsterdam
magica, ma la città era abituata alle stravaganze e anche
chi andava in giro
con le vesti da mago non faceva particolarmente scalpore) nei quartieri
dei
maghi, invasi da appassionati di ogni angolo del globo, la festa era
continua.
Per quella sera il ragazzo aveva scovato un locale dove avrebbero fatto
musica
dal vivo, e le aveva parlato con così tanto entusiasmo del
gruppo che avrebbe
suonato che Ginevra non vedeva l’ora di godersi la serata,
dimentica di pluffe,
boccini e scope.
Appena
uscita all’aperto si trovò davanti Ron, con
le mani in tasca, intento a farsi una grassa risata. Non era solo,
infatti: con
sua grande sorpresa la ragazza lo trovò a fianco di...
"Luna?!"
"Ginny!",
la chiamò felice l’amica. "Piaciuta
la sorpresa?!", le chiese con un sorriso.
La
ragazza bionda era dovuta tornare a Londra dopo
la partita, anche se ogni giorno le aveva inviato gufi di
incoraggiamento. Con
lei, Ginevra ne era sicura, la serata sarebbe stata ancora migliore.
*****
La
serata, almeno fino a quel momento, non era
stata decisamente un granché.
Per
carità, la cacciatrice adorava stare con Luna e
ormai poteva dire di stare veramente bene quando era in compagnia di
suo
fratello, ma passare del tempo in contemporanea con entrambi
significava,
evidentemente, ritrovarsi a reggere il moccolo.
Ginevra
sapeva che Luna e Ron, se pur rimasti
amici, dopo la guerra si erano un po’ persi di vista,
soprattutto dopo il
trasferimento in Brasile: il fratello aveva praticamente tagliato i
contatti
con tutto il vecchio giro. Probabilmente quando si erano rivisti per la
partita
con la Cina non si incontravano da tre anni, giorno più
giorno meno. Era per
questo motivo che avevano così tante cose da dirsi,
ovviamente senza
preoccuparsi di coinvolgere minimamente anche la rossa nel discorso?! A
onor
del vero Luna, ogni tanto, si degnava di scambiare qualche frase anche
con
l’altra ragazza, ma Ron riportava subito la conversazione a
uno scambio a due,
e alla cacciatrice non restava che starsene in silenzio, sorseggiando
il suo
cocktail e guardandosi intorno.
Non
aveva mai pensato alla possibilità che tra loro
nascesse qualcosa, eppure adesso che li vedeva così presi
dalle loro
chiacchiere si rese conto che c’era una chimica incredibile.
Pensò a come suo
fratello avesse sempre visto Luna come una mezza svitata quando erano a
Hogwarts, troppo presa da Nargilli e Ricciocorni Schiattosi per
suscitare il
suo interesse - anche perché la cotta per Hermione gli era
venuta così presto
che, al di là della vaghissima sbandata per Fleur e della
parentesi Lavanda
Brown, per lui le altre ragazze praticamente non esistevano. Lei
però con gli
anni era diventata un’altra persona: aveva perso
l’aria di chi vive
costantemente sulle nuvole e, visto che era decisamente una bella
ragazza,
evidentemente Ron cominciava a trovare la sua compagnia molto
stimolante.
Ginevra
guardò sconsolata nel bicchiere, dove ormai
era rimasto solo qualche cubetto di ghiaccio mezzo sciolto. Avrebbe
presto
assistito alla costituzione di una nuova coppia? Era felice per loro,
certo. Ma
il suo momento, quello quando sarebbe arrivato?
Lasciò
scorrere uno sguardo svogliato sugli
avventori del locale. Non poteva certo dire che non ci fossero ragazzi,
ma di
sicuro non ce n’era uno capace di attirare la sua attenzione.
Chi era troppo
brutto, chi troppo sguaiato nel modo di fare, chi troppo preso a
guardare le
donne che gli passavano a tiro come un cane di fronte a una bistecca.
Molto
probabilmente era lei ad essere di gusti difficili, vista la
disinvoltura con
cui altre fanciulle puntavano gli occhioni truccati e si facevano
coinvolgere
in amabili conversazioni.
Richiamò
con un cenno un cameriere per farsi
portare il terzo drink della serata. Non avrebbe dovuto esagerare -
pensò che
gli strepiti di Boyle sarebbero stati ancora più fastidiosi
con un dopo sbornia
coi fiocchi - ma il suo umore era troppo a terra per reggere la serata
senza un
ulteriore correttivo.
Aveva
appena iniziato a sorseggiare la sua bevanda
azzurrina quando le luci in sala si abbassarono e il gruppo apparve sul
palco. Molti
si alzarono dai divanetti per avvicinarsi, e anche Ron
sembrò dell’avviso che
fosse la cosa migliore. Porgendo la mano a Luna invitò le
ragazze a seguirlo.
"Andate
voi, io preferisco ascoltare da qui",
li informò Ginevra.
"Ma
così non vedrai nulla...", provò a
obiettare l’amica, ma Ron la stava già trascinando
in mezzo alla folla e pochi
secondi dopo la cacciatrice li aveva già persi. Si
accomodò meglio, mentre una
cortina umana le si parava davanti a pararle la visuale. Sentiva i
suoni delle
chitarre e delle voci che arrivavano coperti dalle urla di incitamento
del
pubblico, e si chiese se non fosse il caso di alzare i tacchi, uscire
fuori e
smaterializzarsi.
"Weasley, fossi in te eviterei di ubriacarmi.
Tuo fratello a fine concerto potrebbe essere troppo occupato con la
Lovegood
per riportarti in camera a braccia".
Ginevra
alzò lo sguardo, per incontrare gli occhi
grigi di Draco Malfoy, mollemente appoggiato alla parete.
"Ti
stai offrendo come volontario per
sostituirlo?" gli chiese, con tono frivolo e, allo stesso tempo, di
sfida.
L’alcool purtroppo non tirava fuori il meglio di lei.
L’altro
le si rivolse con un sorrisetto furbo: "Non
è mia abitudine prendere in collo nessuna donna per portarla
in camera: di
solito o mi invitano nella loro, o cercano di entrare nella mia".
La
cacciatrice scoppiò a ridere.
"Ma
ti senti quando parli?! Sembri Phantom...",
mormorò la ragazza, prima di bere un altro sorso.
"Con
la differenza che quando parla lui spara
cazzate", continuò l’altro, sicuro.
Nel
mentre, un gruppetto di streghe nelle vicinanze
aveva scorto il cercatore, e si stava avvicinando per fare qualche foto
e chiedere
un autografo. Prima che i loro urletti esaltati le arrivassero troppo
vicini
Ginevra si alzò in piedi per guadagnare l’uscita:
le ci voleva una bella
boccata d’aria, e voleva salvaguardare i timpani,
finché era in tempo. Peccato
che il suo senso dell’equilibrio non volesse collaborare
più di tanto. Ma che
diavolo c’era in quel bicchiere?!
Malfoy
si mostrò stranamente gentile -
probabilmente non aveva voglia di farsi assalire da un’orda
di adolescenti -
visto che, senza proferire parola, la accompagnò fuori.
La sera era fresca, nonostante fosse quasi luglio.
L’aria notturna e il silenzio furono più che
sufficienti per far sentire meglio
Ginevra.
"Che
dici", mormorò amaramente, "mi
avranno scattato abbastanza foto in questo stato pietoso per farmi
guadagnare
la prima pagina sulla Gazzetta del profeta?"
"Sarebbe
un problema così grave?", le
chiese il compagno con tono indifferente.
"Ti
ricordo chi è il nostro coach",
rispose l’altra. "Sarebbe capace di farmi allenare anche la
sera per
punizione".
I
due rimasero in silenzio per qualche minuto,
ognuno perso nei propri pensieri.
"Non
ti dà mai noia?", sussurrò Ginevra.
"Cosa?"
"Avere
l’attenzione morbosa della stampa e
della gente. Sembra che tu ti senta sempre a tuo agio".
"Perché
non dovrei?", ribatté Malfoy.
"Mettere
la propria vita in piazza... alla
fine è come se non fosse più nemmeno tua.
E’ di tutti. E tutti possono parlarne
e giudicare, e pretendere di sapere come sei sul serio. Davvero, non
capisco
come fai".
Malfoy
si prese qualche secondo prima di
rispondere.
"Hai
mai letto la nuova edizione di Storia
di Hogwarts?"
Ginevra
lo guardò torva. Lei gli faceva una domanda
seria e lui si metteva a parlare d’altro?
"Se
non vuoi rispondere basta dirlo", disse
piccata.
"Ti
sto rispondendo. L’hai mai letto?". Si
voltò a fissarla, con sguardo serio e... adirato?
La
ragazza non capiva: fece cenno di no.
"C’è
un intero capitolo dedicato a me. Al mio
sesto anno a Hogwarts. A come sono riuscito a far entrare i mangiamorte
la
notte in cui Piton ha ucciso Silente".
Ginevra
sentì un groppo salirle in gola. Il ricordo
di quella notte era ancora vivido, nonostante fossero passati tanti
anni. Il
momento in cui aveva scorto il corpo del vecchio preside, a terra...
Harry, al
suo fianco. Lei lo aveva preso per mano e lo aveva portato via. Il
marchio nero
in cielo era così grande e sembrava che stesse per
inghiottire tutta la scuola.
Di fatto, era stato così, per tutto l’anno che era
seguito.
In
un lampo ritornò alla notte della vera
battaglia, quella in cui Harry aveva liberato il mondo magico dal
veleno di
Voldemort. E in cui avevano perso Fred.
"Per
caso non è così che è andata?". La
ragazza aveva la voce dura, adesso.
"Appunto",
concluse l’altro, mettendosi
le mani in tasca e riavviandosi verso la porta del locale.
Ginevra
lo guardò spiazzata. "Ma che risposta
è? Fermati!" gridò, prendendolo per il braccio.
Malfoy
si scostò dalla presa, girandosi di nuovo
verso di lei, un’espressione glaciale a sottolineare le sue
parole: "Io
sono uno stronzo che si gode la vita, le donne, i soldi e il successo.
Non ho
problemi con chi mi giudica per questo. Ma non ho la minima intenzione
di
passare l’esistenza ad essere trattato come un criminale".
Ginevra
provò a controbattere, ma il cercatore non
glielo permise. "Se mi va bene che la mia vita sia in piazza, come dici
tu, è perché se non fosse così per
tutti sarei soltanto il mangiamorte mancato
che ha provocato l’omicidio di Silente. Lo sono",
continuò, vedendo lo
sguardo di Ginevra, "e ho già pagato per il passato. Ma non
voglio portare
quell’etichetta a vita. E fintanto che mi vedono fare
acrobazie su una scopa",
disse, spostando lo sguardo, "le parole scritte su quel cazzo di libro
di
storia sembrano contare meno per la gente".
La
cacciatrice non riusciva ad aprire bocca. C’era
una logica distorta dietro alle motivazioni di Malfoy, ma da qualche
parte, in
fondo, riusciva a capirlo.
"Ma
non mi dire", riprese infine il
ragazzo, "sono riuscito a zittirti?". Dava l’impressione di
aver riacquistato
il solito cipiglio scanzonato, ma le mani, ancora strette a pugno,
rivelavano
che la tensione non era ancora passata.
"Diciamo
che mi hai fatto vedere le cose dal
tuo punto di vista. Non condivido, ma almeno ha un senso".
"Tu
dovresti condividere più di tanti altri,
invece", la rimbeccò.
"E
perché mai?", gli chiese scettica.
"Perché
anche tu fai parte della schiera di
maghi e streghe che si porta dietro la fama per via della seconda
guerra
magica. La gente ti riconosce e parla, specula, giudica,
anche se te ne
resti nell’anonimato di una vita squallida.
Nell’immaginario delle persone tu finora
sei stata solo l’ex ragazza di Potter e l’ex
migliore amica della Granger. Adesso
sei l’ex ragazza di Potter e l’ex migliore amica
della Granger che gioca
nella nazionale di Quidditch. Se non altro è un
passo avanti".
"Perché
dovrebbe importarmi così tanto di
quello che pensa di me la gente? Hai mai pensato che forse non me ne
frega
niente?"
"Può
darsi. Ma il fatto è che anche quelli che
ti stanno vicino ti vedono così. I tuoi amici, i tuoi
parenti... Tutti a
compiangerti perché lo sfregiato ti ha piantato in asso. O
mi sbaglio?"
Ginevra
avrebbe tanto voluto dirgli che sì, si
sbagliava, che non sapeva un beneamato niente della sua vita o di chi
gli stava
intorno e che quindi avrebbe dovuto tapparsi la bocca. Se solo non
avesse avuto
così dannatamente ragione, accidenti a lui.
"Quindi
meglio apparire come l’ex fidanzata di
Harry Potter che esce mezza sbronza da un locale. O come l’ex
fidanzata di
Harry Potter che va con il suo vecchio ‘nemico’ al
suo matrimonio. Non fa una
piega", chiosò lei con sarcasmo.
"Non
mi pare di averti obbligata a farlo. E
almeno non ti sei limitata a fare da tappezzeria".
"Però
ammetterai che non è bastato a togliermi
l’etichetta ‘ex di turno’ dalle spalle".
"Per
toglierti quella dovresti iniziare a
goderti la vita, con o senza fotografi e giornalisti intorno".
"La
tua idea di godersi la vita è avere una
sciacquetta bionda che ti sbava addosso. La mia è qualcosa
di meno squallido".
Lo
aveva sputata fuori d’istinto, ma adesso si
rendeva conto che quella era una tipica frase da ragazza gelosa.
Sospirò
stizzita: quella chiacchierata con Malfoy era durata fin troppo, e
stava
prendendo una piega che non le piaceva.
"Me
ne torno in albergo, comincio ad essere
stanca", disse, prendendo la bacchetta dalla borsa.
"Com’è
che quando la conversazione comincia ad
essere interessante tu scappi?!".
Con
le mani in tasca e un ghigno che non prometteva
niente di buono, il cercatore si era avvicinato alla compagna, il suo
volto
ormai a una manciata di centimetri da quello stupito di Ginevra. Che
non sapeva
bene cosa fare, in effetti, nuovamente combattuta tra
l’istinto di prenderlo a
schiaffi e quello di...
Prima
di poter formulare un pensiero più esplicito
la ragazza ruotò su se stessa, per ritrovarsi, ancora
confusa e con le guance
spaventosamente rosse, nella hall dell’albergo.
Dandosi
della cretina si avviò verso la sua stanza.
Ovviamente
non ho fatto in tempoa mettere l'avviso che l'ispirazione è
tornata :) Ho rifinito il capitolo appena postato e ho finito di
scrivere il prossimo... che mi dà tanta soddisfazione!!!!
Vedrete...
Grazie ancora dei commenti e della fiducia :*