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Autore: eagle_chan    19/06/2005    17 recensioni
Il destino di ognuno è già scritto, ma tocca agli uomini vivere e tramutarlo in realtà. Felicità, disgrazie, gioie e dolori fanno parte di un cammino a senso unico che porta al miglioramento continuo fino ad arrivare alla meta già predisposta. Harry e Draco, uniti per fare qualcosa di grande, tra i misteri del passato e del presente per creare un futuro migliore. Yaoi
Genere: Azione, Mistero, Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Remus Lupin, Ron Weasley, Severus Piton, Sirius Black, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Draco/Harry, Remus/Sirius
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Autore: eagle_chan

 

Autore: eagle_chan

Desclaimer: I personaggi non sono miei ma appartengono alla Rowling, la trama della storia invece è mia (altrimenti facevo la copia dal libro, no?). I tarocchi non li ho inventati io, ma gli egizi (non vi da fastidio che li uso vero egiziuccioli???) ma alcuni metodi di consultazione e interpretazione nascono dalla mia mente bacata.

Dedica: questa fanfic è dedicata a Mafiosa90 per avermi aiutato a riprendere a scrivere, con la speranza di vedere presto un suo nuovo lavoro.

Ringraziamenti: ringrazio Kayra e Yuko Hiwatari per avermi aiutato a colmare alcune lacune su Harry Potter.

 

Draco Malfoy deve morire.

Chiamalo un presentimento…( prima parte )

 

Un profumo di incenso si spandeva incontrastato nella camera, tende e panneggi mano a mano assorbivano quella dolce fragranza di lavanda. Draco Malfoy, disteso sul suo letto ad occhi chiusi, si chiedeva come la maggioranza delle persone potesse odiare l’incenso. Aveva un così buon odore, adorava perfino quella leggera puzza di bruciato che si sentiva all’inizio…In definitiva amava l’incenso, punto e basta. Due morbide labbra ben delineate si incresparono in un mezzo sorriso di soddisfazione quando si rese conto che i muscoli tesi poco a poco si stavano rilassando. La pallida luce di una luna piena di inizio luglio illuminava lievemente l’ambiente dove la fiammella dell’ultima candela avrebbe dovuto essere spenta già da un bel po’. Ma questo a Draco Malfoy non interessava, non era dell’umore giusto per dormire. Decisamente no. Nei suoi da poco compiuti diciassette anni quale problema poteva avere il caro Malfoy, figlio di Lucius Malfoy e Narcissa Black, erede di tutti i beni della famiglia di maghi più ricca di tutta l’Inghilterra? Questo si chiedeva, disteso sul suo letto, Draco Lucius Malfoy. Che fosse una questione di cuore? Arricciò il naso e scartò a prescindere questa opzione. Il primo luogo lui non era così dannatamente dolce e debole da star male per qualche stupida ragazzina che non lo ricambiava e poi, in secondo luogo…Chi sarebbe stata la ragazza tanto cretina da rifiutare Draco, a detta di tutte il ragazzo più bello della scuola, nonché partito migliore dal punto di vista economico? Un ghigno comparve sul volto di Malfoy, perfettamente a conoscenza dell’opinione che il genere femminile aveva di lui. Era bello, bellissimo, e avendolo scoperto da due anni a questa parte aveva avuto modo di constatare tutte le agevolazioni che poteva avere grazie al suo bell’aspetto. Capelli biondi come l’oro e lisci, a cadere sul viso dandogli un qualcosa di angelico, pelle chiara, diafana, perennemente dall’odore di lavanda, due occhi azzurro-grigi, dai riflessi metallici, per non parlare poi della bocca, di un colore rosato, per niente tendente al solito rosso acceso. Quelle stesse labbra che, a suo piacimento, sapevano insultare spietatamente o stregare le persone come sotto un incantesimo di innamoramento. Il tutto, naturalmente, moltiplicato da un fisico snellissimo e mozzafiato, una mente giovane e sveglia, incredibilmente deduttiva e, ultimo ma non meno importante, anzi quasi fondamentale, un carattere a dir poco indescrivibile, in quanto misterioso ed enigmatico. Impossibile definirlo buono o cattivo, dolce o freddo, amico o nemico. Cercando di inserirlo in una di queste categorie le uniche persone che lo conoscevano davvero bene sarebbero giunte ad un’ unica soluzione, decretando per ognuno di questi aggettivi, che essi rispecchiavano Draco Lucius Malfoy solo “in parte”. Ma se, come molti, non si faceva parte della cerchia di amicizie fondamentali di Draco Malfoy, tutto cambiava. La maggioranza, infatti, lo definiva un “bastardo viziato figlio di papà dalla malvagità pari a quella di Salazar Serpeverde, e futuro seguace del Signore Oscuro” mentre una piccola minoranza, formata dal pubblico femminile, lo considerava nient’altro  che un “essere fantastico da scopare assolutamente”.

Malfoy si rigirò su un fianco, spiegazzando ancora di più il soffice lenzuolo di lino candido che avrebbe dovuto coprirlo durante il suo sonno…Sonno in cui non era ancora caduto. Chi erano i suoi veri amici? Due. Soltanto due. Infatti il resto del mondo girava intorno a lui cautamente, avendo paura della sua malvagità quanto del suo cognome. Eppure non era triste in quanto sapeva che i suoi unici due amici erano i migliori che avesse potuto sperare di avere. “Pochi ma buoni” recitava il detto e Draco, sistemando meglio che poteva il cuscino sotto al capo, sembrò approvare quel proverbio babbano. Guardò l’orologio rendendosi conto dell’ora. Mancavano solo dieci minuti. Possibile che avesse sprecato tre ore filate a riflettere senza arrivare al punto del problema? Pensò di darsi mentalmente del cretino ma poi ci ripensò…La paura lo aveva spinto a rinunciare a riflettere sulle sue preoccupazioni per un po’. Perché anche lui, Draco Lucius Malfoy, era umano e in quel momento aveva paura. Altro che domande retoriche sul perché e percome stava male -Sapeva benissimo la risposta!!!-e discorsi mentali ripensando ai suoi due angeli guida, che in quel momento erano del tutto all’oscuro di ciò che stava succedendo, o almeno lo sapevano ma non immaginavano neanche lontanamente quello che lui aveva deciso di fare. Loro non potevano agire in alcun modo, c’era solo lui e il suo problema. E, se le mani avessero avuto la premura di smettere di tremare come foglie, magari avrebbe potuto concentrarsi meglio sulla serietà della sua posizione.

Qualcuno bussò alla porta. Draco non si premurò neanche di rispondere “Avanti”: Un uomo piuttosto alto che gli somigliava in modo impressionante, entrò a passo lento nella stanza. Suo padre. Lucius Malfoy. Parte integrante del suo problema.

 

-Dracone, tra cinque minuti si parte- Fissò un attimo il foglio e sospirò spazientito –Avresti almeno potuto prepararti, cosa hai fatto tutto questo tempo?-

 

Normalmente un figlio avrebbe risposto al padre, ma ciò non accadeva mai in casa Malfoy. Quella non era una domanda, era un ordine con il punto esclamativo trasfigurato in uno interrogativo. La vera frase era questa: “Tra cinque minuti si parte. Preparati e scendi subito.”

Appena la porta si fu richiusa Draco scattò in piedi ed indossò sopra i jeans e la t-shirt scuri, una veste nera che il padre gli aveva portato poche ore prima.

Si guardò allo specchio e sospirò per poi afferrare la bacchetta e metterla nella tasca, nascosta sotto la veste. Controllò l’orologio: Aveva ancora tre minuti. Gli occhi grigio-azzurri si posarono sul letto, anzi no, sotto il letto. Ma non doveva farlo. Era sbagliato. Però, sapere prima cosa sarebbe accaduto, lo avrebbe reso più pronto a lottare. “Deficiente” disse una voce della sua mente “Il destino non cambia anche se ne vieni a conoscenza in precedenza. Vuoi iniziare già da ora a spaventarti a morte?” Draco chiuse un secondo gli occhi, quel tanto che gli ci volle per capire che già stava morendo di paura e che perciò la situazione non poteva peggiorare ancora di più. Ci volle un attimo: Si inginocchiò ai piedi del letto e da sotto un asse mobile cacciò una scatola di legno intarsiato. La posò sulla scrivania lì accanto e la aprì. Tarocchi. 22 carte. Gli arcani maggiori. Con un movimento deciso Malfoy ribaltò il contenuto della scatola nelle sue mani, iniziando a mischiare. I suoi pensieri in quel momento erano chiari. Se avesse avuto più tempo sarebbe ricorso al metodo dell’Albero della Vita ma in due minuti l’unica cosa che poteva fare era la predizione dei due arcani. Perché se un arcano vale la certezza, due arcani sono il dubbio, o per meglio dire le alternative. In pratica le due porte in cui il destino si divideva; l’unica scelta che l’uomo può effettuare indipendentemente dal fato è la porta da aprire fra le due che ci sono state concesse da una volontà superiore.

Sottili rettangoli di pergamena ingiallita e dipinta a mano probabilmente qualche secolo prima risplendevano nei loro colori consunti alla luce lunare. Draco li riposò sul tavolo e prese la prima. Ai suoi occhi comparve una figura in parte scheletrica che lavorava con una falce su una distesa scura di erba disseminata di teste e membra. Una delle teste era incoronata, la figura aveva un piede mozzato. La tredicesima carta dei tarocchi. La Morte.

Mentre il suo cuore faceva un tonfo rassegnandosi al peggio si rese conto che non tutto era ancora stabilito. Cosa gli aveva insegnato in fondo Narcissa Black? Non gli aveva forse fatto comprendere i doppi significati delle carte? La morte non era capovolta perciò poteva anche essere di buon auspicio. Costrinse il suo cervello a riflettere. La valenza di quella carta, in effetti, da sempre era stata difficilmente definibile in quanto abbinava morte e rinascita, praticamente il simbolo del rinnovamento della vita che si riproduceva attraverso la morte. Molto c’era sicuramente da dire su quella carta, ma la mente di Draco in quel momento si era come inceppata. Passi sulle scale, lenti ma decisi. Suo padre stava ritornando. Con quello scatto e velocità derivanti solo dalla voglia di sopravvivere, Malfoy posò tutte le carte e le infilò sotto l’asse mobile. In tasca aveva la Morte e la seconda carta. Aggiustandosi il cappuccio sulla testa Draco Malfoy aprì la porta ancora prima che il padre avesse modo di bussare.

 

-Andiamo padre- Furono le sue uniche parole, quasi del tutto sicuro che l’uomo accanto a lui non riuscisse a sentirle dato i cappucci che coprivano il volto di entrambi.

 

-E’ ora Draco- Disse infatti quello, in ciò che sarebbe potuto sembrare un inizio di conversazione –La cerimonia sta per iniziare. Presto sarai un Margiamorte-

Padre e figlio scesero le scale, ed uscirono di casa sotto l’occhio vigile di Narcissa Black.

 

-Come arriveremo al raduno padre?-Chiese il ragazzo incappucciato.

 

-A piedi Draco, ci sarà una passaporta qui vicino-

 

Draco sospirò, almeno camminando forse il brivido che aveva alle gambe sarebbe passato. Un’ unica domanda sorgeva nella mente del ragazzo. Cosa sarebbe successo di lì a poco? Il suo piano sarebbe risultato vincente? Si maledì in silenzio per non esser riuscito a leggere l’ultima carta, che avrebbe risposto a questo dubbio atroce. Praticamente niente era cambiato da tre ore prima: Ancora non sapeva se pensare che sarebbe morto moralmente dopo il rito del marchio, dopo il quale la sua volontà sarebbe svanita e  avrebbe vissuto per tutta la vita sotto un incantesimo Imperius, sotto il libero arbitrio del Lord Oscuro,  o che la sua esistenza si sarebbe conclusa in modo rapido con un bell’Avada Kedavra a opera di uno dei Mangiamorte, nel caso si fosse opposto al rito di iniziazione. Non sapeva quale delle due opzioni preferire. Un dubbio continuo, come un martellare incessante nella sua mente, lo zittì per tutto il viaggio. Quella che agli occhi del padre poteva sembrare concentrazione altro non era che il ragionamento più inconcludente che il figlio avesse mai formulato. Se erano davvero le due opzioni sopraccitate a nascondersi dietro le due porte del suo destino, allora non aveva proprio scampo. Era un uomo morto. A labbra strette sospirò un’impercettibile “Chiamalo un presentimento…”

Nella tasca dei pantaloni, la Morte fissava truce un pezzo di pergamena con su disegnato un giovanotto affiancato da due figure femminili. Sesta carta degli arcani maggiori.

Gli amanti.

 

Fine primo capitolo.

 

 

  
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