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Autore: leschatnoir    30/11/2009    4 recensioni
“non so come ti chiami,Ma so che tu esisti e so che prima o poi qualcuno mi amerà.io aspetto qui...Non morire prima di me” Questa è la mia prima fiction su Twilight (e penso sarà anche l'ultima). non sono una grande fan della serie, ma mi ha colpito moltissimo il personaggio di Jacob, unico forse degno di nota, e quindi ho pensato di scrivere una "what if?" su di lui. non sarà una Jacob x bella (ce ne sono già troppe) nè una jacob x Nessie (rabbrividisco all'idea che l'amore di jake sia stato rovinato in questo modo solo per accontentare tutti..brrr..). ho optato per una jacob x nuovo personaggio, volevo creare qualcosa di "adatto" per il nostro lupacchiotto. spero vi piaccia, mi raccomando commentate! (cercherò di rimanere il più possibile fedele ai libri, farò del mio meglio.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Quarto

Non morire prima di me

 


La foresta nel territorio dei Quilleute era stata per anni un luogo misterioso e inquietante, per Jacob Black.

Da quando era venuto a conoscenza della sua natura di Lupo, invece, era quanto di più familiare e accogliente conoscesse.

Correre macinando chilometri tra arbusti e conifere lo aiutava a pensare, a scacciare la rabbia e la disperazione che in quel periodo gli attanagliavano il cuore.

Jacob Black correva nel sottobosco umido, con passo leggero nonostante il suo peso.

Cercava per quanto possibile di non pensare, ma non riusciva a scacciare l’inquietudine dalla mente.

Pensava a Bella. Dove fosse, cosa stesse facendo. Se stava bene. Se era felice.

Si ricordò quando per un attimo era stata sua.

“vuoi baciarmi, Jacob?” gli aveva chiesto.

Il loro primo, vero, bacio.

“ma non è servito a nulla” pensò con rabbia. “ha comunque scelto lui”.

Edward Cullen, ciò di quanto più diverso ci fosse da lui.

Se Jacob era il fuoco inestinguibile, Cullen era il ghiacciaio perenne.

Freddo e magnifico. Sfavillante alla luce del sole.

E Bella aveva preferito la notte al suo sole personale.

Si fermò di scatto e un profondo ululato di dolore spezzò il silenzio della radura.

Era solo, nella sua testa, aveva preteso che nessuno si trasformasse mentre lui era fuori.

Doveva sfogarsi. Doveva essere libero di pensare senza che nessuno ascoltasse.

Lo avevano accontentato.

Si trasformò con un balzo e si accasciò al suolo ansimante. Lacrime roventi scendevano sulle guance del giovane licantropo, mentre con le mani artigliava la terra del sottobosco.

Perché non poteva essere libero? Perché era condannato a soffrire per Lei?

Ormai quasi tutto il vecchio branco aveva avuto l’imprinting. Sam, Quil, Embry, perfino Jared e Paul. Solo lui e Leah rimanevano immuni.

Leah sembrava conviverci tranquillamente, come diavolo faceva?

Lui aveva un disperato bisogno di quell’imprinting. Se era vero che bastava uno sguardo per cancellare tutto l’amore e tutto il dolore che provava in quel momento.

-dove sei? Devi esistere.- singhiozzava Jacob Black, l’uomo lupo, l’alfa, figlio di un anziano della tribù dei Quilleute.

Il licantropo, l’alfa, il Quilleute piangeva come uno sciocco ragazzino.

I pensieri si affollavano nella mente, vorticando.

Era troppo per tenere tutto dentro.

Lanciò un grido con tutto il fiato che aveva nei polmoni. Il corpo cominciò a tremare violentemente.

Poi un rumore di rami spezzati.

-Jacob…-

Jacob Black si voltò. Dietro di lui Sam Uley era apparso dal fitto del bosco.

Jake si asciugò le lacrime con il dorso della mano e disse con rancore:

-avevo espressamente chiesto di rimanere solo-

-le tue urla si sentivano fino alla riserva-

-non mi interessa. Vattene-

-Jake…- Sam gli andò incontro e si sedette vicino a lui.

-Jake arriverà anche per te. Sono certo che arriverà. E anche se non arrivasse mai…queste cose fanno male, all’inizio. Poi migliora. Te lo assicuro. Guarda Leah-

-sei l’ultima persona che dovrebbe prendere in ballo Leah, Sam-

-lo so- disse semplicemente lui.

-scusa- aggiunse Jacob –sono uno stronzo. Non dovevo dire queste cose.-

-no, sei solo molto triste. Ma poi migliora, davvero. E comunque, rimani un alfa coi fiocchi. Gli altri ragazzi ti adorano-

-magra consolazione-

-dovrebbe bastarti-

-Sam, io devo crederci- disse Jacob, gli occhi lucidi dallo sconforto.

-deve esistere-

-la troverai, fratello- lo rincuorò Sam. -e comunque. Hai tutto il tempo per trovarla. Noi non invecchiamo-

-spero solo che non muoia prima di me-

Sam non riuscì a trattenere uno sbuffo di risata al commento dell’amico.

-speriamo di no. Ma non accadrà, Jake. Ora, andiamo, dai. Corriamo insieme-

 

Jacob Black si alzò. Guardò negli occhi il suo fratello licantropo, l’altro alfa, l’altro capobranco. Gli era grato per il suo intervento. Sorrise debolmente e gli si affiancò.

-sono pronto. Andiamo, fratello- disse.

E con un balzo entrambi si trasformarono.

Il lupo nero e il lupo rosso. Insieme, correndo nella foresta silenziosa.

 

*

Era passato qualche mese dal suo arrivo alla riserva e Luna non era più quell’attrazione tanto speciale dei primi tempi. E lei ne era decisamente contenta.

Da quella sera a cena da Billy lei e Jacob avevano trovato l’uno nell’altra un compagno niente male per le chiacchiere quotidiane. Jacob era più sereno, o così sembrava a Luna, che era sempre più orgogliosa del suo operato.

Ma c’era qualcosa ora, oltre alla tristezza costante dell’amico, che non riusciva a spiegarsi.

Come se lui e alcuni altri ragazzi, tra cui suo cugino Quil, serbassero nel cuore un segreto che non potevano assolutamente condividere con altri.

Cos’era che facevano tutti i pomeriggi, fino a sera tarda? Perché ovunque andassero andavano sempre insieme? Perché gli altri Quilleute li guardavano con ammirazione? Perché perfino gli anziani tenevano in considerazione la loro parola?

E soprattutto, cosa più evidente di tutte, perché solo quel gruppo era composto da ragazzi che rasentavano i due metri e muscolosi come atleti professionisti?

 

Erano forse una sorta di guerrieri ancestrali?

Luna rise di quel pensiero, quando per un momento nella sua mente apparve l’immagine di Quil e Jacob versione antichi guerrieri indiani, con le pitture facciali e i copricapi di penne.

-cosa c’è da ridere, ora?- le domandò il suo compagno di banco.

-nulla- continuò Luna –ho solo pensato a come stareste bene tu e Quil con il copricapo di penne indiano-

-sono abbastanza sicuro di star meglio con jeans e maglietta, sai?- rise lui di rimando.

Tra loro calò il silenzio. Luna cercava di trovare il coraggio per parlare di nuovo.

 

-allora…- cominciò. –che si fa oggi pomeriggio?-

-ah- rispose Jacob facendosi scuro in volto –beh, in realtà…io, Quil e gli altri abbiamo un impegno. Mi dispiace-

-ma si può sapere dov’è che andate, sempre?-

-non è nulla di particolare. Davvero. Niente che valga la pena raccontare-

-Jake sono stanca di questi segreti, cosa mi nascondete? Cos’è che tutti sanno o  sospettano tranne me?-

-Luna. Davvero. È una sciocchezza.-

-se è una sciocchezza perché non me ne parli!-

Jacob si alzò all’improvviso senza rispondere alla domanda. Infilò la porta dell’aula e se ne andò.

Quil scoccò un’occhiata a Luna dal banco in fondo all’aula, uno sguardo che sembrava dire “vedi cosa succede a non farsi gli affari propri?” e seguì l’amico fuori dall’aula.

L’insegnante di storia americana continuò col suo discorso, come se nulla fosse successo.

Per tutto il pomeriggio, Jacob non si fece vedere. Luna si era aspettata di trovarselo fuori dalla porta di casa, pronto a chiederle scusa per il suo comportamento orribile, ma lui non venne.

Era ormai il tramonto quando lei, presa dalla rabbia, decise di correre a casa di Billy per vedere se Jacob era lì.

Trovò Jacob e Quil in garage, vestiti soltanto con un paio di pantaloncini al ginocchio, che ridevano come matti.

Quando si accorsero della presenza di Luna, lei li guardò con rabbia negli occhi.

-vi state divertendo? Ma che carini!- esclamò stizzita.

-Luna…- cominciò Quil debolmente.

-lascia perdere, fratello, ci penso io- disse Jacob posando una manona sulla spalla muscolosa del ragazzo. Quil annuì. Jake si diresse vicino a Luna e le fece cenno di uscire in giardino.

 

-allora, che ci fai qui?- chiese Jacob, freddamente, una volta fuori.

A Luna si gelò il sangue nelle vene.

Tutto si era aspettata da Jacob Black meno che freddezza. Insomma, dopotutto, erano amici!

-che ci faccio qui? Scusa ma hai battuto la testa? Ti sei accorto del modo in cui mi hai trattata oggi a scuola?-

-hei, non ti ho mai detto bugie, mi pare. Se non vuoi sentirti trattare male, non chiedere di cose che non ti riguardano-

-se permetti, mi riguarda invece! Sono stanca di essere trattata come la straniera di turno, quella che non può essere messa a parte dei segreti della tribù. Ho sangue Quilleute come ognuno di voi maledetti pellerossa! E anche se questo non bastasse…credevo fossimo amici Jacob Black!-

-beh, magari hai pensato male- rispose glaciale lui.

Luna rimase pietrificata. Come se qualcosa si fosse irrimediabilmente incrinato dentro di lei.

“cazzo. L’ennesima parola di troppo” pensò Jacob guardando negli occhi bicolore la ragazza.

Luna sbattè più volte le palpebre, tentando di ricacciare le lacrime indietro, inutilmente. Una goccia trasparente scese lungo la sua guancia candida come la neve.

 

-d’accordo. Hai ragione, come darti torto? Non ti disturberò più-

Voltò le spalle al licantropo e prese a correre in direzione della foresta. Correva davvero veloce. In pochi istantì sparì nel buio degli alberi.

-mi sa che hai esagerato , amico.- disse Quil, apparendo dietro di lui.

-decisamente. Non volevo ferirla. Ma non potevo nemmeno raccontarle tutto! Insomma, è anche per la sua sicurezza-

-non dico che hai sbagliato, fratello. È solo che…l’hai ferita, ecco-

-lo so. Devo avere una specie di talento naturale-

-dovresti andare a vedere come se la cava. Tra poco farà buio, Jake, il bosco è pericoloso di notte-

Jacob si voltò a guardare il bosco. Ormai il cielo stava diventando scuro. Come si sarebbe trovata Luna là dentro? Avrebbe trovato la strada per tornare a casa?

-hai ragione Quil. Tu resta qui. Se ho problemi vienimi incontro.-

Detto questo corse verso il bosco e si trasformò con un salto.

 

*

 

“accidenti, e ora dove cavolo sono?”

Luna aveva corso a lungo alla cieca, piangendo, maledicendo il giorno in cui aveva pensato di diventare amica di Jacob Black. Era talmente presa a correre, che si rese conto troppo tardi che intorno si era fatto buio e che non aveva assolutamente idea di dove si trovasse.

“ok, niente panico. Cellulare?” tirò fuori dalla tasca il telefono cellulare.

Ovvio. Niente campo.

“forza forza forza…cerchiamo una radura e vediamo di orientarci con le stelle. Se mai mi ricordassi come si fa…”

Riprese a camminare lentamente. La foresta di notte era inquietante, con tutti i suoi rumori strani.

Il cuore le batteva all’impazzata, aveva il respiro pesante della corsa ed era decisamente nervosa.

Continuava a camminare, inquieta, guardandosi intorno, finchè non si fermò, colpita da una strana sensazione.

I rumori. Dov’erano finiti?

Le fronde degli alberi, il vento, gli animali del bosco. Perché tutto taceva?

Continuava a guardarsi intorno, quando scorse una figura a una decina di metri da lei.

Strinse gli occhi per vedere meglio nella penombra. Un’uomo! Era salva!

 

-ehilà! Salve!- disse lei andando incontro alla figura misteriosa.

-saprebbe indicarmi la strada per la riserva?-

L’uomo che le era davanti…non era decisamente un uomo. Sembrava più un ragazzo, sui vent’anni o poco più. Un ragazzo giovane e bellissimo, per quanto riusciva a vedere nell’oscurità della foresta.

-ti sei persa, ragazzina?- chiese lui con voce vellutata.

“ragazzina?”

Luna si sorprese di come era stata definita da un giovane che più o meno doveva essere suo coetaneo. Sembrava davvero così giovane?

-ehm…si insomma, diciamo di si-

C’era qualcosa che la inquietava nell’aspetto di quel giovane. Era troppo calmo, troppo bello…sembrava irreale.

-se vuoi posso accompagnarti io- di nuovo quella voce vellutata. Le fece paura, questa volta. Come se qualcosa dentro la sua testa le dicesse che era sbagliato, pericoloso.

-ehm…no, beh, non preoccuparti…basta che mi indichi la direzione, posso andarci da sola…-

Il ragazzo cominciò ad avanzare lentamente.

-da sola? Ma la foresta è un luogo pericoloso. Non si può mai sapere chi potresti incontrare…non vorrai mica incappare in situazioni pericolose, vero?-

Ora le era ad un passo. Vide il suo viso pallido brillare alla luce della luna. E due occhi rossi come il sangue guardarla con avidità.

-i…tuoi occhi!- esclamò Luna, il cuore che le batteva all’impazzata. Ecco. Ora aveva davvero paura.

-si di solito non sono così…soltanto quando sono affamato. E ora ho tanta fame. Ma non per molto, vero?-

Il bel giovane alzò un braccio sorridendo famelico. Luna chiuse gli occhi per il terrore aspettando di morire. Non avrebbe più rivisto suo padre. Non avrebbe più chiesto scusa a Jacob.

Ad un tratto un ringhio cupo e minaccioso eccheggiò nella radura.

-ma cosa diavolo?!?- esclamò il giovane ma si paralizzò alla vista di un enorme ombra scura dietro agli alberi.

Luna aprì gli occhi giusto in tempo per vedere un’enorme lupo rosso avventarsi ringhiando contro il giovane assassino.

Fu una lotta velocissima. Luna a malapena riusciva a distinguere il groviglio di corpi tentare di ferirsi e mordersi. Quel giovane aveva qualcosa di sovrannaturale. Si muoveva troppo veloce. Luna lo vedeva soltanto a scatti, mai in movimento.

Prima era a destra e poi a sinistra, in alto e a terra. I ringhi e i guaiti si sovrapponevano incalzanti.

Luna pregava che il lupo avesse la meglio. Ma quel giovane era davvero forte.

Poi accadde. Il lupo fece un passo falso e in un lampo la giovane creatura gli fu alle spalle. Artigliò la fiera con entrambe le mani e affondò i denti nel collo del Lupo, che guaì di dolore.

Poi lo sollevò, sollevò un lupo di più di una tonnellata e lo scagliò contro una sequoia.

Il lupo stramazzò al suolo, privo di sensi.

-e ora…torniamo a noi, ragazzina- disse, sputando il sangue del lupo a terra e asciugandosi la bocca col dorso della mano.

-mio dio…cosa sei?- mormorò Luna terrorizzata.

-cosa sono? Bella domanda- disse il giovane con voce carezzevole, mentre le si avvicinava.

-ci credi ai Vampiri, ragazzina?-

Di nuovo uno scatto, le fu alle spalle. Delicatamente, ma con fermezza le prese la testa fra le mani e la inclinò per mostrare l’esile collo bianco.

Luna serrò gli occhi. “non voglio morire” pensò.

Di colpo il vampirò si staccò da lei urlando di dolore.

Luna si voltò aprendo gli occhi per lo sgomento. Era già la seconda volta che scampava alla morte. Chi era venuto in suo aiuto, questa volta?

Non vide nessuno intorno a lei. Il vampiro la guardava terrorizzato, le mani aperte e una smorfia di dolore sul viso.

Luna guardò le mani dell’assassino. Erano lucide e emettevano odore di bruciato.

Erano ustioni. Ustioni gravissime. Come era potuto succedere?

Il vampiro guardava le proprie mani sconvolto e dolorante. Lanciò un ultimo sguardo alla ragazza, per poi sparire nel nulla.

Luna impiegò qualche secondo a capire che era viva e che l’essere se n’era andato.

Un guaito di dolore la fece tornare alla realtà.

-il lupo!-  esclamò preoccupata. Corse verso la sequoia dove giaceva ferito il lupo rossiccio e gli si chinò sopra.

Poi accadde qualcosa che la fece sobbalzare dallo stupore. In una frazione di secondo, dove prima si trovava un lupo dolorante al suo posto trovò Jacob Black riverso a pancia in giù, completamente nudo e con parte del collo squarciato e sanguinante.

-ommioddio! Jake!- gridò Luna sconvolta.

-chiama…Quil..- gemette Jacob prima di perdere nuovamente i sensi.

Luna si alzò di scatto e in preda all’isteria si mise a urlare con quanto fiato aveva in gola.

-Quiiiil! QUIIIIIL! AIUTO!-

Come risposta al suo grido, ecco spuntare Quil dal bosco poco più avanti, a torso nudo e con  un paio di pantaloncini tagliati al ginocchio.

Ansimando si fece vicino a Jacob ed esaminò la sua ferita.

-accidenti. Dannati succhiasangue- esclamò con rabbia.

Prese di peso Jacob tra le braccia e si alzò in piedi.

-andiamo, Luna, di corsa. Dobbiamo portarlo da Billy-

-ma…io non capisco…- disse lei balbettando.

-allora? MUOVITI!- disse Quil nervoso e prese a correre in direzione della riserva.

Luna gli corse dietro, la testa affollata da mille pensieri.

NOTE DELL'AUTRICE:

cavoletti! avevo talmente tanta voglia di pubblicare che dimenticavo i ringraziamenti!!! O.O

allora, avete visto qui la litigata di Luna e Jacob...e Luna è stata attaccata da un vampiro! chi sarà? perchè era lì? lo scoprirete alla prossima puntata *_*

e ora che Luna sa tutto? che succederà?

e come ha fatto il vampiro ad ustionarsi toccando Luna? anche questo nella prossima puntata!

mi scuso con chi sperava che la scoperta del branco avvenisse dopo etc...ma con tutta la roba che ho in mente di scrivere se non velocizzo un po' va a finire che non finisco più!

spero comunque che nessuno ci sia rimasto male per la "fretta". dopotutto nella storia erano già passati un paio di mesi!

 

piccolo appunto: per chi mi chiede se Jake avrà o no l'imprinting...la realtà è che NON NE SONO ANCORA CERTA.

certo è che se ci sarà sarà molto tardi. XD non di certo adesso.

 

poi poi poi...passiamo ai ringraziamenti, allora!

 

Rachel_cullen: ti ho già risposto qui in alto riguardo all'imprinting XD continua a seguire e a commentare, mi raccomando!

 

CatY_mony: ehehehe...mi fa piacere tu ti sia divertita a leggere il terzo capitolo...ma smetti di leggere i promessi sposi! è più bella la mia storia, altro che balle! XD

 

MihaChan: ho capito cosa intendevi, tranquilla. è che avevo paura che risultasse noiosa la storia se tenuta troppo lunga...spero tu non sia rimasta delusa XD continua a commentare, mi fa piacere sentire il tuo parere!

 

Fanny6: grazie mille! anche io ti seguo volentieri!

 

 

grazie anche a tutti quelli che hanno inserito nelle seguite la mia storia e anche a que cento e passa cattivoni che nonostante leggano la mia storia non la commentano...grrr...fannulloni! XD

 

=^_^= MIAO!


  
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