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Autore: Lales    30/11/2009    3 recensioni
Perché proprio mio fratello? Perché? Tra tutti gli uomini del pianeta Terra tu hai scelto quello scemo di Tom? Dimmelo amica mia perché probabilmente siamo ancora in tempo per salvarti dall'oblio, dalla disperazione, dalle tenebre dell'inferno e da tutto ciò che comporta innamorarsi di Tom Kaulitz.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5.

Grazie a qualche forza celeste per tutto l'intero giorno che era trascorso nessun Kaulitz aveva ancora avuto il coraggio di chiamare Greta. Tom probabilmente si stava ancora chiedendo cosa fosse successo; era intelligente, ma ci metteva comunque un po' di tempo e sforzo psicologico e fisico per arrivare alle cose. Per quanto ne poteva immaginare la ragazza, al momento forse era in palestra a scatenare la sua “mancanza di risposte” contro il bilanciere. Bill invece avrebbe aspettato a chiamarla fino a quando non ce l'avesse più fatta a trattenersi, ma non per chiedere scusa ovviamente, ma per proporle qualche altro nuovo trucchetto che la sua geniale mente annebbiata da nicotina e caffeina avrebbe partorito.
Se pensava a delle parole per descrivere la sua vita in quel momento le venivano in mente solo caos&disperazione, attaccati insieme da una spessissima E commerciale mentre lampeggiavano ad intermittenza nell'insegna al neon della sua testa. Se pensava alla sua vita quando Bill e Tom non c'erano le venivano in mente invece la pace, l'armonia e la serenità. Seguito però poi dalla parola noia che sostituiva caos&disperazione nell'insegna al neon. Come situazione era abbastanza grave. Aveva baciato il suo migliore amico sperando che la sua cotta adolescenziale si spegnesse come un fiammella, invece era scoppiato un incendio devastante; non faceva altro che pensare alle labbra di Tom, a quanto sarebbe stato bello passare ore a fissarle, così, senza un perché.
Che poi perché ci devono essere sempre dei motivi per fare le cose?! Chi l'aveva deciso?!
Continuò a camminare tra gli scaffali di CD del negozio sospirando, sperando che in qualche modo qualcuno che non si chiamasse Bill l'avesse aiutata ad uscire fuori da quel pasticcio. Poco ci sperava, era l'unico alla fine su cui poteva contare: anche se era il fratello di Tom, e probabilmente se avesse dovuto scegliere chi buttare giù da una torre avrebbe buttato giù lei, non le importava. Lo sapeva che tutto ciò che sapeva Tom lo sapeva anche Bill, e lo sapeva che ogni cosa che faceva Bill lo faceva più per Tom che per lei, ma era sempre stato così; anche se le prometteva che mai e poi mai Tom avrebbe saputo qualcosa riguardo un loro piccolo segreto, puntualmente il gemello faceva uscite poco felici, per far intendere a Greta che lui sapeva. Greta non aveva idea di come agire, o meglio, lo sapeva, ed era anche molto semplice. Anche lei come Tom era intelligente ma pensava troppo a cose ovvie avendo spesso la soluzione sotto al naso. Perché in un mondo dove tutto era così veloce e frenetico lei non si era dimenticata che con Tom ci doveva parlare, ma stavolta in modo serio, non facendo richieste stupide per complicarsi la vita, farsi venire un infarto e il collasso del fegato.
All'improvviso sentì la vibrazione del telefono nella tasca, appena vide che era Bill si stupì, in fondo non aveva resistito tantissimo.

- Tu! Spero che ti venga il diabete un giorno! - disse aggressiva puntando il dito contro il CD dei Puffi esposto davanti a lei.

- Cosa ho fatto? - chiese Bill con la voce da cucciolo innocente.

- Lo sai benissimo cosa hai fatto...-

- No davvero, non lo so...- continuò lui. Com'era bravo a fingere; così teatrale, così melodrammatico, così attore!

- Non hai parlato con tuo fratello? - disse Greta scocciata continuando a camminare nervosa.

- Ci fu un istante di silenzio, dopodiché Bill sospirò.

- Ah, sì, ora mi ricordo-

- Grazie mille Bill, grazie davvero -

- Ma cosa ne potevo sapere io?! - si giustificò il ragazzo. Greta lo immaginava lì sul divano a mangiarsi il labbro inferiore con due lucciconi pronti ad uscire dagli occhi. Non riusciva proprio a vederla la cattiveria in lui.

La ragazza si pentì di quel tono usato con l'amico. Con lui non poteva arrabbiarsi, o meglio, fino ad allora non aveva mai fatto niente di così grave da farle perdere le staffe.
- Niente, non ne potevi sapere niente ed io non so neanche perché me la sto prendendo con te -

- Vedi che io non c'entro mai niente?! Sono gli altri che mi mettono in mezzo, forse perché sono importante... non so, tuttavia non ti ho chiamato per parlare di te... -
- Grazie Bill – rispose Greta sconsolata

- Lo sai che ti voglio bene ma vado di fretta, ho un'intervista telefonica tra un minuto e trentacinque secondi... allora brevemente, sono venuto in studio con Tom e lui verso cena andrà via perché ha un appuntamento con non so chi, non so dove, io e Natalie dobbiamo ancora scoprirlo, per questo devi andare a casa prendermi la macchina e portarmela qui dove mi troverai con tutti i tuoi più cari amici a mangiare una gustosa pizza surgelata appena uscita dal forno. Per te lascio la Quattro Formaggi la tua preferita, azzannerò Georg se è necessario pur di fartela avere. Passiamo qui la serata, poi torniamo a casa dove finalmente potremo parlare del disastro che hai combinato e dormirci sopra allegramente... ho sentito che hai detto di sì, perfetto Greis ci vediamo diciamo tra un ora o due?! Ti ho già detto che senza di te sarei perduto? -
Durante tutto il monologo, la ragazza si era fermata a fissare un vecchio CD con l'ape Maia in copertina, che ora le appariva più a strisce del solito.

- Bill tu hai bisogno che qualcuno ti prescriva dei calmanti – disse con gli occhi sgranati mettendosi una mano sulla tempia, le era venuto il mal di testa.

- Sarà la caffeina – si giustificò il ragazzo – hai capito comunque?

- A quanti caffè sei oggi? - volle sapere Greta senza ammettere repliche..

- Set-otto, contenta? -

- Otto Bill, ma sei impazzito?!

- Perfetto Greis ci vediamo in studio tra un po', fai presto! -

-Bill non ho detto di sì cazzo! - sbuffò inutilmente.

- Ti voglio bene, tantissimo... -

- Io no – sussurrò mentre spegneva la chiamata, e sapeva che era una bugia.

___

La macchina di Bill era un cassonetto. Tra le decine di bicchieri di caffè e pacchetti di sigarette vuoti, Greta era riuscita a trovare il sedile, il cambio ed il volante, ed anche un paio di bretelle, che non capiva esattamente quale utilità potessero avere nella macchina. Aveva fatto proprio come lui le aveva detto: uscita da lavoro era arrivata a casa dei gemelli preso le chiavi da Simone e si era imbattuta nel traffico per arrivare in studio, che ovviamente era da tutt'altra parte della città, anzi, non era neanche in città, era in campagna. Ci aveva messo miracolosamente una quarantina di minuti ad arrivare a destinazione, poteva ritenersi più che soddisfatta, e non vedeva l'ora di scoprire dove e con chi aveva l'appuntamento Tom.
In lontananza mentre avanzava piano, notò un gruppetto di ragazze rivolte verso di lei, che sorridevano e si sbracciavano felici. Guardò lo specchietto retrovisore, probabilmente c'era qualcun altro dietro di lei, ma non vide nessuno. Le venne un attimo di panico perché non sapeva se doveva fermarsi o meno, se poteva parlar loro o meno; se avesse ragionato con la formula “cosa avrebbe fatto Bill al mio posto in questo momento” probabilmente avrebbe dovuto metterle tutte sotto, per cui mentre le ragazze le si pararono di fronte alla macchina decise saggiamente di fermarsi mentre il suo viso cercava di rilassarsi in un'espressione di assoluta tranquillità. Abbassò piano il finestrino un po' timorosa, per poi abbozzare un sorrisino di circostanza.

- Ciao -

- Tu non sei Bill – le rispose con una smorfia una ragazzina con i capelli neri e la frangetta, che stringeva un pacchetto sul petto.

- Ehm, direi di no – Greta si guardò le mani ed alzò le spalle, sorridendo piano, cominciò a sudare freddo.

- Direi che si vede che non è Bill, che ne dici Steffi?! - rispose in tono aggressivo un'altra ragazza sulla destra della prima che aveva parlato.

- E chi sei? Perché hai la sua macchina? -

Greta avrebbe voluto dire che era un meccanico che faceva consegne a domicilio e gli stava semplicemente riportando la macchina, poi si rese conto che non era fattibile come storia.

- Me l'ha prestata – annuì continuando a non capire dove dovesse portare questo interrogatorio – ma voi da quand'è che siete qui?! Fa freddo! -

- Due ore, come ogni giorno – le rispose con noncuranza quella aggressiva.

- Tu sei Greta vero? - chiese una terza ragazza sulla sinistra squadrandola attentamente.

- Sì – rispose la bionda sorridendo sorpresa – come lo sai? -

- Noi sappiamo tutto – le disse sicura – e poi c'è il tuo nome in ogni ringraziamento dei CD -

- Ah – si limitò a rispondere guardando la porta dello studio così vicina ma al contempo così distante.

- Possiamo chiederti un favore, Greta? - le chiese timidamente la prima ragazza che aveva parlato.

- Se posso... - disse lei pensando che non poteva ma che prima se ne andava da lì meglio era per tutti.

- Devi dare questo a Bill, e dirgli che lo ringrazio per tutto -

Greta sgranò gli occhi e prese il pacchetto che la ragazza le porgeva guardandolo come se fosse una creatura munita di tentacoli e zanne.

- Ok – rispose poco convinta.

- E questo a Tom – disse telegrafica un'altra – digli che è un cretino ma che gli vogliamo bene lo stesso.

Greta scoppiò a ridere – Ah, questo penso proprio che glielo dirò -

- E poi abbiamo un po' di regali che ci hanno lasciato tutte le fans che sono passate di qui – continuò la seconda che aveva parlato, alzando una busta della spesa con dentro forse una ventina di regali.

- Oh mio dio – disse Greta togliendosi la cintura – forse questi è meglio metterli dietro.

Appena fece per aprire lo sportello le ragazze sgranarono gli occhi spostandosi come se la macchina non potesse in alcun modo essere toccata. Greta rimase sorpresa da quell'atteggiamento, solitamente alcune si sarebbero fiondate dentro senza nessuna pietà.

- Greta sei veramente gentile – le disse sorridendo la ragazza con la bustona, mentre la sistemava sul sedile di dietro.

- Nessun problema – rispose sorridente. Probabilmente se avesse vissuto quelle cose tutti i giorni sarebbe stata molto meno disponibile, ma vedeva nel viso di quelle ragazze tanta devozione ed amore nei confronti dei suoi amici, che le sembrava il minimo aiutarle in quel modo. Ritornò in macchina e si guardò intorno, decise che probabilmente era il momento di fare pulizia in quel caos infernale che era la macchina di Bill.

Si girò verso le ragazze e sorrise – Per caso, posso darvi un po' di cose da buttare?! Io vado di fretta – disse loro strizzando l'occhio.

Le tre si avvicinarono al finestrino non capendo, mentre lei si girava, prendeva quattro bicchieri di caffè vuoto e glieli passava – Bill è un disastro, tiene questa macchina come se fosse il cestino della spazzatura -

Tutte quante sgranarono gli occhi come se Greta stesse dando loro il Santo Graal o in alternativa stesse consegnando pezzi vari di Bill stesso, tipo mani, o braccia.

- Ed anche tutti questo pacchetti di sigarette – continuò la ragazza sorridendo.

- Oh mio dio – disse la ragazza con i capelli neri e la frangetta.

- Mi raccomando, non vendeteli su Ebay – scherzò la biondina togliendo il freno a mano e salutando le ragazze – Ciao è stato un piacere e tornate a casa che si gela qui fuori -

Ripartì verso i pochi metri che mancavano all'entrata dello studio, parcheggiò dietro la macchina di Tom chiedendosi perché a quell'ora fosse ancora lì; non aveva il suo segretissimo appuntamento con non si si sapeva chi?!

Greta scese dalla macchina prendendo tutte le buste ed i pacchetti che le tre fans poco prima incontrate le avevano lasciato, si avvicinò alla porta e bussò con il piede. Proprio in quell'istante Tom aprì la porta e si fermò a guardarla sbattendo gli occhi.

- Greis manca un mese a Natale, che stai facendo? -

- Fammi entrare cretino – rispose lei scostandolo ed entrando nel caldo tepore dello studio – fa freddissimo! -

- Cos'è tutta questa roba? - chiese Tom indicando la busta che la ragazza aveva posato a terra.

- Regali delle vostre fans, e quando esci per favore, sii carino, non fare lo sguardo da triglia lessa -

- Io sono sempre carino – si indispettì sistemandosi il cappello e la giacca mentre Greta invece si toglieva il cappotto.

- Comunque, dove vai? - gli chiese curiosa mettendosi le mani sui fianchi.

- Ho un appuntamento – rispose vago – comunque io e te dobbiamo parlare – le disse abbassando la voce e avvicinandosi al viso della ragazza.

- E di cosa esattamente? -

- Di quello che è successo? -

- E cosa è successo? -

- Greis – disse lui cercando di fare la persona seria, corrugando la fronte e alzando tutte e due le sopracciglia in modo abbastanza eloquente.

- Split – rispose Greta imitandolo.

Era veramente strana come situazione.

- Uh, eccoti finalmente – urlò Bill uscendo dalla cucina e andando vicino ai due che si guardavano fissi negli occhi come se cercassero di incenerirsi a vicenda.

- Io stavo andando – mormorò Tom non spostando lo sguardo dalla ragazza – ho un appuntamento con una modella che ho incontrato a New York -

Quando faceva il bambino dell'asilo Greta avrebbe voluto prendendo a calci.

- Strano quante modelle che parlano tedesco che tra l'altro abitano ad Amburgo si trovano a New York, veramente bizzarro! - disse indispettita buttando nervosa anche i guanti sul divano dell'entrata scavalcando Bill ed andando verso la cucina. Quello era un colpo basso, infimo e pessimo. Sarebbe voluta tornare sulla porta e dirgli che era un cretino, perché non capiva una cosa che aveva di fronte agli occhi, sotto al naso, davanti alla bocca.
Voleva parlare di quello che era successo ma nel frattempo usciva con modelle venute fuori chissà da dove?! Oltretutto quando mai lui usciva con le modelle?! Al massimo se le portava a letto ma non ci usciva, mai! C'era qualcosa di veramente strano in tutto quel comportamento, e Bill lo sapeva, ma più che tradire il fratello si sarebbe impiccato.
Mentre fissava la credenza della cucina ponendosi tutte queste domande, non si era accorta che qualcuno la stava fissando. Girò lo sguardo e trovo gli occhi azzurri di Andreas sorridergli divertiti.

- Andie – piagnucolò lei andando verso l'amico con le braccia aperte – ti prego aiutami! -

Il ragazzo la strinse forte e le dette il classico bacio sulla testa – Gossip Girl non è niente a confronto di Bill. Mi ha già raccontato tutto per filo e per segno -

- Beh, da un lato meglio, così mi risparmio di raccontarti di quanto io sia idiota -

- Invece sei stata brava, ma Tom a quanto pare non ha ancora capito granché di quello che sta succedendo, perlomeno da quello che dice Bill -

- E quando si tratta di quei due che confabulano poco ci credo – rispose la ragazza stringendo gli occhi guardinga.

- Esatto! -

- Te l'avevo detto che non avrebbe capito – si animò la ragazza puntando l'indice sul petto del ragazzo – nessuno mi crede ma ho sempre ragione -

Andreas sorrise dolcemente prendendole il dito con la mano e dandole un bacio sulla punta - Per questo devi parlarci e chiarire la situazione -

Era strano come tutti le dicessero la stessa cosa. Tutti cioè lui e il suo cervello.

- Esatto Greis – disse Bill entrando in cucina sorridente – guarda ti ho lasciato la Quattro Formaggi – disse cambiando discorso e mostrandogli una pizza congelata veramente poco invitante.

- Grazie Bill – rispose monocorde la ragazza – ma io ho bisogno di sapere cosa devo fare! -

- Non ora Greis – la interruppe sbattendo le palpebre – ora è il momento che ti rilassi, vai di là, e passiamo una serata da persone normali – disse mieloso.

- Persone normali eh? - chiese Andie storcendo la bocca.

- Va bene, almeno proviamoci ok? - rispose Bill buttando la pizza in forno e uscendo dalla cucina – Dai sù venite! -

Greta guardò Andreas che la prese sotto braccio e la trascinò fuori – Chi c'è di là? -

- I soliti – dichiarò lui sorridendo placido.

- Mi chiedo come tu faccia ad essere sempre così sereno – le chiese Greta attraversando la sala degli strumenti.

- Io non sono innamorato di Tom – rispose semplicemente lui alzando le spalle.

- Anche questo è vero – annuì la bionda.

Entrarono insieme nella stanza di fronte alla sala di registrazione e la ragazza oltre a sentire un inconfondibile profumo di pizza vide anche Michelle seduta da sola sul divano che la salutò con la mano appena si accorse di lei; Georg e Gustav non c'erano, in compenso la ragazza si trovò faccia a faccia con un David Jost sempre sorridente e affascinante.

- Eccola la mia ragazza! - sorrise lui aprendo le braccia.

- Ehi – rispose Greta abbracciandolo – come stai? -

David fece finta di pensarci un po' su poi tornò serio – Stressato, senza più uno straccio di vita, ma inconfutabilmente felice -

- Siamo in due allora – dichiarò la bionda annuendo e vedendo Natalie che entrava nella stanza parlando al telefono, la vide e la salutò con un bacio sulla guancia prima di scomparire nuovamente.

- Bill ti vuole far sentire dei nuovi pezzi – le disse David andandosi a sedere su una poltrona vicino al divano, mentre lei lo seguiva e si accomodava vicino a Michelle intenta ora a mangiare la pizza con gusto.

- Ah, sì? -

- Sì lo sai com'è, se non ci sei tu che dai l'ok va in crisi mistica -

- Non so se essere onorata o meno – sorrise nervosamente la bionda prendendo il primo bicchiere che trovò sul tavolino e bevendolo tutto d'un sorso.

- Perché che succede? - chiese Michelle inghiottendo il suo ultimo boccone.

- Bill e Tom sono incredibilmente testardi, vogliono che Greta ascolti tutte le canzoni, è una specie di rito propiziatorio... - spiegò David.

- Una bella responsabilità – annuì Michelle sgranando gli occhi verso Greta.

- Sì esatto, diciamo che è una tradizione. Le prime canzoni che scrissero erano tutte sotto la mia supervisione, però adesso il discorso è leggermente più impegnativo, ed è per questo che ogni volta ci penso bene prima di aprire bocca -

- Ma non si è mai sbagliata la mia Greis! – disse Bill raggiante aggiungendosi al discorso.

Greta si chiedeva come fosse possibile che ogni volta che si parlava di qualcosa e lui non era presente, nel momento in cui arrivava e si univa alla conversazione era perfettamente in grado di inserirsi nel discorso senza che le persone dovessero spiegarli di cosa stessero parlando. Era così maledettamente curioso che Greta ne era certa, aveva una sorta di udito bionico che gli permetteva di seguire discorsi anche in altre stanza della casa.

- Quindi fatemi capire – chiese Michelle – cos'è esattamente che tu sceglieresti? -

- Niente – disse la ragazza – io non scelgo niente, loro fanno tutto da soli, io do solo un parere spassionato da fan -

- Oh, non sminuire il tuo fantastico orecchio – rise David bevendo un po' di birra da un bicchiere – io lo riconosco quando qualcuno ha del talento in questo campo, e tu ragazza mia ce l'hai -

- Smettila, così mi metti in imbarazzo -

- Io confermo, senza il rito di ascolto di Greis io probabilmente sarei morto di infarto a diciassette anni – confermò Bill tragico.

- Sempre il solito melodrammatico -

- E' vero, mi ricordo che quando uscì Zimmer litigammo tutti e quattro per la scaletta per circa, una settimana, poi arrivò Greis ci dette la sua illuminazione e tutto filò liscio come l'olio -

- Bill ma che hai mangiato stasera? Tutti questi complimenti – continuò Greta rossa in volto non sapendo più dove bloccare lo sguardo.

- Per una volta che sono gentile – si stizzì l'amico.

- Appunto -

- La verità è che abbiamo bisogno di consigli esterni di gente di cui ci fidiamo – specificò Bill – noi lavoriamo così intensamente alle canzoni che poi ci dimentichiamo di essere obiettivi -

- Capisco – annuì Michelle.

- Dove sono Georg e Gus? - chiese Greta cambiando discorso.

- Immagino a fare danni da qualche parte – scherzò la ragazza alzandosi – mi vieni ad aiutare con le pizze? - chiese rivolta a Greta che si alzò a sua volta sorridendo e la seguì in cucina.

Una volta davanti al forno si piegarono entrambe a controllare la situazione delle pizze attraverso il vetro, per fortuna che la precisione certosina di Bill aveva impostato il timer a forma di gallo comprato da Gustav, per avvisarle quando sarebbero state pronte.

- Sai – disse Michelle all'improvviso rialzandosi e poggiandosi contro il tavolo di legno chiaro della cucina - mi piacerebbe diventare tua amica -

- Oh beh, anche a me, come puoi ben vedere non ho molte amiche donne - sorrise imbarazzata Greta alzando gli occhi al cielo - se non calcoliamo Bill, in effetti fare la manicure con lui è abbastanza triste -

Anche Michelle scoppiò a ridere. C'era qualcosa nei suoi modi e nei suoi atteggiamenti, nel modo in cui parlava che Greta si sentì completamente a suo agio con lei, si sentiva per la prima volta in vita sua che poteva fidarsi di un essere di sesso femminile che conosceva da poco tempo.

- Come mai niente amiche? -

- Ci ho provato ad averne, davvero, ma è così difficile per me mentire alle persone, specialmente se sono donne... diciamo che siamo molto furbe e ci accorgiamo subito quando c'è qualcosa che non quadra in un'altra persona. - sorrise e si appoggiò al ripiano del lavello - Quando sono diventati così importanti ho giurato a me stessa, prima che me lo dicessero loro, che li avrei sempre protetti da chiunque, e conoscere nuove persone e non dire chi sono i miei migliori amici mi avrebbe fatto sentire in colpa -

La ragazza di Georg annuì, fissando la bionda di fronte a lei con le labbra serrate.

- Tu sei più abituata, io non riesco ancora a capire bene come fare, Georg mi rassicura sempre dicendomi che devo comportarmi in modo naturale, ma a volte ho così paura di dire qualcosa di sbagliato -

- Ti capisco – Greta annuì a sua volta incrociando le braccia – stanno vivendo un'esperienza piena di stress ma anche di tante soddisfazioni ed hanno bisogno del supporto delle persone che gli stanno vicino, il problema è che magari non si rendono neanche conto di quanto sia dura per noi. Però non rinnego niente della mia vita, sono felice di averli, sono tutto quello su cui posso contare, se dovesse succedere qualcosa al nostro rapporto ne morirei -

- Ora capisco perché tutti quando parlano di te hanno quella luce di venerazione negli occhi – le confessò Michelle.

- Cosa? - la bionda sgranò gli occhi scoppiando a ridere.

- Sì è vero – annuì la ragazza sorridendo – devo anche ammettere che prima di conoscerti ero anche abbastanza gelosa. Georg chiedeva sempre a Tom come stavi. Per non parlare di lui, ogni secondo “Chissà cosa ne penserebbe Greta?” “Greta avrebbe detto così” “Devo ricordarmi di chiederlo a Greta”... -

La ragazza si irrigidì girandosi verso la finestra e sgranando gli occhi.

- Sì, eh? Tom adora prendermi in giro -

- Non penso che tutte quelle frasi fossero per prenderti in giro... ci tiene davvero a te -

Michelle si avvicinò alla figura di Greta e si mise nella stessa posizione della bionda, aspettando che girasse lo sguardo verso di lei.

- Anche io tengo molto a lui – sospiro la ragazza, come se volesse dirlo a se stessa piuttosto che a Michelle.

- Greta posso essere sincera? - disse all'improvviso - Ti conosco da poco, veramente poco, ma l'ho capito subito che provi qualcosa per lui, e lui per te -

Girò piano il viso e sorrise impercettibilmente spostando lo sguardo sul pavimento. Guardare le persone negli occhi le dava come l'impressione che potessero spiarle dentro più di quanto avesse voluto. Tutta la questione del “libro aperto” d'altronde le aveva fatto pensare che era esattamente così, dai suoi occhi trasparivano tutte le sue emozioni ed i suoi pensieri.

- Vorrei poterti dire di no – mormorò a mezza bocca stringendosi ancora di più nelle spalle.

- Perché? -

- Semplicemente perché ho davvero paura che tutto questo finisca, che la nostra amicizia non diventi che un ricordo, che mi debba dimenticare della sua esistenza... perché anche se come dici tu forse anche lui prova lo stesso, io non ci credo, non riesco a crederci che possa mentirmi su una cosa del genere. Io è da un mese che ho queste paranoie e già mi sento male all'idea che non gliene ho ancora parlato per paura -

- Sono uomini, dagli un po' di tempo – le consigliò Michelle.

- No il problema è che è Tom, e non è così diverso dal bambino con cui condividevo il banco a scuola, fa tanto l'uomo ma si perde in un bicchiere d'acqua per queste cose. Sono veramente terrorizzata, senza contare che parlarne con Bill non mi aiuta. - si fermò un secondo e poi guardò la ragazza di fronte a lei iniziando a gesticolare paonazza tentando di moderare la voce ma sentendo uno strano calore dettato probabilmente dal nervosismo, che le partiva dal petto, fino al viso - Sono cosciente del fatto che lui mi voglia bene e non mi voglia vedere soffrire, ma so anche perfettamente che è e sarà sempre dalla parte di Tom, anche se non me lo dirà mai apertamente... e sai cosa? Se venissi a sapere che mi ha nascosto qualcosa, starei veramente male -

Al finire di quella frase, il timer a forma di gallo dietro di lei cominciò a trillare, si girò di scatto e lo spense nervosamente buttandolo nel lavello.

- Beh, ora ne stai parlando con me – sorrise Michelle andando verso il forno e tirando fuori le pizze – il parere di una donna a volte può servire, e poi, magari ti potrà far male all'inizio venire a scoprire che Bill ti ha nascosto qualcosa, ma poi capirai che stare dalla parte del gemello era l'unica scelta che avrebbe potuto fare -

Sorrise e si spostò una ciocca di capelli castani dal viso mentre poggiava le pizze nei piatti. Greta la guardava e capiva che Georg era stato davvero un miracolato a trovarla.
Una persona come lei che si faceva coinvolgere in quel mondo doveva essere veramente innamorata. Da fuori probabilmente tutti pensavano che essere loro amici, avere un contatto così intimo e forte avesse solo lati positivi, ma c'era anche dell'altro che nessuno poteva immaginare. Bisognava sempre essere riservati, c'erano mille sotterfugi, tutto solo per poter garantir loro ancora un minimo di quella vita privata che tutti volevano strappargli dalle mani con ferocia, ed era per quel motivo che Greta aveva rinunciato ad un pezzetto della sua vita, solo ed esclusivamente per loro, e quando si incontravano persone come Michelle diventavano subito parte della loro grande famiglia, perché lei come solo poche avrebbero potuto, aveva semplicemente compreso la situazione.

- Capisco perché Georg si è innamorato di te sai? -

Michelle abbassò lo sguardo imbarazzata alzando le spalle – Mi fa ancora strano sentirlo dirlo da fuori, in realtà mi è ancora tutto nuovo, anche se sono terrorizzata anche io -

- Da cosa? -

- Di mandare tutto all'aria – mormorò la ragazza posando gli occhi castani sulla bionda.

Greta sorrise prendendo un piatto.

- Benvenuta nel club -

__

- Sono distrutto – disse Bill con voce acuta buttando la borsa sulla sedia della camera e togliendosi contemporaneamente la giacca e le scarpe.

- Ma se oggi non hai fatto praticamente niente – lo rimproverò Greta seguendolo nei gesti.

- Solo essere Bill Kaulitz mi stanca. Proviamo a fare a cambio per un giorno, poi mi dirai -

- Il prossimo copione che ti propongono accettalo, se è drammatico ancora meglio – gli consigliò la bionda ridendo.

- No, lo sai che non sarei bravo come vorrei, penso che continuerò a farmi amare come cantante -

- A proposito, quali canzoni avresti voluto farmi sentire? -

- Niente di che, cioè mi piacciono, ma Tom mi distrugge sempre l'entusiasmo con il suo bellissimo pessimismo cosmico -

Greta sospirò vistosamente mentre Bill si buttava sul letto a peso morto e batteva la mano sul materasso per dirle di unirsi a lui. La bionda fece lo stesso e si distese vicino all'amico girandosi di fianco, perdendosi nel suo profilo.

- Dici che ho sbagliato? - gli chiese bisbigliando in direzione dell'orecchio. Vide che si girava verso di lei mettendo un braccio piegato sotto alla testa; la guardò intensamente pensando in silenzio.

- Mi dispiace aver rovinato il tuo momento con la mia telefonata, ma... a parte questo, devi dargli tempo -

- Quindi ho sbagliato – evinse la ragazza – lo capisco dalla tua faccia che non hai il coraggio di dirmelo -

- Ce l'ho il coraggio di dirti quando sbagli – rispose dolcemente – ma non è questo il caso, è solo questione di tempistiche -

Greta sorrise e abbassò lo sguardo – Sai stasera quando mi ha detto che sarebbe uscito con quella modella, ci sono rimasta male -

- Gelosa, eh? - chiese Bill alzando un sopracciglio.

- No, infastidita – lo corresse..

- Sì, sei gelosa – la continuò a punzecchiare Bill divertito – Sei gelosa di Tom, sei gelosa di Tom – canticchiò.

- Quando ti metti una cosa in testa sei incredibile – sbuffò la ragazza girandosi di schiena.

- E' per questo che ottengo sempre tutto quello che voglio -

- Quello non succede perché hai cinque carte di credito? - rispose lei pungente.

- Ah ah – ironizzò Bill – la tua simpatia sta raggiungendo i massimi storici -

- Lo sai che ti voglio bene -

- Lo so – sospirò il ragazzo mettendole una mano sul fianco e tirandola un po' verso di lui – ed anche io te ne voglio -

- Cosa fare quindi? - chiese la ragazza girando il viso a guardare quello di Bill – Hai in mente qualcosa? -

Lui sorrise semplicemente, tolse la mano dalla vita di Greta, si mise a sedere sul letto per poi alzarsi dandole le spalle – Sono sicuro che sai esattamente cosa fare – si girò e si tolse la felpa senza dire altro – vado a farmi la doccia -
Greta rimase un attimo perplessa, di solito in quei casi Bill era il primo ad iniziare discorsi su strategie e piani che avrebbero potuto chiarirle meglio le idee, ma nei suoi occhi quella sera c'era qualcosa di diverso. Greta non poteva immaginare quello che frullava nella testa dell'amico, non poteva sapere, ma Bill si sentiva davvero in colpa. In colpa per tutti quegli anni in cui per amore del fratello, non aveva potuto dirle la verità.

___

Grazie a tutte voi per le bellissime recensioni. Sono felice del fatto che vi piaccia la mia storia. Probabilmente in questo capitolo non è successo niente di interessante per quanto riguarda l'affair Split/Greis ma non temete, nel prossimo - che vi consiglio vivamente di non perdere - ne vedremo delle belle.

In questi giorni ho cercato di focalizzare bene Greta nella mia testa, ma non ci sono riuscita. I miei personaggi  hanno il più delle volte dei caratteri molto sbiaditi nella mia mente, prima che veda una persona e pensi "eccola, è lei". Non voglio assolutamente imporvi la mia immagine che ho di Greis, perché è giusto che ognuna di voi la immagini come preferisca. Per me è decisamente così.
Alla prosima. Baci.
  
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