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Autore: alex_vampire    02/12/2009    0 recensioni
non ho mai pensato che mi sarei innamorata di qualcuno fino a sacrificare la mia vita per lui, almeno non la pensavo così fino ad oggi. oggi è il giorno in cui inizierò la mia nuova scuola, sono un po preoccupata ma me la caverò, credo.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-sono a casa!- strillai appena entrata in casa. -ciao tesoro- mi slautò mio padre seduto sul divano mentre leggeva un quotidiano. -senti, può rimanere Liam a mangiare?- -certo! che pizza volete? -io prosciutto e mozzarella- dissi io. -per me funghi- -ah e dopo cena posso andare ad un raduno della sua famiglia?- -ok, va bene, sai Liam anche io quando avevo l'età di Alessandra andavo sempre ai raduni della tua famiglia... erano pieni di cose nuove- -beato te allora! ormai dicono sempre le stesse cose! sono diventati un palla al piede...- -senti Liam ti va di salire su in camera mia?- -ehm certo... o... ok- mentre salivamo le scale sentivo i suoi piedi pesanti che si trascinavano. -ma perchè balbetti sempre?- gli chiesi mentre aprivo la porta della mia camera. -bho non lo so... perchè non so mai come risponderti... mi mandi in confusione totale... ah! ah!- ridacchiai anche insieme a lui. mentre stavamo entrando in camera si affacciò Logan alla porta della sua camera che si trovava davanti alla mia. -dove pensate di andare?- -Logan- incominciai calma avvicinandomi a lui -ma di che diavolo ti impicci?- gli strillai in un orecchio scherzando. -ragazzi!- la voce di mia padre fece eco tra le scale -è pronto!- finalmente Liam prese un po di entusiasmo sapendo che si mangiava e mi superò scendendo le scale. -certo che quando si tratta di mangiare non ti manca mai la voglia!- -questo è vero- concordò Giulian. -senti chi parla! il "signor mangio-tutto-io"!- con quella frase azzittii subito Giulian. Liam in cinque minuti spazzolò tutto il cibo che c'era nel suo piatto e chiese anche il bis. -guarda che ti fa male mangiare così veloce!- lo canzonai io. cercò di farfugliare qualcosa con la bocca interamente piena. -io ho finito!- annunciai -non credi di aver finito anche tu?- chiesi sarcastica a Liam. -no!- rispose velocemente lui. -avanti andiamo! non voglio fare brutte figure con i tuoi passando per la ritardataria che fa fare tardi al figlioletto al raduno di famiglia- lo presi per un braccio e lui si fece trascinare fuori ancora con la bocca piena. -uffa... però non avevo ancora finito!- brontolò Liam mentre accendeva il motore del pick-up. -davvero non lo so dove metti tutta quella ciccia che accumoli...- mi domandai sbalordita. -io faccio tanto movimento- -credo che i tuoi muscoli siano diventati più grossi rispetto a questo pomeriggio... ma quanto cavolo ti alleni?- -tanto... corro sempre! - Liam parcheggiò prima del vialetto dove di solito entrava. -perchè parcheggi qui?- -perchè dopo quando dovranno uscire gli altri sarò costretto a spostarla e non mi va!- -ah capito!- arrivammo quando tutti erano già seduti intorno al fuoco. -finalmente!- esclamò una donna, credo fosse sua madre, era da molto che non la vedevo e non ne ero sicura. -vedo che non sei solo- disse con aria stufata suo fratello Carter -chi è la bella ragazza che ti sei portato dietro?- -non sei per niente cambiato Carter...-lo rimporverai io in tono scherzoso. -Alex? davvero sei tu? wow come sei cambiata! non ti avevo riconosciuta! scusami... ehm...- cercò di rimediare alla frase precedente con grande imbarazzo. -fa niente- lo rassicurai io. la conversazione che introdusse all'inizio il padre di Liam parlava di miti e leggende della loro confraternita. -perfetto, ora passiamo ai nostri nemici per natura i v...- Liam lo interruppe. -mmm scusa papà visto che questa la so a memoria posso fare un giretto con Alex?- chiese quasi temendo la sua risposta. -ah si giusto c'è Alessandra- cosa? si era dimenticato che c'ero io? -ehm... si vai pure- -posso venire anche io?- chiese speranzoso Carter. -no- disse con tonalità piatta e severa il padre. -ma...- poi ci ripensò a accettò la risposta del padre. io e Liam ci allontanammo lentamente... io in realtà volevo ascoltare chi erano i loro nemici però non voelvo fare figuracce davanti a tutte quelle persone. l'ultimo ricordo che ebbi di quella sera fu quello della stanza di Liam, piena ancora più del salotto di quelle statuette intagliate da lui. quella notte stranamente non sognai niente. ad un tratto sentii una voce risuonare nella mia testa. -Alex! Alex!- qualcosa incominciò a scuotermi, non era la voce di mia madre, forse stavo ancora sognando? ad un tratto aprìì gli occhi e mi ritrovai il faccione di Liam davanti e mi incantai sui suoi bei occhioni blu mare. -oh mio Dio! perchè sono a casa tua? io... mia padre... oh no!- mi interruppe Liam. -non ti preoccupare ci siamo addormentati ieri sera... mio padre ha chiamato casa tua e gli ha detto come stavano le cose, tutto apposto!- -ah ok... che ore sono?- -sono quasi le otto di mattina- -coooosaaa????? farò tardi a scuola! e come faccio ad andarci? non ho nemmeno la mia macchina!- incominciai ad innervosirmi... come avevo potuto addormentarmi? -non ti preoccupare, ti accompagno io- -ah ok grazie mille Liam- -niente- arrivammo davanti scuola dopo pochi minuti. -ti vengo a prendere io dopo ok?- chiese Liam. -mmm... ok ciao!- mentre faceva retromarcia il suo sguardo incrociò qualcosa di sgradevole ma non riuscii a capire cosa... -tu conosci quello?- mi chiese una voce estranea, mai sentita prima, eppure così familiare. -è?- chiesi girandomi e mi resi conto che era quel ragazzo di cui tutte erano attratte, quel ragazzo misterioso. -mmm scusami non mi sono presentato... io sono Phil Powell e tu sei Alesanndra, giusto?- la sua voce era perfetta. -ehm... Ale basta comunque si sono io piacere... cosa mi avevi chiesto?- ero del tutto frastornata. -se conoscevi quello che ti ha salutata...- non mi piaceva che parlasse così del mio amico. -ehm si perchè?- -che rapporto ha con te?- sembrava un re di inghilterra per come parlava preciso e soprattutto deciso, come se avesse il copione scritto in testa. -è il mio migliore amico... ma scusa se lo domando, perchè ti interessa?- -niente, curiosità- la campanella suonò, e io scattai in classe, lasciandomi Phil alle spalle. le prime ore del mattino passarono velocemente che quasi non me ne accorsi. mentre prendevo un vassoio alla mensa un braccio mi afferrò di colpo. -hey- lo riconobbi subito era il ragazzo che avevo lasciato imbambolato davanti all'entrata della scuola -amica del lupo!- -come? lupo? che c'entra?- non capivo in quel momento. -ah immagino tu non sappia... niente mi sono sbagliato- rispose imbarazzato -pranzi con me?- -mm ok- non mi andava di rifiutare. di solito si sedeva al "tavolo di famiglia" con i suoi fratelli e sorelle - altrettanto belli - , ma svicolò a quel tavolo e si avviò verso un tavolo più piccolo e libero. -perchè non ci sediamo con i tuoi fratelli?- -perchè ti devo parlare, e non voglio che sentano- -mm ok... di cosa?- ero incuriosita, forse troppo. -mi permetti delle domande?- -mm ok ma solo se tu le permetti a me- risi. -va bene- la sua voce era sempre precisa -inizio io- sembrava dettasse le regole di un gioco di società, la sua voce era identica ad una cassetta registrata. -ok- acconsentii io. -chi sono quei due tipi super palestrati?- disse mentre indicava con il movimento del viso i miei due fratelli. -i miei fratelli- -quanti fratelli hai?- -davvero lo vuoi sapere?- -certo- disse lui sicuro. -ok, ne ho sei- -sei? davvero?- -si, sono cresciuta fra ragazzi- -bene, qual'è il tuo animale preferito?- -il lupo... su questo non ci sono esitazioni- e sfoderai il mio sorriso da premio oscar. sentii un grugnito salire dalla sua gola -stiamo messi bene...- -non la pensano tutti così... il lupo è carino... il mio amico la pensa come me...- -lo credo bene anche lui è- appena si accorse che io lo fissavo senza capire si interruppe. -allora... perchè ti sei trasferita qui?- -mio padre ha cambiato lavoro e quindi...- -capisco...- -anche se non mi piace stare qui, odio le cose fredde e bagnate- -sei venuta nel posto sbagliato, qui piove per la maggior parte del tempo- incominciò a ridere a crepapelle anche se io non capivo il perchè... -bene bene... direi che ho finito...- -tocca a me?- mi fece cenno di si e io incominciai spedita -perchè tutti mi nascondete qualcosa? rispondete sempre a metà, poi vi fermate...- -ci sono tante cose che tu non sai Ale- fece una pausa e mostrò i suoi denti bianchi in un sorriso migliore del mio -ma non posso essere io quello a spiegarti tutto...- allungai la mano per prendere il ketcup perchè le patatine della mensa avevano un sapore pessimo, nello stesso momento anche Phil allungò la mano per porgermi il ketchup e quando toccai il suo dito mi accorsi che era gelato come la neve. -perchè sei freddo?- chiesi incuriosita. -mmm- in quel momento sembrò andare in confusione -ho la temperatura molto bassa... tutto qua...- -aspetta ma tu non avevi gli occhi più scuri due giorni fa?- erano marrone scuro, lo avrei giurato. -ehm si i miei occhi cambiano colore rispetto al tempo, a volte sono marrone scuro e a volte quasi bianchi come ora- -ehm ok ok- -finite le domande?- chiese quasi ansioso della risposta. -mm no... sto pensando- feci una pausa per pensare e poi mi venne in mente cosa - perchè non mangi mai qui a scuola?- -non ho molta fame e sto molto attento alla linea- lo esaminai, era magro e muscoloso ma non più di Liam. -ma se sei magro come un acciuga...- -comunque hai finito?- -si, ho capito- -capito cosa?- -che mi nascondete qualcosa- -nascondete?- -si tu e Liam...- -io con il tuo amichetto non centro niente...- fece in ringhio ma non come quelli di Liam, i suoi erano più deboli. le lezioni ricominciarono e io restai con quell'ultima frase impiantata nella testa: io con il tuo amichetto non centro niente. non capivo. ero confusa. all'uscita passai dalle scale - ormai erano la mia uscita preferita e qualcuno mi prese per il braccio, di nuovo - era Phil. -hai propio il viziaccio di prendere le persone per il braccio?- -em scusami, ti ho fatto male?- -n... n... no...- dopo averlo guardato negli occhi la mia faccia doveva essere cambiata perchè con me anche lui si spaventò. -stai bene? cosa hai fatto?- era preoccupato. -i... i... tuuuoooi occccchhhhi... soonoooo rooossss... sssiiii...- riuscii a balbettare. -ehm scusami è il tempo, mi ero dimenticato di dirtelo, a volte sono rossi quando fa molto freddo.- -nniieeenntteeeeee...- e aveva ragione faceva davvero freddo. -hai freddo?- annuii e lui mi porse la sua giacca -tieni- -nnooo nnooo moorrriraaai dii frrredddddoo- -penso che qui quella a tremare sia tu- in effetti aveva più che ragione. accettai la giacca volentieri e anche se mi stava un po grande era molto, ma molto calda. -grazie- finalmente riuscivo a parlare senza balbettare. -ti accompagno dove hai la macchina?- -mi vengono a prendere- -mm ok dove?- -all'entrata della scuola- ci incamminammo per il viottolo che portava all'entrata, mentre passavo accanto a lui le persone che ci oltrepassavano ci fissavano stranamente... erano come dire sorpresi e allo stesso tempo impauriti - cercai di ignorarli - arrivammo all'entrata della scuola che Liam era già li. appena Phil vide Liam fece un salto all'indietro e lo stesso fece Liam. stavo per togliermi la giacca quando udii la voce di Phil. -tienila- -ma... veramente io...- -me la darai un'altra volta- -mm ok grazie- mi allontanai da lui e salii in macchina con Liam. -perchè eri con quello?- -ma vi diverte tanto chiamarvi "quello" come mentirmi?- -eh?- -niente, niente...- incominciai a singhiozzare. -che... chhee cos'haaii?- c'era un leggero tremolio nella sua voce. -è solo che non mi piace quando la gente mi mente... io esisto... non sono un pupazzo...- -quell'essere ti mente?- c'era un leggero tocco di ira nella sua voce. -Liam ma non ti accorgi che sei tu quello che ha incominciato a mentirmi?- -Alex scusa io vorrei ma...- si interruppe. -ma non puoi... è sempre questo quello che mi sento dire... io vedo cose strane... persone che cambiano in cinque secondi...- -e chi cambia?- -mmm... no niente... scusami mi sono sbagliata...- ora ero io quella che mentiva, anche se non come Liam e Phil. -chi? il mostro che era con te cambiava?- -ma perchè lo chiami mostro?- -mmm niente... io chiamo tutti così... allora?- annuii leggermente con la testa -ah e come cambierebbe?- -i suoi occhi... hanno qualcosa di strano, ieri sono sicura che erano quasi neri, oggi a mensa erano biondo chiari e prima erano rossi, quasi mi ha preso un'infarto quando li ho visti!- -aspetta, aspetta, lui aveva gli occhi neri mentre era vicino a te?- -ho detto quasi neri e comunque si perchè?- ok ora avevo paura. -maledetto succhia... Alex non ti devi avvicinare a lui quando ha gli occhi neri... potresti...- -perchè? perchè? perchè? perchè? uffa finisci una frase per una volta! odio chi mente!- -Alex scusa ma non posso... davvero se solo potessi anche dirti ciò che è... scusami- non risposi, rimasi in silenzio, volevo che si offendesse e che mi buttasse fuori dalla sua macchina. -hey Alex sei morta o che? il succhias... ehm quel tipo li ti ha stregata?- misi il broncio... -oh avanti Alex! sii adulta per cinque minuti... ti preeeeegooooo!!- sembrava mi implorasse e per un'attimo perse di vista il volante. -Liam attento alla strada!- il mio cuore incominciò a battere all'impazzata. -ti ho fatta parlare! l'ho fatto apposta!! ah! ah!- -Liam!- ok ora ero davvero arrabbiata -portami a casa per favore... anzi no senza favore!- -ok milady- sghignazzò. -stupido- passammo quei pochi minuti in macchina in silenzio tombale, una volta arrivata mi venne in mente una cosa e gliela dovetti assolutamente dire prima di andarmene. -comunque anche tu cambi!- -non è vero!- -si, invece! ogni giorno sembri più grosso e hai più muscoli... ti prego smetti di crescere così in fretta altrimenti non mi potrai più abbracciare sennò mi stritolerai...- -no problem... ciao!- -ciao...- non c'era molto entusiasmo nella mia voce. i miei non c'erano e mio fratello era a casa di non so chi, credo un suo compagno di scuola, avevo tutta la casa per me ma non me ne importava niente. finiti i compiti mi distesi sul letto ma poco dopo qualcuno bussò alla porta. chi altro doveva rompere? ero esausta e decisi di non andare ad aprire. bussarono ancora, non m'importava, ero esausta e poi dicerto era Liam. dopo un po il bussatore anonimo si arrese, pensavo che le rotture fossero finite ma dopo qualche secondo qualcuno pensò che fosse normale incominciare a tirare sassi alla mia finestra. mi affacciai alla finestra pronta a dirgliene quattro.
  
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