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Autore: VìTH    02/12/2009    2 recensioni
Pensate se esistesse un concorso dove bisogna inviare una lettera ai TH dove scrivere le propie emozioni... E se a vincerlo fosse una malinconica dark, che ormai non crede più a nulla? È la mia prima FF, spero vi piaccia..
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SCUSATEEEEEEEEE!! Sapeste quanti impegni ho!! Ormai, però, è giunta quasi la fine.. Teoricamente questo è il terzultimo capitolo ed è molto più lungo degli altri perchè è anche il più importante.. Buona lettura!! I ricordi di ieri si fecero strada nella mia mente assonnata. Però furono subito sostituiti dai pensieri di oggi. Sabato. Ultimo giorno. La settimana era già passata. Ho vissuto con quei 4 angeli e ora dovevo andare a casa. Domani. No. No no no. Il mio cervello rifiutava questa idea, non la accettava. Vado via dal paradiso per andare nell’inferno… Non è giusto… Quando scesi di sotto trovai già tutti e 4 i ragazzi a fare colazione. -Abbiamo in programma una grande giornata per te- Disse Gustav allegro. Anche se poi aggiunse tristemente:-Visto che è l'ultimo giorno...- Abbassai lo sguardo. -Bè, che si fa?- Georg mi mise un braccio atorno al collo offrendomi un biscotto, che accettai, e disse:- Ti dicono niente le parole "Studio registrazione"?- Silenzio. Poi sgrano gli occhi, mi volto verso di lui a bocca aperta, che mi affretto a richiudere. -Non mi dire che mi porterete...- -Si!- Dice Tom -GRAZIEEEEEEEEEEE- Abbraccio di gruppo. Un po' difficilotto a 5, ma meglio che niente... Salii a vestirmi e così fecero anche loro. Ero nella mia stanza, intenta a infilarmi una splendida cintura nera con le borchie quando sento Georg urlare:- Bill!!!!! DOVE DIAVOLO HAI MESSO LA MIA PIASTRAAAAA???!?!?!?- Uscii dalla camera e vidi Tom che faceva lo stesso. –Andiamo Claire- mi disse, facendo l’occhiolino – ci sarà da ridere- e scendemmo, diretti al divano. –Em.. Nel tuo bagno?- gli urlò in risposta Bill. –Non c’è nel mio bagno!!! L’hai usata tu!! Che ne hai fatto della MIA piastra???- - Em… Vedi, la mia era sotto carica e ho preso in prestito la tua…- La voce di Bill era incerta. -..e mentre la usavo.. ecco..- -L’HAI ROTTA????????- -Cos..? Noooooo- -BILL!- -E va bene, mi è caduta e non si è più riaccesa!- -COSAAAA????- Io e Tom eravamo irrecuperabili. Ci eravamo accasciati sul divano a ridere come due pazzi, contribuendo al casino che ormai si era creato in casa. Vidi Bill schizzare giù dalle scale, inseguito da un infuriato Georg armato di cuscino. –Aaaaaaaaaaaaaaaah Georg non l’ho fatto appostaaaaaaa!!!- -Francamente me ne infischio!- rispose Georg, prendendolo a cuscinate. Quando però Bill fu con le spalle al muro si fermò pensieroso. –Um.. Ho qualcosa di meglio in mente- Gustav era sceso anche lui. Si diresse verso me e Tom. –Scommetto che Bill ha preso qualche prodotto per capelli di Georg vero?- tra le risate facemmo di si con la testa. -E lo trovate divertente? Certo che… Accidenti quando fate così è impossibile parlare con voi!- e si sedette accanto a noi, rinunciando a parlarci visto che ridevamo come due scemi. Georg, intanto, era andato di sopra. Bill tirò un sospiro di sollievo. Che però si rimangiò quando vide Georg tornare giù con la sua piastra per capelli. –G-Georg… Cosa vuoi fare con l-la mia piastra?- Per tutta risposta lui gli sorrise maligno. Prese la piastra per a punta e alzò il braccio. –Nooooooo!! Lascia la mia Lizzy!!- Silenzio. -L-lizzy?- -Si, do nomi agli oggetti che c’è di male!- Silenzio. Perfino io e Tom riuscivamo a trattenere le risate. Almeno finché Bill disse: -Questo non dovevo dirlo…- Scoppiammo di nuovo a ridere. Georg si riprese in fretta. –Nononono te la presto finchè la tua non sarà aggiustata!!- Georg inarca un sopracciglio. –Ok, te la ricompro nuova!- -Questo era quello che volevo sentire- E gli ridiede la piastra. –Schifoso ricattatore- sibila Bill… -Così impari a prendermi la piastra!- -Ma non l’ho fatto apposta!E comunque credo che siano solo saltate le pile.. - -E va bene… Stavolta te la perdono…- -Grazie Georgino!- -Non chiamarmi Georgino!!- -Ok.. Georgino!- -BILL!!!!!!- Nella Cadillac di Tom, gli unici comodi erano lui e Gustav che si è piazzato al posto del passeggero, e così noi povere sardine (Georg, Bill ed io) stavamo stretti stretti nei posti dietro. Io in mezzo e Bill e Georg rispettivamente alla mia destra e sinistra. Bill aveva appoggiato la testa al finestrino, stanco per la corsa che aveva fatto nell’inutile tentativo di sfuggire alle cuscinate di Georg. Finalmente arrivammo a un edificio fuori Liepzig, le pareti erano di un arancione chiaro e l'insegna recava la scritta: "Studio di registrazioni di Liepzig". -Qui abbiamo inciso il nostro primo album. Vi ricordate?- -Avete inciso qui "Schrei"?- Chiesi a Bill. -Si... E quella volta abbiamo fatto bordello!! Ci hanno praticamente cacciati! Ahahah- Bill rise di gusto. Poi Tom ribattè:- Per forza, hai distrutto la macchinetta del caffè!- -Cosa??? Io?!?! Guarda che sei tu che volevi per forza la cioccolata!- -Intanto caffè e non cioccolata, ma chi è che ha incominciato a prenderla a pugni??- -Grazie tante, non scendeva il caffè- -Tom parla per te, volevi per forza cantare anche tu ma a quei tempi eri stonatissimo...- Replicò Gustav. -Grazie Gus- -Si, ma chi è che ha ingaggiato una lotta a suon di microfonate in testa?- Guardò di sottecchi Bill. -Ehi, non mi guardare così, tu mi hai fatto male!- -Perchè, tu no?!?!?!?- -E in tutto sto casino Georg e Gustav dov'erano?- dissi, guardando i 2 ragazzi. -Noi?- rispose Georg -Noi tentavamo di dividere quelle 2 belve, così ce le siamo buscate anche noi- -Alla fine facevamo così tanto casino- Continuò il batterista -che ci cacciarono.. Fortunatamente avevamo già finito con le registrazioni..- -Uau, complimenti ragazzi- Dissi ridendo. Entrammo e un lungo corridoio con varie diramazioni si presentò ai nostri occhi. -L'abbiamo prenotata per tutto il giorno- Disse Bill. -Smanettiamo un po', suoniamo... E poi.. sorpresa, ihih- Seguii i ragazzi attraverso i vari corridoi fino ad arrivare in una saletta divisa da un vetro. Da una parte c'erano degli strumenti: batteria, chitarra, tastiera, basso, un microfono... Dall'altra c'era la control room: mixer, studio monitor... C'era propio tutto. Entrammo, Gustav si sedette dietro la batteria, Tom prese uno sgabello li accanto e imbracciò la chitarra, lo stesso fece Georg col basso, Bill si sedette accanto al fratello. Io restai in piedi. Amavo quei strumenti, li sapevo suonare quasi tutti, ma quello che presi non era uno strumento. Afferrai un microfono e li guardai. -Volete suonare?- Tom stava giochicchiando con le corde della sua preziosa Gibson. -No. È che ormai ci viene così naturale farlo... Claire, sai suonare la chitarra?- -Si! Ti faccio sentire- E protesi un braccio per fargli capire di passarmi la chitarra. Lui strinse gli occhi e disse:- La MIA Gibson non la tocca nessuno...- E mi passa un'altra chitarra appoggiata la affianco. Dimenticavo che la Gibson è sacra... Imbracciata la chitarra feci qualche accordo di "Monsoon". -Ehi, ci sai fare!- Esclama Georg. -Dove hai imparato?- -Dal vostro video ^.^- -???- -All'inizio andavo un po' a orecchio con la chitarra di mio padre...- Mio padre. Una dolorosa fitta al cuore su una ferita ancora aperta. -... poi mi hanno insegnato. Ma non sono bravissima...- -È sempre un inizio Claire- Ribatte Tom. -Vado sul sicuro con la pianola.- Appogiata la chitarra al suo sostegno, presi posto dietro la tastiera e attacco con Don't jump. Mi è sempre venuta particolarmente bene. Sorrisi e li guardai. -Se in caso aveste bisogno di una tastierista...- -Ci faremo un pensierino- disse Bill, facendomi l'occhiolino. Sorrisi. Un sorriso aperto, sincero. Anche se sorridevo dentro di me temevo che quello fosse l'ultimo mio sorriso che vedessero. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- -Vieni Claire- Mi alzai e andai nella control room, seguito da Claire. Inserii la chiavetta nel computer e selezionai la cartella musica. -Dai, scegli una canzone!- -Um... Questa- Bring me to life degli Evanescence. Non la ascoltavo mai, non è il mio genere. Andreas ha provato a farmela sentire, con scarso successo. Comunque feci quello che dovevo fare, attaccai la musica, tornammo nell’altra sala e... -Via, cantala- e le diedi un microfono in mano. -C-cosa???- -Dai, voglio sentirti!- dissi sorridendo. -Em...How can you see into my eyes like open doors leading you down into my core where I've become so numb... without a soul...- Che voce. Splendida. Leggera, ma allo stesso tempo potente, con una tonalità incredibile. Cristallina, come la sua risata. Sorrisi. Nonostante cantava mi lanciava degli sguardi poco rassicuranti, come per dire "quando finisco ti uccido". Tom la guardava divertito, più per le occhiataccie che mi lanciava che per altro. Poi vidi un mutamento. Chiuse gli ochhi, ci mise più passione nel cantare... -...Wake me up Wake me up inside I can’t wake up Wake me up inside Save me call my name and save me from the dark Wake me up bid my blood to run I can’t wake up before I come undone Save me save me from the nothing I've become...- Quando la canzone finì le sorrisi. In un primo momento sorrise anche lei. In un primo momento... -Bill, brutta testa d'istrice che non sei altro, almeno potevi avvertirmi!!!- Tutti con me ce l’hanno oggi… -Ma che ti salta in testa??? Mi hai fatto fare una figuraccia!!- Gustav rise, poi si unì Georg ed infine Tom. Io tentavo di soffocare le risa (senza successo). -Claire, sei stata bravissima!- Silenzio. Lei abbassò la testa. -Non ho mai fatto canto. Mai. Non ho mai cantato davanti a qualcuno. Le uniche volte che canto sono in camera, sottovoce, con le vostre canzoni di sottofondo.- Alzò di nuovo la testa e stavolta guardò anche gli altri. -Siete stati voi. Mi avete fatto scoprire un mondo nuovo a me sconosciuto. Ho scoperto il mio amore per la musica con voi. Sono innamorata della musica. È tutta la mia vita. La mia droga. Tutto.- Un sorriso spuntò sulle nostre labbra. Noi 4, insieme, abbiamo sorriso a questa ragazzina dagli occhi neri e dalla voce stupenda. Contemporaneamente, noi 4, abbiamo donato un sorriso a una perfetta sconosciuta, a una che conoscevamo da appena una settimana. In quel sorriso abbiamo messo tutto l'affetto che abbiamo nei suoi confronti. Ognuno di noi, nel nostro cuore, provava un'enorme tristezza al pensiero di domani, quando l’avremo vista allontanarsi. Chissà se la rivedremo mai? No, è totalmente impossibile. Ma… Presi un foglio, tanto li ce ne erano molti, e scrissi i nostri numeri di telefono e le nostre mail. –Tieni- -Cos’è?- Prese il foglio. Lesse. Sgranò gli occhi. –Bill… ragazzi… questi..- -Si- dissi –i nostri contatti. Sarà molto improbabile rivederci, ma almeno ci potremo sempre sentire.- Sorrise di nuovo. –Allora ecco i miei contatti- strappò un pezzo del foglio e scrisse il suo numero e la sua mail. Ora ero sicuro che l’avrei sempre sentita. Restammo li tutto il giorno: suonammo, parlammo… Una fantastica giornata. E arrivò sera. -Claire- la chiamò Tom –Abbiamo dato una festa per te.- -Cosa? Sul serio?? Grazie!- -Ci sarà un sacco di gente! Purtroppo però non riusciremo a tenere lontani i giornalisti… Cerca di starci vicino, perché la sala è enorme e finché non riusciremo a tenerli lontani ci sarà una calca incredibile- -D’accordo. E dov’è?- -A Berlino- -Berlino??? Uau è stupendo!- Uscimmo dallo studio registrazioni e montammo in macchina. Dopo circa un paio d’ore arrivammo a Berlino e dopo un’altra mezz’ora al locale. I nostri amici erano già la. E anche la sorpresa per Claire. Entrammo. Una sala immensa dal soffitto basso, c’era della musica. La folla di fotografi e giornalisti ci investì. Presi la mano di Claire. Non riuscivo a capire cosa ci dicesse tutta quella gente. Domande forse, c’era troppo casino. Finalmente i buttafuori riuscirono a cacciarli e tornò un po’ di calma. –Claire c’è una sorpresa per te- Ci voltammo verso la porta che si aprì ed entrò una ragazza coi capelli biondissimi, gli occhi come due diamanti e un sorriso radioso stampato in faccia. –LAURA!- ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Non ci credo. Laura. Le corro incontro, e le butto le braccia intorno al collo. –Quanto mi sei mancata Claire! Adesso mi devi raccontare tutto!- -Ma che ci fai qui?- Che strano parlare in Italiano. Così strano che ci fu un leggero accento tedesco nella mia voce. -Toh, sei diventata tedesca ora?- mi dice, infatti, divertita. –Spiritosa… Vieni che ti presento i ragazzi.- -C-cooosa? Iii T-tokio Ho-ootel?- -Ma si, vieni!- All’improvviso Laura sembra inchiodata. La spingo dolcemente mentre lei cammina a fatica. Loro hanno guardato tutta la scena. –Ragazzi, lei è Laura, la mia migliore amica. Laura loro sono i Tokio Hotel!- -C-ccccciao…- -Piacere- Tom allunga la mano. Noto uno sguardo alquanto malizioso… Evidentemente se ne era accorta anche Laura, perché gliela strinse in estasi. Strinse la mano anche agli altri e ci sedemmo ad un tavolo. Tom riuscì a stare un po’ più distanziato da noi, accanto a Laura. Sempre il solito. Incominciarono a parlottare, lei nel suo tedesco incerto, lui sputando ogni tanto qualche parola in Italiano. –Bill! Tom! Ragazzi!- Mi voltai e vidi una ragazzo alto, biondo con un ciuffo che copriva in parte l’occhio destro e magro che si dirigeva verso di noi. –Andreas! Ci hai trovati finalmente!- -Eh si! Tu devi essere la ragazza che ha vinto… Come ti chiami?—Claire- -Piacere, Andreas- Parlammo tutta la sera, bevemmo un sacco. Arrivava gente, magari amicic loro, a volte giornalisti per intervistare o semplicemente fan che erano riuscite a intrufolarsi per farmi domande o chiedere un autografo. Si ballò. Salimmo anche su un piccolo palchetto e mi presentarono come la “fortunata vincitrice del concorso” ma soprattutto come una grande amica. La festa finì molto tardi, e di sicuro ero ubriaca fradicia. Troppi cocktail, super alcolici, birre & co. Non ricordo nulla, o quasi. Solo poche sensazioni: il profumo di Bill, la voce di Laura… Bill che mi abbraccia, amore, tristezza. E uno strano senso di leggerezza. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Tom mi aiutò a caricare Claire in macchina. Era venuta la limousine a prenderci, in 6 nella cadillac di mio fratello non ci stavamo. Mentre andavamo a casa la guardai. Dormiva beatamente.E pensai che finora mi ero preoccupato solo del fatto della lontananza. E se non mi amava? Magari a lei piaceva Tom, o magari ha il ragazzo… Di nuovo la tristezza si fece largo nel mio cuore. –Laura- bisbigliai –Tu dormi da noi stanotte- -Lo so. Me l’ha detto Tom- Mio fratello le lanciò un’occhiata eloquente. Sospirai. Non cambierà mai! È una cosa impossibile! Arivammo. Con un tocco leggero la svegliai. –Claire… andiamo, saliamo in camera… siamo arivati…- Aprì un po’ gli occhi. L’accompagnai fino in camera sua mentre Georg mostrava la camera a Laura. Si distese sul letto. Feci per voltarmi. –Bill..- Un mormorio. –Dimmi- -Non voglio andarmene- -Oh Claire…- Mi sedetti sul bordo del letto. –Li non mi vogliono. Mi odiano tutti. Perfino mia madre- -Ma no, che dici? Quale madre odierebbe la propria figlia?- -Quella che a causa della propria figlia ha perso il marito- -Non capisco- -Ogni estate passavamo un mese a Magdeburg, la città nativa di mio padre. Avevo molti amici. A casa mia, in Italia, quando uscivo tornavo verso le 6 e mezza, ma in Germania dovevo tornare alle 5 e mezza. Ogni anno era una lotta, perché io volevo tornare al solito orario. Un giorno, appena arrivati, in macchina, stavamo discutendo. Ci fermammo a un incrocio. Mio padre mi stava sgridando. Quando scattò il verde partì e si voltò appena per parlarmi. E… non vide… non vide quella cisterna che… Non aveva rispettato il semaforo..- Scoppiò in lacrime. Io, da parte mia, ero sconvolto. Non avrei mai immaginato una cosa simile. –Se solo non avessi protestato! Se solo mi fossi accontentata! È solo colpa mia!- -No no.. Non dire così.. è stato un incidente…- L’abbracciai. –Mi odiano tutti. Il mio ex-ragazzo.. Ero disperata quando è morto mio padre… E lui…- Lasciò in sospeso la frase. Capii cosa voleva dire. Aveva approfittato di lei. E penso peggio. –Mi prendono tutti in giro.. nessuno mi vuole.. Solo Laura capisce- La strinsi ancora più forte e le accarezzai i capelli. –Sai.. Ho tentato molte volte il suicidio- Mi congelai. Vidi che mi allungava una mano. Notai sul polso una profonda cicatrice e mi vennero i brividi. –L’ultima volta ero sul tetto di casa mia. Fu la prima volta che sentii “Don’t jump”. Avevo appena scaricato il vostro album sull’iPod. Avevo ascoltato tutto ed ero arrivata a Don’t jump. Stavo per buttarmi quando ho sentito quelle parole… Ho pensato, ho pensato molto. E sono rientrata.- Mi guardò. –Questo non lo sa nessuno Bill. Solo te. Ti prego, non dirlo a nessuno… Io non me ne voglio andare…- -Neanche io voglio che tu vada.. Sei divenata importante per me…- Ma che stavo facendo? –Ti amo Claire- Silenzio. Per un momento credetti di aver rovinato tutto. Per un momento… -Ti amo Bill-
   
 
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