Anime & Manga > Junjou Romantica
Ricorda la storia  |      
Autore: Nia    02/12/2009    6 recensioni
[Junjou Egoist centric]
"A lui bastava davvero così poco per essere felice. Se poi quel poco proveniva da Hiroki, allora sarebbe stato davvero il massimo."
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hiroki Kamijō, Nowaki Kusama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: La beauté du geste 
Tipologia: 
One shot  [Junjou Egoist Centric]
Avvertimenti: 
Shounen-ai. 
Rating: 
Verde
Credits: 
JunJou Romantica, tutti i suoi personaggi e le sue ambientazioni non mi appartengono ed io, di certo, non ci guadagno niente a scrivere su di loro. (Soddisfazione personale a parte).
Il titolo della Raccolta ha svariati significati e varie derivazioni. Prima tra tutti, un verso di una canzone del film "Les Chansons d'Amour".
Dedicato a colei che sarà per sempre la mia Erwann.

Spazio personale: 
Dedicata a Lei.
Lei è la mia Nowaki.
Lo so. Lo dicono tutti. Spesso ci si cimenta in questi "giochetti" identificandosi con qualche personaggio di anime, manga e quant altro, giocandoci su. Succede, normale.
Ma lei lo è davvero.
È stata il mio personalissimo tifone che mi è piombata addosso nel momento più improbabile, riuscendo a capire più cose di me di quanto io stessa volessi.
È dannatamente dolce, buona e comprensiva e soprattutto paziente (davvero paziente con me XP ) tanto da lasciarmi spiazzata ancora oggi.
Se parlo di Hiroki e Nowaki, non posso fare altro che sentirmi chiamata in causa in qualche modo. 
Infantile, stupido, ma lei è davvero la mia Nowaki.
Ed oggi è il suo compleanno. E ha avuto modo di scoprire quanto io sia impedita nel fare i pacchetti regalo XD ma quel biglietto l'ho scritto col cuore.
Maledetta te.
Ti voglio bene. Tanto.

Dedicata a lei.
La mia Nowaki. La mia Erwann. Entrambi, così incredibilmente simili a te.
Simili. Perché infondo l'originale è molto meglio.

_____________________________


 

- La beauté du geste -
 " Tifoni d'autunno "



 

Era scoccata la mezzanotte da pochi istanti e si ritrovò a provare una strana sensazione, del tutto irrazionale, da sembrare quanto meno assurda. Insomma, infondo era solo un giorno come un altro, perché sentirsi quasi… elettrizzato?
Elettrizzato. Lui, Hiroki. Questo si che era assurdo.
E per cosa poi?

Seduto sul letto, spostò lo sguardo verso il suo compagno che dormiva silenzioso accanto a lui.
Lo osservò attento, come spesso faceva in quei momenti. Momenti in cui sapeva che Nowaki non si sarebbe accorto di essere sotto l’occhio, forse invadente, dell’altro.
Conoscendolo ne sarebbe stato ben felice. Stupido Nowaki, a lui bastava davvero così poco essere felice. Se poi quel poco proveniva da Hiroki, allora sarebbe stato davvero il massimo.
Per Hiroki era diverso.
Lo amava. Ricambiava a pieno il sentimento di Nowaki con la stessa intensità. Ma non era bravo a dimostrarlo quanto lui. 
Spesso troppo brusco, si ritrovava a ferirlo senza volerlo. Dio, stava male ogni volta  che vedeva quello sguardo triste, confuso e anche mortificato. Si, mortificato, perché solo Nowaki poteva essere capace di sentirsi in colpa anche per le reazioni impulsive, illogiche e incredibilmente irritanti di Hiroki.
La verità, era che solo Nowaki si dimostrava così tanto paziente, dolce e comprensivo con lui. L’unico in grado di farlo sentire in quel modo. L’unico che lo faceva sentire davvero importante e speciale.
Aveva passato tanto di quel tempo a sentirsi in costante competizione con un’altra persona - al solo fine di raggiungere il cuore di un amico che ignorava i suoi reali sentimenti - che quasi aveva finito con l’abituarsi a doversi sentire in quel modo per il resto della sua vita.
Patetico, si davvero.
Ma la sofferenza che aveva provato a causa di quell’amore a senso unico, era stata davvero immensa, e “patetico” era l’unico aggettivo che gli venisse in mente per poter descrivere il se stesso di allora.

Prepotentemente riaffiorò in lui il ricordo lontano di Shinoda, l’agente immobiliare che conobbe per caso, mentre ancora sperava che Akihiko potesse accorgersi di quello che provava.
Si era sempre sentito sotto analisi con lui, e questo l’aveva sempre odiato. Eppure, per quanto l’avesse trovato irritante, prepotente e soprattutto incredibilmente arrogante, gli era grato per essergli stato accanto in un modo del tutto singolare.


<< Shinoda-san posso chiederti una cosa? Pensi che gli occhiali mi starebbero bene? >>
Era rimasto zitto, a guardarti, ancora una volta ti stava analizzando. Non che ce ne fosse bisogno in quel momento. Aveva visto anche lui Akihiko comparire davanti a voi in compagnia di Takahiro, e i tuoi sentimenti sarebbero stati decifrabili per chiunque. 
Ti eri immobilizzato a fissarli, sentendo il tuo cuore andare in pezzi. Ancora una volta. Chiedendoti di nuovo perché Akihiko non sorridesse in quel modo anche quando stava con te.
<< Sai sono… ehm… sembra siano diventati molto popolari nella mia scuola, quindi pensavo che magari anche io avrei potuto comprarne un paio, solo che…  non so se mi donerebbero o no. Insomma… mi servirebbe un’opinione sincera ecco.. >>
<< No. Per niente. >>
Secco, deciso, sicuro e dannatamente arrogante. Ma aveva capito benissimo il senso delle tue parole e fino a che punto ti saresti spinto per Akihiko.
<< Non ti donerebbero per niente. >>
Per quanto ti comprendesse, un tipo come Shinoda non sarebbe mai stato la persona giusta per te, e tu del resto eri ancora fin troppo immaturo per fare chiarezza nel tuo cuore.
C’era voluto ancora qualche tempo per capire cosa volessi realmente.
Un razzo caduto dal cielo davanti a te, un ragazzo che sembrò in grado di scrutarti l’anima in quei pochi istanti in cui i vostri sguardi si incontrarono prima che ti afferrasse letteralmente, trascinandoti via da quella panchina su cui ti eri seduto a piangere.

Un tifone, che era stato in grado di stravolgere ogni cosa, dandoti esattamente ciò di cui più avevi bisogno.
<< Anche se sei sempre stato tu ad amare... d'ora in poi, ti prego, lasciati amare.  >>
Se solo Nowaki si fosse immaginato che effetto avesse su di te ogni sua singola frase, ogni suo singolo gesto…
Così immenso e travolgente da chiederti, con paura inaudita, se mai tutto quello avrebbe avuto una fine.


Mezzanotte passata.
Nowaki dormiva davvero profondamente. Era stata una giornata faticosa per lui: il tirocinio all’ospedale e il lavoro part time, eppure, tornato a casa, aveva insistito per poter cucinare e trascorrere insieme una piacevole serata.
Spostò lento un mano verso il suo viso, sfiorandogli piano una ciocca di capelli che gli ricadeva sulla fronte.
Così bello, dolce, perfetto, da chiedersi costantemente cosa ci avesse mai trovato uno come Nowaki in un tipo scorbutico come lui.
Si avvicinò lentamente, stando bene attento a non svegliarlo. Odiava quel genere di smancerie, ma se Nowaki dormiva, allora tutto diventava più facile.
Sfiorò la sua guancia con le labbra, percepì il suo calore, il suo profumo, il suo respiro che sentì soffiare flebile sulla sua pelle.
<< Buon compleanno, Nowaki. >>
Un sussurro appena percettibile, arrossendo alla sola idea che l’altro avrebbe potuto svegliarsi improvvisamente e coglierlo in fragrante. 



<< Hiro-san, ti sei svegliato prima di me >>
Un’espressione confusa e ancora assonnata dipinta sul volto.
<< Si beh, non posso certo contare su di te no?! A causa tua arrivo in ritardo tutte la mattine! >>
Se ne stava seduto composto al suo posto, mentre teneva saldamente – troppo saldamente – il giornale davanti a lui, fingendosi concentrato sulle notizie del giorno.
Nowaki avrebbe ribattuto volentieri – calmo e tranquillo, intento ancora sbadigliare – all’affermazione dell’altro, ma… un passo, e davanti a lui si presentò una tavola perfettamente apparecchiata, una colazione che sembrava preparata ad opera d’arte.
E un mazzo di fiori. 
Un mazzo di fiori - così simile a quello che un tempo, il suo Hiro-san, già gli aveva regalato - posato lì, al posto dove usava sedersi Nowaki.
Un sorriso, il cuore che iniziò a battere più forte improvvisamente.
<< Hiro-san… >>
<< Muoviti! >>
Stringeva il giornale così forte, che Nowaki si aspettò di vederlo a breve diviso in due.
<< Siediti e apri il tuo biglietto! >>
Un ordine vero e proprio, a cui Nowaki non osò disubbidire.
Hiroki abbassò appena il giornale, assottigliando gli occhi ed osservandolo attento. Nemmeno lo stesse spiando.
L’altro sollevò il mazzo di fiori, tenendolo dolcemente tra le mani – quasi avesse raccolto qualcosa di infinitamente prezioso – e si sedette al tavolo, guardando ogni cosa con un sorriso stupito dipinto sul volto.
Annusò i fiori chiudendo per un attimo gli occhi, come se provasse un reale piacere in quel piccolo gesto. Hiroki arrossì ancora di più e si ricoprì veloce col giornale.
<< Farò tardi al lavoro. >> Borbottò burbero.
L’altro sorrise, riaprì gli occhi osservando attento i fiori. Vide la busta e la estrasse con cura.
Si era sentito curioso e ansioso. Certo, solo la colazione pronta e quel mazzo di fiori, sarebbero più che bastati per farlo sentire al culmine della gioia, ma un biglietto da parte del suo Hiro-san, lo rendeva quasi nervoso.
Insomma, non era tipo da certe cose, e per quanto potesse desiderarlo, non riusciva davvero ad immaginarsi il suo ragazzo che si sedeva al tavolo a scrivere un romantico biglietto d’auguri.
Guardò interrogativo i due biglietti estratti dalla busta che ora teneva in mano.
<< Hiro-san… >>
<< Si! Sono due biglietti! Due dannatissimi biglietti del treno, per una vacanza in montagna questo inverno! Avevamo constatato che le nostre vacanze lavorative sarebbero combaciate no?! E allora ho pensato che… oh insomma, razza di stupido, non pensare a niente di romantico o peggio chiaro?! Una vacanza non farà male a nessuno dei due! E poi è una vacanza economica in un semplicissimo albergo e ad ogni modo siamo sempre in tempo a disdire tutto! Anzi guarda, forse ho agito d’impulso e ho preso una decisione fin troppo affrettata anche per te, e… >>
Non riuscì a finire la frase.
Aveva iniziato a parlare senza neanche sapere cosa Nowaki stesse per dirgli, cimentandosi in un monologo quanto meno assurdo, quasi volesse giustificarsi del suo stesso regalo.
Perché di quello si trattava. Un bellissimo regalo che Hiroki aveva pensato per il suo ragazzo. No, anzi, un bellissimo regalo che avrebbe riguardato solo loro. Solo loro due.
<< Hiro-san, grazie! >>
Nowaki l’aveva travolto con così tanta euforia, che entrambi avevano finito col ritrovarsi a terra, Hiroki completamente avvolto dalle braccia dell’altro.
<< Grazie, grazie, grazie… >>
<< Dannazione smettila! Non montarti la testa! >>
<< Hiro-san… sono così felice. >>
La voce dolce, morbida, piena di amore per la persona che stringeva tra le braccia.
Hiroki tentava ancora di allontanarlo, ma… eccola lì, quella sensazione. Un battito accelerato, e il suo viso che sembrò andare in fiamme.
Avere intorno Nowaki… rende sempre tutto strano.
<< Nowaki! Basta, smettila! >>
<< Ti amo Hiro-san. >>
Avvolto in una stretta forte, sicura e salda, chiuse gli occhi, chiedendosi se fosse possibile sentirsi così bene, così felice e così incapace di dimostrarlo alla persona artefice di tutta questa miriade di sentimenti.
<< Ti amo Hiro-san. >>
Lo ripeteva sempre, più di una volta, prima di baciarlo delicatamente, con accortezza, cercando di imprimergli tutto quello che racchiudevano quelle due semplici parole.
E Hiroki lo sentiva sempre. Sempre.
<< … anch’io. >>
Sussurrò piano, timido, ponendo fine ai suoi tentativi di fuga per lasciarsi andare completamente, ricambiando in silenzio quel dolce contatto.



_______________________

Note:
Si, ancora altre note XD
Piccolo appunto per i più pignoli (e siccome io rientro nella categoria, capisco bene).
Sono naturalmente consapevole che Nowaki è stato abbandonato da piccolo e quindi è impossibile conoscere la sua precisa data di nascita (e se per caso fosse stata diffusa previo altre vie – nel manga io sono arrivata solo fino al secondo capitolo del sesto volume – allora chiedo scusa.) ma, almeno si suppone, si spera, e penso sia anche ovvio/logico, che comunque Nowaki abbia lo stesso una data in cui festeggiare il suo compleanno.
Sappiamo che è stato chiamato “Nowaki” (= Tifone) proprio perché il giorno in cui venne lasciato davanti all’orfanotrofio ci fu un Tifone, che in Giappone sono caratteristici del periodo autunnale. Di conseguenza il suo compleanno cade in autunno e da lì l’idea delle successive vacanze invernali.
Probabilmente tutto ciò era assolutamente inutile da specificare, ma ci tenevo solo a chiarire che non avevo certo scordato il passato di Nowaki.

Grazie a chiunque leggerà.
Nia
 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Junjou Romantica / Vai alla pagina dell'autore: Nia