Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Segui la storia  |       
Autore: bacinaru    03/12/2009    12 recensioni
1. English Spanner ( Chiave Inglese ):
"Edward aveva sobbalzato, colto in fallo. Arrossendo leggermente aveva distolto lo sguardo e farfugliato qualcosa che assomigliava tanto a un “No, è per la mia ragazza”
Il signore lo aveva guardato stranito e lui si era sentito sprofondare dalla vergogna [...]"
2. Dawn ( Alba ):
"Edward si era domandato spesso dove fosse finita la sua alba, almeno fino a quando non si era accorto di averla avuta sempre a portata di mano, ma la vita è breve e lui lo aveva capito troppo tardi."
3. Whisper ( Sussurro ):
"Winry ricordava il respiro caldo di Edward che le solleticava il collo, poi l'orecchio quando non riusciva a capire bene. Era divertente, caldo, ingenuo.
Era una bella sensazione."
4. Agony ( Agonia ):
"Desiderava solo che quegli istanti rimanessero tali, immutabili come in una fotografia, isolati dal resto della sua vita.
E l'agonia la prendeva, la cullava e la feriva, forte e implacabile, ma dolce."
5. Room Service ( Servizio in camera ):
"Non ne poteva più.
Era stressato, frustrato e insoddisfatto.
La sua vita era così schifosamente perfetta fino a quando non aveva fatto quella cosa.
Certo, non era proprio brutta, ma a volte avrebbe preferito aspettare ancora un po' e godersi i suoi poveri vent'anni. Non aveva già sofferto abbastanza, lui?"
6. Discover ( Scoprire ):
"Però, nonostante ciò, tutto rientrava nella norma, almeno fino a quando non si udì indistintamente lo scatto improvviso della cintura dei pantaloni di Ed, quest'ultimo drizzò le orecchie e, approfittando di una pausa tra un bacio e l'altro, chiese incerto:
-Win, che stai facendo?-"
7. Whisky:
"-Mmh... credo che darò di stomaco-
Mugugnò Ed, dopo un po', sempre con quel tono pigro e assonnato di chi è vicino a lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo."
8. Indelible ( Indelebile ):
"Vederla senza avere la possibilità di toccarla, di stringerla a sé e di sentirla sua faceva maledettamente male, ma era un dolore che doveva sopportare."
9. Nightly (Ogni notte/ogni sera):
"Le sorrise e posò un bacio a fior di labbra sulla sua fronte, prima di alzarsi in piedi: doveva andare.
Ad un tratto Winry fu invasa dal terrore e gli afferrò automaticamente un braccio, pregandolo con gli occhi di non lasciarla."
10. Routine:
"Esclamò, alzandosi e dirigendosi senza pensarci alla porta. Quando l'aprì per gridare a Winry quanto fosse stupida, fece appena in tempo ad abbassarsi e schivare l'ennesimo attentato alla sua vita ad opera di una chiave inglese.
Rabbia e frustrazione crescevano, confondendosi tra loro.
.-Ma dico: sei impazzita?!-"
11. Yesterday( Ieri :
"-Mi hai baciata a tradimento-
Si difese divertita, mantenendo l'aria offesa con difficoltà.
Edward assunse una delle sue migliori facce da schiaffi e le sorrise beffardo.
-Uhm, scusa, allora che vorresti farmi?-"
Genere: Romantico, Commedia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Winry Rockbell
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Indelible {Indelebile}







Osservò i campi immersi nell'oscurità della notte attraverso il piccolo vetro puntellato dalla pioggia. Chiuse per un attimo gli occhi, lasciando che la mente vagasse lontano, ad un tempo fatto di giochi e fiori, e di terra che sapeva di rugiada. Ricordava ancora il profumo del grano e le risa di tre bambini inconsapevoli del loro futuro.
Non era cambiato poi molto dall'ultima volta che aveva visto i campi della sua infanzia, ma lui sapeva che tutto era diverso, perchè lui stesso, ormai, lo era da troppo tempo.
-Sicuro di volerlo fare?-
Edward aprì nuovamente gli occhi, assimilando bene le parole di Mustang, così pacate e tranquille che gli sembrò di essersele sognate.
Era sicuro di ciò che stava facendo?
Non esattamente, si ritrovò a pensare, perchè non c'era nulla di cui essere certi, ma sapeva, però, che era la cosa giusta da fare, che lui fosse sicuro o meno.
-Sì-
Rispose, atono ma deciso, non voltandosi verso il suo superiore per evitare di vedere la realtà nei suoi occhi.



Perchè avrebbe fatto troppo male, troppo.



Con gesti calmi e al contempo impazienti, aprì lo sportello del passeggero e scese, incurante della pioggia che gli lambiva la pelle sfregiata da tante piccole cicatrici.
Insolito, avrebbe detto qualcuno; insolito che un ragazzo di appena diciott'anni si  fosse procurato così tante ferite.
Ma tutto ciò non era nulla, perchè quel qualcuno non aveva visto come era ridotto il suo cuore, non poteva vederlo e lui non lo avrebbe mai permesso.
Chiuse lo sportello con la stessa calma con la quale lo aveva aperto e, immergendo le mani nelle piccole tasche dei pantaloni, si incamminò lungo il sentiero dei ricordi.



E la pioggia cadeva, scarlatta come il sangue, indelebile.



Edward avrebbe voluto chiudere gli occhi, non vedere più nulla, smettere di vivere quella vita ormai persa, ma era troppo codardo per privarsi di un dono così prezioso.
Passo dopo passo continuò il suo cammino, osservando senza vedere le piccole gocce d'acqua che cadevano al suolo, tanto erano tutte uguali, tutte rosse, dense e dannate.

A poco a poco raggiunse la cima della collina, lì dove si ergeva quella che era stata la sua casa, la dimora della sua fanciullezza e il cofanetto dei suoi ricordi più preziosi.
Avrebbe sorriso, se solo ne fosse stato ancora capace.
Osservò la calda luce del focolare che traspariva fuori dalla finestra, molto probabilmente  era stato dimenticato acceso da Alphonse, che doveva essersi addormentato sul divano con un libro in mano, o da Winry, che ancora lavorava con i suoi automail, instancabile come lo era sempre stata, oppure dalla zia Pinako, che fumava un po' la sua solita pipa prima di andare a letto.
Fatto sta che il fuoco scoppiettava allegro, lanciando svariate ombre sull'erba scura.
Edward tentennò sul posto, cosa stava facendo lì?
Non sarebbe tornato, se lo era giurato a se stesso, e poi non poteva permetterselo, non dopo essere diventato quello che era.
Sarebbe andato via, lontano, dove nessuno più avrebbe potuto trovarlo, e così si sarebbero dimenticati di lui, avrebbero conservato solo un vago ricordo di quel ragazzo alchimista morto in guerra.
Sapeva bene che avrebbe causato dolore e lacrime, ancora, ma quella volta sarebbe stata l'ultima.
Eppure era tornato a casa, per un ultimo volta prima di lasciarsi tutto alle spalle.
Non poteva farsi vedere, non avrebbe potuto né abbracciarli né dirgli addio, ma andava bene così, doveva essere così.
Si sentiva sporco e non voleva che altri venissero contaminati dal sangue di poveri innocenti.
Il sangue... era divenuto una presenza costante, lo vedeva sempre e dovunque, nei sogni e nella realtà, nei visi dei militari che incontrava, sui proprio vestiti, sul suo viso e sulle sue mani, persino il cielo sembrava pianger sangue.
Forse sarebbe stato meglio tornare indietro, ma le sue gambe si mossero da sole e, facendo attenzione, Edward raggiunse la finestra e si nascose nell'ombra, osservando l'interno di quello che era il soggiorno-cucina con la coda dell'occhio.
Per un attimo il suo cuore smise di battere, per poi riprendere il proprio ritmo sempre più veloce.
Nella stanza una ragazza ormai diciottenne sedeva su una sedia all'apparenza molto scomoda, davanti a un piccolo tavolo di lavoro cosparso di numerosi aggeggi meccanici: sempre la solita.
La vide muoversi in continuazione sulla sedia, allungare un braccio per prendere una piccola vite, tagliare con mano sicura alcuni fili inutili e continuare il lavoro con la sua fidata chiave inglese.
Ed dischiuse le labbra, accorgendosi che il fiato gli era mancato all'improvviso.
Vederla senza avere la possibilità di toccarla, di stringerla a sé e di sentirla sua faceva maledettamente male, ma era un dolore che doveva sopportare.
Lasciò che un sospiro lieve gli sfiorasse le labbra, e non si diede la pena di capire se ciò che bagnava il suo viso fosse la pioggia o le proprie lacrime.
Al e la zia dovevano essere già a letto, peccato, avrebbe voluto vederli un'ultima volta.
Però aveva visto lei, Winry, e non era così sicuro che questo fosse un bene.



Perchè doveva essere tutto così difficile?



Distolse a fatica lo sguardo da quella figura che per così tante notti aveva costellato i suoi sogni, quelle rare volte che riusciva a dormire senza essere tormentato da incubi scarlatti. Mosse un piede, divenuto come piombo, e poi l'altro.
Ad ogni passo che lo portava via di lì il suo cuore si frantumava, si sarebbe meravigliato se alla fine ne fosse rimasto qualcosa oltre che a polvere di sangue.



Maledizione! Odiava tutto quel sangue!



Il suo petto urlava di tornare indietro, urlava così forte da sembrare una povera bestia in agonia, e lui non lo sopportava, si sarebbe volentieri tappato le orecchie se ciò lo avrebbe escluso dal suo stesso dolore, ma si limitò solo a serrare le labbra e a stringere i pugni, con tanta forza che le nocche gli divennero bianche.


Sarebbe passato, un giorno o l'altro, tutto sarebbe stato dimenticato.


--Ed?-
Si fermò riluttante, cogliendo in quel richiamo una leggera sfumatura onirica. La mente cominciava a fargli brutti scherzi, forse avrebbe dovuto riposare, riprendere le forze che aveva perso nel corso del tempo, ma non sapeva come, perchè la notte non bastava.
-Ed, sei tu?-
Il suo corpo si irrigidì all'istante e la sua mente comprese quanto ingiusta fosse la realtà, più di quanto non lo fosse già stata.
Dove aveva sbagliato?
-Edward, ti prego, girati-
Frantumi di un cuore ormai spezzato che continuavano a lacerargli il petto, sangue che colava, oscurando tutto ciò che di vivo era rimasto in lui, ma forse qualcosa era ancora lì, perchè premeva forte, gridava, urlava, graffiava: il desiderio di credere che niente era perduto.
E, nonostante la mente fredda tipica di un soldato continuava a imporgli di camminare, Edward si voltò, piano, incerto e allo stesso tempo sicuro che fosse solo una mera illusione, ma quando la vide, un tenue calore si sprigionò nei suoi occhi.
Winry era lì, in piedi sull'uscio di casa, con addosso una giacca leggera e sulle labbra un sorriso sincero. Probabilmente piangeva, ma la pioggia, abile occultatrice, tutto celava.
-Ed, sei tornato...-
Disse in un soffio di vento, correndo giù verso di lui, rallentando man mano, fino ad essere a soli due passi di distanza. Gli sorride, piangendo di gioia, proprio come Ed le aveva promesso.
Il ragazzo non si era mosso e non aveva parlato, si era limitato a guardarla con occhi spenti, forse non riuscendo a rompere la barriera inviolabile che si era creato col tempo.
Winry allungò una mano, incerta, come per accertarsi che fosse reale, ma al solo tocco del suo petto, Ed si ritrasse, mantenendo comunque la medesima espressione.
-No... no, Winry-
Sussurrò, enigma al quale solo lui aveva la risposta.
La ragazza riportò la mano al proprio petto, scettica, il sorriso ormai sfumato dalle labbra sottili.
-Ed, che cosa ti prende?-
Lui era lì, dopo mesi e mesi che non lo vedeva, mesi e mesi passarti a contare i minuti che la separavano da lui, senza mai sapere quando l'attesa sarebbe finita, mesi e mesi a vivere con la speranza che sarebbe tornato, senza avere la certezza di trovarlo vivo o morto in una bara.
Era lì, in piedi davanti a lei.
Era lì ed esisteva.
Era lì, era tornato.
Edward sentì qualcosa di nuovo, o qualcosa provato in passato che non ricordava, nascere dentro di lui. Confusione che lo portava a due volontà contrastanti.
Voleva fuggire, vivere in solitudine e dimenticare.
Ma allo stesso tempo desiderava restare lì, farsi toccare, avvertire il suo calore bruciargli sulla pelle, sentire la sua voce chiamarlo, più vera che un semplice sogno.
Non sapeva cosa fare.
-Ed, rispondimi!-
Winry cominciava a spazientirsi, desiderosa di poterlo abbracciare, ancora una volta.
Tentò ancora di avvicinarsi, ma ad ogni suo passo verso il futuro lui ne compiva uno nel passato, e la vide, celata dietro le sue iridi ambrate, vide quella paura di farsi male.
Abbassò il braccio, guardandolo e non facendo null'altro. Lo guardava con l'attesa negli occhi, supplicandolo in silenzio di venirle in contro.


E la pioggia continuava a cadere, intingendo di rosso tutto ciò che toccava.


Edward chinò il capo, volgendo gli occhi a terra, osservando il sangue che gli imbrattava le scarpe. Perchè? Perchè non lo lasciava in pace? Dannato, così, per l'eternità, non poteva vedere altro.
Ma non voleva riservare a Winry lo stesso destino, non voleva toccarla, non voleva macchiare anche lei. Aveva paura di vedere il sangue colare dalle sue iridi azzurre, così come scendeva la pioggia sul suo viso.


Il rosso, era il suo colore preferito, ora iniziava ad odiarlo.


-Winry...devo andare-
Annunciò con voce fievole, nella semplice speranza che la pioggia nascondesse le sue parole.
Winry non rispose, non disse nulla e continuò a guardarlo.
Se ne andava via, di nuovo?
-Devo... non posso... il sangue...è dappertutto, non sono più lo stesso... non... -
Biascicò, tentando forse di trovare una scusa nella verità, pregando Dio affinché lei lo perdonasse, affinché capisse.
E Winry, infatti, aveva capito.
La ragazza sorrise, abbracciandolo di slancio, respingendo con poco i suoi vani tentativi di allontanarla.
Lo abbracciava, chiudendo gli occhi e stringendolo forte a sé, fino a quando lui non smise di muoversi, rimanendo inerte. Allora lei rallentò la presa, ma non la sciolse.
Edward teneva gli occhi fissi, spalancati dinanzi a sé, cercando di capire cosa gli stesse accadendo. L'impatto era stato doloroso,  come se una lama gli avesse squarciato il petto, ma poi, così come quando giunge la morte, un caldo tepore gli aveva confuso le membra. Però lui non stava morendo.
-Sei davvero uno scemo. Non mi hai mai dato tue notizie in questi mesi, torni qui senza avvisare e te ne stai sotto la pioggia senza cercare un riparo. Sei sempre tu, Ed, sei sempre il solito scemo-
Winry lo strinse un po' più forte, sentendolo fremere fra le sue braccia.
-E come al solito ti dimentichi che ci sono io per te, che sarò sempre qui ad aspettarti.-
E poggiò la testa sul suo petto, per sentire il suo cuore battere ancora una volta, così forte da sovrastare lo scrosciare della pioggia.
Edward dischiuse le labbra e ricambiò l'abbraccio, tornando finalmente a respirare.
E senza accorgersene la pioggia tornò ad essere trasparente,


perchè non importa quanto una cosa
 sia indelebile, l'amore lo sarà sempre di più.














Angolo autrice:


Chiedo venia per il mostruoso ritardo, ma tra scuola e il contest da concludere, sempre se riesco a mettermi in contatto con la mia co-giudice ç.ç,  e l'ispirazione che va e viene è stato abbastanza difficile!
Ragazze, vi adoro, davvero!! Penso che questo capitolo sia abbastanza chiaro, ma se avete dei dubbi chiedete, vi risponderò nel prossimo capitolo.
Purtroppo ora sn un pò stanca, perdonatemi ma non ce la faccio a rispondervi a tutte ^^"" Ma sappiate comunque che tutte le vostre recensioni mi rendono felicissima e io vi ringrazio tantissimo, sia per il tempo che perdete a leggere sia per il tempo che perdete a recensire! Siete gentilissime! Spero che il cap vi sia piaciuto!^^



  
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: bacinaru