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Autore: semplicementeme     03/12/2009    3 recensioni
- Sara, è meglio se stasera resti a dormire da me.
La ragazza neanche lo sentì. Si accucciò meglio tra le braccia dell’amico e continuò a dormire.

***On line Prologo + XXIV capitolo***
PROSSIMO AGGIORNAMENTO: A DATA DA DESTINARSI
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il sapore di un bacio'
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   Capitolo XXII

 

       - Sveglia!

   Un mugolio in risposta – forse un grugnito –e lo spostarsi verso sinistra, dal lato opposto rispetto all’origine della voce fastidiosa.

       - Svegliati pigrona!

   Stavolta la voce proveniva proprio dalla sua sinistra, si rigirò verso destra tenendo sempre gli occhi chiusi, non aveva la forza di aprirli.

       - Mi sto innervosendo, adesso cerca di svegliarti!

   Non era possibile! La voce proveniva nuovamente dalla sua destra.

   Perché quella mattina si erano trasferiti tutti nella sua stanza? C’era forse un “Congresso Internazionale sul come disturbare una povera ragazza bisognosa di dormire” proprio in camera sua? Possibile che solo lei non fosse al corrente dell’evento? Cosa aveva fatto di male per meritarsi tutto ciò?

   Mise la testa sotto il cuscino tenendo sempre gli occhi chiusi. Quelle voci, e sapeva di chi si trattava, erano insopportabili. Rimbombavano in testa ed erano amplificate al massimo! Voleva solo dormire ed invece niente, non le concedevano un attimo di pace! Un martello pneumatico piantato nelle sue orecchie sarebbe risultato essere molto meno fastidioso delle voci che quella mattina, dolcemente, le avevano dato il buongiorno!

   Improvvisamente il caldo confortante del piumone svanì ed un freddo pungente investì il suo corpo ancora rannicchiato sotto quello che era stato il suo rifugio rassicurante. Chiuse ancora di più gli occhi, facendo aumentare così la sua emicrania: odiava il mal di testa post-sbornia. Ancora di più odiava le Scimmie Urlatrici che avevano organizzato un concerto proprio dentro la sua testa!

   Generalmente non beveva molto ma quella volta ne aveva avuto bisogno. Doveva rilassarsi e spegnere, per un bel po’, il cervello!

 

*****

 

       - Immagino che se adesso ti baciassi rovinerei tutto.

   Otto parole che avevano avuto la capacità di mandarla in crisi. Aveva provato a rispondere ma senza successo. La lingua le si era ingarbugliata ed era riuscita solo a balbettare il nome del… come definirlo? Amico? Ex? Spasimante? Corteggiatore?

   Era confusa, non sapeva che ruolo Damien ricoprisse, adesso, nella sua vita e questo la faceva sentire impotente, lei che era sempre stata abituata a catalogare le persone con una proprietà… Andrea l’amico, Clara la confidente, Anna il rimpianto, sua madre il nemico, suo padre l’eroe ed adesso Damien… un grandissimo punto di domanda!

   E poi baciarlo? Il solo pensiero le provocò un brivido lungo la colonna vertebrale; che genere di brivido, però, non riusciva a capirlo.

   Aveva già baciato Damien – effettivamente aveva fatto anche altro, molto altro, con lui – e sapeva come baciava, non aveva bisogno di dimostrazioni. Lo conosceva, o meglio, conosceva il ragazzo appena uscito dall’adolescenza, il nuovo Damien – l’uomo Damien – per lei era un perfetto estraneo e questo, insieme ad altre buone ragioni, la bloccava. Non si trattava di paura, no, era qualcos’altro, ma non riusciva a capire cosa… forse buon senso! 

   Era stata rapita dai suoi pensieri e si era scissa in due, senza sapere cosa dire, cosa fare, come comportarsi. Era di fronte ad un bivio e non sapeva quale strada prendere.

   Appena aveva sentito quelle parole, una vocina nella sua testa le aveva urlato di saltargli addosso, baciarlo e dimenticare il resto. Anche lei aveva bisogno di amore. Anche lei aveva bisogno di lasciarsi andare; aveva creduto di poter provare, ma era stato solo un attimo. Giusto il tempo di pronunciare il suo nome e si era bloccata iniziando a balbettare.

   Stavolta nessuna vocina nella sua testa, solo un ricordo che le fece gelare il sangue nelle vene. No. Non poteva permettersi di lasciarsi andare. Sarebbe rimasta nuovamente scottata, ferita, umiliata. Avrebbe nuovamente raccolto i cocci del suo cuore infranto e non voleva farlo, non voleva più soffrire. Inoltre, era quasi arrivata alla realizzazione del suo sogno, non poteva permettersi delle distrazioni, di nessun tipo.

   Quando il flusso dei suoi pensieri si fu interrotto, si era ritrovata sola in casa seduta sul divano a guardare un punto fisso davanti a sé. Una guancia che bruciava per via di quel bacio delicato, caldo, che Damien le aveva depositato pochi minuti, secondi, istanti, prima.

   Aveva chiuso gli occhi e si era buttata a peso morto sul divano, sdraiandosi e rannicchiandosi in posizione fetale.

   Appena chiuso gli occhi aveva iniziato a piangere.

   Rabbia.

   Angoscia.

   Frustrazione.

   Iniziò a picchiare i pugni contro il divano ed ad ogni colpo si sentiva sempre peggio. Urlò contro il cuscino tutto il suo… malessere.

   Meno di due settimane prima aveva promesso ad Andrea di reagire. In macchina aveva creduto davvero di potercela fare. Si era detta che era arrivato il momento di voltare pagina e ricominciare; si era detta che il suo attimo doveva concludersi in quella mattina piovosa di fine novembre… ed adesso era lì a piangere e disperarsi perché si era resa conto che il suo passato l’avrebbe tormentata in eterno.

   Urlò ancora contro il cuscino, non voleva farsi sentire da nessuno… non voleva sentirsi. Era una sconfitta, l’ennesima di una vita.

 

   Solo dopo un po’ di tempo, neanche lei sapeva effettivamente quanto ne era passato, era riuscita a frenare la valanga di lacrime. Si era messa seduta sul divano abbracciandosi le ginocchia, sperando di scaldarsi. Aveva freddo nonostante l’ambiente fosse riscaldato. La televisione mandava in onda le immagini di un video di cui non conosceva la canzone, figurarsi il cantante. Si alzò per spegnerla e facendolo notò i piatti ancora sporchi del pranzo.

   Si rimboccò le maniche del maglione ed andò in cucina. Sistemò il vino bianco servitole per preparare il risotto al suo posto e fu allora che la vide: una bottiglia di vino rosso, chiusa, sigillata. Probabilmente risaliva all’ultima cena a cui avevano partecipato anche Danilo e… Damien.

   Guardò l’orologio e si accorse che erano quasi le otto, Clara sarebbe tornata presto. Un bicchiere non le avrebbe fatto male, magari la sua coinquilina le avrebbe fatto compagnia. Dopotutto era Clara quella super sofisticata che sapeva come e quanto bere!

   Guardò il suo cellulare e notò le chiamate della madre… nessuna di Damien.

   La chiamò tranquillizzandola e dicendole semplicemente che aveva dormito. Probabilmente era la verità, quando Damien aveva detto che andava via erano passate le cinque da poco. Non poteva aver pianto per più di tre ore!

   Dopo aver chiuso con sua madre aprì la bottiglia e si riempì il bicchiere di vino iniziando a sorseggiarlo lentamente.

   Aveva bisogno di scaldare la sua anima, sapeva che dal vino non avrebbe tratto giovamento ma non le interessava. Voleva spegnere il cervello! Avrebbe preso solo un bicchiere e poi avrebbe iniziato a lavare i piatti.

   Il primo sorso andò giù bruciandole la gola. Non amava particolarmente il vino, preferiva la birra o cocktail con un tasso d’alcool davvero basso, bassissimo, ma per quella sera avrebbe fatto un’eccezione e lo avrebbe bevuto.

   Avrebbe bevuto solo per dimenticare. Appena formulato quel pensiero ecco che le parole di Damien le tornarono in mente, facendole mandare giù anche il secondo sorso. Ancora bruciore ma stavolta meno intenso di prima, forse si stava abituando.

   Il cervello però… quello restava sempre accesso, ed allora era meglio andare giù con il terzo ed il quarto sorso. Il bicchiere presto si fu svuotato con grande dispiacere di Sara, mentre il suo cervello era rimasto attivo, forse più di prima.

   Chiuse gli occhi e poggiò la testa sul tavolo. Il fresco della superficie di legno le regalò un lieve benessere. Cercò di rilassarsi ma con scarsi risultati, la tensione e frustrazione erano ancora lì. Aprì gli occhi, la testa poggiata ancora sul tavolo. Davanti a lei stava la bottiglia di vino. Si riempì ancora un bicchiere, stavolta mandò giù tutto in un sorso. Il bruciore fu insopportabile tanto che iniziò a tossire violentemente.

   Riuscì a riprendersi dopo pochi minuti – e dopo varie imprecazioni rivolte contro se stessa e la sua inettitudine, non era capace neanche di ubriacarsi – aveva la gola in fiamme, forse per il vino o forse per la tosse. Provò ad alzarsi ma con scarsi risultati, perse l’equilibrio e finì nuovamente seduta.

   La testa girava vorticosamente.

   La luce le dava tremendamente fastidio.

   Il suo cervello, sfortunatamente, era ancora lucido, sveglio.

   Guardò la bottiglia.

   Guardò il bicchiere vuoto.

   Allungò il braccio fino alla bottiglia riempiendosi un altro bicchiere. Al diavolo tutto e tutti. Voleva dimenticare ed avrebbe bevuto fino a che non avrebbe ricordato neppure il suo nome. Non le importava di nulla. Neanche del rischio di ubriacarsi, voleva – doveva – necessariamente dimenticare! Guardò il bicchiere pieno di quel liquido rosso, chiuse gli occhi.

       - Alla mia salute!

   E giù in un unico sorso. Era il terzo bicchiere, lo poggiò sul tavolo in un gesto brusco. Poi fu il turno della sua testa, anche essa finì sul tavolo. Chiuse gli occhi, le orecchie le fischiavano. Iniziò a battere la fronte sulla superficie di legno.

       - Spegniti! Spegniti… maledizione basta!

   Gli occhi le si riempirono di lacrime che iniziarono a sgorgare senza che se ne rendesse conto. Piangeva ed intanto picchiava la testa sul tavolo, le lacrime presto furono accompagnate da risate isteriche.

   Non riusciva a crederci: si era ubriacata ed il giorno dopo sarebbe stata malissimo, ma il suo cervello era rimasto acceso. Cosa doveva fare per smettere di pensare?

   Provò con un quarto bicchiere, lo mandò giù con un unico sorso, sbrodolandosi come una bambina. Non le importava di nulla, non le importava del sapore acre che aveva in bocca, non le importava della gola che bruciava, non le importava delle orecchie che fischiavano. Non le importava di nulla, doveva solo dimenticare.

   Guardò la bottiglia e si rese conto che effettivamente mancavano più di quattro bicchieri, possibile che… guardò il bicchiere e lo trovò pieno per metà; si era versata un altro bicchiere, che aveva mandato giù senza indugi, la cosa assurda era che non si era accorta di averlo fatto. Quello forse era il quinto o il sesto bicchiere? Non le importava, aveva un unico scopo: dimenticare.

   Quando fu assalita dalla nausea, facendo forza sulle braccia e piegando il più possibile i gomiti, si alzò. Il capogiro che la colse fu così inaspettato che finì seduta sul pavimento.

   Iniziò a ridere ancora più forte ed a battere i pugni sul pavimento, la nausea sempre presente. Dopo pochi minuti si mise in ginocchio e provò ad alzarsi ancora; stavolta ci riuscì al primo tentativo. Allargando le braccia, cercando di equilibrare il suo baricentro, iniziò a camminare ridendo di tanto in tanto. Doveva andare in bagno a vomitare, ma alla fine optò per la sua camera da letto, voleva dormire.

   Arrivata in camera si buttò sul letto, tolse di slancio le scarpe senza preoccuparsi dove potessero finire e si mise sotto le coperte senza badare a niente e nessuno, nausea compresa. Si coprì con le coperte fin sopra la testa chiuse gli occhi lasciando che altre lacrime le bagnassero le guance… senza rendersene conto si addormentò.

 

*****

 

       - Lasciatemi in pace!

   Rannicchiandosi ancora di più su se stessa, Sara mise la testa sotto il cuscino premendo questo con forza sopra la testa.

       - Stai scherzando, vero? Adesso tu mi spieghi cosa è successo!

       - ‘Fanculo!

   A quella risposta, così lontana dallo stile di Sara, Clara non ci vide più. Prese il cuscino con forza e lo strappò dalle mani dell’amica.

       - Adesso Bella Addormentata tu ti alzi, ti rendi presentabile e poi mi racconti tutto! E quando dico tutto intendo proprio tutto! Muoviti!

       - Clara non rompere. Non sei mia madre e se adesso non ti dispiace io continuerei a dormire dato che oggi è il mio giorno libero!

   Così dicendo Sara si piegò per prendere le coperte e ricoprirsi con esse. Il suo gesto fu bloccato da una mano di Andrea che si fermò proprio sulla sua spalla!

       - Clara non è tua madre. Io non sono tuo padre. Però è stata proprio tua madre a chiamare Clara tremendamente preoccupata chiedendole che cosa ti fosse successo dato che ieri sera ti aveva sentita strana al telefono.

       - Sono viva e vegeta. Adesso se non vi dispiace tornerei a dormire!

       - Non credere di poterti sbarazzare così facilmente di me. Io non sono Andrea che basta una parola e si rimette al suo posto!

   Le urla di Clara non fecero altro che far aumentare il mal di testa di Sara che si portò un braccio a coprire gli occhi. Il concerto delle Scimmie Urlatrici era ancora in corso!

       - Senti Principessa Sul Pisello ti ricordo che io sono sempre qui!

   Andrea, piccato, aveva risposto bruscamente a Clara, spostando l’attenzione su di sé!

       - Ma fammi il piacere. Il tuo continuo giustificarla e proteggerla da tutto e da tutti, soprattutto da tutti, l’hanno resa quello che è: una donnetta pronta a piangersi addosso non appena la situazione si complica! Complimenti, ottimo risultato!

   Sara cercava di ignorare i due amici che adesso stavano litigando tra loro. Si massaggiava le tempie con movimenti circolari degli indici. Gli occhi chiusi cercando di non ferirsi con la luce.

   Sentiva le parole di Clara rimbombarle in testa come una cantilena.

       …una donnetta pronta a piangersi addosso… una donnetta pronta a piangersi addosso… una donnetta pronta a piangersi addosso…

   Era così che la vedeva la sua coinquilina? Così mal ridotta? La voce di Andrea ruppe quella nenia fastidiosa.

       - Certo! Invece il tuo aggredirla sempre e comunque la rendono più forte, non è così? Ma fammi il piacere!

       - Ma come ti permetti, io non l’aggredisco! Io cerco di smuoverla dall’apatia di cui spesso è preda. E tutto questo grazie anche ad un amico che non fa altro che giustificarla, anche quando ha torto marcio!

       - E chi ti dice che io la giustifichi sempre? Per spronare una persona non occorre aggredirla sempre e davanti ad altra gente!

   Clara ed Andrea avevano iniziato a litigare con il letto di Sara a dividerli.

   Lei, stanca di tutte quelle urla – e passando completamente inosservata – si era alzata lasciando i due da soli, nella sua stanza. Prima di uscire era riuscita a recuperare un cambio pulito. Con la testa che le pulsava terribilmente a causa dell’emicrania, si era diretta in bagno per farsi una doccia… sperava rigenerante! La casa era dotata di doppi servizi e per quella mattina aveva optato per l’altro bagno quello, appunto, con la doccia.

   Si chiuse la porta alle spalle e si appoggiò ad essa. Le urla di Clara ed Andrea arrivavano nitide alle sue orecchie. Aprì i rubinetti dell’acqua e lasciò che questa scorresse attendendo quella calda!

   Si guardò allo specchio e per poco non cacciò un urlo quando vide le occhiaie che quella mattina avevano deciso di farle visita! Generalmente dopo una notte in ospedale aveva un’espressione più rilassata di quella che aveva quella mattina!

   I capelli erano per i fatti propri. Aspri e sparati in aria, elettrici.

   La pelle era secca, ruvida. Sembrava più vecchia di dieci anni.

   In bocca aveva un sapore orrendo, come di vomito. Si lavò i denti sperando di poter mandar via quel sapore, ma senza successo. Il disgusto era sempre lì, in bocca.

   Si sciacquò il viso ed a tentoni cercò l’asciugamano trovandola al suo posto.

   Quella mattina aveva bisogno di una doccia fredda che la svegliasse del tutto, altro che bagno rilassante. Aprì il box doccia e controllò la temperatura dell’acqua, tiepida, forse un tantino freddina, era quello di cui Sara aveva bisogno.

   Velocemente tolse i vestiti e si buttò, chiudendo gli occhi, sotto il getto – adesso freddo – della doccia. Trattenne il grido che le era nato in gola. L’acqua era congelata! I muscoli si erano contratti non appena erano stati raggiunti dall’acqua. L’orripilazione fu immediata. Sara respirò profondamente cercando di rilassare i muscoli. I capelli bagnati le ricadevano sul corpo.

   Chiuse l’acqua. I denti battevano a causa del freddo. Iniziò ad insaponare i capelli, il profumo di albicocca riempì il bagno.

   Non sentiva più discutere Andrea e Clara, le opzioni erano due: o si erano scannati reciprocamente ed adesso entrambi erano in fin di vita nella sua stanza, oppure si erano accorti della sua assenza ed avevano capito che non aveva senso continuare a sbraitarsi contro. In realtà esisteva una terza opzione: erano in altre faccende affaccendati… sperava che in tali faccende il suo letto non fosse contemplato!

   Finito di insaponare i capelli aprì nuovamente il rubinetto, stavolta regolandolo sull’acqua calda: al diavolo chi le aveva detto che una doccia fredda le avrebbe risolto il problema dell’emicrania! Certo avrebbe risolto con l’emicrania ma si sarebbe fatta venire una polmonite!

   Dopo essersi lavata uscì dalla doccia e si avvolse nell’accappatoio. Pulì lo specchio dal vapor acqueo che si era condensato e guardò il suo riflesso. Andava meglio anche se le occhiaie erano sempre lì, belle evidenti! Insieme alle occhiaie persistevano l’emicrania ed il sapore di vomito. Naturalmente il concerto delle Scimmie Urlatrici era sempre in corso! Almeno adesso aveva un aspetto molto più presentabile e la sua pelle non era più raggrinzita come quella di una vecchia ottantenne!

   Si asciugò in fretta ed altrettanto rapidamente si vestì. Spazzolò i capelli cercando di districare i nodi che si erano formati. Ad ogni colpo di spazzola una fitta più forte alla testa!

   Era assurdo. La sera prima aveva bevuto per spegnere il cervello ma questo era rimasto acceso tutta la notte appioppandogli ricordi del suo passato. Ricordi che aveva sepolto volontariamente. Altro che una notte priva di sogni, quella era stata una notte da incubo!

   Prese la schiuma per capelli che era sistemata vicino allo specchio ed iniziò a distribuirla su tutta la lunghezza dei capelli.

   Fortunatamente, ogni tanto, le idee di Clara erano sensate: era stata lei a proporre di arredare entrambi i bagni con tutto l’occorrente di cui necessitavano, avrebbero evitato così di correre da un bagno all’altro perdendo del tempo!

   Dal ripiano in basso prese una asciugamano e l’avvolse in testa a mo’ di turbante! I vestiti sporchi finirono nel cesto in vimini, con essi anche la sua brillante idea di bere per dimenticare! Aveva deciso: sarebbe diventata astemia, avrebbe bandito per sempre gli alcolici dalla sua vita!

   Uscita dal bagno si diresse in cucina. Entrata nella stanza fece un giro su se stessa pronta per uscire, peccato che la strada le era stata bloccata da Andrea.

   Perfetto! Era finita in trappola! Seduta sul marmo del piano cucina stava Clara, appoggiato allo stipite della porta della cucina, braccia conserte ed espressione scura sul viso, invece si trovava Andrea.

   Clara fu la prima a parlare!

       - Allora? Sto aspettando le tue spiegazioni!

       - Non ti devo spiegare niente! Non mi vedi? Sono in perfetta forma! Non ho nessun problema!

   Il tono di voce era aspro, ma non era arrabbiata, no! Era intontita dal mal di testa!

       - Come? Tu sei impazzita! Ieri sera ti sei ubriacata! Voglio sapere cosa ti passa per quella tua testa malata! Forza, sbrigati a parlare!

   La voce di Clara aumentava ad ogni sillaba. Era arrabbiata, sconvolta… preoccupata! Sara era sempre stata posata, tranquilla. Anche se triste o nervosa non diceva o faceva mai qualcosa di fuori dall’ordinario. Invece… la telefonata della signora Graci l’aveva destabilizzata.

       - Clara ha ragione! Sara ieri sera ti sei ubriacata ed una persona senza problemi non si ubriaca!

   Il tono di Andrea era basso. Cercava di controllare l’impulso di prendere Sara e darle due sberle per farla tornare in sé. Cosa era successo durante la sua assenza? La telefonata della signora Graci lo aveva fatto precipitare in un tunnel oscuro. Ultimamente aveva trascurato la sua sorellina, doveva rimediare. Era colpa sua se Sara si era riversata sull’alcool e non era andata da lui a cercare sostegno.

       - Ragazzi avete ragione! Ho fatto una stronzata e non succederà più! Adesso posso tornare in camera mia o mamma e papà non hanno ancora finito di rimproverare la bimba cattiva?

   Il cinismo di Sara fecero scattare Andrea che sferrò un pugno contro la porta della cucina. Il contraccolpo fu tale che la porta sbattè contro la parete, tanto da lasciare il segno.

       - Io… è meglio che vada di là. Clara cerca di farla ragionare tu altrimenti io… l’ammazzo con le mie stesse mani!

   Così dicendo Andrea era andato via lasciando le due ragazze sole nella cucina. Clara scese dal ripiano in marmo e diede a Sara il telefono.

       - Chiama a tua madre e tranquillizzala. Inventati qualcosa, qualsiasi cosa, non mi interessa! Io vado di là a vedere come sta Andrea.

   E lasciò Sara sola in cucina con il telefono in mano.

 

Avere nel cuore
una voglia d'amare
avere nella gola una voglia
di gridare
e chiudersi dentro
prigionieri di un mondo
che ci lascia soltanto sognare
solo sognare.

 

  Buonasera gente. Ecco qui il XXIIesimo capitolo. Il numero delle recensioni è precipitato improvvisamente ma non per questo mi do per vinta. Continuerò a scrivere e pubblicare anche se le recensioni dovessero sparire del tutto! In questo capitolo abbiamo visto un colpo di testa di Sara che è davvero poco da lei ma si sa, la disperazione, la solitudine, la tristezza il più delle volte ci portano a compiere azioni davvero discutibili come quella di ubriacarsi.

 

RINGRAZIAMENTI:

 

- _LAURA_ : tesoro ciao! Come va? Spero bene! Come hai potuto notare il bacio tanto desiderato non c’è stato anche se c’è quella vocina nella testa di Sara che le consiglia di lasciarsi andare! Come puoi vedere il caratterino di Sara mostra anche delle crepe che la portano a compiere un gesto fuori da ogni logica, come quello di ubriacarsi e per lei che è un medico… non so se ci saranno ripercussioni! Damien… lui neanche immagina cosa ha scatenato in Sara con quella sua innocentissima domanda! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacio alla prossima!

- HATORI: Tania ciao! Niente bacio… ti dico solo che se Damien fosse stato un po’ più sfrontato credo che il prossimo capitolo iniziava con una scena direttamente dall’ospedale, magari direttamente dal reparto di terapia intensiva! Ma poi scusa a te chi lo dice che Sara lo voleva il bacio di Damien? Damien è geloso marcio ma non lo ammetterà mai. È geloso però non perché prova qualcosa di forte per Sara – lui stesso ammette di essere attratto da lei ma non si tratta di amore – è geloso perché per lui Sara rappresenta la parte importante del suo passato e si sente messo da parte sapendo che c’è qualcun altro nella vita di lei anche se sa benissimo che Sara in tutti quegli anni non è rimasta certo da sola! Damien ha fatto molto male a Sara ma non solo lui! Tania se non capisci determinati termini puoi anche scrivermi o cercarmi su msn e chiedermi spiegazioni non ci sono problemi lo sai! Sarò felice di spiegarti tutto quello che vuoi!

- TARTIS: figurati, io ho poco tempo anche per respirare… mia cara vedrai cosa accadrà nei prossimi capitoli tra semiscenate e tutto il resto… fuochi d’artificio! E poi noi ragazze lo sgamiamo al volo un ragazzo geloso… e Damien e Sara sono stati una coppia… in questo capitolo mi sono data alla pazza gioia nel descrivere Sara brilla ma sai è stato più forte di me, io non mi sono mai ubriacata e quello che ho scritto è solo frutto della mia fantasia… perversa… Damien se ne è andato altrimenti le saltava addosso e conoscendo Sara sarebbe finito in ospedale con qualche costa rotta! Fidati… neanche Damien sa effettivamente cosa vuole e per questo sta calmo calmino, ha paura di perderla ancora una volta. Sara non vuole rotture di scatole… ma forse non è proprio così… niente incontro-scontro Damien vs Andrea dovrai ancora aspettare ma non temere… adesso ti lascio ti mando un bacio enorme!

- JES POTTER: mi spiace averti fatto aspettare tanto ma purtroppo il mio pc è stato fuori uso per oltre un mese e non ho potuto aggiornare prima di oggi. Per quel che riguarda la storia, mi spiace ma con Andrea c’è stato già tanto, troppo direi. Damien… lui ancora deve ingranare la marcia e fare capire cosa vuole effettivamente, al momento il ragazzo è abbastanza confuso, probabilmente lo è più di Sara! Damien non è molto montato ma un po’ spaccone lo è,  non ti credere, e  poi Sara lo conosce da tanto tempo, proprio da quando lui era un perfetto sconosciuto. Probabilmente è per questo che il nostro calciatore non ha motivo di fare lo sbruffone con Sara! Quello che ha fatto soffrire Sara ai tempi dell’università è un altro ex fidanzato, ti tolgo tutti i dubbi: Sara ha avuto due storie importanti, una con Damien al liceo (e Damien ha fatto di tutto per farsi mollare!) e l’altro è stato il Verme (che l’ha mollata per andare a studiare negli USA), la nostra amica non è molto fortunata in amore! Quella della sera di gala dici? Quella ancora non so di preciso che ruolo ha nella storia, se è stata una comparsata veloce o meno… per quel che riguarda la tua recensione,  non preoccuparti se è lunga a me piace dialogare con voi che avete la bontà di dedicarmi cinque minuti per scrivermi!

   Il prossimo aggiornamento sarà a data da destinarsi. I versi che chiudono la canzone sono tratti dalla canzone di Lucio Battisti “Prigioniero del mondo” dell’album “Lucio Battisti” del 1969!

 

Questo è invece il mio Andrea Amato!

Andrea Amato

 

   
 
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