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Autore: _Joey_    03/12/2009    1 recensioni
I ricordi sono come dei vecchi indumenti: se non li vuoi buttare, li metti via, nei cassetti più alti del tuo armadio, e ti dimentichi di averli, fino a quando qualcosa, qualsiasi cosa, ti fa tornare in mente quando li hai indossati, un particolare giorno, un particolare evento, e allora li ripeschi e magari te li provi anche, come un tuffo nel passato. * Gemma torna a Londra dopo tempo e deve confrontarsi con la realtà che a volte cambia e che, a volte, rimane incredibilmente simile a quella che avevamo lasciato.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per iniziare grazie mille a MsEllie! Sono contenta che anche tu abbia letto questi capitoli e che ti siano piaciuti! Ecco a voi il quarto =P


Quattro – There is no escaping from the heartache.

Era già passata una settimana. Ai suoi genitori, alla sua famiglia aveva detto che quel viaggio sarebbe durato poco più di metà mese, che sarebbe tornata in America presto, ma tutti, soprattutto Haley, erano stati contenti di sentirsi dire che sarebbe rimasta per molto più tempo. Nessuno le aveva chiesto il perché di quel cambiamento di programma, ne avevano semplicemente gioito, probabilmente si erano accontentati di credere che le fosse mancata casa più di quanto lei stessa credesse. Invece no, un motivo vero, tangibile c'era. Erano tre persone, persone importanti. Josh non l'aveva presa troppo bene, già gli mancava, la sua Gemma.
"Pensa che con te ci sto tutto l'anno, mentre per loro ho solo questo tempo."
Gli aveva detto, dopo aver spiegato come la situazione era cambiata, tra lei e quei tre ragazzi che non vedeva da un paio d'anni.
"Ok, ma non ti preoccupa il fatto che io sia qui a New York da solo?" Aveva risposto lui, con tono malizioso, sapendo che Gemma avrebbe capito a cosa alludeva.
"No, so che mi ami quanto ti amo io."
E con quelle parole aveva chiuso la chiamata, rimanendo con un sorriso divertito sul volto. Josh era stato come un regalo quando non è il tuo compleanno, una nuova inaspettata ventata d'aria fresca: non aveva neppure avuto troppo tempo per vivere New York da single, perché lui era arrivato presto, ed in poco tempo già condividevano passioni, interessi, ed una casa.
"E Danny?"
Haley entrò nella camera di Gemma, con una domanda ed un nome, non appena capì che aveva chiuso il telefono. Solo dopo un paio d'istanti, Gemma si ricordò di cosa stavano parlando prima che chiamasse Josh.
"Voglio dire, ormai è una settimana che ci sentiamo con i ragazzi..."
Durante la serata trascorsa in compagnia di Tom, Doug ed Harry a casa Fletcher, avevano tutti aggiornato le rubriche dei loro cellulari -iPhone e quant'altro- con i nuovi numeri e, non appena Giovanna era tornata dalla sua tournée, avevano organizzato una cena fuori, in città. Anche Haley aveva finalmente rivisto i McFly, era stata una delle serate migliori degli ultimi anni, ma mancava lui. Mancava Danny.
"...fare tutto questo alle sue spalle, non lo so, forse stiamo coinvolgendo tutti un pò troppo. Loro sono compagni di band."
Haley continuò il suo discorso, esponendo i suoi pensieri, cercando di afferrare quelli dell’amica.
"Lo so...mantenere questo genere di segreto non dev'essere il massimo."
Aveva ammesso, Gemma, accendendosi una sigaretta.
"Forse una soluzione c'è. Lo sai che non puoi sempre scappare, no?"
Non sapeva esattamente perché, ma c'era questa sottospecie di falsa leggenda metropolitana secondo cui lei cercava sempre la via più facile per fare ogni cosa, aggirando ogni ostacolo, scappando da tutto.
Un pò perché si rendeva conto di quanto fosse difficile, un pò perché voleva dimostrare quanto tutto quello fosse sbagliato, si trovò a dare la sua risposta.
"Non scapperò, infatti. Chiamiamo Tom, glielo diciamo, lo diciamo a Danny."
Così Tom si trovò a ricevere una chiamata che non avrebbe mai aspettato, non quelle parole, non da Gemma: l'aveva sorpresa, in positivo, era cresciuta davvero, allora. Lui, invece, lui era sempre lo stesso, non era cambiato più di tanto, voleva fare sempre del bene per tutti, aiutare tutti, ed aveva deciso che sarebbero stati loro a parlare con Jones, i suoi compagni di band: aveva deciso di sollevare Gemma dall'incarico. Un paio di ore e si sarebbero dovuti vedere in studio, si sarebbe tolto quel sassolino dalla scarpa relativamente presto.
Omettere praticamente tutto ciò che aveva fatto quella settimana dalle sue chiacchierate con Dan era stato difficile, ma non si era sentito troppo male, a farlo: aveva valutato le opzioni, prima d'imbarcarsi in quello strano viaggio dalla meta ignota, ed era cosciente del fatto che l'amico sarebbe stato in grado di perdonarlo, qualunque fosse stata la destinazione di quella traversata.
"Dobbiamo dirti una cosa."
Aveva esordito Dougie, l'unico dei tre che aveva protestato per quel compito che Tom aveva assegnato loro.
"Ok."
Danny si mise seduto sul divano, la chitarra classica sull'addome: pizzicava le corde di tanto in tanto, in attesa del discorso degli amici, di cui non conosceva la natura.
I tre si scambiarono delle occhiate, chiaramente il primo a parlare doveva essere Tom, che decise di non cercare le parole perfette, quelle ideali, ma di andare dritto al punto: sapeva che Jones non avrebbe apprezzato infiniti giri di parole.
"Gemma è davvero tornata in città, da una settimana, più o meno. E' venuta a casa mia, e ci siamo sentiti spesso, ultimamente."
Danny annuì, semplicemente. Aveva accusato il colpo, forte e ben assestato, proprio nello stomaco, ma non voleva darlo a vedere. Fece spallucce, come se in realtà non gliene importasse granché.
"Quindi non hai problemi di nessun genere?"
Domandò Harry, sospettoso.
"No."
Aveva risposto, cercando dentro di sé tutta la forza necessaria a non far trasparire un solo sentimento che non fosse l'indifferenza.
"Quindi se...non so, per esempio...domani, decidessimo di uscire tutti insieme tu verresti?"
Danny annuì alla nuova domanda del batterista, riprendendo a suonare la sua chitarra.
Dopotutto non faceva così male; forse il colpo iniziale era stato tanto forte da far sembrare quell’ultima domanda un nonnulla, forse era stato così ben assestato da anestetizzarlo dagli altri colpi, da farli sembrare infinitamente meno graffianti, meno dolorosi.
"Allora possiamo organizzare questa cosa, per domani?"
Le domande di Harry continuavano, le risposte di Danny erano sempre le stesse.
Così l'avrebbe rivista, il giorno dopo, la sera dopo. L'avrebbe rivista, Gemma Sian Brigstocke, una delle persone a cui aveva più voluto bene in tutti quegli anni, forse l'unica che aveva amato così ingenuamente come solo un ragazzino può fare. Ma, dopotutto, le persone che più ami sono le uniche in grado di trascinarti a fondo, di farti soffrire nel peggiore dei modi, perché sanno cosa toglierti, per farti star male, ti tolgono loro stesse e, proprio quando pensi di averle messe da parte, di aver dimenticato tutto quell'amore, ecco che tornano, inaspettatamente, come quando se ne sono andate.
  
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