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Autore: Lady Femke    04/12/2009    0 recensioni
Cosa succederebbe se neanche i personaggi che prendono vita dalle leggende sapessero di esserlo? E se neanche le leggende che conosciamo rispecchiassero la vera realtà? Ecco quindi, due coppie di fratelli, che contro ogni regola diventeranno amici, proprio dopo le morti causate da quelle stesse regole. Ma del resto le regole sono fatte per esse infrante...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Equinox

Chiedo perdono per la lunga assenza, ma con l’università e altri problemi ho avuto poco tempo e poca ispirazione. Cercherò di postare il prima possibile i prossimi capitoli.

Comunque fatemi sapere cosa ne pensate finora. So che ancora non ho dato molti indizi, ma poco alla volta dirò tutto.

 

Equinox

- 7 -

Incontri

 

Anna e Chris quella mattina erano stati costretti ad andare a scuola con il classico metodo di tutti, a piedi. Più passava il tempo e più Anna era preoccupata delle conseguenze della cena della sera prima. Durante la serata era quasi certa che lo zio non avesse detto nulla ai suoi genitori della sua fallita fuga, ma il fatto che fosse rimasto a dormire da loro e che ora era a casa da solo con i suoi genitori, non era certo una buona notizia. Del resto anche il fatto che li avessero fatti andare a piedi a scuola proprio perché dovevano parlare tra “adulti”, non prometteva niente di buono.

Un’altra nota dolente con cui iniziava quella giornata era proprio il fatto che non essendo riuscita a scappare la sera prima aveva saltato completamente la festa di McAllister.

Sospirò per la millesima volta durante la strada e stranamente Chris si limitò a guardarla ma non disse niente. Anche lui aveva la mente occupata quella mattina. Più che occupata si poteva benissimo affermare che era rosa dalla curiosità verso la nuova compagna che presto avrebbe conosciuto di persona. Era curioso di scoprire se era come la descrivevano i suoi documenti che era riuscito a trafugare dal server della scuola.

 

Brooke e Mary come ogni mattina ormai da anni stavano aspettando Anna all’ingresso della scuola. Anna andò subito verso di loro e si limitò a salutarle con un sorriso forzato, ancora demoralizzata per la sera prima.

Le ragazze dal canto loro non degnarono di una seconda occhiata Chris, il quale si diresse verso la sua prima lezione con fin troppa velocità. Si voltarono verso la loro amica e insieme entrarono a scuola.

Il silenzio nel trio era decisamente pesante, finchè Brooke non ce la fece più.

“Come mai non sei venuta ieri sera?”

Chiese quasi in un sussurro, anche Mary approfittò della cosa rincarando.

“Non ti sei neanche fatta sentire!”

Constatò quasi offesa.

Anna sospirò ancora, per prendere coraggio.

“Mio zio Logan mi ha beccato mentre stavo cercando di raggiungervi.” Cercando di mostrare contegno verso i ragazzi che le passavano vicine nel corridoio, proseguì. “Spero solo che non dica niente ai miei. Come è andata?” si affrettò a chiedere per distogliere l’argomento da se stessa.

Le due ragazze alzarono all’unisono le spalle.

“Al solito.” Tagliò corto Mary, ma Brooke le lanciò un’occhiataccia. “Beh, diciamo che si è notata la tua assenza.” Concluse velocemente sussurrando, come nella speranza di non farsi sentire da Anna, la quale sospirò per l’ennesima volta.

“Era quel che temevo, dannazione!!”

La campanella della prima ora suonò proprio in quel momento e Anna ne approfittò per salutarle con la scusa che doveva andare ancora al suo armadietto per prendere i libri corse via. Non sapeva che cosa le era preso quella mattina, ma stranamente si era sentita un po’ a disagio con le sue vecchie amiche. Immersa nei suoi pensieri svoltò l’ultimo angolo per raggiungere il suo armadietto, quando andò a scontrarsi con qualcosa o qualcuno che la fece cadere a terra.

 

Chris era arrivato al suo armadietto senza rendersi conto che al suo fianco non c’era più sua sorella. Quando realizzò la cosa, scosse la testa e sorrise da solo. Quella ragazza lo aveva assorbito cosi tanto già adesso che non l’aveva conosciuta, che quasi gli vennero i brividi al pensiero di come sarebbe stato dopo, una volta conosciuta. Con passo più lento e i libri sotto il braccio avanzò verso la sua classe come se fosse stato un condannato a morte.

Fortunatamente non c’era molta gente quando entrò e come sempre andò in fondo all’aula al suo posto si sedette aspettando. Non passò molto perché l’aula si riempisse e arrivasse il professore accompagnato da una ragazza.

L’uomo si schiarì la voce per attirare l’attenzione degli studenti.

“Ragazzi!!” li richiamò ancora, quando tutti si furono seduti indicò la ragazza al suo fianco. “Lei è Abigail. Sarà una vostra nuova compagna. Arriva da…” si bloccò spostando lo sguardo sulla ragazza, forse non si ricordava o non lo sapeva neanche lui da dove arrivava, quindi lei completò la frase per lui senza nessuna timidezza.

“Arrivo da Tokio.”

Chris sorrise.

Niente di nuovo a parte il fatto che la ragazza sembrava circondata da un alone di sicurezza, nonostante fosse in un posto nuovo per lei. Di solito tutti i nuovi arrivati erano sempre un po’ timidi all’inizio, ma lei no!

Il professore le indicò il banco al fianco di Chris. Non era l’unico vuoto, ma forse perché lui nella sua materia, come in molte altre era il migliore. Fatto sta che il suo passaggio tra i banchi fu accompagnato da un vociare dei suoi compagni finchè il professore non mise a tacere tutti iniziando la sua lezione quotidiana.

Chris le liberò il banco spostando le sue cose che aveva messo sopra. Le sorrise.

“Benvenuta. Io sono Christian, ma per l’amor del cielo chiamami Chris. Oddio il mio nome intero.”

Abigail gli sorrise.

“Non credo che ci sia bisogno che mi ripresenti. Comunque piacere!” disse sedendosi al suo posto e tirando fuori i suoi libri.

“Vedo che hai già tutti i libri…”

Si, mio…ehm…fratello ha pensato a tutto. Sia  al mio orario che hai libri.”

Chris cercò di mostrarsi confuso.

“tuo fratello?”

Abigail si voltò a guardarlo e rimase a fissarlo in silenzio finchè lui non distolse lo sguardo.

“Beh in un certo senso è mio fratello. Si chiama Gabriel, magari lo conosci. Lui ha sempre vissuto qui con nostro  padre.” Rispose lei alla fine.

“Cosa vuol dire che in un certo senso è tuo fratello?”

Sembrava un po’ titubante a spiegargli la cosa, quindi Chris cercò di tranquillizzarla.

“Non fa niente se non vuoi dirmelo.” Cercando di mascherare la sua delusione e la sua curiosità.

“No. Non fa niente, tanto da oggi questa sarà la mia casa, quindi sarà inevitabile che la cosa, prima o poi, venga a conoscenza di tutti. Prese un profondo respiro. “Io e Gabriel abbiamo in comune solo nostro padre, fino a qualche settimana scorsa vivevo con mia madre finchè…finchè…” non riuscì più a continuare e cercò di trattenere le lacrime voltandosi verso il suo banco e aprendo il libro davanti a se.

“Scusa non volevo…” Bofonchiò Chris, dispiaciuto della reazione della ragazza. Non era poi cosi difficile immaginare qual’era la conclusione della frase della ragazza. “Mi dispiace.”

Abigail non disse nulla ma scosse la testa e continuò a sfogliare il libro con molta più concentrazione di quanta ne richiedesse la cosa. A quanto pare Chris era riuscito a toccare il tasto dolente della ragazza, non che ne andasse fiero di questo.

Il resto della lezione la passarono cosi in silenzio.

 

Quando Anna alzò lo sguardo per vedere chi era il colosso che l’aveva fatta finire per terra e che, oltretutto, le stava facendo rischiare di arrivare tardi alla  prima ora, sbarrò lo sguardo.

“Everard!” esclamò irata.

“Sai Hallgham!! Mi sono sempre chiesto perché mi odiassi tanto!!” disse Gabriel porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi. Anna guardò per un attimo la mano e poi Gabriel. Lo ignorò e si alzò da sola cercando di sistemarsi in fretta i vestiti e raccogliendo la borsa.

“Io non ti odio!” esclamò lei con voce troppo contrastante con le sue parole.

Gabriel sghignazzò. “Non si direbbe!”

La ragazza sbuffò e oltrepassandolo si diresse al suo armadietto per prendere i libri. Quando lo chiuse, si ritrovò davanti ancora il ragazzo che la fissava appoggiato alla fila di armadietti con la spalla.

“Everard che diavolo vuoi?” Le chiese un po’ troppo acidamente.

Il ragazzo continuò a fissarla sorridendo.

“Gira voce che ieri sera non fossi alla famosa e imperdibile festa di McAllister.” Parlando dell’evento con fare derisorio. “Mi chiedevo il motivo per cui ti fossi persa un evento di vitale importanza sociale!!” la sbeffeggiò ancora.

“Non sono affari tuoi Everard!” sbottò lei.

“Ti sembrerà strano, ma invece ti sbagli.” Fece una pausa guardandola, perché lei si era fermata a quelle parole. Sorrise maliziosamente e proseguì. “Vedi, a quanto pare, mancavamo solo noi due e tuo fratello!”

Anna sapeva benissimo dove voleva andare a parare, ma non disse niente e riprese a camminare verso l’aula. Non gliel’avrebbe data vinta.

Gabriel la raggiunse in un attimo, affiancandola.

“Come tu saprai bene. In questa scuola le voci corrono veloci, come anche la fantasia.

Anna si voltò veloce verso di lui, fulmina dolo con lo sguardo.

“Stai per caso insinuando che penserebbero che io mi sarei persa la festa per…” e con un gesto di disgusto indicò lui e poi molto teatralmente rabbrividì.

“Io non sto insinuando niente! Ma c’è già qualcosa nell’aria.” Buttò la ‘bomba’ un secondo prima di aprire la porta dell’aula ed entrare lasciandola imbambolata lì di fuori.

 

  
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