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Autore: sevy    04/12/2009    1 recensioni
Silente era morto da un anno. Morto. Eppure il dolore che provava per lui non era sparito nemmeno un po' durante quell'anno terribile. Ma dopotutto, come dicevano le sue amiche e colleghe, era solo un amico... Ma all'improvviso accade qualcosa che nessuno aveva previsto. Sta forse diventando pazza? Albus/Minerva.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fotografia

Fotografia
by sevy

“Sono sempre stata qui durante l’estate, Poppy”. Dichiarò Minerva con tono definitivo.

“Non sola” obiettò Madama Chips.

“No, non sola” fu l’unica cosa che Minerva fu in grado di rispondere, abbassando gli occhi. “Non sola” ripeté sospirando. 

Prima che Poppy potesse commentare queste sue parole, Pomona e Rolanda si precipitarono nella stanza, abbracciando Minerva McGranitt. Queste non sembrarono notare il suo contegno rigido (dopotutto, quando mai l’infallibile insegante di Trasfigurazione era stata sciolta?), e si lanciarono in un’appassionata descrizione delle loro vacanze. Minerva, grata per questa interruzione, si sforzò di ascoltarle, nonostante non le interessasse molto l’argomento, per evitare di pensare ad altro (e per altro intendeva un solo argomento).

“Va bene, va bene” disse Minerva sforzandosi di sembrare allegra “che ne dite se spostiamo quest’entusiasmo da un’altra parte, prima che mi distruggiate l’ufficio?”

Le altre tre (soprattutto Rolanda, in realtà) acconsentirono immediatamente.

“Dove andiamo?” chiese Poppy. Già, piccolo particolare. Dove?

“Al campo di Quiddich!” esclamò Rolanda Bumb. Le altre tre alzarono gli occhi al cielo.

“Al lago” propose Pomona “è davvero fantastico in questo periodo. Il luogo più bello è quello vicino alla quercia… potremmo farvi un pic-nic se non ci fosse la tomba di Si…”

Scese un silenzio mortale. Tutte e tre si voltarono verso Minerva, aspettando la sua reazione. Questa, sentendo id essere osservata, cercò di mantenere un viso passabilmente tranquillo, senza alcun risultato. Varie emozioni le passarono sul viso, nessuna vi rimase abbastanza affinché qualcuna di loro potesse decifrarle. Finalmente, dopo quella che sembrava essere stata un’eternità, la professoressa McGranitt parlò:

“Io… penso preferirei andare in sala insegnanti”

Tutte e tre si precipitarono ad esprimere il proprio consenso e trascinare letteralmente la preside verso la suddetta stanza, la quale non oppose resistenza, persa nel limbo dei suoi pensieri.

Albus… la tomba di Silente… è lui Silente, Albus… ma perché parlano di tomba? Lui deve essere vivo… deve!

Un mezzo singhiozzo le uscì dalla gola, contro il suo consenso, e gli occhi si inumidirono, senza però versare una singola lacrima, ormai troppo abituati a frenarle, quando la professoressa si ricordò della realtà.

Ma lui è morto… Minerva, non essere stupida, ricordalo una buona volta: è morto, non tornerà più da te… non ricordi ciò che ha detto Harry? È morto…morto… andato per sempre….

Le sue amiche, troppo intente a cercare di farle dimenticare l’episodio spiacevole avvenuto, non si accorsero di nulla. Arrivate in sala insegnanti, Poppy si prefisse come unico scopo della vita di farle mangiare un pezzo di cioccolata, mentre Pomona la ricopriva di premure e Rolanda le stava parlando di chissà quale bell’uomo che le sarebbe piaciuto presentarle e che aveva mostrato una netta simpatia nei suoi confronti.

Minerva si prese la testa fra le mani, prima di alzarsi dalla sedia in cui l’avevano costretta a sedersi e dire con fare perentorio:

“Ora basta! Non ho bisogno di cioccolata, premure e di sicuro non ho bisogno di uscire con un uomo, grazie tante Rolanda! Ora, se mi volete scusare…” senza dare loro il tempo di replicare, la professoressa uscì dalla stanza e si diresse verso la propria camera, maledicendo il giorno in cui le loro amiche erano tornate.

Proprio nel momento che stava per oltrepassare il gargoyle che stava di fronte alle scale che portavano verso il suo ufficio e le camere, Minerva McGranitt si imbatté in Filius Vitious, che la salutò con un gran sorriso e la voce quasi simile ad uno squittio. Maledicendo mentalmente la propria sfortuna, rispose al saluto. Filius cercò di ingaggiarla in una conversazione, ma vedendo la sua scarsa partecipazione, decise di lasciar perdere.

Fu così che, pochi istanti dopo, Minerva era nelle sue stanze. Fra le sue mani c’era una fotografia, scattata pochi anni prima, in effetti forse uno al massimo dalla sua morte, di una giornata al sole, in estate, un pic-nic: lei aveva i capelli sciolti e stava rincorrendo Albus per riavere le forcine, ridendo; anche quest’ultimo stava ridendo. Severus aveva scattato una foto dicendo che voleva le prove fotografiche da mostrare agli alunni che la loro vice-preside non era poi così intransigente e, come aveva detto poi, “sana di mente”.

Mezz’ora dopo, Minerva McGranitt era addormentata sul letto, completamente vestita, la crocchia ancora ben fatta, le guance ancora leggermente rigate dalle lacrime e la fotografia stretta al petto.

Non si accorse nemmeno quando tre donne entrarono nella stanza, le tolsero le forcine e la infilarono sotto le coperte, senza osare staccarla da quella preziosa fotografia a cui sembrava essersi attaccata come se ne dipendesse la sua vita.

Voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto questa fic, in particolar modo dublino, che ha anche recensito. Seguite il suo esempio e fatemi contenta, per favore! Non pretendo lodi, anzi, accetto molto volentieri le critiche, purché costruttive! Grazie per avermi seguita fin qui!

  
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