Fotografia
by sevy
“Sono sempre stata qui durante l’estate,
Poppy”. Dichiarò Minerva con tono definitivo.
“Non sola” obiettò Madama Chips.
“No, non sola” fu l’unica cosa che Minerva fu
in grado di rispondere, abbassando gli occhi. “Non sola” ripeté
sospirando.
Prima che Poppy
potesse commentare queste sue parole, Pomona e Rolanda si precipitarono nella
stanza, abbracciando Minerva McGranitt. Queste non sembrarono notare il suo
contegno rigido (dopotutto, quando mai l’infallibile insegante di
Trasfigurazione era stata sciolta?), e si lanciarono in un’appassionata
descrizione delle loro vacanze. Minerva, grata per questa interruzione, si
sforzò di ascoltarle, nonostante non le interessasse molto l’argomento, per
evitare di pensare ad altro (e per altro intendeva un solo argomento).
“Va bene, va bene”
disse Minerva sforzandosi di sembrare allegra “che ne dite se spostiamo
quest’entusiasmo da un’altra parte, prima che mi distruggiate l’ufficio?”
Le altre tre
(soprattutto Rolanda, in realtà) acconsentirono immediatamente.
“Dove andiamo?”
chiese Poppy. Già, piccolo particolare. Dove?
“Al campo di
Quiddich!” esclamò Rolanda Bumb. Le altre tre alzarono gli occhi al cielo.
“Al lago” propose
Pomona “è davvero fantastico in questo periodo. Il luogo più bello è quello
vicino alla quercia… potremmo farvi un pic-nic se non ci fosse la tomba di Si…”
Scese un silenzio
mortale. Tutte e tre si voltarono verso Minerva, aspettando la sua reazione.
Questa, sentendo id essere osservata, cercò di mantenere un viso passabilmente
tranquillo, senza alcun risultato. Varie emozioni le passarono sul viso, nessuna
vi rimase abbastanza affinché qualcuna di loro potesse decifrarle. Finalmente,
dopo quella che sembrava essere stata un’eternità, la professoressa McGranitt
parlò:
“Io… penso
preferirei andare in sala insegnanti”
Tutte e tre si
precipitarono ad esprimere il proprio consenso e trascinare letteralmente la
preside verso la suddetta stanza, la quale non oppose resistenza, persa nel
limbo dei suoi pensieri.
Albus… la tomba
di Silente… è lui Silente, Albus… ma perché parlano di tomba? Lui deve essere
vivo… deve!
Un mezzo
singhiozzo le uscì dalla gola, contro il suo consenso, e gli occhi si
inumidirono, senza però versare una singola lacrima, ormai troppo abituati a
frenarle, quando la professoressa si ricordò della realtà.
Ma lui è morto… Minerva, non essere stupida,
ricordalo una buona volta: è morto, non tornerà più da te… non ricordi ciò che
ha detto Harry? È morto…morto… andato per sempre….
Le sue amiche,
troppo intente a cercare di farle dimenticare l’episodio spiacevole avvenuto,
non si accorsero di nulla. Arrivate in sala insegnanti, Poppy si prefisse come
unico scopo della vita di farle mangiare un pezzo di cioccolata, mentre Pomona
la ricopriva di premure e Rolanda le stava parlando di chissà quale bell’uomo
che le sarebbe piaciuto presentarle e che aveva mostrato una netta simpatia nei
suoi confronti.
Minerva si prese
la testa fra le mani, prima di alzarsi dalla sedia in cui l’avevano costretta a
sedersi e dire con fare perentorio:
“Ora basta! Non ho
bisogno di cioccolata, premure e di sicuro non ho bisogno di uscire con un
uomo, grazie tante Rolanda! Ora, se mi volete scusare…” senza dare loro il
tempo di replicare, la professoressa uscì dalla stanza e si diresse verso la
propria camera, maledicendo il giorno in cui le loro amiche erano tornate.
Proprio nel
momento che stava per oltrepassare il gargoyle che stava di fronte alle scale
che portavano verso il suo ufficio e le camere, Minerva McGranitt si imbatté in
Filius Vitious, che la salutò con un gran sorriso e la voce quasi simile ad uno
squittio. Maledicendo mentalmente la propria sfortuna, rispose al saluto.
Filius cercò di ingaggiarla in una conversazione, ma vedendo la sua scarsa
partecipazione, decise di lasciar perdere.
Fu così che, pochi
istanti dopo, Minerva era nelle sue stanze. Fra le sue mani c’era una
fotografia, scattata pochi anni prima, in effetti forse uno al massimo dalla
sua morte, di una giornata al sole, in estate, un pic-nic: lei aveva i capelli
sciolti e stava rincorrendo Albus per riavere le forcine, ridendo; anche quest’ultimo
stava ridendo. Severus aveva scattato una foto dicendo che voleva le prove
fotografiche da mostrare agli alunni che la loro vice-preside non era poi così
intransigente e, come aveva detto poi, “sana di mente”.
Mezz’ora dopo,
Minerva McGranitt era addormentata sul letto, completamente vestita, la
crocchia ancora ben fatta, le guance ancora leggermente rigate dalle lacrime e la
fotografia stretta al petto.
Non si accorse nemmeno quando tre donne entrarono nella stanza, le tolsero le forcine e la infilarono sotto le coperte, senza osare staccarla da quella preziosa fotografia a cui sembrava essersi attaccata come se ne dipendesse la sua vita.
Voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto questa fic, in particolar modo dublino, che ha anche recensito. Seguite il suo esempio e fatemi contenta, per favore! Non pretendo lodi, anzi, accetto molto volentieri le critiche, purché costruttive! Grazie per avermi seguita fin qui!