EPILOGO
Isako respirò a fondo, guarendosi la spalla da sola, come aveva imparato da un vecchio maestro che era stato ospitato alla scuola d'ikebana. Ranma era accanto a lei, preoccupato: l'arrivo di quello lì gli faceva temere di perdere una volta per tutte la sorella appena ritrovata. Akane era accanto ai due, anche lei in pensiero per Isako, come tutti nella casa tranne Genma, che sperava che la figlia morisse presto.
Isako aprì gli occhi e annuì lentamente al fratello. Era stata fortunata ad aver subito il colpo sulla spalla e non al cuore, solo sua madre era riuscita a salvarla quando era successo, una volta sola, prima che morisse.
- Riposa, Isako.- le disse Ranma, sollevato.- Ne hai bisogno.-
- Finalmente ti sei ripresa, Yoko.- disse il nuovo venuto.
- Non mi chiamo Yoko.- dissentì la ragazza, con voce ferma, ben sapendo che così aveva voluto chiamarla il padre.- Io sono Isako, la sorellastra di Ranma.-
- Io sono Koji, colui al quale tuo padre ti promise.-
- Io non ho un padre, Koji, solo un bastardo che mi ha fatto nascere per dopo abbandonarmi al mio destino, qualunque esso fosse.-
- Vuoi venire a vivere con me, Yoko?-
- No, Koji, sebbene siamo cresciuti insieme, ti ho sempre considerato un compagno d'allenamento, nient'altro. Il mio posto, ora, è qui, con mio fratello.-
- Yo... Isako,- il giovane si chinò sulla ragazza.- sai che ti ho sempre ammirato e amato e non posso fare altro che volere il tuo bene, ma, se rimani qui, tuo padre tenterà di eliminarti.-
Isako si sedette, nonostante fosse ancora molto debole.
- Koji, lo sai che non sono debole, penso di aver superato la forza di quel bastardo, non soccomberò.-
Koji abbracciò forte la ragazza. Non si era mai comportato così, secondo quanto lei ricordava, era stato sempre circondato da belle ragazze che non erano bastarde come lei, mentre l'allora Yoko era sempre stata sola all'interno dell'unica costruzione che conosceva, la scuola, e, quando sua madre era morta, lei aveva chiesto e ottenuto il permesso di partire alla ricerca del padre per eseguire l'ultima volontà della madre.
- Isako, non sai come mi sentivo a disagio quando, allora, mi facevano circondare dalle ragazzine davanti a te e tu ti nascondevi, non volendo essere vista dagli altri. So che non potrò fare molto in caso tuo padre ti attaccasse, ma non voglio perderti come quando mi dissero che eri partita alla ricerca di quello.-
- Koji, non preoccuparti per me, con mio fratello sono imbattibile, preoccupati per il tuo futuro perché non so cosa ti farà tuo padre quando tornerai.-
- Il tiranno è morto, Isako, morto perché voleva averti nel suo letto, e io ho rifiutato la sua nomina. Sembra strano, le parti si sono invertite, io sono solo mentre tu sei benvoluta da tutti, qui.-
- Non sei solo, Koji.-
- Isako ha ragione.- disse Ranma, mettendogli una mano sulla spalla.- Anche se l'hai voluta portare via con la forza, sa che l'hai fatto solo per il suo bene.-
- Puoi rimanere qui se vuoi.- disse Akane.- Vado a avvisare gli altri.-
- AKANE!- chiamò Isako.- Non mio padre.-
- Come vuoi.- rispose.
Akane uscì e Isako abbracciò Koji.
- Non sei più solo, Koji, né ora né mai.-
- Isako, sei la mia unica ragione di vita.-
- MUORI, BASTARDA!-
I tre si allontanarono velocemente. Genma, a mani nude, aveva tentato di eliminare Isako, ma la ragazza gli sorrise con aria di sfida.
- Cosa pensi di fare, dopo sedici anni, tu? Hai fatto soffrire mia madre, non ti basta?- gli urlò contro Isako.
La ragazza non ci vedeva più dalla rabbia, ma il fratello la trattenne.
- Isako, la tecnica.- le disse.
- No! Pietà, pietà.- pregò il padre, inginocchiandosi.
- Solo se prometti che non le farai più del male.- rispose Ranma, mettendogli un piede sulla testa.
- Lo giuro, lo prometto.-
- Ricordatelo, paparino.-
Ranma calciò via il padre. Finalmente era finita e potevano vivere tutti insieme in santa pace. u