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Autore: Arisu Kon    05/12/2009    8 recensioni
è più piccola di me di due anni, credo. Ne avrà quattro. è piccolina. Ha i capelli corti e castani e la pelle chiara. Le manine stringono le sbarre di ferro, troppo grandi per loro. ... E non ride.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’occhio del lupo

 

 

Bianco.

Tutto bianco.

Non capisco perchè. Forse sono diventato cieco, penso, o forse sono morto.

Non capisco dove mi trovo.

Provo a muovere le dita, anche se non sono sicuro di averle ancora, perchè non le sento più.

Finalmente, in tutto quel bianco, riesco a distinguere la mia mano, sepolta sotto un leggero strato di neve. Le punte delle dita sono viola, adesso.

Da quanto tempo sono qui?

Penso che dovrei alzarmi. Eppure non ce la faccio. I muscoli non rispondono ai comandi del cervello.

Rammolito, mi ripeto, sforzandomi al massimo per sollevarmi sui palmi delle mani, che affondano nella neve fresca.

Sento una fitta lancinante all'altezza del fianco destro. Cado di nuovo, con un gemito di dolore.

Mordendomi il labbro inferiore, tanto da sentire il sapore ferroso e salato del sangue, mi alzo in piedi, trattenendo a stento i gemiti.

Di fronte a me si staglia un edificio imponente, dall'aria austera, apparentemente  molto antico.

Il monastero.

Raggiungo, barcollando, l'immenso portone di legno consumato. Mi aggrappo, stremato. Comincio a calciare e picchiare, nella speranza che qualcuno mi senta, e mi faccia entrare.

Inutile. Mi lascio scivolare, la schiena contro la porta. 

Avvicino le ginocchia al petto, stringendole a me con le braccia, e scoppio a piangere.

Piango per il dolore delle ferite, che continuano a bruciare.

Piango per il freddo che mi pizzica la pelle e mi fa tremare violentemente.

Piango per tutte le volte che sono stato picchiato ingiustamente.

Piango perche mi sento solo.

Piango perchè non ricordo più il volto di mia padre, e perchè sono felice di non ricordare quello di mio padre.

Piango per tutte le volte che ho dovuto ricacciare indietro le lacrime, per tutte le volte che hanno minacciato di scendere, copiose e umide.

Come non facevo da anni. perchè avevo paura. Perchè non ricordavo più come fosse. Piangere.

E il tempo passa. Lento. Non c'è nessuno in questo giardino coperto di bianco. Solo un bambino solo e bagnato. Che piange.

E due paia di occhi verdi e preoccupati, oltre le sbarre arruginite del monastero.

Due occhi verdi che mi guardano.

E anche io guardo loro. Mi fermo e ricambio lo sguardo con la stessa intensità.

Come in una sorta di sfida.

Non è la prima volta che dei bambini si fermano fuori dal cancello per guardare.

 

Spesso erano in gruppi di tre o quattro.

Ci guardavano e ridevano. Ridevano della nostra condizione.

Spesso vedevo gli altri bambini del monastero urlargli insulti poco adatti a ragazzini della nostra età.

Alcuni scagliavano i loro beyblade contro di loro, tanto che i burloni erano costretti a scappare, frignando, dai genitori, i quali borbottavano qualcosa sulla "cattiva educazione dei ragazzini del monastero" e ci guardavano storto.

Così non andavamo d’accordo. Molti si fermavano solo per tirarci dei sassi.

 

Così non posso mostrarmi debole con quella bambina dagli occhi così chiari.

E continuiamo a guardarci negli occhi, senza mai abbassare lo sguardo.

Accidenti, credevo che dopo un po' si sarebbe stancata!

E invece il tempo passa, e le palpebre cominciano a farsi sempre più pesanti ...

Il mio occhio sinistro si è gonfiato in modo spaventoso, per colpa delle botte.

Mai disubbidire agli ordini delle guardie di Vorkov.

Mi alzo lentamente, tentando di non scivolare. Non davanti a lei.

E comincio a camminare.

L'occhio è talmente gonfio da permettermi una visuale ristretta. In più ha cominciato a lacrimare per cui vedo tutto appannato.

Questo non mi piace, perchè così lei è avvantaggiata.

So che è stupido, ma mi da ... fastidio.

Ora riesco a vedere meglio la bambina, con l'occhio sano.

è più piccola di me di due anni, credo. Ne avrà quattro. è piccolina.

Ha i capelli corti e castani e la pelle chiara.

Le manine stringono le sbarre di ferro, troppo grandi per loro.

E non ride.

Certo, è troppo concentrata nella sfida.

Non ha battuto ciglio da quando l'ho notata per la prima volta.

E poi no ci sono i genitori ad accompagnarla.

è la prima volta che vedo una bambina sola a Sanpietroburgo in pieno inverno.

Nessun genitore lascerebbe la propria figlia da sola in una giornata come questa.

... forse i suoi genitori sono come i miei?

Sono più vicino, adesso. Solo cinque metri o poco più ci dividono.

E lei è sempre più piccola.

Quattro metri.

Eppure non batte ciglio.

Tre.

è facile, così. Nessuno l'ha mai costretta ad abbassare lo sguardo a suon di frustate.

Dopo un po’ viene quasi automatico.

"non dovete permettervi di guardare qualcuno negli occhi" dicevano "la feccia non guarda negli occhi le persone"

Due.

Mi fermo.

Ho male dappertutto.

Sento il sangue pulsare nelle tempie. Come un tamburo.

Sempre più forte.

E fa male. Però non posso cedere.

è una sfida, e al monastero ti insegnano a non cedere mai in una sfida. Anche a costo della vita.

Tanto, la vita, prima o poi la perdi comunque, lì dentro.

Sempre ammesso che la si possa chiamare vita.

Ora che siamo così vicini mi sento a disagio.

Lei ha due occhi.

Io ne ho solo uno.

non esiste animale

più cattivo, al mondo,

di un lupo ferito

...

Poi lei fa un gesto strano.

Un gesto che nessuno degli altri bambini -del monastero e non- aveva mai fatto.

E sarebbe mai stato in grado di fare.

La manina bianca, ormai arrossata dal freddo, si stacca dal ferro e si posa sul suo visetto tondo.

Proprio all'altezza dell'occhio destro.

E così continuiamo a guardarci, vedo l'azzurro riflesso nelle sue iridi di giada.

Vedo i due colori fondersi in uno solo. Sempre più sfocato. E so che sto piangendo di nuovo.

Ma non è per il dolore della ferite, adesso.

Io piango e lei sorride. e mi chiedo se sia un angelo.

Perchè lei è buona. e non esistono persone buone.

Almeno, io non ne ho mai conosciute.

Solo Boris, Ivan e Sergej sono stati buoni, con me.

Ma se è un angelo ...

... perchè non entra?

Perchè non attraversa il cancello e mi porta via, e ci salva tutti?

"EHI, TU!" gridano.

Non li ascolto sto stringendo la mano della bambina. La mano che non copre l'occhio.

Siamo faccia a faccia, anche se io sono più alto.

L'altra mia mano stringe il ferro gelido come ha fatto lei.

"EHI TU, ragazzino!!" urlano ancora. "torna indietro, non cercare di fare il furbo!!"

Sono costretto a girarmi, e vedo la guardia di Vorkov venire verso di me a passi pesanti.

Mi rigiro verso la ragazzina, ma ...

"cosa credevi di fare, eh?? Volevi scappare?! Aspetta che lo sappia Vorkov!"

... è scomparsa.

"Ricorda" mi dice, trascinandomi a forza dentro il monastero. "Nessuno è mai scappato da qui, piccolo diavolo, nessuno!"

Poi sento il pesante portone di legno sbattere con forza.

 

"non dovevi, Boris" dico, guardando il mio amico.

è pieno di lividi in tutto il corpo, eppure mi sorride. " ti hanno lasciato fuori al freddo tutta la notte, dovevo cercare di aiutarti"

"ma guarda come ti hanno ridotto!"

"non importa" dice lui e mi abbraccia.

Boris è una persona buona.

Mentre mi abbraccia penso ancora a quella bambina.

Aveva gli stessi occhi di Boris. Gli occhi di una persona buona.

Sono convinto che fosse un angelo.

Eppure non è entrata nel monastero, non ha salvato nessuno di noi ...

Mi vergogno di me stesso.

Io l'ho odiata perchè io non potevo vedere e lei si.

Invece lei si è abbassata al mio livello. E mi ha sorriso.

Forse è proprio per questo che non è antrata nel monastero, penso.

Io non sono buono. Io posso entrare qui...

... ma gli angeli non possono oltrepassare i confini dell'Inferno.

 

Eccomi, qui, alla fine di quest'altra storia ^^. mi sono ispirata al libro "l'occhio del lupo" un libriccino affittato in biblioteca quando non avevo nulla da leggere. sembra una favola, ma è molto carino, soprattutto perchè mentre lo leggevo pensavo a Yurij <3.

 

la storia parla in breve di un lupo rinchiuso in uno zoo. gli manca un occhio perchè l'ha perso quando lo hanno catturato, mentre cercava di proteggere sua sorella paillette, una bella lupa dal pelo dorato e brillante. viene rinchiuso in una gabbia con un'altra lupa. e si affeziona a lei. la lupa conosceva paillette. gli racconta che dopo la sua cattura peillette non rideva più, e paillette rideva sempre :’D. poi compare questo bambino che rimane giorni davanti alla sua gabbia e inizia una sorta di sfida … fino a quando il bimbo non chiude un occhio –letteralmente-.

…è dolcissimo !! <3 <3 =^^=

 

Mi raccomando COMMENTATE IN TANTI e soprattutto, questa storia è nata come one shot … ma stavo pensando di aggiungere un altro capitoletto extra .. ovviamente se vi piace!!! Rispondete e ditemi cosa ne pensate!!!

 

Kussen a tutti =^^= <3 <3 ….

Arisu konAlexjs-

 

 

  
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