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Autore: pikkola_cullen94    06/12/2009    0 recensioni
che cosa sarebbe successo se bella...abbandonata da edward decidesse di diventare un vampiro? e se dopo tre anni si riincontrassero? BETATO DA:ChucBassina
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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2 CAPITOLO                             L'amore è qualcosa che non ha senso....arriva ti sconvolge, ti rende pazzo di gioia,
                                         ti fa credere che tutto è possibile, che i sogni esistono...che non sei nato  per 
   
                          
essere  una semplice comparsa...tu sei il protagonsita...e poi........            
                                           
poi vola via...in grande stile...e tu rimani lì sorretto dalla sola voglia di morire....
                                               
                    ....ANONIMO............................

2 capitolo
QST è IL 2 CAPITOLO!!!! GRAZIE IN ANTICIPO X LE RECENSIONE HO BISOGNO DEI VOSTRI CONSIGLI...!!!
il panorama sfrecciava veloce sotto i miei occhi. le figure degli alberi e delle case non si distinguevano bene. Ero troppo veloce. sorrisi e girai il mio sguardo posandolo sul sediolino vuoto al mio fianco. Immaginai quando finalmente io sarei potuta essere cosi veloce e non il treno ad alta velocità su cui stavo viaggiando da piu di due ore.
La stazione era piccola e poco affolata. Sulle poche panchine poste ai bordi della strada vi erano seduti per lo piu barboni infreddoliti. del resto era impossibile non sentire freddo lì...era impossibile non sentire freddo in alsaka. Salì le piccole scalinate che mi portarono sulla strada principale di quella piccola città.
La verità? non sapevo dove fossi diretta. non lo sapevo in quel momento, non lo sapevo quando avevo detto addio a mio padre e a tutto ciò che amavo. nella mia testa stampate quelle parole. "In Alaska c'è un altra famiglia come la nostra..." il ricordo soffuso della sua voce mi fece sobbalzare. era li che ero diretta. stretta nel mio caldo giubotto, camminavo sul marcapiedi mentre cercavo un'appiglio per poter credere di non essere pazza. Ma la mia vita era così inutile che dovevo fare qualcosa, o quanotomeno tentare. Ero come un giocatore fallito seduto al tavolo di poker. Avevo le ultima carte fra le mani...dovevo rischiare tutto. Il borsone in cui avevo ammassato alla buona tutte le mie cose incominciò a pesare sulla mia spalla lussata. mi fermai. la testa stava per scoppiarmi, e delle calde lacrime stavano per rigare il mio pallido viso. Pensieri , domande, e delusioni tutto raccolto in quello stupido borsone ai miei piedi...e la mia vita? dove l'avevo lasciata? forse in quella stanza di forks... o forse in quel bosco, ai piedi della mia casa... eri troppo importante per me!! avrei voluto urlagli contro con tutta la forza che avevo. ma ero una stupida umana, fragile, goffa...e sopratutto che non riusciva a dimenticare. Daltronte come si può... il suo sorriso sgembo, i suoi occhi profondi e densi, quel suo essere che tanto avevo amato e che ora tanto odiavo.
mi allontanai troppo con i pensieri...come facevo di solito, ed ebbi solo il tempo di vedere con la coda dell'occhio un autobus sfrecciarmi davanti ormai carico e pronto a ripartire. " NO! cazzo! Era il mio!!!! " i miei pensieri si trasformarono in parole...con mio grande imbarazzo e sperai che nessuno avesse sentito  il mio colorito monologo interiore! ma mi sbagliavo. come al solito. capì subito chi era. o meglio dire cosa era. e non solo perchè avevo parlato troppo a bassa voce per essere sentita, ma perchè avvertì una scarica al cuore.  forte, come quando ero vicino a lui. come quando ero felice.
" era così imporrtante quella fermata? " la sua voce arrivò da lontano. mi girai di scatto, era appoggiata ad una macchina nera decappottabile. indossava un jeans nero che aderiva perfettamente alle sue gambe perfette e affusolate. Non indossava alcun giubbino, nonostante facesse molto freddo. aveva solo un poullover colorato e sotto una camicia bianca, con il colletto ricamato. Al piede invece indossava dei meravigliosi...(per chi sapeva portarli!) tacchi a spillo neri lucidi e con un tacco vertiginosamente alto. lasci il viso per ultimo. alzai la testa e la osservai. naturale. era bellissima. il suo viso, leggermente allungato era decorato da supendi capelli castano scuro, che le arrivavano fino alle spalle davanti mentre lasciavano il collo scoperto dietro. i suoi occhi erano familiarmente dorati e la bocca rossa creava uno splendio contrasto con la pelle bianca.
Rimasi ad osservarla, lì come una stupida. la ragazza mi guardò." ehi! ci sei?" si alzò dall'auto e mi venne incontro. "Se vuoi possiamo seguirlo...uff oggi non ho propio niente da fare..." mi guardò con aria divertita, ma dietro quell'espressione colsi qualcosa. fu come se sapesse gia chi ero. come se fosse venuta a prendermi con la sua auto scintillante, gia sapendo che io ero lì. decisi di parlare. " T-Tu...s-sei..." logico. il mio cervello non conneteva in quei momenti. impiastricavo parole inutile e senza senso. lei mi guardò... "bhe per cominciare sono MariaSophia ma tu chiamami pure MarySol!" il mio privilegio mi suonò strano... "Perchè?" chiesi... non sapeo neanche a cosa fosse riferito quel perchè. " uhm se non ti va puoi chiamarmi col mio nome di battesimo... quando diventeremo come sorelle... bhe allora ti ci abituerai a marysol!" mi ricordava tanto alice. dolce e svampita propio come marysol... wow l'avevo detto marysol!!! si sono sicura che mi ci sarei abituata.

  
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