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Autore: braver than nana    07/12/2009    3 recensioni
**Terza Classificata al contest "Team Sette in Pairing" di Domi chan**
01. Mi avvicino lentamente a lui e poso una mano sulla spalla. È così che fanno gli amici, no? –Sai Version.
02. Io che ho avuto la possibilità di ravvedermi su di lui molto prima e che ho imparato a conoscerlo so che dentro ha ancora milioni di cicatrici che fanno male e che vorrebbe guarire. –Sakura Version.
03. Forse non sono io la persona che lo conosce meglio. –Sasuke Version.
I tre diversi punti di vista del Team Sette su di Naruto. Chi lo conosce meglio di tutti? Sai, Sakura e Sasuke a confronto.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Nana° (nanaosaki93 su efp)
Titolo: Who is Naruto? Sasuke Version.
Avvertimenti:
Pairing: SasuNaru.

Parole/espressioni/frasi scelte: Puzza di ramen, Pidocchio, Hokage.

Raiting: Giallo

Introduzione:

01. Mi avvicino lentamente a lui e poso una mano sulla spalla. È così che fanno gli amici, no? –Sai Version.

02. Io che ho avuto la possibilità di ravvedermi su di lui molto prima e che ho imparato a conoscerlo so che dentro ha ancora milioni di cicatrici che fanno male e che vorrebbe guarire. –Sakura Version.

03. Forse non sono io la persona che lo conosce meglio. –Sasuke Version.

I tre diversi punti di vista del Team Sette su di Naruto. Chi lo conosce meglio di tutti? Sai, Sakura e Sasuke a confronto.

 

Note dell’autore: Questo capitolo, che termina la trilogia, è quello che mi ha fatto dannare più di tutti, lo ammetto. Stranamente Sasuke non mi stava obbedendo. Solitamente non mi esce difficile scrivere di lui come narratore, invece stavolta è stato terribile. Spero di non essere caduta troppo nell’OOC.

Comunque, buona lettura ^_^’

 

Who is Naruto?

-Sasuke Version-

 

Naruto è un dobe appiccicoso e sognatore. E ha ancora addosso quella maledetta puzza di ramen.

 

Sulla parete l’antico orologio fa scorrere le sue lancette.

La più lunga e sottile, quella dei secondi, gira lentamente fino a posarsi sulle dodici. Sono le nove spaccate.

Guardo fuori dalla finestra, la strada è ancora desolata.

 

- Ma dove si sarà cacciato quel dobe.

 

Sbuffo impercettibilmente sistemando per l’ennesima volta il cuscino del divano quando la porta si spalanca facendo apparire quell’idiota di Naruto. Sul volto un sorriso sereno e i capelli più scompigliati del solito.

Sembra non accorgersi di me, tutto impegnato a sorridere a destra e a sinistra, mentre s’incammina verso la cucina.

Cerco di rimanere calmo, seduto al mio posto, a osservare l’orologio che continua ad andare avanti più lentamente del solito.

Dopo tre minuti interminabili il dobe ritorna all’ingresso, dove sembra finalmente accorgersi della mia presenza.

 

- Ohi, teme. Sei qui?

 

Reprimo un ringhio in fondo alla gola e assottiglio lo sguardo cercando di guardarlo nel peggior modo possibile.

Lui si passa una mano dietro la nuca sorridendo e dà un morso al panino che si è preparato.

 

- Dove sei stato tutto oggi?

- Nella mattinata sono passato da Sai, poi ho continuato un po’ a sfuggire da Sakura fino a quando non mi ha beccato all’Ichiraku e costretto a parlare.

 

Alzo un sopracciglio e lo guardo di traverso, mentre addenta ancora una volta il pezzo di pane.

Quello che ho davanti è davvero il pidocchio che ha passato gli ultimi tredici giorni a giocare a nascondino con la Kunoichi rosa? Proprio lui, con quel sorriso snervante, mi dice con tutta questa naturalezza che è stato costretto a parlare?

 

- Oh, Sas’ke! È andata benissimo... Se avessi saputo che finiva così non avrei aspettato così a lungo per dirglielo. Mi ha detto che è felice per noi.

 

Parla sputacchiando pezzi di mollica ovunque, quasi corre per avvicinarsi a me e sedersi per terra, proprio davanti alle mie gambe, guardarmi troppo dolcemente e sorridermi, abbandonando il panino tra i miei piedi.

Prende le mie mani fredde che tenevo posate in grembo vi stampa un bacio.

Prima che continui me ne riapproprio riportandole dove erano state durante quell’attesa snervante, irrigidendo le spalle e cercando di allontanarlo da me.

Mi alzo dal piccolo divano rovinato e faccio qualche passo dandogli le spalle.

 

- Naruto... Pensavo avessimo chiarito questo punto.

- Di cosa stai parlando?

- Io non voglio. Non voglio che si sappia di noi due. Tu non lo afferri, ma se fossi più intelligente capiresti che lo faccio per il tuo bene.

 

Se chiudo gli occhi e ascolto attentamente riesco a sentire un altro pezzo pungente del cuore di Naruto che si stacca e gli entra nelle vene, ferendolo a ogni respiro, a ogni battito.

Mi giro verso di lui e davanti mi ritrovo la solita scena.

Evita il mio sguardo perché sa che ho ragione, sa che ho sempre ragione ma non vuole ammetterlo.

 

Nonostante il tempo passato lontani ormai posso affermare con sicurezza di essere la persona che lo conosce meglio.

A lungo l’ho negato anche a me stesso, ma una volta tornato a Konoha ho voluto ricredermi su alcune cose e questa è una delle principali. Io conosco Naruto e sarei capace di prevedere ogni sua mossa, di intuire ogni suo più silenzioso pensiero.

Non ha segreti per me e questo, purtroppo, mi fa intuire anche quanto grande sia il suo dolore ogni volta che affrontiamo questo argomento.

So che probabilmente tra poco ricomincerà ad urlarmi contro. Che vorrà trovare nuove scuse, anche se poi sono sempre le stesse, che proverà a dirmi che tutto questo allora non ha senso e che vuole lasciarmi, che vuole andare via.

Ma un Uchiha non si lascia. O almeno non è facile come crede possa esserlo lui, ogni volta.

 

- Io non voglio il mio bene. Non lo hai ancora capito vero? Non m’interessa del mio bene se tu non mi sei accanto... Ho passato tutto il pomeriggio con Sakura. È stato divertente e chi ci vedeva ci sorrideva gentile, è una bella sensazione sai? Una signora anziana si è avvicinata dicendo che eravamo proprio una bella coppia. Stare con lei sarebbe facile...

 

Parla tutto d’un fiato, muovendosi e camminando per tutta la sala.

Impassibile io cerco di ascoltarlo, nonostante tutto questo stia lentamente sgretolando ogni mia certezza. Questa non è la reazione che aspettavo e soprattutto queste non sono parole del dobe.

Nascondo ogni tentennamento e cerco una risposta che mi faccia rialzare un poco.

 

- Se sarebbe facile, allora perché non stai con lei?

- No! Non stai capendo quello che voglio dire, teme che non sei altro! Sarebbe facile ma io non sono un tipo che segue la strada più facile. E tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro. Sarebbe stato facile lasciarti andare. Sarebbe stato facile arrendermi ad ogni difficoltà. Ma io non sono così... Io voglio te e voglio diventare Hokage. E se la strada più semplice è quella di trovarmi una bella mogliettina e mettere su famiglia non vuole dire che sarebbe quella più giusta, non vuol dire che la sia per me...

 

Forse non sono io la persona che lo conosce meglio.

 

Continua a guardarmi negli occhi e il silenzio avvolge i nostri sguardi.

Solo il ticchettare del passare del tempo, segnato dalla piccola e bastarda lancetta di quell’orologio, rimbomba per tutta la casa.

Non è facile stupire un Uchiha.

Eppure lui, sempre e solo lui, riesce a farmi ricredere di poco ogni volta. È così odiosamente lineare quel ragionamento che non posso fare altro che tenere alto il mio orgoglio e reggere il suo sguardo serio.

Non abbasserò gli occhi prima di lui, ma questo non vuole dire che non sarà mia la prima mossa.

 

Sono sempre stato più veloce di lui.

 

Mi avvicino e premo violentemente le labbra sulle sue.

Era sempre stato lui a seguire la strada più difficile, la più tortuosa ma che alla fine aveva dato i risultati migliori.

Io che mi sono sempre reputato migliore di lui, ho scelto ogni volta la via più spianata.

Il crogiolarsi nel dolore invece che affrontare ogni paura.

Il potere subdolo e sbagliato invece dell’impegno sano.

La vendetta invece del perdono. Ogni volta.

 

Avevo sbagliato ogni volta?

 

Le sue labbra premono più forti sulle mie e un solo sospiro basta a mischiare i nostri respiri e intrecciare le lingue che impazienti s’incontrano ancora una volta.

 

Basta un attimo.

 

Le mani frenetiche sui reciprochi corpi vagano, strappano vestiti e cercando di fondersi con la pelle dell’altro.

È l’impazienza, il desiderio più nascosto e violento che ci travolge ogni volta che i nostri corpi si sfiorano, che rende tutto questo così speciale.

È il non bastarci mai.

 

- Grazie teme, non lo ammetterai mai, ma so che hai capito quello che volevo dire e che finalmente mi lascerai essere veramente felice.

- Tsz.

- Ti amo, teme.

 

Lo bacio ancora una volta, zittendolo. Respirando quell’odore che me lo farebbe riconoscere tra mille.

Anche oggi deve aver mangiato ramen.

 

Ma lo amo.

 

Fine.

 

 

E così sono arrivata alla fine della mia prima raccolta, yeah.

Questo ultimo capitolo, alla fine, mi è piaciuto molto. Rileggerlo mi piace sempre e credo che in generale io abbia amato questa raccolta come nessun’altra.

Sono contenta che sia piaciuta anche a voi lettori.

 

Ancora un bacio, un saluto e un ringraziamento particolare alla mia amica Sacchan.

Mi hai detto mille volte di smetterla, ma io non ti ascolto u_u

 

Bacioni a tutti, Nacchan.

   
 
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