Capitolo
4
Che
strana sensazione! Ho come
l’impressione che presto succederà qualcosa che mi
cambierà la vita. Non so
spiegarmelo. Di certo non sono mai stata una ragazza sensibile come
Uriè ma
forse il mio presentimento è reale. Vabbè! Non
pensiamoci più. Adesso dovrei
cercare di dormire e basta. E’ già da
mezz’ora che ho smesso di chiacchierare
con la mia amica e stando al buio sdraiata sul letto ancora non ho
preso sonno.
Proprio strano per una dormigliona come me!
-Non
riesci a dormire?- mi chiede
nell’oscurità, Uriè. Quindi nemmeno lei
dormiva.
-No-
-Sei
strana, Raf. Di solito ti
addormenti dopo due secondi che tocchi il letto. Ti preoccupa ancora la
questione di tuo padre?-
-No,
Uriè. È un altro il motivo. Non
riesco a capirlo ma sento uno strano presentimento dentro di me-
-Hai
paura che le scarpette che hai
visto ieri vengono comprate da altri?-
-Ma
che dici?-
-Dai!
Stavo scherzando! Su, dimmi che ti
senti-
-Sento
che la mia vita cambierà. Non so
se in meglio o in peggio ma forse ci sto pensando troppo e non
è niente di che-
-Non
sottovalutare mai le tue
sensazioni, Raf. Alcune possono essere veritiere-
-Finora,
in realtà, mi sono solo
preoccupata delle tue sensazioni. La tua sensibilità
è incredibile-
-Dono
di nascita!- disse sorridendo
orgogliosa.
Io
scoppiai a ridere vedendo la sua
espressione così infantile e piena d’orgoglio allo
stesso tempo.
-Oh
finalmente ridi! Mi ero stancata di
vederti con quella faccia imbronciata. Non è da Raf-
-Sì,
hai ragione- dissi sostituendo le
risa in un sorriso.
-Bene!
Ora però dormi che domani abbiamo
scuola e non voglio arrivare in ritardo nell’aspettare una
dormigliona-
-Ehy!
Dormigliona a chi?-
-Notte
Raf- disse semplicemente
girandosi a dormire.
-Eh
no, cara mia! Non puoi andartene a
dormire così! Non sono una dormigliona io!-
-Ah
ah ah… d’accordo, Raf- disse
ridendo.
-Uffa!
Non prendermi in giro- dissi
mettendo il broncio come una bambina.
-Va
bene va bene. Non lo dico più ma ora
dormi-
-Ok.
Buonanotte Uriè- dissi rimettendomi
a nanna.
-Buonanotte
dormigliona-
Domani
continuiamo il discorso, amica
mia! Vedrai.
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-M-ma
è forse impazzito?- domandò
incredulo il vecchio Serafini guardandomi come fossi da manicomio.
-No.
Le assicuro che ho tutte le rotelle
apposto-
-Si
rende conto di quello che mi ha
detto? VUOLE CHE BARATTI MIA FIGLIA? LEI NON È UN OGGETTO DA
SCAMBIARE- disse
sbattendo le mani sul tavolo. Era proprio nero.
-E
allora? Negli affari tutto è lecito.
E voglio ricordarle che è quasi in banca rotta- dissi
indifferente fumandomi
una sigaretta.
-Preferisco
la banca rotta piuttosto che
lasciare Raf nelle sue mani. -
-Dice
davvero? Pensa a sua figlia. Poco fa
ha detto che è per la vostra famiglia che fa tutto questo ma
non mi sembra
proprio-
-Che
vuol dire?-
-Che
se vinco io anche questa volta, lei
signore perde tutto, mentre se mettesse in palio sua figlia, io le
assicurerei
una vita da regina. Non pensa che così le assicurerebbe una
vita agiata invece
di quella a cui va incontro lei?-
-Ma
se vincessi, avrei sia i miei averi
che Raf-
-Cosa
che non succederà visto che ha
sempre perso finora. Almeno le do l’opportunità di
tenere almeno la casa e se
baratta sua figlia, anche l’azienda-
Ma
cosa sto dicendo? Perché gli do
questa scelta? Potrei distruggerlo e fregarmene del tutto ma allora
perché sto
qui a dire queste cose per avere sua figlia Raf? Nemmeno fosse una
perla rara!
Forse ha ragione il vecchio a dire che sono impazzito.
-Perché
fa tutto questo? Perché mi sta
tentando per avere la mia bambina?-
Alla
faccia della bambina! Ecco un altro
dei soliti papà gelosi e scemi che non comprendono ancora
che la figlia è
cresciuta. Ma il vecchiaccio mi legge nel pensiero?
-Questo
non deve interessarle. Io le ho
dato da scegliere, adesso tocca a lei darmi una risposta e in fretta,
prima che
perda la pazienza-
Insomma!
Ci stava girando troppo
intorno! O sì o no.
-Va
bene… accetto- sussurrò arrendevole.
-E
bravo vec…signor Serafini. Vede che
sa ragionare anche lei- mi complimentai stringendogli la mano.
-Prima
però voglio aggiungere una cosa.
Se vince, avrà mia figlia ma deve promettermi che non gli
mancherà di rispetto
e che una volta che avrò trovati i soldi per riavere tutto,
lei mi restituirà
anche Raf-
-D’accordo.
Ci sto- Tanto non li troverà
mai quei soldi.
-Bene.
Ora giochiamo. Saranno le carte a
decidere il destino della mia povera figliola-
-Ma
come siamo poetici! Su. Cominciamo-
e presi le carte.
Il
poker durò poco e stracciai il
vecchio come avevo detto.
-Bene,
signor Serafini. Le do tempo fino
a dopodomani per dire a sua figlia del suo nuovo trasferimento e farle
fare le
valigie. Farò portare una limousine per portarla a casa
Zolfanelli. Adesso me
ne vado. Arrivederci, Serafini- e me ne andai trionfante.
Il
vecchio non sa che le promesse che
faccio io sono inutili. Non ne mantengo uno. Povero ingenuo.
Vedrà come
manterrò la parola sul rispetto a sua figlia.
Continua…