Capitolo 1 - P.O.V. Kristen
L’idea mi era
sembrata, nel momento in cui mi era stata proposta, a mie parole, “non male”,
in fondo, le cose stavano andando avanti alla grande tra noi, e a Rob sembrava
automatico che, dopo aver passato il Ringraziamento a casa mia, io andassi con
lui in Inghilterra a passare il Natale, con la sua famiglia. Ma con il passare
dei giorni, mentre metabolizzavo la situazione che si prospettava, mi rendevo
sempre più conto che l’idea non era per niente fattibile e che non ero
preparata a nulla che potesse far sembrare me e Rob una coppia, alla luce del
sole, almeno. Certo, lui aveva presentato me ai suoi come la sua ragazza
UFFICIALE, ed io avevo fatto lo stesso, a modo mio, ma non avevo considerato la
festa del Ringraziamento come un ingresso in famiglia, perché eravamo solo con
i miei e mio fratello, ed il programma non aveva previsto grandi riunioni con i
parenti, tutto era rimasto molto informale. E quella di Rob, cosa che mi
spaventava molto, era una famiglia all’antica. Così decisi di correre ai ripari
e prepararmi, al meglio che potevo, al mio PRIMO, come l’aveva definito Rob,
Natale in Inghilterra. Non mi dispiaceva comunque, perché i miei avevano in
programma di passarlo con dei loro amici, a me poco graditi in verità, e perché
tanto ci sarei dovuta andare comunque, visto che avevamo deciso di passare
insieme il Capodanno, e non volevo separarlo da Londra, che non aveva visto per
mesi e mesi.
Il mio piano di
preparazione prevedeva innanzi tutto informarmi sul programma del Natale in
casa Pattinson, tradizioni, regali, gastronomia, parentado. Perciò, organizzai,
all’insaputa della mia dolce metà, un consulto con le mie adorate, come farei
senza di loro, cognate, Victoria ed Elizabeth, in occasione della première di
New Moon a Londra. Eravamo nella mia stanza d’albergo, mentre mi preparavo
all’incontro con i giornalisti che avevo nel pomeriggio. “Allora?”
incominciai.”Allora che?”mi fecero eco loro. “Voglio sapere TUTTO! Non posso
presentarmi senza avere la più vaga idea di quello che mi aspetta.”
“Ma perché?” chiese
Lizzie.
“Perché? C’è
bisogno anche di spiegarlo? Entro nella vostra famiglia, e siccome nel 70% dei
casi la prima impressione è quella che conta, io ci terrei fare una bella
figura …”
“Tesoro!”continuò
”Tu non hai bisogno di impressionare nessuno in alcun modo, basta che tu sia te
stessa, e andrai alla grande!”
“Parli bene tu, è
facile per te che sei tra i tuoi simili” mimai le virgolette con le dita alla
parola simili “stesso accento, stesso linguaggio, stessa gestualità, stesse
tradizioni, tutto in comune …”
“Santa Pace
Kris!”intervenne Vicky “cosa devo sentirti dire, tu non hai mai parlato così: ma
sei Kristen Stewart, o abbiamo sbagliato camera?”
“Oh Vic, è tutta
questa storia della presentazione alla famiglia, mi mette un’ansia addosso!!!
Voi non potete capire come mi sento, come se stessi per essere gettata in pasto
ai leoni …”
“Esagerata!!!”risposero
in coro. Poi Elizabeth ”Non devi colpire proprio nessuno, perché l’unica
persona che per te deve contare è Rob, giusto? E non credo ci sia bisogno di
ripeterti quanto ti adori mio fratello, considerando che ha deciso di farti
passare il Natale con la nostra famiglia, e state insieme da quanto? 6 mesi?!”
era un treno di parole “La famiglia poi: siamo noi la sua famiglia! Noi siamo
qui e ti vogliamo un bene pazzo, mamma ti considera la sua 3 figlia femmina e …
beh papà, guai a chi gli tocca sua nuora!!! Credimi Kris, questo Natale lo
passerai in famiglia, perché è questo quello che noi siamo per te. Oh almeno,
vorremmo che tu ci considerassi tali.”
L’abbracciai
d’istinto.”Ma certo che lo siete!!!” Non avevamo passato insieme molto tempo da
quando ci siamo conosciute sul set di Twilight, figuriamoci da quando eravamo
cognate, ma sentivo per quelle due ragazze un bene naturale, una sintonia
immediata e un legame profondo ci univano. Avevano ragione a dirmi che non
dovevo preoccuparmi, ma io non riuscivo a levarmi dalla testa, il chiodo che me
la perforava: il pensiero che avrei conosciuto nonni, zii e cugini/e.
“Ammettiamo, e mi resta difficile pensare che non sia così, che siano tutti
meravigliosi e simpatici quanto voi. Ma ci sarà qualcuno più difficilotto !?!”.
Per un attimo interminabile restammo in silenzio, questo mi fece preoccupare, e
non poco; le fissavo e notavo come si scambiavano sguardi indecisi, come di chi
nasconde un segreto impronunciabile. A prendere la parola fu Victoria “Beh, a
dire il vero, una persona ci sarebbe” Ecco lo sapevo, la strega o il mago
cattivo ci doveva essere per forza “Però non mi fraintendere, lei non ha alcun
pregiudizio nei tuoi confronti, è solo una persona particolarmente all’antica.”
Primo indizio: era una lei, una zia, una cugina, magari particolarmente
attaccata a Rob … e gelosa: la mia mente iniziò a fare film … “Si tratta di
nonna Elizabeth” nooooooooo!!!!!!!!!!!! Era la nonna!!!!! Dovevo saperlo! Nonna
Elizabeth è la nonna materna di Rob, la nonna di cui Lizzie porta il nome e che
ha rappresentato per Rob una seconda mamma quando era piccino; Rob aveva una
vena di adorazione nella sua voce quando ne parlava, aveva sempre qualche modo
di dire che la nonna gli aveva trasmesso. Sentivo e percepivo nella sorelle
invece quasi timore nel parlare di lei, deferenza, neanche si stesse parlando
della Regina che aveva lo stesso nome. “Ne parlate in un modo … non mi spaventate!!!”
“Non ti preoccupare tesoro, non volevo, è solo che … “ si intrufolò Lizzie
nella conversazione:ӏ molto giovane, voglio dire quando sono nata io aveva solo
45 anni, ma è stata tirata su da sua nonna durante la guerra, si è sposata
giovanissima ed è molto rigida su certe questioni …” Cosa stava a significare
questo? Mi spaventavano sempre di più!!! “Quando Lizzie portò a casa il suo fidanzato,
Daniel, mi ricordo che non volle saperne di vederli seduti vicini, e pretese di
non lasciarli un attimo soli, a costo di farsela addosso!!!!!!” Mio Dio!
“Questo naturalmente anche con me ed il resto della ciurma, non oso immaginare
cosa ha fatto passare ai nostri genitori e agli zii! E sai cosa ci disse per
giustificarsi” le due in coro, scimmiottando la nonna: “siamo inglesi,
dimostriamo affetto solo per cani e cavalli.” Andiamo bene, pensai.
Ora, se possibile,
avevo i nervi ancora più a fior di pelle. Avrei voluto fare loro altre domande
ma il caso decise per me che era arrivato il momento di chiudere quella conversazione:
squillo il mio telefonino, era Rob, dalla sua stanza, stava venendo da me!!!
Durante la telefonata a grandi gesti feci capire alle sue sorelle chi fosse
all’apparecchio e che se ne dovevano andare. Fugone del secolo, visto che Rob
era nella stanza affianco alla mia e gli ascensori erano in fondo al corridoio.
Mentre andavano verso la porta corsi dietro di loro: “Ragazze!!! Le borse!!!”
Schioccai un bacio ciascuna sulle guance “Ciao Vic, ciao Liz!!!” ricambiarono
anche loro in tempo record “Salutatemi i vostri genitori, e nonna Elizabeth!!!
… e, per la cronaca, messaggio ricevuto … MANTENERE LE DISTANZE DI SICUREZZA IN
SUA PRESENZA!!!” occhiolino di intesa da parte di tutte e tre, e corsero
all’impazzata lungo il corridoio, con me sull’uscio della porta a fare da palo.
Improvvisamente sentii la serratura della camera a fianco, quella di Rob,
scattare. “Piove!!!Piove!!!”Urlai alle fuggiasche, mentre dentro morivo dalle
risate a immaginare come potesse apparire la scena dall’esterno. Neanche stessi
nascondendo l’amante!. Le ragazze riuscirono a svoltare il corridoio in tempo
utile da consentirmi di ricompormi. Una voce suadente ed una camminata sexy da
riviste patinate mi venivano incontro: “Che c’è sei in astinenza da … ME?” mi
abbracciò alla vita “Non essere così maledettamente egocentrico signor
Pattinson, l’hanno informata del fatto che un certo Copernico ha scoperto che
c’è il Sole al centro della nostra Galassia?” “Appunto” Touché, bacetto di
penitenza, penitenza piacevole. “Grazie per avermi paragonato al Sole,
comunque!” “Beh, il mio lo sei di sicuro” Pericolo di essere scoperte scampato
… “Kris che mi nascondi?” Oppure no. “Chi, io?” “Sì, proprio tu, Jaymes
Stewart” mi piace troppo quando mi chiama così “hai degli occhietti furbi …” mi
toccò dolcemente con l’indice la punta del naso; giocai la carta della Lolita,
che lo faceva svalvolare ogni volta. “Beh, veramente, mi era venuta un’ideuzza,
ma visto che sei già pronto, mi sembra proprio un peccato rovinare un vestito
così ben stirato …” non feci a tempo a rendermi conto di ciò che accadde dopo
aver pronunciato quelle parole che mi ritrovai sul letto e, sopra di me, due
occhi azzurri ed un sorriso sghembo.