Aprì gli
occhi annaspando in cerca d’aria.
Sesso.
Aveva
sognato sesso!!!
L’aveva
visto fare sesso….aveva provato le sue stesse emozioni….desiderio, passione, voglia di possedere….aveva assistito al suo amplesso a pochi metri
dal letto in cui giaceva osservando attentamente il suo corpo flettersi e
affondare in colei che gli stava sotto, li aveva sentiti gemere entrambi aveva
visto le sottili braccia chiare della donna avvolgere la nuda schiena di lui
perlata di sudore e stringerla forte, sentiva e vedeva gli scatti che lui
faceva per soddisfare entrambi.
…e non si era sentita per niente imbarazzata…anzi…pian piano dentro di lei si era fatto tutto
più caldo e confuso, la mente si era annebbiata e la schiena le aveva dato i
brividi.
Non era
la prima volta che lo aveva sognato in quel modo ma la prima che assisteva a
tutto. Normalmente ciò che vedeva erano scene sfuggenti che si intromettevano
nei suoi pensieri mentre sonnecchiava o era in procinto di addormentarsi sul
serio e in tutte quelle occasioni l’unica emozione che la avvolgeva era noia, la
voglia che aveva lui di sfogare i suoi istinti, niente amore, niente desiderio,
solo puro istinto; invece quella sera
era stato tutto…diverso.
Ma non
era stato quello a sconvolgerla.
A sconvolgerla
era stato scoprire il viso della donna che stava con lui.
A shockarla
era stato l’avvicinarsi involontariamente a loro come spinta da una forza
superiore a lei, tenere lo sguardo fisso sulla schiena su lui e notare nell’avvicinarsi
il guizzare dei suoi muscoli tesi sotto la pelle, respirare a fatica colta
dagli stessi spasmi che scuotevano lui, sentire nei timpani il roco gemere di
lui e gli acuti gridi di lei, le sue risate e i suoi sospiri.
Per la
prima volta aveva avvertito in lui la voglia di metterci l’anima in quell’amplesso,
sentiva le sue emozioni chiare e sincere, e se emotivamente la facevano star
bene, a mente fredda le spezzavano il cuore.
Lui stava
amando una donna con l’anima e col corpo, la stava abbracciando e baciando con
amore, le stava sussurrando frasi assurde che la facevano ridere mentre
impazzivano d’amore sotto le lenzuola.
Se fosse
stata in grado di urlare l’avrebbe fatto, ma la sua voce era silenzio e le sue
labbra nonostante ordinasse loro d’aprirsi rimanevano sigillate e il suo
spirito si sentiva appagato della soddisfazione di lui, e mentre la mente
gridava di allontanarsi…. di svegliarsi…di
fuggire, i suoi piedi incedevano lentamente fino a che si era ritrovata a pochi
centimetri dal letto, con una visuale completa sulla larga schiena di lui
rigata di rossi graffi e lucida di sudore nell’esatto momento del loro culmine.
Non aveva
potuto fare altro che rimanere a guardarlo ridere con la sua donna, baciarle la
fronte, il mento e le labbra senza riuscire a vederne l’identità nonostante la
curiosità perché il corpo di lui la stava nascondendo, fino a che pochi attimi
dopo si era lasciato cadere di pancia al suo fianco e aveva affondato la testa
nell’incavo del suo collo chiudendo gli occhi in un espressione talmente serena
che il cuore le si era spezzato davvero.
Poi di
colpo aveva posato gli occhi su di lei e piena di gelosia e rancore aveva aspettato che si togliesse il braccio da
davanti al volto per scoprirne l’aspetto.
…fu questo a sconvolgerla…nel
più profondo dei sensi.
La donna
che aveva fatto l’amore con Logan….era lei…
Dopo quella
scoperta il sogno era cessato in un vortice nero di immagini sovrapposte senza
lasciare il tempo a tutte le sue emozioni di acquisire significato, al suo
stupore di svanire e al suo cuore di calmarsi.
Così si
era svegliata ansimante e sudata, piena di emozioni confuse e…si
portò la pallida mano alla fronte.
“Cazzo!!!!”
Scostò
le coperte e andò in bagno a sciacquarsi il viso con l’acqua fresca, si legò i
capelli in una coda bassa e indossò la vestaglia.
Sarebbe
scesa in cucina, forse un buon tè caldo le avrebbe calmato l’umore.
Scese
le lucide scale di legno svoltando a sinistra verso la sala, ma notando la luce
si bloccò.
Lui era
lì dentro se lo sentiva, pronto a consolarla semmai fosse entrata sconvolta
come era sicura d’essere in quel momento, no, non sarebbe riuscita a sostenere
il suo sguardo, e si sarebbe tradita.
Si girò
di scatto optando per la terrazza sul lato est, quella col muro e la balaustra
ricoperti d’edera, quella dove la luna splendeva sempre donando calma allo
spirito, quella che dava sul cortile interno che custodiva le tre tombe.
Era così
che tutti a scuola chiamavano il luogo di sepoltura di Charles Scott e Jean, non
era un cimitero quel posto, era un prato, un giardino dall’erba perfettamente
tagliata e sempre verde, Tempesta se ne occupava personalmente, e alla base
delle tre pietre di marmo non mancavano mai le suo rose d’Africa e le polle che
contenevano i ceri.
Schiuse
gli occhi intristendosi appoggiando i gomiti sulla fredda roccia della
ringhiera, eccole li infatti, nere e tetre illuminate dalle fioche candele e
circondate dal silenzio più sacro.
Un profondo
senso di rispetto la pervadeva nel guardare quelle lapidi che semplicemente
intimavano silenzio e riflessione ma che
erano anche il ricordo di brave persone, di amici e famiglia.
Un
tempo sarebbe potuta andare da Scott e parlare delle sue paure, dei suoi
tormenti e delle sue insicurezze come aveva fatto tante volte quando con Bobby
le cose non andavano bene.
Sorrise
di nostalgia e rimpianto, dopo che Logan se n’era andato lei si era sentita
sola nonostante il calore della vicinanza dei suoi nuovi amici che facevano di
tutto per tirarle su il morale; il fatto era che dopo l’aver assimilato le
personalità di Magneto e di Logan qualcosa dentro di
lei era cambiato, in pochi giorni era cresciuta mentalmente e spesso si
annoiava a star dietro ai discorsi di Jubes e Kitty, si sentiva pervadere da un
senso di non appartenenza che le lacerava l’anima, si sentiva una vecchia nel
corpo di una diciassettenne, si sentiva incompresa e sbagliata, non si sentiva
più lei e questo la terrorizzava.
Fu in
quel momento che la mano di Scott s’era posata sulla sua spalla senza timore
della sua pelle e le parole di lui l’avevano risollevata da quel profondo
abisso nero che s’era scavata da sola fra i pensieri.
“Sono qui Rogue…qual
è il problema?”
Il
problema era lei, glielo aveva urlato contro fra le lacrime e il tremore, s’era
coperta il viso per la vergogna e aveva gridato ogni sua paura a quel ragazzo
che sorridendo le aveva offerto una spalla su cui piangere.
E poi
vennero i giorni sereni, venne l’amore con Bobby e la sua nuova esistenza,
arrivarono gli allenamenti con i giovani x-men
vennero le chiacchierate e le risate con Scott, l’amicizia con Jean e la
sintonia perfetta con Tempesta, vennero le sedute con Xavier
e un futuro nuovo e limpido tutto per lei e alla fine era tornato anche Logan.
Si ritrovò
a fissare la tomba di Scott con gli occhi velati dalle lacrime; com’era
arrivato tutto questo se n’era volato via con l’attacco di Stryker;
con l’incidente alla diga e la scomparsa di Jean l’equilibrio alla Mansione s’era
incrinato per sempre, Scott era cambiato e nonostante i suoi sforzi non era
riuscita mai, nemmeno una volta a farlo sorridere come lui aveva fatto con lei;
era tornata la minaccia di Magneto, la follia della
Fenice ed una nuova guerra che aveva privato tutti di quei tre pilastri di
protezione e comprensione, dalla quale lei era scappata da codarda rifugiandosi
nel miraggio della Cura.
Era tornata
quando tutto si era concluso e aveva trovato solo volti ostili, nessuna
comprensione, era tornata in una casa alla quale non sarebbe più appartenuta umana
fra i mutanti.
E ancora
una volta era stato lui a rimettere tutto in sesto; era rimasto al suo fianco
porgendole la mano ogni volta che cadeva e assieme a Tempesta e Hank aveva
ripreso in mano la situazione alla scuola.
Grazie
a quei tre aveva ancora una casa e degli amici, grazie a loro aveva di nuovo
una famiglia.
Questo
però non cambiava le cose.
“Che
fai qui?”
Scattò
d’improvviso faticando a trattenere un urlo di spavento scostandosi dal tocco
che aveva avvertito sulla spalla.
“Marie?”
“Lo-gan…niente, pensavo…”
“Fa
freddo sta sera, perché non entriamo?”
“No…io…”
Non
riusciva a staccare gli occhi dal pavimento, aveva contato cinque volte le
crepe della lastra di granito sulla quale poggiavano i suoi piedi e cominciava
ad averne abbastanza, ma da li poteva tenere d’occhio la sua posizione e se l’ombra
di lui si avvicinava lei arretrava.
“Mettiti
quest-”
…era avanzato….
“Ah!”
ops
Era arretrata…
“Che
ti prende?”
“Niente…perché?” cazzo!
“Un
altro incu-”
“NO!”
Cazzo!!!
CAZZO CAZZO!!!!!
Si
coprì il viso con le mani riprendendo in mano la situazione, o per lo meno
provandoci dal momento che adesso, non facevano che tornarle alla mente i
gridi, i sospiri e le spinte….
Nonono NO!!!
Scosse
la testa scacciando quelle scene sentendosi davvero un’incapace, si stava
comportando da stupida e avvertiva il suo sguardo addosso, la sua
preoccupazione, la sua presenza farsi sempre più vicina.
“No! Stai
li stai….waah”
Un attimo
solo e avvertì un ostacolo impedirle di arretrare, la ringhiera bloccò la sua
spinta sbilanciandola indietro stava cadendo lei stava.....annaspò agitando le
braccia in cerca d’equilibrio mentre gli occhi erano fissi sul suolo.
“Waah-oh!!”
Un
contraccolpo e il pericolo s’allontanò.
Andò a
sbattere contro qualcos’altro di duro, ma in verticale stavolta.
Si trovò
avvinghiata al suo petto, le braccia di lui sulla schiena, strette e salde.
“Hey!
Stà ferma!”
“Che
colpo!”
“A
chi lo dici ragazzina…ma che ti è preso?”
“Non
lo so io…tu…noi…ah! cazzo!”
La stava
abbracciando senza lasciarle spazio per muoversi.
“Io…credo di star impazzendo…”
“Eh?”
“Non
c’è altra spiegazione…è…pffffffffff ahh hah…sto impazzendo sicuramente….tu
non…io…”
“Che
stai dicendo? Che cos’hai?”
Le sue
mani scivolarono velocemente dalla schiena di lei fino alle spalle, e
cingendole la scossero saldamente.
“Ahh
ahh ahh hah…”
“Calmati!!”
“..hah!
ok sono calma!”
“Bene!
Posso lasciarti?”
“No! Cioè
si! Cosa?”
“Marie…”
“Sono
calma! È passato…ok…”
Prese
un bel respiro premendo contro di lui per essere lasciata e così lui fece
seguendola alla balaustra poggiandosi di schiena mentre lei tornava alla
posizione di prima, coi gomiti sulla ringhiera, respirando piano.
“…sono le tre e mezza ragazzina…un
ora insolita per impazzire…”
“…è che ho sognato che tu….che io…che noi…waah che sto dicendo! Dimentica
tutto!”
“Eh? Cosa
devo domenticare che c’è da dimenicare?”
“In
effetti niente!”
“Mi
prendi per il culo?”
Magari…
“No!”
“Allora
che c’è?”
Il suo
tono era esasperato.
“Logan….”
“Nh?”
“Verresti
mai a letto con me?”
“Eh?”
Non
fu tanto la domanda a stupirlo, quanto il tono che lei usò e lo sguardo che
lesse nei suoi occhi mentre gliela poneva.
“…Marie…”
“Sai,
con le ragazze l’altra sera stavamo giocando a obbligo o verità e Jubilee per
vendicarsi di una mia domanda vigliacca me ne ha posta una altrettanto assurda… ”
“E
sarebbe?”
“Ro’ ti faresti Logan? Così, spudoratamente, e io che le avevo
chiesto se si fosse mai ehm, lasciamo perdere comunque ci son rimasta secca,
voglio dire che potevo rispondere mi ha presa alla sprovvista e non sapevo che dire….”
“Marie…”
“Ma lei
continuava ad insistere che rispondessi e poi ci si è messa pure Kitty a dire
che se non lo facevo mi toccava la pena
che consisteva nel fregare un ciuffo di peli ad Hank e tu lo sai che è
impossibile farlo allora dovevo per forza dire qualcosa ma non sapevo cosa e
così…”
Faticava
a starle dietro, parlava a raffica, sembrava delirare e gesticolava come un’isterica
e se la rideva fissando un punto indefinito oltre le tre tombe, non era lei in
quel momento, ma che cazzo s’era fumata?
“…in definitiva ho detto che dipendeva da te!”
“…eh?”
“…perciò, dimmi…verresti mai a
letto con me? Così…in amicizia perché sai se non
glielo dico entro domani sera quelle mi fan fare la penitenza per davvero e dubito
che Hank vada d’accordo con rasoi o cerette…”
“Si…”
“Anche
tu? Beh ovvio, non credo che nessuno la pensi diversamente, voglio dire, chi se
lo immagina Hank in bagno alle prese con il depilatore? Lo incepperebbe subito,
ci vorrebbe come minimo il tosaer…”
“Marie…”
Sospirando
le bloccò un polso a mezz’aria facendola voltare verso di lui.
“Nh?”
“…si…”
“L’hai
già detto…anche perché…nh?”
Si accorse
solo in quel momento che la presa sul suo polso s’era fatta più forte, e che
quei “si” non erano inerenti al discorso Hank-rasoio
ma a tutt’altro.
“Si?”
“Perché
no?”
“Beh perché…”
Cercò
di riprendersi il suo braccio ma lui non accennava a lasciare la presa, anzi,
si fece anche più vicino col viso e li intravide per un attimo i suoi occhi
selvaggi di marmo nocciola.
“…perché vediamo…”
“Sentiamo
su…”
La sua
voce divenne roca, divenne brivido, divenne estasi per lei.
“… sono
una ragazzina … come dici sempre tu …”
“…dettagli…poi?”
Il
suo respiro le accarezzava l’orecchio e a volte la guancia barbuta di lui le
sfiorava lo zigomo, ma che diavolo stava succedendo?
“Ehm…siamo amici…”
“L’hai
detto tu in amicizia no?”
Stavolta
lo fece d’intenzione e le strusciò la mascella contro la guancia, inspirando il
suo profumo mentre chiamava in causa anche l’altra mano facendola scivolare
sulla schiena di lei coperta della liscia e sottile vestaglia di seta,
appurando che sotto, almeno nella parte superiore non portava niente.
“Logan?”
“Nh?”
“Cosa…
Quella
che bloccava il polso scivolò verso l’alto insinuandosi nell’incavo del collo
chiaro di lei …
stai…
…
fino a poggiare sul mento …
facen…
…
alzandole il viso e reclinandolo verso il suo che nemmeno un istante aveva
abbandonato il profumo dei suoi capelli sull’altro lato, dietro il lobo, in una
zona di lei ipersensibile lo deduceva dal tremore che le scuoteva la schiena.
… do?”
Era
sua.
“In amicizia…”
“…Log…nhm….”
Le tappò
la bocca con la sua in un tocco deciso ma leggero senza entrare, gustandosi
solamente il sapore delle sue labbra che erano morbide e sapevano si lei, non
di assurdi lucidalabbra ma di lei.
“….”
Sentì
la stretta delle sue mani sulla maglietta per non cadere al cedere delle sue
ginocchia ed osò.
Scivolò
con la lingua lungo il labbro superiore dei lei indirizzandola poi all’interno della
bocca trasformando quel tocco in passione e quel gioco in tortura.
La sorresse
prendendola per i fianchi quando la sentì cedere e la alzò a sedere sulla
ringhiera portandola quasi alla sua altezza.
E sorrise
fra un bacio e l’altro nel sentirla partecipe la sua Marie, affondando le
labbra lungo il collo di lei in una scia di sospiri baci e piccoli morsi
tenendola saldamente per i fianchi mentre lei allargava le gambe per…
“…rie…”
“Nhm…”
Una scossa.
“Hey
ragazzina!”
“In amicizia…Logan…”
“Marie!”
Un nuovo
sussulto, l’intorpidirsi dei sensi sentirsi portar via da un luogo ovattato e dolce…sentire…freddo.
….aprire gli occhi, di nuovo.
E trovarsi
per terra, in terrazza….in vestaglia.
“Ti
sembra questo il luogo adatto per dormire?”
“ nhm…eh?
Trovarsi
sdraiata contro il freddo pavimento….
Che diavolo….
Vederlo
inginocchiato guardarla accigliato, preoccupato…sollevato.
…ci faccio qui?”
“Alzati,
ti riporto in camera tua.”
Sorridere
e alzarsi stringendo la sua mano, barcollare contro la sua spalla, rimettersi
in equilibrio e camminare ancora intontita di ritorno dalla strada di un sogno.
TH
Uff, l’insonnia…che brutta bestia….
-.-‘’’’
XD
Grazie a:
che l’han messa nei preferiti.
A:
andrea83_2007
Dada88
daffodil
ginsan89
mangafun1
marmar
Pluma
Ramona37
Ro90
Rue Meridian
soniacristina1989
per averla nelle seguite!!!
E a:
Soniacristina1989,
la temeraria che mi dice ciò che pensa della storia,
spero che questo capitolo ti piaccia stella!!!
Grazie delle belle parole, sono onorata!!!
^w^