Capitolo 8
Nuova vita
Ron senza neanche
accorgersene si ritrovò a percorrere il corridoio che lo conduceva al suo
ambiente lavorativo, probabilmente i suoi piedi erano talmente abituati a quel
percorso, che non c’era neanche il bisogno di imporgli un comando che
conducevano il ragazzo direttamente alla meta prefissata. Giunto davanti
alla porta d’ingresso, Ron si scostò una ciocca di capelli fiammeggianti dal
viso, sfiorò la maniglia levigata, e la girò su se stessa. Un clic’ presagì
la sua imminente apertura.
I dipendenti dell’Ufficio
Misteri appena entrati, non trovavano d’innanzi a loro una stanza circolare,
tappezzata da una serie di porte identiche tra loro, bensì solo 7 porte,
ciascuna delle quali conduceva ad un determinata sezione. Il ragazzo avanzò
verso la porta centrale quella color ebano, su di essa vi era scritto in
graziosi caratteri d’argento “ Sezione 7 “. Ron sfilò dalla propria tasca
la bacchetta e puntandola con sguardo serio, verso la serratura inesistente
disse con voce flebile << Alhomora Mortis >>, su un punto
imprecisato della porta apparve una lucina azzurra, che poi ad un tratto divampò,
inghiottendo l’intero asse di legno. La porta svanì e il vent’enne si
immerse in quel bagliore accecante scomparendo.
Un’altra serratura invece
veniva aperta in un altro luogo. Dei profondi occhi color nocciola scrutavano
attenti, una serie di bambini indaffarati nel prendere appunti. L’ambiente era
lo stesso di dieci anni fa, l’aula di Antiche Rune, non era cambiata
minimamente, fatta eccezione per l’insegnate.
<< Professoressa?
>> chiamò un fanciullo dall’ultimo banco, aveva gli occhi scuri e una
folta chioma di capelli neri, alzò la mano mingherlina e l’agitava per farsi
notare.
<< Dimmi, Metew
>> rispose la donna che ora apriva un armadietto di legno, posto dietro la
cattedra
<< Ma lei conosceva il
famoso Harry Potter? >>
<< Come? Non sono
domande da fare, ora. Ripassate la lezione che tra poco interrogo! >>
<< Scusi… >>
Ma la professoressa non diede risposta. Si voltò e si accomodò sulla sedia d’innanzi alla scrivania. Aprì un cofanetto di metallo e ne estrasse una pergamena impolverata, dalla quale proveniva un forte odore di muffa. La donna sorrise, e un fiotto di luce le illuminò il viso: aveva circa vent’anni, capelli castani e ricci, occhi grandi e color nocciola, sguardo furbo e intelligente, portava un paio di occhiali ovali dalla montatura dorata. La Professoressa accarezzò delicatamente la pergamena, ora si poteva notare la foto incollata su di essa: vi erano tre ragazzi di circa 17 anni che salutavano animatamente, uno aveva dei corti capelli rossi e un viso pieno di lentiggini, l’altro un paio di occhiali neri e rotondi occhi smeraldini e dei folti capelli ribelli color dell’ebano, al centro dei due fanciulli si stagliava la figura di una ragazza della stessa età, capelli castani chiari, occhi color nocciola e con lo stesso sguardo sorridente che ora l’insegnate esprimeva riguardando dopo tanto tempo quell’immagine. Voltò il foglio e tre firme erano ricamate con dell’inchiostro nero, anche se un po’ sbiadite erano ancora ben visibili:
Ron Weasley
Harry Potter
Hermione Granger
<< Professoressa?
>>
<< Sì Miriam ?
>>
<< Non capisco cosa
significa Promessa?
>>
<< Vuol dire
Promessa… >>
<< Grazie ! >>
<< Prego…ah! Miriam?
>>
<< Sì ? >>
<< Interrogata
>>
La fanciulla guardò di
sbieco la Professoressa Granger augurandole
ogni malattia o piaga possibile.
Dopo circa mezz’ora la
campanella suonò puntuale, e una bolgia di studenti si precipitò verso la
l’immensa
Sala Grande, nella quale
attendevano immobili e fumanti una sequenza di prelibatezze inaudite, di ogni
tipo. In pochi istanti i lunghi corridoi si svuotarono, e la professoressa
Granger mise in ordine i propri
libri depositandoli nella sua valigetta verde acido che porta sempre con se come
una specie di orribile animaletto da compagnia.
La donna silenziosamente uscì
dall’aula chiudendola accuratamente a chiave, con un doppio giro verso
sinistra e uno verso destra.
I suoi passi echeggiavano
nei lunghi corridoi marmorei costeggiati da un inquietante colonnato del
medesimo materiale. Hermione era abituata a quella tetra sensazione di paura, ma
quel giorno era più forte.
Una nebbia invase lo spazio
che la circondava….la donna non riusciva più a vedere nulla oltre il suo
naso….
Un passo dietro di se
Una mano bianca si posò
candidamente sulla spalla della Professoressa
<< Aaaaaaaaahhh !!
>> gridò con tutto il fiato che aveva in gola mentre la mano imputridita
le cingeva la vita ed un’altra le tappava la bocca, soffocandola in un soffio.
Hermione iniziò a vedere il buio l’oscurità, e una terribile sensazione di
paura la invase, spezzandole i muscoli che si lasciarono trasportare da
quell’essere ignoto.
Una porta cigolante si aprì,
lentamente, come spostata da un leggero venticello. Un ragazzo fece capolino al
di là della medesima porta.
<< Cosa fai lì Potter
?! >>
<< Niente signor Wood
>>
<< Bene, allora entra
no?! Bah…i giovani >>
Harry entrò timoroso
nell’aula, rispettava e temeva in signor Wood, dopo tutto era il suo capo,
ovvero il Capo responsabile Auror, colui che se ti veniva a chiamare era per due
semplici motivi: o venivi scelto per una missione suicida o ti licenziava. Jonas
Wood lavorava come Auroror da ben 37 anni, era un uomo burbero e barbuto, grosse
cicatrici profonde tagliavano il suo viso testimoniandone le avventure,
solitamente in dosava un grosso mantello nero e blu, che ricordava un’enorme
tendone da salotto, intonandosi malamente ai due capelli scuri, che gli
rimanevano in testa.
<< Mi ha fatto
chiamare? >> chiese Harry timido
<< Secondo te?
>>
<< …. >>
<< Ovvio! Se no, non
saresti qui ! >>
<< Giusto >>
disse il ragazzo pensando “ Potresti aver voluto vedermi così perché volevi
qualcuno che ti sopportasse , idiota! “
<< Allora: un
insegnante ad Hogwarts è stata rapita da chi sa quale diavoleria, e tu la
ritroverai se no…. Sarai licenziato. >>
Prese fiato
<< Hai tempo tre
settimane…ecco la scheda della donna rapita. E ora…. >>
<< Sì ? >>
disse Harry prendendo la scheda dalle mani di Wood.
<< Levati dai piedi !
>>
Harry senza fiatare ubbidì.
Giunto fuori si appoggiò alla porta e sbuffò << Idiota tenda pelata!
>>
<< COOOOSA? >>
tuonò dall’ufficio Wood
Harry si staccò dalla porta
e si allontanò correndo verso la propria nicchia. Durante la corsa una foto uscì
dalla pergamena abbruttita, ora a terra giaceva una piccola donna bruna e riccia
con in mano un librò verde che sorrideva estasiata. L’Auror si voltò, guardò
in direzione della foto e la raccolse con un lento movimento. Gli occhi color
smeraldo si corrucciarono, piccole rughe si mostrarono sulla sua fronte, Harry
cercò di ricordare quel volto, era così famigliare…. Poi aprì la pergamena
e lesse ad alta voce << Hermione Granger >>.
La pergamena cadde a terra.
L’Auror guardò stupito il vuoto davanti a sé, sussurrando << Hermione … ?!
<< Granger! >> sbraitò una donna << Non puoi sparire così! >> disse mettendosi le maniera i capelli grigi.
<< Vedrà, il Ministero si è mobilitato, e manderanno al più presto un loro dipendete Auror, specializzato in questo genere di cose >> disse un uomo, dal lungo naso dirigendosi verso l’uscio della Presidenza
<< Severus? >>
<< Dimmi Minerva >>
<< Cosa farebbe Albus ? >>
<< Manterrebbe la calma >>
La Mc Grannitt annuì solennemente poi disse << Dì alla Profferessa White di sostituire Hermione, e…. disponi istruzione che d’ora in poi gli studenti dovranno recarsi in Sala Grande e nelle loro Case sotto la sorveglianza dei loro Prefetti e dei Professori disponibili, in oltre gli alunni non potranno uscire dall’aula per alcun motivo, se non scortati anche nel Parco, mai da soli! Non sappiamo con chi abbiamo a che fare… >>
<< Molto bene lo comunicherò tramite un annuncio in Bacheca >>
<< E..io tramite un Sonorus >>
Piton annuì ed uscì. Non amava la Professoressa Mc Grannit, da quando Silente era partito, le cose ad Hogwarts andavano di male in peggio, forse le responsabilità erano troppo, ma appena succedeva qualcosa di più impegnativo, invece di una semplice punizione per un alunno maleducato, Minerva andava in crisi e non sapeva più come cavarsela.
Piton sopirò, la Granger era un’ottima Professoressa anche se, quel tono da “Io so tutto” lo irritava parecchio. “Del resto è come Potter, quello….sì che era un bel elemento! “ pensò l’uomo mentre camminava silente per i corridoi che portavano al suo ufficio “ Eppure, ho sempre dovuto aiutarlo, nonostante ciò andasse contro il mio volere, Silente ha sempre voluto aiutarlo! Sempre! Ma cosa ha lui che gli altri non hanno, un padre idiota e narcisista, una madre ficcanaso che è morta insieme al marito perché hanno fatto i furbi, e poi? E poi il mondo acclama questo Harry Potter, per cosa? Solo perché i genitori sono morti per mano di tu sai chi, sarebbero sopravvissuti se non avessero voluto fare gli eroi! Poi tutti si lamentano, < ma potevano essere ancora vivi ! > Certo, se fossero stati al loro posto come una semplice famiglia normale! “. Piton arrivò davanti al proprio ufficio, ed aprì la porta di noce, provocando un leggero cigolio. L’uomo sbuffò e disse << Bene, se Potter verrà ad Hogwarts per la sua Fidanzatina, troverà un’amara sorpresa >> e sorrise malizioso.