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Autore: Kalahary    11/12/2009    2 recensioni
Breve fic Pansy/George: -DAL 5 CAPITOLO- -Non compro niente!- La voce di George Weasley giunge da dietro la porta, sembra stanca e scocciata. Non compro niente?! Pansy Parkinson un venditore ambulante?! Se lo sentisse mia madre... Risuono il campanello con una certa stizza. -Non sono interessato a qualsiasi cosa vendiate!- Oh, basta, sono qui per chiedere scusa, non per umiliarmi!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Weasley, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap4
Aroma di Caffè

Caffè corretto

Speak to me! When all you got to keep is strong
Move along, move along like I know you do
And even when your hope is gone
Move along, move along just to make it through
Move along, move along
Move Along_The All-American Rejects

Tornata a casa cerco da riprendermi dal pianto ricco di singhiozzi, devo andare a casa di Draco, e non c'è ragione che tenga per cui io debba apparire sciupata e triste, per lui e soprattutto per me.
Sotto l'acqua tiepida della doccia provo a non pensare a tutto ciò che succede intorno a me, a George, alle sua parole e alle probabili conseguenze. Indosso velocemente un vestito Dior nero, provando a nascondere dietro a una maschera di trucco e sotto un bel vestito la vera me stessa, perchè ora non posso, non riuscirei a sopportare la situazione e allora, come dovrei comportarmi? Facendo la cosa che so meglio fare.

Alle otto precise suono il campanello di casa Malfoy. Da quel momento non ricordo più nulla, tanto ho bevuto quella sera.

Il giorno dopo mi ritrovo nel mio letto, il signorino Malfoy non mi ha lasciato dormire a casa sua neanche da ubriaca. Notevole quanto mi voglia bene.

Mi ritrovo sul divano a bere caffè nella speranza che presto mi passi il mal di testa, ma non è questa che mi fa soffrire. Così, per una volta, metto da parte il mio orgoglio da Parkinson e chiamo i due numeri a me più familiari.
Due ore dopo Blaise e Theo bussano alla mia porta, il primo è apparentemente calmo, il secondo, invece, è irrequieto, o perlomeno quello che sa nascondere peggio la preoccupazione. -Pans, vuoi dirci perchè ci hai chiamato e ci hai chiesto di venire subito? Ho dovuto inventare un sacco di balle per non far insospettire Daphne.-
Mi siedo di fronte a loro sulla poltrona e con occhi seri ma con un tono arrogante rispondo -Pensavo fossi abituato a mentire, Theo.- e curvo la testa di lato, assumendo un'aria innocente.
-Se usi ancora l'ironia mista all'acidità di tua madre, non stai così male.- commenta Blaise, senza levare lo sguardo dal mio viso.
-Non lo so.- perchè è veramente così. -Non riesco a capire cosa devo fare.-
-Se fossi una donna, ti accompagnerei a fare shopping, ma come uomo posso offrirti un bicchiere di brandy.-
Lo guardo e sorrido -Per una signora del Martini.-
Blaise mi farà sempre sorridere, anche nei momenti più cupi della mia vita sarà in grado di farmi alzare gli angoli delle labbra, mi strapperà un sorriso con la sua ironia e con le sue frasi che vogliono dire tutto o nulla. Passiamo la giornata a fumare sul balcone e a bere, un po' come ai tempi di scuola.

Martedì mattina Daphne Greengrass mette a dura prova la mia pazienza con la sua voce e con il rumore delle unghie laccate sulla scrivania.
-Oh mia cara, non sai cos'è successo l'altro giorno...-
Ma so perfettamente che quella gallina non mi lascerà nell'ignoranza. -Che cosa, tesoro?- domando esasperata, alzando gli occhi dal mio lavoro e scoccandole una finta occhiata interessata.
Incoraggiata dall'attenzione che le rivolgo, inizia a raccontare -Il mio adorabile marito...- Mister Nott, bla bla -...Mr Nott è tornato l'altra sera ubriaco...-
-Non mi sembra così strano, siamo inglesi.- commento.
Scioccata, mi riprende -Pansy, è una cosa seria! Avrebbe potuto fare scandalo! Tra l'altro continuava a fare discorsi strani sulla felicità e sul fatto che i soldi non siano tutto. E' assurdo!-
Rido -Già, assurdo che non l'abbia capito prima.-
E per la prima volta in vita mia, assisto a una Daphne Greengrass senza parole. Con brevi frasi  si congeda e mi lascia al mia lavoro. Poco dopo Sarah annuncia l'arrivo del signor Zabini.
Non provo a reprimere l'espressione arrogante e soddisfatta quando Blaise entra con l'eleganza di un felino e si accomoda sulla poltrona. -Pans, sono curioso. Cos'hai detto di così tremendo per far scappare la nostra cara Mrs Nott?-
-Niente di che, questioni...finanziarie.- alzo lo sguardo dai documenti e domando -Come mai sei qui? Non ti servirà un avvocato?-
Blaise sorride -Chi lo sa?  Ad ogni modo, dato che mi trovo qui, dimmi come stai.-
Appoggio la penna sulla scrivania e guardo fuori dalla finestra -Sto bene, non sono felice, ma sto bene. Purtroppo non sono ancora libera.-
-Hai preso quindi una decisione?-
Osservo il cielo grigio di Londra, la gente che passeggia -Oh si, e assomiglia molto ad un suicidio.- Faccio una pausa e mi rivolgo alla mia segretaria -Sarah, un caffè...corretto!-

Calma, Pans, hai preso la tua decisione, per la prima volta hai tra le mani le redini della tua vita.
Un'ora dopo esco dall'appartamento di Draco Malfoy, ed ecco una nuova Pansy Parkinson, libera di scegliere con la propria testa e soprattutto con  il proprio cuore.

Senza aspettare un secondo di più, le mie gambe mi portano in una certa caffetteria. Rimango imbambolata a fissare la vetrina, come in attesa di un evento a me sconosciuto. Ora, però, so cosa voglio: George Weasley. Così, con passo tremante ma comunque senza esitazione, apro la porta del bar. Non so cosa aspettarmi, l'ultima volta che l'ho visto, l'ho praticamente aggredito verbalmente , senza curarmi dei suoi sentimenti.
All'interno della sala c'è un'atmosfera calda e invitante, con le ginocchia che sfregano l'uno contro l'altro, muovo qualche passo verso il bancone e mi siedo su un alto sgabello. La giovane cameriera porta tazze fumanti di caffè ai tavoli, questa volta però non è aiutata da George, bensì da una giovane donna dalla fluente chioma rossa. Rimango sorpresa quando la donna si gira e riconosco Ginevra Weasley. Ci fissiamo senza sapere bene cosa dire, lei sembra diffidente e scocciata. Con un minimo di coraggio inizio a parlare -Senta...- respira, Pans -...saprebbe dirmi dove posso trovare George?- e cerco di sorridere gentilmente.
-E chi lo cerca?- domanda alzando un sopracciglio vermiglio.
Sospiro -Pansy Parkinson.-
-Ah.- La sua reazione non attende ad arrivare, alza entrambe le sopraciglia e le labbra si stringono in una smorfia. -Capisco. Il problema è che George non ha alcuna intenzione di parlare con te, da quanto ho capito, avete litigato l'ultima volta che vi siete incontrati.- mi guarda con scuri occhi penetranti, in attesa che le dica come stanno in realtà i fatti.
-Uhm... diciamo che si trattava di divergenze di opinione.- provo.
Prende tra le mani un vassoio e serve un tavolo vicino continuando a parlare con me -Ne sei sicura? Io non ho avuto questa impressione...-
-Non ha intenzione di aiutarmi.- commento.
-Perchè dovrei?-
Mi alzo e mi dirigo inviperita verso la porta del locale -Bene, grazie per avermi concesso il suo tempo.- ed esco sbattendo la porta. E ora come trovo George?
Subito dopo sento la porta aprirsi e una voce chiamarmi -Ehi, Parkinson, aspetta!- Ginevra Weasley esce con indosso il grembiule verde della caffetteria -Aspetta, ti dirò dove dovrebbe trovarsi.-
La guardo e annuisco.
-Conosci il vecchio negozio Tiri Vispi Weasley, è chiuso da anni...-
Una giocheria?! -Ehm, ne ho sentito parlare...-
Sospira e mi dice -Dammi la mano.- Eh?! -La mano!-
Le porgo la mano e mi scrive un indirizzo con una penna presa dal taschino del grembiule. -Sopra il negozio c'è un appartamento a cui si accede da una scala laterale, dovrebbe essere lì George.-
-Grazie.- e sono davvero riconoscente.
-Prego.- Sto per voltarmi, quando la sua voce mi blocca -Non farlo soffrire o verrò a cercarti personalmente.- e sorride.
-Non lo farò!- e corro in cerca di un taxi.

Dieci minuti dopo mi trovo davanti a quello che una volta era il Tiri Vispi Weasley. Bene, e adesso che faccio?
Guardo l'edificio, sembra abbondonato da anni, giro intorno e noto un appartamentino trasandato, ma ciò che mi colpisce è la luce che si vede all'interno. Se potesse il mio cuore inizierebbe a fare delle capovolte, o Pansy, stai diventando ridicola.
Percorro le scale sui tacchi alti, incurante del fatto che potrei cadere da un momento all'altro. Mi fermo, riprendo fiato e schiaccio il campanello. E ora attendo...

Parlami, quando tutto ciò che hai da tenere è forte
Muoviti, muoviti come se io sapessi che lo fai
E perfino quando la speranza se n'è andata
Muoviti, muoviti solo per farla consumare
Muoviti, muoviti


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Salve!
Finalmente ho trovato un po' di tempo per finire questo capitolo, non uscito proprio alla perfezione, a essere oggettivi. Spero di scrivere in queste prossime vacanze di Natale l'ultimo capitolo e l'epilogo, ho in mente nuove storie da scrivere e non vedo l'ora. ^^

Passiamo ai ringraziamenti:
confettina: anche io AMO Draco, ma in questa fic mi serviva freddo e insensibile, altrimenti Pansy non lo avrebbe mai lasciato (insomma, diciamocelo, tra George Weasley e Draco Malfoy chi scegliereste? ;) ) Dai un altro capitolo e l'epilogo, giusto per sapere la storia degli altri personaggi. Grazie per il commento!

Clara111294:  Lo so, sono davvero in ritardo, probabilmente ti sarai dimenticata di questa fic, anche se spero proprio di no. Grazie per aver lasciato un commento!

SoReLLiNaMaLfoY: Spero di non averti deluso con questo misero capitolo, me lo aspettavo diverso pure io... Grazie comunque per le recensioni, fanno davvero piacere!




  
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