Fanfic su attori
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Autore: Sognatrice85    12/12/2009    2 recensioni
Eccomi qui, come promesso, posto il prologo del seguito della fan fiction "Il cielo ha una porta sola". Ritroviamo i nostri due protagonisti, sposati. La vita gli riserverà inizialmente una bella sorpresa, per poi lasciare spazio ad una serie di problematiche, anche traumatiche che Marghe e Robert dovranno affrontare con tanta forza e tanto coraggio. Sceglierò un raiting arancione per i temi che tratterò, nulla di troppo forte, ma avverto le persone estremamente sensibili e amanti di Robert che ci sarà parecchio da soffrire. Vi chiedo scusa in anticipo per certe mie scelte, mi farò perdonare e spero che nonostante quello che accadrà, continuerete a seguirmi e a non accusarmi di niente. Vi lascio al prologo, pubblicherò ogni sabato come sempre. Ps: questa volta mi affianca una beta, Dark Angel, che voglio ringraziare dal profondo, perchè mi sta dando tanto e collaborerà anche lei con la stesura di alcuni capitoli. Ovviamente man mano vi avviserò. SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Notizie e gelosia (Pov Robert)

Salve a tutti,
un nuovo fine settimana è giunto…
chiusa in questo posto, mi sembra che il tempo non passi mai, una settimana e finalmente sarò a casa mia, tra le mie cose, con le persone che amo e nel mio mondo adorato…non vedo l’ora…
Noto, e me ne dispiace, che trovo poco riscontro…mmm…c’è qualcosa che non va! Decisamente…uffi :(
Grazie comunque ai lettori silenziosi, la vostra presenza mi allieta…

Sister forever94: ti ringrazio!!! Spero continuerai a seguirmi :), ci terrei molto…

Vi lascio al capitolo dal punto di vista di Robert…bacio

Il mattino successivo quando riaprii gli occhi, allungai la mano per cercare Marghe, ma il suo lato era vuoto…possibile che mi fossi sognato tutto? Mi guardai intorno e mi resi conto che ero a casa, quindi probabilmente, mia moglie si era già alzata per preparare la colazione, sorrisi all’idea di lei ai fornelli. Mi stiracchiai e mi recai in cucina, ma passando per il salotto, la vidi che era lì, ferma e imbambolata e stringeva tra le mani una cornice: i ricordi dei suoi amici e di….Eric…In tutti quel tempo, avevo sperato che Marghe avesse messo una pietra sopra a quella storia, ma non c’era verso di non farla sentire in colpa, lui le mancava ed io non potevo fare niente per sopperire al vuoto che sentiva. Quando lo rincontrammo per lo spettacolo provai a parlarci, ma non ci fu verso di fargli cambiare ide

<<”Perché sei qui Robert?” mi disse dandomi le spalle “Eric vorrei parlarti, credo che sia il caso che ci mettiamo seduti e discutiamo con calma” “Non credo serva a qualcosa. Te la sei ripresa, sei contento?” disse guardandomi in faccia con un espressione rabbiosa “Avevi detto che non ti saresti intromesso e l’hai fatto…e va bene così, ci sono passato sopra, l’ho anche incoraggiata a venire a cercarti, ma poi che hai fatto??? Lei hai chiesto di sposarti???” mi innervosii “Si e allora??? La amo e penso che sia lecito quello che ho fatto, Marghe è la mia ragazza e le faccio le richieste che voglio! E poi io dovrei ammazzarti di botte per quello che le hai fatto, ma come ti è venuto in testa, l’hai quasi violentata, ha dei lividi su tutto il corpo” sussultò, abbassando gli occhi “Cos’hai ora non parli più?” alzò gli occhi “Ho sbagliato, ho già ammesso le mie colpe e ho chiesto scusa, non ero in me. La rabbia, sai, a volte porta a fare cose di cui ci si può pentire” “Questa è la tua giustificazione? La rabbia?” gli urlai “Ma proprio tu parli? Tu che l’hai quasi uccisa andandotene in quel modo, sei uscito di scena come le grandi star, lasciandoti dietro però non applausi, ma sofferenza. Tu non hai visto come si era ridotta Marghe, non c’eri quando piangeva, quando non voleva mangiare o uscire. Io si! E l’ho aiutata a riprendersi, mentre tu te le facevi con Kristen! Sei proprio una pessima persona!!!” come fango le sue parole mi seppellirono “Ora sei tu che non parli più, eh?” ci guardammo in cagnesco, poi d’un tratto si girò e si incamminò verso il suo camerino “Aspetta” lo trattenni per un braccio “Rob basta!!! Dovete lasciarmi in pace, lo vuoi capire?” mi sentivo un verme “Scusami Eric…abbiamo pagato entrambi per i nostri errori” “Niente scuse! È troppo tardi…mi deve passare…mi passerà…” sospirò e si voltò nuovamente verso di me “Rob…” chiuse gli occhi, poi li riaprì “Io non voglio avercela con voi, ma mi sento tradito, capisci? Io…” mi fissò dritto negli occhi “…io amo ancora Marghe…in questi mesi non sono stato in grado di farmene una ragione, eravamo felici insieme…era così bello poterla avere accanto, accarezzarla, fare l’amore con lei” mi irrigidii al pensiero della mia Marghe a letto con Eric e strinsi le mani a pugno “Ho creduto davvero che lei mi amasse…” “Eric, lei ti ha amato…a modo suo, ma lo ha fatto…” “Si, questo lo so, ma il sentimento che provava per te era molto più forte” “Ma se allora capisci la situazione, perché non proviamo piano, piano a ristabilire gli equilibri di un tempo?” rise istericamente e mi guardò torvo “Non capisci che per me vedervi insieme è riluttante? Rob io ci sto male, le capisci queste parole?” “Sta male anche lei…” risposi serio, sostenendo a lungo il suo sguardo “Me ne dispiace, ma la colpa non è mia! E ora scusami Rob, ma ho un musical da fare” e se ne andò, non dandomi più adito di parlare. Quella fu l’ultima volta che lo vidi…>>

Mi avvicinai a lei, vederla piangere mi spezzò il cuore, non sapendo che fare l’abbracciai forte e con le mani le asciugai le lacrime, lei sussultò e si voltò verso di me, quando i nostri occhi si incrociarono, il mio cuore batté forte, cominciai a cullarla dolcemente, mentre lei poggiandosi al mio petto, continuò a piangere, sfogando tutto il suo dolore…

Facemmo colazione in silenzio, cercai dal trattenermi dal farle domande, temevo di pressarla, ma ero schiacciato dalla preoccupazione, volevo fare qualcosa…

Per tutto il tempo, non feci che osservarla di sottecchi, aspettando il momento giusto per poterle dire qualcosa e non appena posò la tazza vuota sul tavolo mi avvicinai alzandole delicatamente il volto per porlo alla mia attenzione, fissando i miei occhi nei suoi “Come ti senti?” le chiesi senza interrompere quel contatto “Meglio, grazie…scusami…” rispose abbassando le sue pupille verso il pavimento “Non c’è bisogno di scusarsi, non hai fatto niente” ed era vero, io non potevo cancellare il suo passato, le porsi la mano e l’aiuta ad alzarsi dalla sedia “E ora Signora Pattinson, si prepari che dobbiamo andare dai suoceri” strizzai l’occhio, facendole fare una giravolta e cercando di strapparle un sorriso, riuscendoci; nell’esatto momento in cui vidi le sue labbra piegarsi verso l’alto, il mio cuore tuonò, sbattendo rumorosamente contro la cassa toracica. La lasciai andare in stanza, nel frattempo sistemai la cucina. Mi meravigliai di me, avevo vissuto a lungo da solo, ma non mi ero mai affannato tanto per mettere tutto in ordine, non volevo che le cose pesassero tutte su di lei, nonostante potessimo permettercelo, non aveva voluto una domestica, Marghe desiderava vivere una vita normale, quando poi io di normale non potevo che donarle quello che ero, per il resto la fama mi aveva rubato tutto. Terminato i servizi, mi recai in stanza, feci per aprire la porta socchiusa e notai Marghe che agitata parlava a telefono “Tranquilla mamma, niente di preoccupante. Aspetto un bambino” sobbalzai, nonostante lo sapessi, per me era sempre strano sentirlo. Ormai preso dai miei pensieri, non mi ero accorto che Marghe quasi tremava “Calmati! Sono andata ieri alla visita…è tutto apposto, sono incinta di un mese e mezzo. Ora ho appuntamento tra due mesi” risi e passandomi una mano tra i capelli mi avvicinai piano “Non ti ci mettere anche tu. Starò attenta, ora mi aspetta una giornata dai suoceri per comunicare loro la notizia”. Appena staccò, istintivamente il mio corpo si mosse verso il suo, avvolgendola in una morsa delicata, ma contemporaneamente possessiva “Amore mi hai spaventato!” risi per il suo volto sconvolto “Sciocchina chi ti pensavi che fosse? Hai parlato con tua madre?” annuì più volte “E’ felice per noi” si voltò verso di me muovendosi leggiadra, tra le mie braccia, restando così vicina alle mie labbra, da farmi sentire il suo caldo respiro che mi fece rabbrividire “Chi non lo sarebbe? Ora preparati che andiamo dai miei…sono impazienti, ho detto loro che avevamo urgenza di parlargli” “Ah Rob, sei il solito. Li starai facendo preoccupare” ridemmo, poi ci bloccammo, come spesso era successo, ci incantammo a guardarci, riscoprendoci più innamorati che mai…poggiò le sue mani sul mio petto, rimirando la mia maglia stropicciata e ancora bagnata per le lacrime di poco prima, si alzò sulla punta dei piedi e mi baciò, come solo lei sapeva fare…io di certo, non mi tirai indietro e la strinsi di più; guidati dal miscuglio d’istinto e di sentimento che ci avvolgevano, ci toccammo, per poi staccarci “Ti amo” le dissi, continuando a mirare la sua straordinaria bellezza, mi sorrise arrossendo “Anche io…”…a passo di danza ci dirigemmo sul letto e l’ accarezzai piano il viso, scesi sul suo collo e la sentii mugolare di piacere. Mi interruppi per ridere, poi ricominciai a baciarla, cospargendole il mio amore in ogni parte del suo corpo e quando giunsi sul suo ventre nudo mi fermai, con un dito iniziai a giocarci, creando dei cerchi tutt’intorno al suo ombelico, mi guardò con occhi luccicanti e incrociò il suo dito al mio, giocando insieme pur continuando a fissarci. D’un tratto, nello stesso istante, ci fermammo, lei si sedette, prese il mio volto tra le sue piccole e paffute mani e lo avvicinò al suo; desideroso di lei, mi distesi sul suo corpo accogliente e fu mia ancora una volta…Troppo presto fummo costretti a smettere, ci sorridemmo e insieme ci dirigemmo verso la casa dei miei genitori. In poco meno di mezz’ora, fummo dinanzi la mia vecchia casa, quanti ricordi mi legavano ad essa: le corse folli in giardino da bambino, i giochi col triciclo, io sottomesso dalle mie sorelle. Risi mentre suonavo il campanello “Claudiaaaaaa!!!” non poteva mancare mia sorella Lizzy che con la sua solita spavalderia, mi abbracciò dandomi ancora quello stupido nomignolo “Ah ancora con questo nome?!?” risposi imbarazzato, mia moglie, invece, era piegata in due dalle risate “E tu non ridere!” la guardai furibondo, ma non servì a fermarla “Scusami, ma non ce la faccio” disse mentre si poggiava alla spalla di Lizzy che come lei era in preda ad una crisi di ridarella “Uff” sbuffai e entrai senza aspettarle, ma qualche secondo dopo le sentii dietro di me. “Bau bau” finalmente qualcuno che mi accoglieva degnamente: la mia cagnolina Patty, “Patty amore, come stai?” mi divertivo a giocare con lei, per anni era stata la mia compagna di giochi, la mia confidenze, poteva sembrare assurdo, ma l’avevo amata come se fosse stata una persona, quando però vide Marghe, si avvicinò a lei scodinzolando “Ehi Patty, cucciola” l’accarezzò “Ma possibile che il mio cane preferisca te a me?” domandai con tono deluso “E che ci vuoi fare? Comunque ti ricordo che all’inizio mi odiava” risi al ricordo di quando Marghe mise piede a casa dei miei per la prima volta, Patty non la voleva “Era gelosa, perché stavo sempre con te” le feci notare “Già, per fortuna ha capito che non c’è n’è bisogno” d’improvviso mia madre interruppe la conversazione “Robert caro, Marghe tesoro!” “Buongiorno Signora” “Finalmente siete arrivati, ci stavamo preoccupando” io e Marghe ci guardammo di sottecchi, imbarazzati e contenti per il piacevole motivo che ci aveva trattenuti a casa “Mamma abbiamo avuto un contrattempo” ammiccai ironico “Va bene, l’importante è che ora siete qui. Accomodatevi sul divano, ora mio marito ci raggiunge, siamo in ansia”. Ci sedemmo, Marghe mi lanciò un’occhiataccia e mi bisbigliò all’orecchio “Poverini, li hai fatti spaventare!” risi “Sei proprio un monello”.

“Buongiorno figlioli” mio padre entrò in salotto “Oh buongiorno Signor Pattinson” “Allora cosa ci dovete dire?” incalzò preoccupata mia madre, rivolsi i miei occhi a Marghe e annuii, segnalandole che stavo per cominciare a parlare “Mamma, papà sedetevi!” lo fecero, raggiunse anche Lizzy che preferì restare in piedi vicino al camino “Non so come dirvi questa cosa…è difficile trovare le parole giuste…” dissi cercando di creare suspance “Ah Rob però non recitare!” mi ammonì Lizzy “Devi sempre rovinare tutto! Ok la smetto. Non è niente di preoccupante, ho voluto solo tenervi sulle spine” risi passandomi la mano tra i capelli “Marghe…” e tutti e tre rivolsero la loro attenzione a lei che imbarazzata, cercò di sorridere “…aspetta un bambino…” calò d’improvviso un silenzio tombale, tutti continuavano a tenere gli occhi puntati su Marghe ed io capii che forse avrei dovuto dirlo in un altro modo, potevo solo immaginare l’ansia che avevo procurato a Marghe, lei odiava quei silenzi…poi mentre cercavo un modo per intervenire, un boato immerse la stanza “Ahhhhhh!” in men che non si dica i miei genitori e mia sorella si gettarono al collo di Marghe “Che notizia strepitosa! Sono tanto felice. Diventerò nonna” “Figliolo” disse mio padre abbracciandomi commosso, Lizzy, invece, abbracciò mia moglie “Auguri Marghe” “Grazie”, Patty sembrò aver recepito la notizia e felice scodinzolava, andando su e giù per il salone.

Trascorremmo una bella giornata in compagnia della famiglia, mi sentivo lieto del fatto che Marghe si sentisse a casa con loro e per qualche ora entrambi dimenticammo, la tristezza che di prima mattina, aveva attanagliato i nostri cuori. Mentre entravamo in auto, Marghe esordì dicendo “Amore, adoro i tuoi genitori!” “Modestamente sono loro figlio” mi diede una pacca sulla spalla “E che centra, ho detto che adoro loro” la guardai basito, lei rise “Scemolotto! Adoro anche te, ma in modo diverso…io ti amo…” quelle parole riattivarono i miei sensi e le sorrisi “Ah ora andiamo meglio” le risposi, ponendo il piede sull’acceleratore. La tranquillità di quelle ore non era servita però a cancellare il ricordo del viso piangente di Marghe ed è per questo che cercai di riprendere l’argomento, imponendomi un tono di voce non troppo duro o preoccupato…”Marghe…ti manca?” “Chi?” mi chiese stupita, non comprendendo a chi mi riferissi “Eric” dissi secco, lei sobbalzò, si girò verso il finestrino e lì vidi riflesso il suo volto attraversato da un brivido di tristezza, chiuse gli occhi “Si…era il mio migliore amico…era…” mi fece male, detestavo il fatto che lei potesse provare ancora qualcosa per lui “Rob…” la guardai “Non capire male…mi manca il mio vecchio gruppo di amici, quando li vedo e noto che manca lui, beh…mi sento come se mi mancasse un pezzo…” sospirò “Non hai mai pensato di telefonarlo?” sobbalzò nuovamente “E come potrei? Cosa gli direi? No, no Rob…” “Perché no?” incalzai “Perché sarebbe inutile, lui non mi vuole più sentire…” da lì in poi, non ci dicemmo neanche più una parola, fino a casa, dove Marghe corse in bagno; io ferito per le sue risposte, mi recai in salotto, accesi la tv ma non le prestai attenzione, dopo qualche minuto giunse anche Marghe che si accomodò accanto a me, non potevo resisterle, così aprii le braccia e l’accolsi sul mio corpo “Come va con lo stomaco?” le chiesi gentile e seriamente preoccupato “Meglio…ho già cominciato con le nausee uff.” risi e le scompigliai divertito i capelli con la mano “Comunque ritornando al discorso di prima, volevo scusarmi. Non dovrei parlare di lui davanti a te” non risposi, chiusi gli occhi e sentii Marghe muoversi su di me e avvicinarsi al mio volto “Rob…” inspirai e riaprii gli occhi, mi accarezzò tremando la guancia, d’istinto posai la mia mano sulla sua “Non voglio perderti” le confessai sinceramente affranto e impaurito da quella possibile situazione “Ma tu non mi perderai mai! Come ti vengono in mente certe cose?” disse con gli occhi fuori dalle orbite “Lo so…mi sento un bambino viziato dalla tua presenza e so che non ne potrei fare più a meno” dissi ancora in preda al panico “In primis, ti ricordo che siamo sposati e quindi ho deciso di condividere la mia vita con te, punto secondo se è per Eric, ti ripeto che mi manca come amico, ti ricordo che mi è stato molto vicino e non posso dimenticarlo! Gli voglio bene e vorrei condividere anche con lui la mia felicità…la gioia di questo nostro bambino…fraintendi sempre” rispose rabbiosa, si alzò di scatto, lasciandomi interdetto per qualche secondo, scossi la testa e la seguii, non potevo lasciarla andare così.  “Sono il solito stupido, ma capiscimi. Eric urta il mio sistema nervoso” ammisi imbarazzato “Gelosone” disse correndomi incontro “E comunque darebbe fastidio anche a me. Basta chiudiamo qui l’argomento e godiamoci questi giorni insieme. Voglio ricordarmeli bene, visto che poi non ti vedrò per altri 3 mesi” confessò affondando la testa nel mio petto “Hai ragione…che ne dici di cominciare da questo?” e la baciai “Mmm direi che è perfetto” la presi in braccio e cullandola, le permisi di giungere l’apice massimo di piacere, accompagnandola e vivendo i simbiosi con lei, quegli istanti meravigliosi...

   
 
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