8 dicembre 1990.In un
freddo mattino a New York,un uomo quarantenne si stava alzando da
un letto di lenzuolo e federa bianche.
-E dieci - disse.
Johnny Ono non era un uomo.Era
un uomo che "non c'era".
-Sembra ieri la volta che respirai con polmoni veri.Ora
respiro con polmoni...impalpabili.Sono un essere
impalpabile ormai - .
Come ogni 8 dicembre,Johnny Ono ripeteva
ogni stesso gesto per non dimenticare quel giorno di 10 anni fa.Beveva un buon espresso al caffè La Fortuna mentre
tristemente disse :
- I vivi pensano che il tavolo è vuoto.ma bevo un
caffè voluto,fatto,e servito da me.Posso fare tante cose
con semplice…telepatia.Wow -
-E che dire- aggiunse- quanti bambini,anziani,adulti passano da queste parti.Vorrei essere tra loro,ma accetto tutto quello che mi
è capitato.Sono triste per il fatto che mi hanno
ucciso,tutto qui.Ma devo ritenermi un uomo fortunato.Quando ero vivo,ho almeno tentato di vivere
intensamente la mia vita.Certo,mi è capitato di fare
qualche sgarro,ma questo può capitare a tutti.Non mi
sono mai vergognato di quello che ho fatto.Ora,da
dieci anni ormai,ho un altro obiettivo:cercare di vivere intensamente questa
nuova vita.Chissà cosa mi serberà il futuro?Non
pensavo neanche di diventare così…così…insomma un fantasma
che non si vede…come cavolo mi posso
definire?Anima?Ecco,è da dieci anni che voglio scoprire che in che cosa sono
realmente diventato.-
Johnny Ono si
chiedeva spesso se poteva contare su qualcuno del mondo reale.Non
aveva ancora trovato nessuno che lo potesse capire. Neanche la sua donna,Yoko Ono,riusciva a sentire le sue parole. Non mancava mai che
lui la chiamasse per nome.Ma Yoko non gli rispondeva,però
riusciva a sentire solamente la sua presenza. E questo era una bella cosa.Lo tirava su di morale.Anche
Yoko si sentiva felice quando sentiva la dolce e lieve presenza del suo uomo.
“Un giorno riuscirò a comunicare con
lei,cascasse il mondo,ma ci riuscirò” pensava ogni giorno.
Johnny Ono era
ancora seduto al caffè e guardava la tazzina vuota,che aveva una piccola goccia
di caffè con zucchero.In quello stesso momento,l’uomo
sentì alla radio una canzone molto familiare.
- È la mia “Imagine”-
disse,commosso.
-Sono contento che qualcuno mi ricordi.Sì,sono davvero fortunato.-
E così Johnny Ono
decise di cantare a squarciagola “Imagine”,tra la
clientela del caffè ignara di quello che “l’anima” (o come altro la si possa
definire) del signor John Lennon stava facendo.