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Autore: Clive Danbrough    12/12/2009    1 recensioni
In una terra profondamente segnata da un conflitto millenario, viene narrata la storia di Deuchalion, potente e schivo eremita appartenente alla setta dei Necromanti, costretto da un vile ricatto a servire il suo peggior nemico, e a condurlo all'antico rifugio del Principe dei Morti, maestro della setta, al fine di consumare un'antica vendetta. Una storia avvincente ricca di colpi di scena, creature e ambienti terrificanti, personaggi dal passato misterioso e oscuri intrighi.
Genere: Dark, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Poco dopo, Alessia si ritrovò ad assaporare una minestra di verdure dal sapore inusuale, ma ricco e nutriente. Riconobbe dei funghi nella ricetta, assieme a ortaggi bolliti comuni quali carote e patate. Mangiò le verdure e sorbì anche il brodo, tanto era affamata. Con piacevole sorpresa, si rese presto conto che quella singola porzione di zuppa l’aveva rinvigorita come se avesse mangiato almeno quattro portate. Sospettava che l’effetto ricostituente fosse strettamente correlato al fatto che il cuoco era un abile Necromante.

Calidius non aveva pranzato in sua compagnia. Alessia riteneva che si fosse ritirato in qualche antro nascosto della caverna, e ne identificava la ragione nella natura schiva del suo ospite. Malgrado avesse intrattenuto una lunga conversazione con lei, l’avesse accolta, curata e nutrita, la giovane percepiva in Calidius una natura profondamente solitaria e guardinga verso tutto ciò che poteva ricondurlo al mondo degli uomini.

Alessia sapeva che ben presto si sarebbe dovuta allontanare da quel luogo. Calidius probabilmente non aveva voluto infrangere la sacra legge dell’ospitalità, ma allo stesso tempo non v’era dubbio che condividesse l’opinione secondo cui il miglior ospite è quello che se ne va in fretta.

La giovane fu interrotta nel mezzo dei propri pensieri dall’eco di passi in avvicinamento, segno del ritorno di Calidius. Infatti, pochi istanti dopo, l’uomo ricomparve davanti a lei, scrutandola con i suoi penetranti occhi azzurri.

«Non ti ho ancora chiesto come ti chiami» esordì.

«Ero sul punto di credere che nemmeno questo ti interessasse» rispose la ragazza, più divertita che stizzita. «Comunque il mio nome è Alessialis».

«Che nome ridicolo!» esclamò Calidius.

Alessia lo scrutò torva, stavolta più stizzita che divertita.

«Lo so» replicò freddamente. «Infatti tutti mi chiamano Alessia».

«Se me lo permetterai, penso proprio che anche io ti chiamerò così» disse Calidius. «Come sei finita quaggiù?»

Alessia gli raccontò nuovamente della propria rocambolesca fuga dai Rinnegati e anche dei suoi propositi. Gli parlò del suo intento di valicare le montagne allo scopo di lasciarsi il passato alle spalle, e di come aveva sacrificato tutto pur di raggiungere tale obiettivo.

Un abbozzo di sorriso baluginò sul volto ombroso di Calidius, ma scomparve rapidamente. Il Necromante aveva una strana espressione, come se dovesse comunicare alla sua ospite qualcosa di spiacevole. Sul tavolino adiacente ad Alessia era appoggiato un bicchiere di creta, ed accanto una brocca dello stesso materiale piena d’acqua. La ragazza si versò da bere.

«Immagino che tu non sappia granché sulle terre oltre il Confine...»

«Tu invece sì?»

«So alcune cose. Posso dirti innanzitutto che hai fatto un viaggio inutile».

La sorsata d’acqua che stava bevendo le andò di traverso, facendola tossire e sputacchiare più volte.

«Che stai dicendo? Che intendi dire?»

«Il Confine è chiuso» replicò pacato Calidius. «Da diversi anni a questa parte, milizie Ferrosanidi e legioni dell’esercito di Libedonia controllano e presidiano gli avamposti lungo le strade che entrano ed escono dalla Lirosia. Tutte, senza eccezioni. Pattugliano persino i valichi sulle montagne e le vie più insidiose. Sono tutte sorvegliate. In questo momento, in Lirosia non si entra e non si esce. Siamo come pesci in una rete, per fartela breve».

Alessia era sconvolta.

«Ma perché? Per quale motivo fanno questo?»

«Ho qualche vaga ipotesi, ma nessuna certezza».

«Ma allora... se il Confine è chiuso, io...»

«Temo di sì» disse Calidius. «Sei bloccata qui. Il tuo progetto di fuga è fallito, a quanto pare. In Lirosia, i fuggitivi e gli evasi sono ricercati secondi per importanza solo ai Necromanti».

Alessia si fermò a soppesare il significato delle parole di Calidius. Se era vero che ogni strada, ogni via d’uscita da quella terra maledetta era protetta e invalicabile, per lei non rimanevano più speranze. Bloccata in un territorio ostile, braccata dai mercenari e priva di mezzi di sussistenza, si sentiva stretta in una morsa che di minuto in minuto la soffocava sempre di più. Il sogno era infranto, sul suo futuro incombeva un famelico sciacallo chiamato destino.

  
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