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Autore: Black_Star    13/12/2009    2 recensioni
Vivere in famiglia sapendo di essere stati adottati non è per niente facile, ma Evangeline crescendo ha superato brillantemente la cosa.
Tuttavia, c'è ancora un problema : Gabriel.
Lui, figlio naturale di quelli che erano diventati i suoi genitori;
lui, sempre e comunque al suo fianco;
lui, che non era mai riuscita a vedere come un fratello e di cui si è perdutamente innamorata.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brother & Sister

Capitolo 2 - Talk


"Oh brother I can’t, I can't get through
I've been trying hard to reach you 'cause I don't know what to do
Oh brother I can't believe it's true
I'm so scared about the future and I wanna talk to you"

(Coldplay)



La piccola Evangeline aveva già una stanza assegnata, dalle pareti color dell’oro –ad Alyssa non piaceva il rosa, classico colore per le bambine -, e ben presto le fu comprata anche una culla, un fasciatoio e tanti bei giocattoli colorati.
La vita della bimba dai capelli rossi, destinata ad un orfanotrofio, da quel giorno prese invece una piega migliore, con una famiglia che l’amava e si sarebbe presa cura di lei.
Ma questo non andava a genio al piccolo Gabriel, il figlio naturale della coppia, che invidioso delle attenzioni che i genitori le riversavano non apprezzava né lei né la sua presenza.
Più il tempo passava e più Gabriel vedeva nella nuova sorellina una specie di nemico, da combattere a qualunque costo…E si sa, i bambini sono dei veri geni per inventare modi su come fare dispetti!
Iniziando dal farla inciampare mentre imparava a camminare, dal rubarle il cibo mentre stava tranquilla sul seggiolone per finire a romperle i giocattoli, darle sberle di tanto in tanto o ancora ribaltarla dal triciclo e fare strani rumori a notte fonda per farla spaventare.
Per quanto Edward e Alyssa tentassero di fare del loro meglio, quei due non ne volevano proprio sapere di andare d’accordo!
“Gabriel, sei cattivo!”
Esplose lei, una delle tante volte in cui il fratellastro le faceva un dispetto. Aveva appena sette anni, ma già sapeva disegnare e colorare benissimo: era la sua passione! A conoscenza di ciò, Gabriel aveva pensato bene di imbrattare il suo quaderno di disegni con un pennarello nero, e la cosa non era piaciuta per niente alla bambina, che era scoppiata in un copioso pianto.
“Era il mio album preferito! Cattivo, cattivo, cattivo!”
Continuava a dire, alternando le parole ai singhiozzi.
Ma lui sbuffò, per nulla toccato dalla scenata della sorellastra.
“Quante storie che fai!”
Rispose solamente, con tono poco interessato. 
“Erano solo dei disegni stupidi di una bambina stupida!”
A quelle parole Evangeline smise di piangere e spalancò la bocca, sorpresa. Poi la richiuse, e le sue guanciotte diventarono tutte rosse, proprio come i suoi lunghi e lisci capelli. Stringendo i pugnetti per la rabbia sbuffò, raggiungendo i modellini di auto che Gabriel teneva ordinatamente riposte sulla scrivania.
“E queste sono solo macchinine stupide di un bambino stupido!!”
Urlò, e prendendo tutte quelle che poteva in entrambe le mani le scaraventò a terra con violenza, facendo ammaccare qualche carrozzeria e volare qualche ruota.
Era la prima volta che Evangeline si ribellava così apertamente, e questo fece solo infuriare Gabriel ancora di più. Preso dalla rabbia le andò incontro prendendola per i polsi, ringhiando contro di lei.
“Ma sei scema?! Sai quanto sono costate quelle?!”
Ma quella gonfiò le guancie mugugnando prima di rispondere a tono.
“Mamma e papà hanno comprato anche le cose mie!”
Ribatté con testa alta, ma lui non gradì affatto.
“Ah sì? Mamma e papà? Vorrai dire la MIA mamma e il MIO papà!”
“Sono anche MIA mamma e MIO papà!”
“No che non lo sono! Tu non sei loro figlia! E non sei neanche mia sorella!”
Disse con tutta la rabbia che aveva, facendo sgranare gli occhi alla piccola. Quella rimase così per un po’, poi scosse la testa decisa.
“E’ una bugia! Gabriel bugiardo!”
“Ah sì? E allora come spieghi i tuoi capelli rossi? E il fatto che non assomigli né alla mamma né al papà?”
Gli occhietti nocciola della bambina si spalancarono ancora di più, riempiendosi di lacrime.
“Non è vero…non è vero!”
“Invece sì! Vai a chiederlo a loro se non ci credi!“
Continuò a gridare, e Evangeline cominciò a singhiozzare e piangere più forte. Lo guardò dritto negli occhi, e capì che non stava mentendo. Le sembrava tutto così…impossibile! Ma più guardava i suoi occhi e più pensava alle sue parole, e più faceva questo più piangeva forte.
“SEI UN BUGIARDO, E IO TI ODIO!!!” Esclamò quindi infine, scappando via da lui in lacrime sbattendo la porta della camera. Gabriel fissò per attimi immensi quella porta, lasciando sbollire la rabbia, prendendo coscienza soltanto in quel momento di ciò che aveva fatto.
Aveva vinto, no? Adesso quella mocciosa avrebbe capito qual’era la sua posizione.
Ce l’aveva fatta. E allora perché non riusciva a sentirsi bene?


*****


La piccola Evangeline aveva sceso di corsa la rampa di scale che la separavano dalla cucina, luogo nella quale si trovavano i suoi genitori.
A porta chiusa e con la TV accesa non avevano minimamente sentito le urla dei due, e avevano continuato a cucinare per quanto riguarda Alyssa, e a guardare il telegiornale per quanto riguarda Edward. Ma quando la bambina fece il suo ingresso in cucina entrambi lasciarono ciò che stavano facendo e si voltarono verso di lei.
“Evangeline! Cos’è successo?”
Disse Alyssa vedendola piangente, spegnendo i fornelli e camminando verso di lei. La figlia tirò su col nasino, allontanando dal volto arrossato i pugnetti chiusi e pieni di lacrime.
“Su, dì alla mamma cos’è successo.”
Propose Alyssa dolcemente, inginocchiandosi di fronte a lei e accarezzandole la fronte.
“Tu non sei la mia vera mamma.”
Sbottò Evangeline, scioccando i due coniugi.
“Cosa…?”
Tentò di dire Alyssa, ma lo shock era troppo per permetterle di parlare.
“Me l’ha detto Gabriel! Ha detto che voi non siete la mia mamma e il mio papà!”
Esclamò non molto convinta, ma in cerca di spiegazioni. Sperava con tutta se stessa che i suoi genitori le dicessero che non era vero, sperava che Gabriel le avesse fatto un altro dei suoi dispetti, ma quando i due coniugi di guardarono con un’espressione mista tra lo stupore ed il dispiacere, capì che le sue speranze erano vane.
Calde lacrime ripresero a rigarle il delicato viso, attirando l’attenzione di Alyssa che la asciugò con le dita.
“No, no! Non devi piangere, piccola mia! Non è successo niente!” Disse, ma anche i suoi occhi si stavano riempiendo di lacrime.
“Quello che ti ha detto Gabriel è vero. Volevamo tanto un altro figlio, e così abbiamo adottato te. Avevamo intenzione di parlartene quando saresti stata più grande…”
Tentò di spiegare Edward, ma la bambina non la smetteva di piangere.
“Evangeline, questo non cambierà le cose! Noi ti vogliamo bene, te ne abbiamo voluto sin da quando ti abbiamo vista!”
Le parole della madre erano rassicuranti e allo stesso tempo colme di timore. Ma Evangeline si asciugò le lacrime.
“Posso continuare a chiamarvi mamma e papà? Io vi voglio tanto tanto bene!”
Esclamò con candore. Subito i volti dei suoi genitori adottivi si rallegrarono, presi dalla felicità e dall’emozione. Alyssa abbracciò forte la bambina, dandole teneri baci sulla fronte.
“DEVI farlo, amore mio! Tu sarai sempre mia figlia, qualunque cosa accada!”
Disse lei, e la bambina si sentì subito meglio. Sciolto l’abbraccio andò da Edward, che prontamente la prese in braccio baciandole la testolina.
“Questa cosa non deve turbarti, ok?”
Chiese, e quando lei fece cenno di sì la strinse forte a se per poi rimetterla a terra.
Senza dire niente la bambina sorrise ai due e correndo uscì dalla cucina. Fece di corsa anche la strada che separava la cucina da camera sua, tragitto nel quale il suo sorriso si spense pian piano. Arrivata in camera sua si sedette a terra abbracciandosi le gambe, con sguardo triste.
Stava male, tremendamente male. Era troppo piccola, non aveva neanche capito bene cosa significasse “adottare”…
Cosa avrebbe dovuto pensare? Chi era lei? Dov’erano la sua mamma e il suo papà? Perché era lì?
Si strinse le gambe cominciando silenziosamente a piangere, con mille domande in testa che non avrebbe mai fatto a nessuno. Forse per paura delle risposte, o semplicemente perché voleva ancora continuare a credere che era quella la sua famiglia…Perché lo era, no?
Alzò la testa di scatto quando poco dopo sentì le urla di Alyssa provenire dalla camera di Gabriel, cercò di capire cosa stesse dicendo ma non ci riusciva. Lasciò quindi perdere, ma dopo qualche minuto il fratellastro bussò alla sua porta, entrando nella stanza con faccia alquanto seccata ed una guancia rossa.
“Non ti voglio parlare!”
Fece lei quando lo vide, voltandosi dall’altro lato rimanendo seduta per terra. Lui sbuffò, incrociando le braccia al petto.
“La mamma vuole che ti chieda scusa.”
Disse, ed era palese che lui non ne aveva nessuna voglia.
O per lo meno, il suo orgoglio gli impediva di farlo.
Lei stette in silenzio, stringendo gli occhi. Nessuno avrebbe potuto ridonarle quella visione idilliaca della sua famiglia, quella naturale sensazione di carole che tutti i bambini sentono quando sono con la mamma ed il papà o con altri parenti. Avrebbe pensato e agito con la consapevolezza di essere diversa, senza contare che fino ad allora le avevano solo detto una bugia.
Ma come biasimarli, se lei stessa preferiva continuare a credere in quella bugia?
“Ho detto che non ti voglio parlare!”
Continuò lei, stringendosi ancora più a palla, facendo sospirare il bambino.
“Evangeline…”
La chiamò piano, e anche se lei non dava cenni di risposta lui continuò a parlare.
“Ho promesso alla mamma che sarei andato d’accordo con te. Quindi prometto che non ti farò più nessun dispetto.”
Annunciò poi, mettendo il broncio. Cercava di fare il duro, ma l’astio che aveva non era poi così forte, se la gelosia non prendeva il sopravvento.
“Perché mi odi così tanto? Io non ti ho fatto niente!”
Fece poi, all’improvviso, scoppiando a piangere. Gabriel fece una smorfia, restando un po’ sorpreso e sentendosi un po’ in colpa, anche se solitamente vederla piangere equivaleva ad una sottospecie di vittoria, per lui. Sbuffò, quindi, avvicinandosi a lei.
"Se domani giochiamo insieme la smetti di piangere?”
Disse, pensando ai consigli –o meglio ordini- che gli aveva dato la madre. La bambina allora si asciugò gli occhi con i pugnetti e alzò lo sguardo.
“E non mi odi più?”
“No, non ti odio più…sei contenta adesso?”
Fece lui, e lei semplicemente sorrise. Aveva un bel sorriso, la piccola Eva, metteva gioia anche a chi le stava attorto.
Per Gabriel, andare d’accordo con lei non sarebbe stato affatto difficile né noioso come immaginava…


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Note dell’autrice: Uff, finalmente finito…questo capitolo l’ho sudato, non ricordo quasi niente della mia infanzia e non riuscivo a calarmi bene in dei bambini, inoltre in un caso come questo... O_O Fortuna che poi crescono xD Diciamo che siamo ancora in una fase di “prologo”, spero di non essere noiosa…A voi il verdetto xD
Ringraziamento speciale va a chi ha recensito…

scatty: No, no, sono viva xDxD Beh sono contenta che la fic ti piaccia! Anche perché l’idea è partita, non so bene come, da uno dei film che più adoro, la Gabbianella e il Gatto, e si è mischiata con l’autobiografia (il nome Gabriel è solo un caso, eh =P), quindi la sto scrivendo veramente col cuore =)

_Lunetta_: Perché era molto che non scrivevo, maledetta scuola ò_ò Ti ringrazio per i complimenti ^^ Quando leggo qualche libro o anche altre fic penso che ho ancora molto lavoro da fare, ma se dici così vuol dire che sono sulla strada giusta *_* me è felice!! Per la direttrice…Solitamente anche io le ho sempre immaginate scorbutiche, per una volta ho voluto “sfatare il mito” e pensare ad una direttrice più buona che ama i suoi bambini…chissà, magari sfaterò anche il mito della suocera cattiva xD Il nome di Eva avrebbe dovuto essere Mary, poi Maryanne dato che volevo metterle un secondo nome ma non il mio…poi quando ho visto Evangeline me ne sono letteralmente innamorata e l’ho scelto come definitivo =)

Keki91: Tesoro! Sapevo che ti sarebbe piaciuta! O meglio lo speravo, dato che la scrivo pensando a te <3 Spero che ti piaccia anche il seguito…Ti amo!

Beh, credo che con questo ho finito!! Ringrazio inoltre tutti coloro che leggono, se vi piace fa piacere anche a me…

Recensite, mi raccomando! Mi basta anche solo un “bella” o “brutta”, vorrei solo avere i vostri pareri xD
Oh ma tanto lo dicono tutti, poi divento monotona -.- xD

Beh, al prossimo capitolo!!!

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