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Autore: Black_Star    09/12/2009    4 recensioni
Vivere in famiglia sapendo di essere stati adottati non è per niente facile, ma Evangeline crescendo ha superato brillantemente la cosa.
Tuttavia, c'è ancora un problema : Gabriel.
Lui, figlio naturale di quelli che erano diventati i suoi genitori;
lui, sempre e comunque al suo fianco;
lui, che non era mai riuscita a vedere come un fratello e di cui si è perdutamente innamorata.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brother & Sister


Capitolo 1 - Enter 


“I want to feel the warmth on my face,
Light-in darkness,
Lift me up from here
Give me your wings,
To flee from my ivory tower”

(Within Temptation)




“Sei sicuro che sia una buona idea?”
 Chiese una donna al marito, visibilmente preoccupata mentre si stringeva forte al suo braccio presa da un leggero brivido.
L’inverno di Silver Harbour era parecchio freddo e umido, e nonostante i vestiti pesanti il gelo riusciva a penetrare fin dentro le ossa.
 “E se non dovessimo piacergli? Come faremo a capire qual è quella giusta?”
“Calmati, Alyssa.”
La interruppe prontamente il marito, dopo un lungo sospiro. A quelle parole la bocca della donna si chiuse in una lieve smorfia, e gli occhi marrone intenso si posarono per terra, per nascondere l’imbarazzo che ella provava.
“Abbiamo riflettuto molto e abbiamo preso una decisione. Non essere così tesa! Quando la vedremo, sono sicuro che capiremo qual è quella giusta.”
Edward sorrise, e la moglie sembrò rincuorarsi.
Aveva uno strano effetto calmante, lui: i suoi occhi dorati come il miele riuscivano ad infondere una pacata sensazione di tranquillità. Anche quando Alyssa aveva scoperto di non poter avere altri figli, dopo il parto difficile del suo primogenito, lui le aveva sorriso tranquillizzandola, e tutti problemi erano scomparsi. Era stato lui ad avere l’idea dell’adozione, ed era per quel motivo che i due coniugi si trovavano per le strade di Silver Harbour, diretti all’Orfanotrofio.
Raggiunsero in breve quel luogo, e subito furono invasi da una strana e gelida sensazione, che nulla c’entrava con la bassa temperatura e con l’umidità: quel posto aveva un non so che di tetro.
L’ingresso al luogo era possibile tramite un vecchio cancello rotto e arrugginito, che cigolava ad ogni lieve soffio di vento. Una volta entrati, si accedeva ad un grande ma poco curato giardino tutto ricoperto di bianco. Solo un piccolo sentiero era sgombro dalla neve, ed aveva il compito di indicare la strada fino all’entrata principale.
La struttura dell’orfanotrofio non era niente di eccezionale all’esterno - un edificio a forma rettangolare con muri bianchi ormai anneriti e rampicanti di qua e di là – ma dentro era, benché spoglio, decisamente più accogliente. Sorpassata la grande porta d’ebano si accedeva ad un grande corridoio tappezzato di disegni fatti da bambini, e la sensazione di gelo veniva sostituita dalla tenerezza per gli autori di quei disegni dalle strane forme.
“Ah, voi dovete essere i Signori Stone!”
Li chiamò una giovane donna, richiamando la loro attenzione. Edward e Alyssa si voltarono verso di lei sorridendo, annuendo alla sua esclamazione.
“Bene, vi stavamo aspettando! Seguitemi, prego!”
Fece lei allegramente, voltandosi e prendendo a camminare. I coniugi si scambiarono un cenno d’intesa e fecero spallucce, poi la seguirono.
“Sono davvero felice che abbiate preso questa decisione! Ci sono tanti bambini qui che hanno bisogno di una casa.”
Cominciò a dire la donna, e Alyssa si sentì molto rincuorata da tali parole. Pensare che il suo ‘capriccio’ di volere a tutti i costi una figlia femmina avrebbe reso felice qualcuno la rendeva quasi orgogliosa.
“Ho saputo dalla Direttrice che voi avete già un figlio, vero?”
“Sì, si chiama Gabriel. Ha poco più di un anno.”
Rispose prontamente Edward, sorridendo al pensiero del pargoletto che li aspettava a casa.
“Bene, bene!”
Fece la donna, sempre più radiosa. Già alla prima occhiata, si capiva che amava moltissimo i bambini.
“Ecco, siamo arrivati. Questo è l’ufficio della Direttrice!”
E battè due volte il pugno su una grande e vecchia porta di legno, aprendola subito dopo.
“Direttrice, i signori Stone sono arrivati!”
“Bene, falli entrare.”
Si udì dall’interno, e la giovane donna arretrò per poi spalancare la porta, permettendo ad Edward e Alyssa l’ingresso alla stanza. Anche quella camera come il resto dell’orfanotrofio era grande, ma quasi priva di mobili: solamente un armadio a tre ante sul lato destro ed una grande scrivania al centro della stanza, alla quale stava seduta un’anziana donna, un po’ in carne ma dagli occhi ancora vispi e i capelli corti, ricci e grigi.
“Benvenuti all’Orfanotrofio comunale di Silver Harbour. Sedetevi, prego.”
Disse con tono autoritario, indicando le due sedie poste proprio di fronte alla scrivania. I coniugi annuirono in silenzio, prendendo posto mentre l’anziana donna incrociava le dita, poggiando i gomiti sul tavolo e alternando lo sguardo tra Edward ed Alyssa.
“Cari Signori Stone, so bene che qualche settimana fa vi avevo dato l’autorizzazione per adottare una bambina di due o più anni -e trasse un lungo sospiro tamburellando con le dita sulla scrivania - Ma prima di farvi scegliere quella che sarà la vostra bambina, ho una proposta da farvi. Potete anche rifiutare, ma prima desidero che mi ascoltiate come si deve. La settimana scorsa una bambina è stata abbandonata di fronte alle porte del nostro orfanotrofio.Ha solo qualche settimana di vita, e di certo le cure di una famiglia sarebbero per lei migliori di quelle di un orfanotrofio."
Un lungo sospiro, l’anziana donna chiuse e riaprì gli occhi molto lentamente prima di ricominciare a parlare. Si era preparato quel discorso, ma per colpa dell’emozione non sapeva più che cosa dire.
“Signori Stone.”
Li richiamò, decidendo di andare subito al nocciolo della questione.
“So che accudire una bambina appena nata richiede più tempo, soldi ed attenzioni, ma…vorreste dare una famiglia a quella bambina?” Chiese, e nella stanza dalle pareti rosa chiaro piombò il silenzio. Edward era visibilmente sorpreso, mentre Alyssa era praticamente sconvolta. La Direttrice pensò di ricevere un rifiuto da lì a poco, ma dovette ricredersi quando Alyssa si voltò verso il marito con occhi languidi, esplodendo in una sorriso gioioso al suo ‘permesso’, ovvero un cenno del capo.
“Sì! Ne saremmo più che felici!”
Rispose la donna, fuori di sé per la felicità.
L’anziana donna non fu da meno e subito sfoggiò il suo miglior sorriso, mentre lentamente si alzava dalla sedia.
“Sono davvero felice della vostra scelta! Seguitemi, vi porterò da lei.”
Quindi, uscita dalla camera con a seguito i coniugi Stone, si diresse verso una piccola saletta dalla porta tinta di rosso. Quando l’aprì, Edward e Alyssa non notarono altro che la piccola culla proprio al centro della stanza, nella quale si sarebbe sicuramente trovata la loro futura figlia. Pieni di entusiasmo ed emozione si avvicinarono, e videro la piccola creatura: lineamenti dolci e delicati, guance rosee, grandi occhi nocciola e piccoli ciuffetti rossi che facevano capolino sulla testolina. Alyssa la prese delicatamente in braccio, e la bambina subito sorrise.
“Caro, mi è venuto in mente un altro nome, perfetto per lei: Evangeline.”
Disse, e anche Edward si avvicinò.
“Evangeline?”
Ripeté sottovoce il nome della bambina, sorridendo anche lui. 
“Significa ‘buona notizia’, vero?”
 “Sì…la migliore notizia che potessimo avere.”




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Note dell’autrice: Ebbene, eccomi qui con una nuova storia! Come avrete notato, il titolo del capitolo corrisponde al titolo di una canzone, e ho citato alcuni versi che mi hanno colpita e che, generalmente, si rifanno all'argomento trattato nel capitolo. Certo la musica di "Enter" non è proprio adatta al capitolo, ma le parole che ho citato mi piacevano molto in questo contesto, ed è proprio come una "torre d'avorio" che ho pensato l'orfanotrofio!

Cliccando sul titolo del capitolo, si aprirà una pagina Youtube con la canzone. Cliccando sull'autore della canzone, tra parentesi, avrete la traduzione del testo, molto utile se come me non ve la cavate molto bene in inglese! Sarà così per ogni capitolo ;)

Spero che vi piaccia, anche se questo più che un primo capitolo è una specie di prologo…ma vabbè XD

N.B.: per chi non lo sapesse, Silver Harbour è una città del monopoli xD)

Al prossimo capitolo!

Black ★ Star
   
 
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